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La richiesta di prestazioni assistenziali di qualità e personalizzate è sempre più in aumento; si accresce pertanto anche il livello di competenza e responsabilità dell'infermiere nei confronti della persona assistita; i tempi esigono professionisti preparati, capaci di confrontarsi in équipe multidisciplinari e che sappiano dare garanzie sulle proprie azioni, in quanto consapevoli delle conseguenze che possono derivare dalle loro decisioni e dal modo di condurre gli interventi

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mercoledì, novembre 25

Riposi giornalieri del padre
(art. 40 del d.lgs. 151/2001 – T.U. maternità/paternità)
Sentenza

Il padre lavoratore dipendente ha diritto ai riposi giornalieri anche nel caso in cui la madre casalinga si trovi nell’oggettiva impossibilità di accudire la prole perché impegnata in altre attività.L’art. 40, lett. c, del d.lgs. 151/2001 (T.U. maternità/paternità) prevede che il padre lavoratore dipendente possa fruire dei riposi giornalieri “nel caso in cui la madre non sia lavoratrice dipendente”. In attuazione della citata disposizione, l’Inps, in varie circolari, aveva ritenuto che per madre “lavoratrice non dipendente” dovesse intendersi la madre “lavoratrice autonoma (artigiana, commerciante, coltivatrice diretta o colona, imprenditrice agricola, parasubordinata, libera professionista) avente diritto ad un trattamento economico di maternità a carico dell’Istituto o di altro ente previdenziale” e non anche la madre casalinga, con conseguente esclusione, in tale ultima ipotesi, del diritto del padre a fruire dei riposi giornalieri salvi, ovviamente, i casi di morte o grave infermità della madre (vedi circolari n. 109/2000, 8/2003 e 95 bis 2006). Con sentenza n. 4293 del 9 settembre 2008, il Consiglio di Stato, Sez. VI, ha dedotto, in via estensiva, che la ratio della norma in esame, “volta a beneficiare il padre di permessi per la cura del figlio”, induca a ritenere ammissibile la fruizione dei riposi giornalieri da parte del padre anche nel caso in cui la madre casalinga, considerata alla stregua della “lavoratrice non dipendente”, possa essere tuttavia “impegnata in attività che la distolgano dalla cura del neonato”. Anche il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, nel condividere l’orientamento giurisprudenziale espresso dal Consiglio di Stato nella citata sentenza (vedi lettera circolare n.8494 del 12.05.2009 - all.1), ha ritenuto che il padre lavoratore dipendente possa fruire dei riposi giornalieri anche nel caso in cui la madre svolga lavoro casalingo. Il nuovo indirizzo maturato nell’ambito della giurisprudenza amministrativa, va letto anche alla luce di quanto previsto dalla lett. d, dell’art. 40 sopra citato, ai sensi del quale il padre lavoratore dipendente fruisce dei riposi giornalieri nel caso in cui la madre, anche se casalinga, sia oggettivamente impossibilitata ad accudire il neonato perché morta o gravemente inferma. L’interpretazione estensiva operata dal Consiglio di Stato consente di riconoscere al padre lavoratore dipendente il diritto a fruire dei riposi giornalieri, oltre che nell’ipotesi già prevista dalle norme vigenti, anche in altri casi di oggettiva impossibilità da parte della madre casalinga di dedicarsi alla cura del neonato, perché impegnata in altre attività (ad esempio accertamenti sanitari, partecipazione a pubblici concorsi, cure mediche ed altre simili). Pertanto, in presenza delle predette condizioni, opportunamente documentate, il padre dipendente può fruire dei riposi giornalieri, nei limiti di due ore o di un’ora al giorno a seconda dell’orario giornaliero di lavoro, entro il primo anno di vita del bambino o entro il primo anno dall’ingresso in famiglia del minore adottato o affidato (artt. 39 e 45 del D.Lgs. 151/2001). Analogamente a quanto avviene in caso di madre lavoratrice autonoma, anche nell’ipotesi di madre casalinga, il padre dipendente può utilizzare i riposi a partire dal giorno successivo ai 3 mesi dopo il parto (ossia a partire dal giorno successivo alla fine del periodo di maternità riconosciuto per legge). In caso di parto plurimo (art. 41 del d.lgs. 151/2001), trovano applicazione le disposizioni già fornite con circolare 95 bis/2006 (punto 7.3): in particolare, anche nell’ipotesi di madre casalinga, il padre dipendente può fruire del raddoppio dei riposi e le ore aggiuntive possono essere utilizzate dal padre stesso anche durante i 3 mesi dopo il parto. DISCIPLINA TRANSITORIATenuto conto del limite temporale entro il quale è possibile fruire dei riposi giornalieri (artt. 39 e 45 del d.lgs. 151/2001), qualora non sia ancora decorso il primo anno di vita del bambino (o il primo anno di ingresso in famiglia del minore adottato/affidato), il padre dipendente, alle condizioni di cui al paragrafo precedente, potrà beneficiare dei riposi giornalieri fino al termine del suddetto anno, ma non potrà, invece, recuperare in alcun modo le ore di riposo precedentemente non godute. Qualora, invece, il padre dipendente avesse già fruito di ore di assenza dal lavoro a titolo di riposi giornalieri, il datore di lavoro potrà procedere al conguaglio delle retribuzioni eventualmente corrisposte al titolo in questione, sempre che ricorrano le specifiche condizioni sopra indicate. Alle medesime condizioni, il padre lavoratore dipendente che avesse fruito nei limiti temporali previsti per i riposi giornalieri (ossia oltre i tre mesi dopo il parto ed entro l’anno di vita o di ingresso in famiglia) di assenze orarie ad altro titolo (ad esempio, ferie o permessi orari), potrà chiedere al datore di lavoro ed all’Inps la conversione del titolo giustificativo delle assenze stesse al fine di ottenere il trattamento economico e previdenziale previsto per i riposi giornalieri. La domanda del padre, corredata della necessaria documentazione, dev’essere presentata all’Inps ed al datore di lavoro secondo le modalità indicate nella circolare 109/2000 (punto 2) entro l’anno di prescrizione, decorrente dal giorno successivo all’ultimo giorno di fruizione dell’assenza. Per i periodi in cui il lavoratore padre fruisce dei riposi in parola è dovuta un’indennità pari all’intero ammontare della retribuzione relativa ai riposi medesimi. L’indennità è anticipata dal datore di lavoro ed è portata a conguaglio nel mod. DM10 con i contributi dovuti nel mese e con il previsto codice del quadro “D” D800”. Nella denuncia Emens saranno riportati i dati riferiti ai riposi medesimi. Per la regolarizzazione di eventuali periodi pregressi sarà utilizzata la procedura DM10/V e saranno rettificate le denunce Emens già trasmesse.

