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La richiesta di prestazioni assistenziali di qualità e personalizzate è sempre più in aumento; si accresce pertanto anche il livello di competenza e responsabilità dell'infermiere nei confronti della persona assistita; i tempi esigono professionisti preparati, capaci di confrontarsi in équipe multidisciplinari e che sappiano dare garanzie sulle proprie azioni, in quanto consapevoli delle conseguenze che possono derivare dalle loro decisioni e dal modo di condurre gli interventi

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venerdì, agosto 1


Via libera da sindacati e operatori
Il Sole 24 Ore Sanita' del 31/07/2008,
articolo di Giuseppe Di Marco Celestina Dominelli N. 300 29 LUGLIO 4 AGOSTO 2008 p. 2
Ma sulle sanzioni restano i dubbi delle case di cura private e religiose

Tante luci, ma anche qualche ombra per il Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (Dlgs 81/2008). Che strappa nel complesso il plauso delle organizzazioni sindacali. Ma non quello delle case di cura private e religiose. Che criticano il sistema di sanzioni fissato dal documento. Un giudizio positivo arriva da Annalisa Silvestro , presidente dell'Ipasvi: «Ben venga una normativa che rafforza la tutela dei lavoratori. L'auspicio, però, è che le indicazioni generali siano poi meglio tradotte per il comparto sanitario, che è sì molto presidiato, ma presenta dei rischi specifici che vanno affrontati al meglio». Rischi, aggiunge ancora Silvestro, «che colpiscono frequentemente gli infermieri, alle prese con l'utilizzo continuo di presìdi sanitari». Insomma, un buon passo avanti anche se la numero uno dell'Ipasvi sottolinea l'esigenza che il discorso sicurezza sia affrontato in una logica di sistema: «Il testo unico è positivo, ma certo ci preoccupano un po' le modifiche sull'orario di lavoro contenute nel Dl 112/2008. Si tratta di un aspetto che incide fortemente sulla sicurezza. La nostra categoria, che sconta ancora una carenza cronica, è sottoposta a carichi di lavoro importanti e rispetto a questo tassello non si vede ancora luce». Anche Paola Agnello Modica , segretaria confederale Cgil con delega alla sicurezza, esprime soddisfazione per il Dlgs, ma con qualche distinguo: «È un decreto positivo di cui chiediamo piena applicazione spiega - anche se non concordiamo con gli interventi unilaterali e dilatori del Governo che depotenziano il testo, come il rinvio della scadenza per la presentazione del documento di valutazione dei rischi». Certo, aggiunge, «abbiamo condiviso il percorso di semplificazione del documento, con il rinvio a decretazione di alcuni punti. Ma chiediamo che vengano subito approvati i decreti attuativi degli articoli 11 e 52, relativi alle risorse per progetti informativi e formativi e all'istituzione del Fondo di sostegno alla piccola e media impresa e ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale e la pariteticità». Per Mariavittoria Gobbo della Uil-Fpl il nuovo Testo unico è eccessivamente macchinoso: «Ce n'è abbastanza per pensare a un impianto di difficile gestione e con tempi lunghi per la completa applicazione». Positiva, invece, la valutazione sulle sanzioni: «Sono necessarie per alzare il livello di prevenzione» anche se «ci vuole un po' più di misura nel definirne gli ammontari, perché siano realmente esigibili, e, soprattutto, è vero che da sole non bastano a risolvere il problema. La nostra idea - aggiunge - è che bisogna insistere sul potenziamento degli organici dei servizi di prevenzione e sulla formazione/informazione permanente e obbligatoria. Sotto questo aspetto il Testo unico dà già segnali positivi con l'ampliamento delle ore di formazione sia per gli Rls che per i lavoratori, ma anche per i datori di lavoro che si assumono la responsabilità della prevenzione e della protezione». Il presidente dell'Aris, Mario Bonora , esprime invece perplessità sulle pene: «Il testo punta sulle sanzioni, si tratta di un intervento superficiale. Bisognava potenziare i servizi ispettivi: inasprire le pene senza aumentare i controlli è ideologico. È comunque apprezzabile lo sforzo per tutelare i lavoratori, in particolare quelli atipici». Sulla stessa linea l'avvocato Sonia Gallozzi dell'Aiop che ritiene eccessivo l'inasprimento delle sanzioni pur sottolineando che il testo non comporta «una modifica sostanziale della disciplina». Sostegno pieno arriva poi da Cinzia Frascheri del Dipartimento prevenzione e sicurezza della Cisl. «Il provvedimento è valido, anche se risente della fretta con cui è stato scritto. In particolare apprezziamo il Titolo I, dove ci sono novità significative. A partire dal tema dell'"organizzazione" in cui devono essere valutati i rischi, che allarga il concetto di "azienda"». Vengono poi identificate chiaramente le varie figure, come quella del "preposto". Inoltre si tiene conto, nella valutazione del rischio, delle diverse variabili come l'età, lo stress da lavoro e le differenze di genere. Riguardo agli altri titoli - conclude Frascheri - potevano essere concepiti meglio, lì invece si è fatto una sorta di "taglia e incolla"».

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