mercoledì, novembre 18

Cosa cambierà per gli Infermieri?
Misurazione delle performance, Merito e Premi (da art. 4 a art. 31).


Ogni azienda dovrà dotarsi di un sistema di valutazione e misurazione della performance individuale e di struttura, per la distribuzione della produttività e dei premi. In mancanza di ciò sarà vietato ogni automatismo delle progressioni economiche e del riconoscimento di premi. Ciò significa che la produttività non sarà più distribuita a tutti e in egual misura. Si tratta per la cat. D di una mensilità circa (la cifra è diversa da azienda ad azienda in base a come è stato utilizzato negli anni il fondo della produttività), comprensiva degli acconti mensili, dei saldi e delle RAR.
La valutazione individuale sarà svolta dai dirigenti sulla base del raggiungimento di specifici obiettivi di gruppo o individuali e dalla qualità del contributo assicurato alla performance dell’unità organizzativa di appartenenza, alle competenze dimostrate e ai comportamenti professionali e organizzativi.
Ogni azienda dovrà fissare il Piano della Performance, documento programmatico triennale, redatto annualmente entro il 31 gennaio, che stabilisce gli obiettivi da raggiungere. In ogni azienda, un organismo indipendente dovrà "sorvegliare" sui meccanismi di valutazione, compreso il tener conto delle rilevazioni che il personale valutato potrà fare sui superiori.
Verremo classificati in tre o più fasce di merito (A – B – C)
Il ruolo della contrattazione aziendale, entro i limiti previsti dalla legge, sarà determinante sulla definizione delle percentuali di personale e di risorse per la distribuzione dei premi. Saranno di certo fatte delle graduatorie annuali e non necessariamente il 25% del personale sarà escluso dal sistema incentivante. Per legge i periodi di congedo di maternità, di paternità e parentale non possono essere considerati ai fine della valutazione individuale.
Come funzionerà tutto il sistema di valutazione?
Il Governo nominerà entro il 16 dicembre 2009 la Commissione Nazionale composta da 5 componenti che resteranno in carica per 6 anni. La Commissione avrà il compito di emanare linee guida dei modelli di valutazione e di supportare in sede locale o regionale gli "Organismi Indipendenti di Valutazione" (in sostituzione degli organi interni di controllo), che avranno il compito di: verificare l'adozione del sistema di valutazione; proporre la valutazione dei dirigenti; indagare annualmente sul sistema valutativo e relazionarne i risultati tenendo conto anche delle osservazioni dei "valutati".
La valutazione servirà quindi per assegnare, in sede aziendale, i seguenti premi: la produttività; il Bonus annuale delle eccellenze (assegnato ad aprile al 5% della fascia alta); il Premio annuale per l’innovazione (progetto individuale o di gruppo di pari valore del bonus annuale, attribuito dall’organismo indipendente); le Progressioni economiche; le Progressioni di carriera; l'attribuzione di incarichi di responsabilità (Posizioni Organizzative e Coordinamenti); l'accesso a percorsi di alta formazione e crescita professionale; il Premio di efficienza (in presenza di risparmi certificati).
Tali norme sono inderogabili e dovranno essere parte integrante del prossimo CCNL 2010-2012.
Le Regioni, e quindi i dipendenti del SSN, dovranno adeguare i propri ordinamenti e i contratti aziendali alle norme previste, entro il 31/12/2010, pena l'applicazione rigida dei criteri della stessa Riforma. Le amministrazioni pubbliche, a decorrere dal 1° gennaio 2010, copriranno i posti disponibili nella dotazione organica per la progressione di carriera attraverso concorsi pubblici, con riserva non superiore al 50% a favore del personale interno. Il passaggio di fascia sarà attribuito a una quota limitata di dipendenti e anche in presenza di disponibilità del fondo non potrà essere dato a tutti.

I principi della selettività e del merito sono già presenti nei contratti e sono alla base della riforma del PI degli anni ’90 (aziendalizzazione), ora vengono ripresi ad agganciati ad un sistema di responsabilità dirigenziale più forte come gli aspetti disciplinari.
C’è sicuramente un problema di fondi per premiare il merito. Il merito sarà premiato a isorisorse, qualcuno si potrà vedere diminuire lo stipendio altri aumentare, in una situazione di stipendio già ampiamente insufficiente per le responsabilità e i disagi che comporta la professione. Sarà necessario vedere la nuova contrattualistica in merito alla composizione dei vari fondi (parte del fondo delle fasce potrebbe andare alla produttività: es. RIA, indennità infermieristica). Premiare la performance risulta oltremodo difficoltoso in uno stato di cronica carenza di personale. Il raggiungimento degli obiettivi rischia di mettere in primo piano la quantità di prestazioni piuttosto che la sicurezza dei pazienti e dei lavoratori. In sostanza un utilizzo strumentale e demagogico delle parole “merito” “premio” “fannullone”.

domenica, novembre 8

SCIOCCANTE... INGREDIENTI DEL VACCINO H1N1 PRESENTE IN EUROPA E ARRIVATO GIA' IN ITALIA:


1) Il vaccino anti-suina di GlaxoSmithKline Plc Tra i suoi ingredienti: Adiuvante alluminio (componente che danneggia il sistema immunitario e crea gravi disfunzioni cognitive), AS03: squalene (adiuvante che causa infiammazioni alle giunture, lupus e “sindrome da affaticamento cronico”), Daronrix (vaccino della Glaxo contro l’influenza aviaria), Formaldeide (nota sostanza cancerogena e tossica per l’apparato riproduttivo e per lo sviluppo), Octoxynol 10 (emulsionante, umidificante e antischiuma che può alterare l’attività metabolica, danneggiare le membrane e causare un rapido declino delle funzioni delle cellule), Polisorbato 80 (ingrediente noto per provocare infertilità, convulsioni epilettiche, aborti spontanei, e shock anafilattici anche mortali), Thimerosal (a base di mercurio, 50 volte più tossico del mercurio stesso, causa di gravi disfunzioni del sistema immunitario, neurologico e turbe motorie e comportamentali).


2) Cevalpan, il vaccino anti-suina di Baxter International Tra i suoi ingredienti:


Cellule Vero (cellule in coltura dal rene di una scimmia africana, prodotte in maniera molto dubbia, del cui processo non si sa ancora nulla), Trometamolo (composto organico che può essere nocivo se inalato, di cui non sono stati resi noti gli effetti a lungo termine), Cloruro di sodio polisorbato 80 (vedi sopra).


3) Focetria, il vaccino di Novartis International AG Questo è il vaccino attualmente in distribuzione in Italia. Tra i suoi ingredienti figurano:


Linea cellulare proprietaria (di provenienza ignota), Squalene (vedi sopra) e Span85 o Sorbitano Trioleato (emulsionante e addensante, usato anche come pesticida, è tossico e può avere effetti cancerogeni, neurotossici e di blocco della crescita nei bambini). Particolarmente allarmante: l’adiuvante “proprietario” MF59: derivato oleoso di un prodotto ideato per la guerra del Golfo, con capacità altamente distruttive per il corpo umano. Alcuni esperti della sanità affermano che questo principio debba rientrare nella categoria delle armi biologiche o farmacologiche. La legislazione impone che l’utilizzo del MF59 debba essere molto limitato negli esperimenti sugli animali e non prevede assolutamente il suo utilizzo sugli uomini (ma si sa: le case farmaceutiche sono al di sopra della legge). Molti immunologi sostengono che una dose anche microscopica di poche molecole di adiuvante, iniettata nel corpo umano, possa causare gravi e permanenti disturbi al sistema immunitario. La FDA americana al momento non ha ancora approvato l’utilizzo di MF59 in qualsiasi vaccino. Eppure troviamo questo adiuvante nel “Focetria” distribuito e somministrato in Italia proprio in questo momento. Detto questo… NON VACCINATEVI!


"Date le innumerevoli richieste da parte di utenti interessati all'argomento, ho cercato una serie di risposte riguardanti i componenti del vaccino anti-suina. Ho anche sottocitato le fonti di ricerca, e non essendo nè un chimico nè un medico, non posso personalmente dare una certezza di quanto sotto riportato".


ADIUVANTE ALLUMINIO: I dati dei primi studi che hanno messo a confronto 2 differenti formulazioni con diversi adiuvanti del candidato vaccino, Cervarix, per la prevenzione del tumore della cervice hanno rivelato che la risposta immunitaria del vaccino contenente l’adiuvante AS04 è maggiore e più duratura nel tempo, rispetto al vaccino in cui l’adiuvante era rappresentato dal solo sale di alluminio. Negli studi sugli esseri umani, i soggetti hanno ricevuto un ciclo di 3 dosi ( a 0, 1 e 6 mesi ) del vaccino anti-papillomavirus, preparato da GlaxoSmithKline, formulato con l’adiuvante AS04 o con il convenzionale sale di alluminio. E’ stato osservato che i livelli anticorpali indotti dal vaccino anti-HPV con adiuvante AS04 erano 1.5 e 2.1 volte maggiori per il tipo 16 e per il tipo 18 di HPV, rispettivamente, dopo 3.5 anni dalla vaccinazione, rispetto all’altro vaccino con il sale di alluminio come adiuvante. E’ stata anche dimostrata la capacità del vaccino con adiuvante AS04 di aumentare il numero delle cellule B di memoria. Dopo 1 mese dal termine del ciclo di 3 iniezioni, il numero delle cellule B di memoria era 2 e 3.6 volte più alto per HPV 18 e HPV16, nei soggetti trattati con il vaccino con adiuvante AS04.Le cellule B di memoria sembrano avere un ruolo chiave nella persistenza dei livelli anticorpali dopo vaccinazione. ( Xagena_2006 )Fonte: GlaxoSmithKline, 2006


AS03: SQUALENE: E’ contenuto nel vaccino pandemico Pandemrix. Anche questo è base di squalene, ma contiene anche altre sostanze, come il TIOMERSALE.

Il Tiomersale non è un adiuvante, ma un composto antimicrobico con funzioni di conservante; è a base di mercurio organico. Anche sul Tiomersale si è scatenata nel web un vera e propria campagna-contro, che parte dal presupposto che il mercurio (è questo è vero) provoca danni neurologici. Se il presupposto è fondato, le conclusioni, tuttavia, sono discutibili. Infatti, i danni neurologici causati dal mercurio sono dose-dipendenti; studi epidemiologici non hanno mostrato alcuna relazione fra vaccini con tiomersale e disturbi del neurosviluppo, tra cui l’autismo; la forma di mercurio contenuta nel tiomersale, che è l’etilmercurio, è escreta con molta rapidità.Il problema del Tiomersale ha riguardato soprattutto gli USA, dove esiste un diverso calendario vaccinale, comportante un accumulo di dosi, soprattutto nei bambini, perché hanno un peso corporeo più basso rispetto alla quantità di Tiomersale. Perciò, si sconsiglia l’uso di vaccini contenenti Tiomersale nei neonati e nei bambini al di sotto dei 6 mesi.Quello del Tiomersale è un falso problema; assumiamo molto più mercurio mangiando pesce, cosa che facciamo spesso, che vaccinandoci poche meno volte nella vita; eppure, mangiare pesce non è controindicato (e sarebbe assurdo se lo fosse), in quanto il mercurio eventualmente con esso assunto viene poi escreto abbastanza facilmente dall’organismo e non si arriva all’effetto cumulo.Diversa è la questione del mercurio che una volta era contenuto nell’amalgama delle otturazioni dentarie; qui il mercurio veniva lentamente liberato sotto forma di vapore, che andava direttamente nei recettori olfattivi della mucosa nasale e di qui direttamente nel sistema nervoso centrale, provocando disturbi di tipo neuropsichico.In ogni caso, l’EMEA, per non ravvisando nel Tiomersale sicuri effetti dannosi, ha raccomandato che venga gradualmente ridotto dai vaccini, fino ad essere completamente eliminato.Per la produzione di vaccini viene utilizzata anche la FORMALDEIDE, che ha lo scopo di “inattivare” il virus. Anche su questi eccipienti si è scatenata una ridda di voci contro nel web, assumendo come motivo che la formaldeide è cancerogena.FORMALDEIDE:La formaldeide è chiamata anche formalina o formolo. E’ vero, la formaldeide è cancerogena; la cancerogenicità della formaldeide è legata, però, alla continuità di esposizione e al dosaggio. Anche comuni detersivi in commercio, lacche, vernici, isolanti, persino alcuni alimenti conservati contengono formaldeide.Gli studi epidemiologici, finora, hanno dimostrato una correlazione certa fra formaldeide e tumori solo nelle persone esposte in ambienti di lavoro ad alte dosi.E’ corretto fare campagne che mirano alla riduzione nell’ambiente di questa sostanza, che è presente dappertutto, perché è un inquinante”ubiquitario” e il suo effetto tossico perdurante nel tempo anche a bassi dosaggi potrebbe essere sottovalutato.Tuttavia, nell’uso che viene fatto per la produzione di vaccini, anche quello della formaldeide è veramente un falso problema.


Fonti: OMS, EMEA, Ministero Lavoro-Salute-Politiche Sociali.


OCTOXYNOL 10 (anche conosciuto come Triton X-10): è un tensioattivo non ionico che ha un gruppo idrofilo di ossido di polietilene (in media ha 9,5 unità di ossido di etilene) e un gruppo lipofilico o idrofobico. Il gruppo idrocarbonico è del tipo 4-(1,1,3,3-tetrametilbutil). Esso è relativo alla gamma di detergenti "Pluronic" commercializzati dalla BASF. sono copolimeri tri-gruppo dell'ossido di etilene e di ossido di propilene. Alla temperatura ambiente è molto viscoso ed è quindi utilizzabile più facilmente dopo essere stato leggermente riscaldato. Utilizzo: Detergente comunemente usato nei laboratori di biochimica, può essere impiegato per permeabilizzare le membrane della cellula eucariota,è utilizzato in congiunzione con i detergenti come il CHAPS (o il CHAPSO) per solubilizzare le proteine di membrana nel loro stato nativo, è usato in quasi tutti i tipi di composti detergenti liquidi, pastosi e in polvere, spaziando da prodotti esclusivamente industriali ai detergenti delicati, può essere usato nella estrazione del DNA come parte della soluzione tampone della "lisi gently" (di solito in una soluzione del 5%).


POLISORBATO 80:Monoleato di poliossietilene sorbitano (20) Definizione: Il monooleato di poliossietilensorbitano consiste in una miscela degli esteri parziali del sorbitolo e delle sue mono- e dianidridi con acido oleico commerciale alimentare, condensato con circa 20 moli di ossido di etilene per mole di sorbitolo e delle sue anidridi. Tenore: Non <>


Fonte: Wikipedia


TROMETAMOLO: Il ketorolac trometamolo è un analgesico il cui meccanismo d'azione è riferibile all'inibizione della prostaglandina sintetasi. Questo farmaco presenta un notevole e rapido effetto analgesico e, in minor grado, un effetto antiinfiammatorio e antipiretico. Il ketorolac trometamolo può provocare lesioni gastrointestinali come ulcere e sanguinamenti, mentre è piuttosto rara l'alterazione della funzionalità epatica e renale.

ADIUVANTE MF59: Lo squalene è il precursore biochimico degli steroidi[1] e viene generalmente utilizzato come adiuvante nei vaccini. Con il termine steroide si identifica qualsiasi lipide con quattro anelli di carbonio fusi [policicloalifatici,A,B,C,D] per un totale di 17 atomi di carbonio ciclici collegati spesso a una coda alchilica; sono steroidi il colesterolo, gli ormoni sessuali (es. testosterone, diidrotestosterone, estradiolo, progesterone) e gli ormoni corticosurrenali (es. cortisolo, androsterone). Gli steroidi sono biosintetizzati attraverso la via metabolica dell'acido mevalonico. Caratteristica comune è la presenza dei quattro anelli di carbonio, 3 cicli a sei atomi [A,B,C] e 1 ciclo [D] a cinque atomi in disposizione analoga al ciclopentanoperidrofenantrene. Mentre i diversi steroidi si differenziano per la presenza o l'assenza degli atomi di carbonio identificati dai numeri da 18 in su e per i gruppi funzionali presenti sul resto della struttura. Sono noti centinaia di steroidi diversi, isolati da specie animali e vegetali. Il loro ruolo più importante nei sistemi viventi è quello di fungere da ormoni. Nella fisiologia e nella medicina umana, i più importanti steroidi sono il colesterolo, gli ormoni steroidei, nonché i loro precursori e metaboliti. Gli ormoni steroidei presenti nel plasma sono quasi completamente legati a proteine leganti che ne inibiscono l'azione biologica, stando alle conoscenze attuali solo la frazione libera esercita effetti biologici, entrando nel nucleo cellulare e legandosi a fattori di trascrizione nucleari che stimolano o inibiscono l'espressione genica a seconda dei geni coinvolti. È da sottolineare che la parola "steroide" si riferisce soltanto alla struttura chimica e non alle funzioni biologiche, infatti ad esempio il testosterone migliora l'azione dell'insulina, il cortisolo la inibisce, oppure il testosterone stimola la sintesi di massa ossea e muscolare, il cortisolo la degrada. Il colesterolo è un importante alcol steroideo (uno sterolo), essendo un comune componente delle membrane delle cellule animali. Da esso l'organismo produce un'ampia serie di altri steroidi, tra cui gli ormoni sessuali dei vertebrati.Per completezza d’informazione, riporto un articolo del New England Journal of Medicine (NEJM) con i risultati di un’analisi sull’impiego dello squalene, l’adiuvante contenuto nel vaccino della Novartis in distribuzione in Italia, che secondo una certa corrente del web sarebbe causa di reazioni immunitarie e di mallattie rare – come la sindorme di Guillain-Barré, già verificatasi nel caso della somministrazione di un analogo vaccino anti-pandemia nel 1976. L’OMS nega qualsiasi relazione fra di esse e l’impiego di MF-59: l’adiuvante è stato autorizzato in Italia nel 1997, e da allora ne sono state distribuite 22 milioni di dosi. Non si conoscono studi recenti che abbiamo monitorato l’insorgenza di malattie a carattere immunitario in soggetti che hanno fatto uso di vaccini.

L’OMS non ne cita.Veniamo ai dati della ricerca pubblicata dal NEJM:Abbiamo condotto un unico studio, che coinvolge 175 adulti, da 18 a 50 anni di età, per verificare l’influenza del monovalente A/California/2009 (H1N1)- vaccino antigene di superficie, in entrambe le forme adiuvato MF59 e non adiuvato. I soggetti hanno ricevuto – in modo random – due iniezioni intramuscolari di vaccino contenente 7,5 microg di emoagglutinina il giorno 0 in ogni braccio o una iniezione al giorno 0 e l’altra il giorno 7, 14, o 21, o due dosi 3,75 microg di MF59-adiuvato vaccino, o 7,5 o 15 microg di vaccino non adiuvato, somministrato al 21° giorno. Risposte anticorpali sono stati misurate mediante emoagglutinazione-test di inibizione e un test microneutralizzazione nei giorni 0, 14, 21, e 42 dopo l’iniezione della prima dose.Risultati di un’analisi delle risposte al vaccino adiuvato MF59 – dose da 7,5 μg – a 14 e a 21 giorni dalla somministrazione (dati relativi a quattro dei sette gruppi di studio, per un totale di 100 soggetti). Le reazioni più frequenti, locali e sistemiche, sono stati dolore al sito di iniezione e dolori muscolari, osservati nel 70% e il 42% dei soggetti, rispettivamente. Due soggetti hanno riportato la febbre, con una temperatura di 38 ° C o superiore, dopo la prima somministrazione. Titoli anticorpali, espressi come medie geometriche, sono stati in genere superiori a 14 giorni tra i soggetti che avevano ricevuto due 7.5-μg di dosi di vaccino adiuvato MF59-che tra coloro che avevano ricevuto un solo punto da questo momento (P = 0,04 dal emoagglutinazione – Saggio di inibizione e P <0,001 p =" 0,11" p =" 0.64," p="0.04" p="0.11" p="0.64,">


FONTI: WIKIPEDIA- YESPOLITICAL.WORDPRESS.COM

sabato, settembre 19

Fine vita, no nutrizione obbligata


Tar Lazio contro direttiva Sacconi
Sulla nutrizione obbligatoria per chi vive in stato vegetativo deciderà il giudice ordinario civile. Lo stabilisce il Tar del Lazio in una sentenza che accoglie il ricorso del Movimento per la difesa del cittadino. Il dispositivo del Tar contraddice la direttiva del ministro del welfare Maurizio Sacconi, che impone a Regioni e Asl di non permettere la sospensione della nutrizione artificiale a pazienti in stato vegetativo.

Comunque i magistrati nella sentenza hanno scritto che "occorre comunque tutelare l'obbligatorieta' delle cure sanitarie". Fu l'Mdc, dopo la morte di Eluana Englaro, per evitare il ripetersi di casi simili, a decidere di continuare la sua battaglia davanti al Tar confermando la tesi che la direttiva contestata è illegittima e infondata, e ritenendo che "i principi costituzionali di libertà di cura non consentono di prescindere dalla volonta' del paziente con riferimento alle cure da somministrare agli stessi".
l Tar del Lazio, nell'esaminare il ricorso, ha riconosciuto il proprio difetto di giurisdizione e non si è pronunciato, quindi, nel merito della vicenda. L'avvocato Gianluigi Pellegrino - che ha curato il ricorso per il Movimento Difesa del Cittadino - ha commentato: "Con riferimento alle persone che non sono in grado di esprimere la propria volontà, come i pazienti in stato vegetativo permanente, gli stessi non devono essere discriminati".
Lo scorso febbraio, dopo una vicenda giudiziaria durata oltre dieci anni, il padre di Eluana Englaro - da 17 anni in stato vegetativo - è stato autorizzato dai giudici ad interrompere i trattamenti di idratazione e alimentazione che tenevano in vita la figlia dopo l'accertamento dell'irreversibilità della condizione della donna e del suo convincimento sull'interruzione del trattamento

venerdì, settembre 18

Nuovo virus influenzale di tipo A(H1N1)

Ad aprile, si sono registrati in Messico casi di infezione nell’uomo da nuovo virus influenzale di tipo A(H1N1), precedentemente identificato come influenza suina, mai rilevato prima nell’uomo. Il 24 aprile, l'Oms ha allertato i governi sui possibili rischi connessi alla diffusione di questa nuova influenza nell'uomo e al suo potenziale pandemico, alzando rapidamente il livello di attenzione per la preparazione e la risposta a una pandemia influenzale. L'11 giugno, l'Oms ha portato il livello a 6 su 6, dichiarando il periodo pandemico della nuova influenza, cioè l'aumentata e prolungata trasmissione del virus nella popolazione in numerosi Paesi del mondo, L'Oms ha sottolineato il carattere "moderato" di questa pandemia. Come precisato dal Vice Ministro Ferruccio Fazio il massimo livello di allerta per la nuova influenza "non è dovuto alla gravità clinica dei sintomi, ma alla grande diffusione geografica del virus".

Unità di crisi
Il Ministero ha istituito un'apposita Unità di crisi, presieduta dal Vice Ministro Ferruccio Fazio, per la sorveglianza e la prevenzione dell'influenza da nuovo virus A (H1N1) e l'attuazione del Piano, concordato con gli altri Stati dell’Unione Europea, di preparazione e risposta alla pandemia influenzale.

Vaccinazione contro la nuova influenza
L'arma migliore di prevenzione è rappresentata dalla vaccinazione della popolazione. Il Viceministro alla Salute Prof. Ferruccio Fazio ha firmato l'11 settembre l’Ordinanza recante “Misure urgenti in materia di profilassi vaccinale dell’Influenza pandemica A/H1N1”. Il provvedimento individua le categorie di persone a cui è diretta l’offerta della vaccinazione antinfluenzale con vaccino pandemico A/H1N1 a partire dal momento della effettiva disponibilità del vaccino (la consegna alle Regioni e Province Autonome è prevista nel periodo 15 ottobre-15 novembre 2009) fino a copertura di almeno il 40% della popolazione residente in Italia.In ordine di priorità l’offerta vaccinale sarà rivolta a:

persone ritenute essenziali per il mantenimento della continuità assistenziale e lavorativa: personale sanitario e socio-sanitario; personale delle forze di pubblica sicurezza e della protezione civile; personale delle Amministrazioni, Enti e Società che assicurino i servizi pubblici essenziali; i donatori di sangue periodici;
donne al secondo o al terzo trimestre di gravidanza;
persone a rischio, di età compresa tra 6 mesi e 65 anni;
persone di età compresa tra 6 mesi e 17 anni, non incluse nei precedenti punti, sulla base degli aggiornamenti della scheda tecnica autorizzata dall’EMEA o delle indicazioni che verranno fornite dal Consiglio Superiore di Sanità;
persone tra i 18 e 27 anni, non incluse nei precedenti punti.
In particolare sono considerate persone a rischio quelle affette da: malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio, inclusa asma, displasia broncopolmonare, fibrosi cistica e BPCO; malattie dell’apparato cardiocircolatorio, comprese le cardiopatie congenite ed acquisite; diabete mellito e altre malattie metaboliche; malattie renali con insufficienza renale; malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie; neoplasie; gravi epatopatie e cirrosi epatica; malattie congenite ed acquisite che comportino carente produzione di anticorpi; immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV; malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinale; patologie associate ad un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie, ad esempio malattie neuromuscolari; obesità con Indice di massa corporea (BMI) > 30 e gravi patologie concomitanti; condizione di familiare o di contatto stretto di soggetti ad alto rischio che, per controindicazioni temporanee o permanenti, non possono essere vaccinati. In base alla disponibilità di vaccino pandemico nel corso della campagna vaccinale potranno essere inserite nel programma anche altre categorie di soggetti.
Con riguardo alle vaccinazioni delle donne in gravidanza, ai soggetti dai 6 mesi ai 17 anni e alle covaccinazioni, verrà emanata una successiva Ordinanza dettagliata a seguito del Parere del Consiglio Superiore di Sanità.

Sorveglianza
È stata rafforzata la rete di sorveglianza epidemiologica e virologica dell'influenza (la rete Influnet) per permettere la raccolta di informazioni e campioni virali ai fini del tempestivo riconoscimento dei casi di influenza e per la conseguente adozione delle misure di sanità pubblica. Le principali informazioni per gli operatori sono contenute nella circolare del 27 luglio 2009, che aggiorna la circolare del 20 maggio, con le indicazioni per la prevenzione, la sorveglianza e il controllo della nuova influenza da virus influenzale A(H1N1).

Farmaci antivirali
Per la profilassi e per il trattamento dei casi verrà potenziata la scorta nazionale di farmaci antivirali già in dotazione. Il Ministero, nella Circolare del 22 luglio 2009, sull' "Aggiornamento delle indicazioni relative all'impiego dei farmaci antivirali per l'influenza da virus influenzale A(H1N1)v" e rivolta agli operarori sanitari, fornisce indicazioni ulteriori riguardo l'uso corretto dei farmaci antivirali nel trattamento e la profilassi dell'influenza da nuovo virus A(H1N1).




Ultimi comunicati stampa

INFLUENZA A/H1N1: VICEMINISTRO FERRUCCIO FAZIO FIRMA L'ORDINANZA SULLA PROFILASSI VACCINALE
Comunicato del 11 settembre 2009 - n° 381

INFLUENZA AH1N1. CONFERENZA STAMPA MINISTRO GELMINI E VICEMINISTRO FAZIO
Comunicato del 8 settembre 2009 - n° 379

INFLUENZA AH1N1: PRECISAZIONI MINISTERO SU PAZIENTE DECEDUTO A NAPOLI
Comunicato del 4 settembre 2009 - n° 376

INFLUENZA AH1N1: OGGI AL MINISTERO CONFERENZA STAMPA
Comunicato del 2 settembre 2009 - n° 373

INFLUENZA AH1N1: COMUNICAZIONI DEL MINISTERO
Comunicato del 29 agosto 2009 - n° 370

mercoledì, settembre 9

Influenza A che punto siamo?


Influenza A che punto siamo?


Numero speciale dedicato all'allarme pandemia da virus N1H1


Quali politiche nazionali per fronteggiare l'emergenza?

Come si stanno attrezzando le Regioni?

Cosa sta accadendo all'estero?


Secondo le stime diffuse dal Governo, la pandemia potrà essere messa sotto controllo non prima di 8 mesi. I casi certificati in Italia di persone colpite da influenza A sono, all'8 settembre, 2.058.

Tra metà dicembre e metà gennaio è atteso il "picco" di diffusione del virus.

In un mese, potrebbero ammalarsi fino a 3 milioni di italiani.



Secondo la
circolare pubblicata dal Governo, il mezzo più efficace e sicuro per contrastare la diffusione del virus è rappresentato dalla vaccinazione. Occorre sottolineare che il vaccino stagionale è diverso e distinto sia per composizione sia per modalità di somministrazione dal vaccino per l'H1N1. Il vaccino stagionale non offre, infatti, protezione nei confronti del nuovo virus influenzale pandemico, in quanto i due virus sono diversi.Tuttavia vaccinarsi contro l'influenza stagionale rappresenta soprattutto quest'anno un'importante misura di protezione individuale e di tutela della salute pubblica, proprio per la possibile circolazione concomitante dei due virus.La composizione del vaccino stagionale viene aggiornata di anno in anno, in base ai virus circolanti durante la stagione precedente. >


Per la stagione 2009-2010 è stata decisa la seguente composizione del vaccino:

- antigene analogo al ceppo A/Brisbane/59/2007 (H1N1)

- antigene analogo al ceppo A/ Brisbane /10/2007 (H3N2)

- antigene analogo al ceppo B/ Brisbane /60/2008



Il periodo consigliato per la vaccinazione va dall'inizio di ottobre fino a fine dicembre. Poiché la maggior parte della popolazione è stata, con tutta probabilità, infettata dai virus influenzali A/H3N2, A/H1N1 e B nel corso degli ultimi anni, una sola dose di vaccino antinfluenzale è sufficiente per i soggetti di tutte le età, con esclusione dell’età infantile.Per i bambini al di sotto dei 9 anni di età, mai vaccinati in precedenza, si raccomandano due dosi di vaccino antinfluenzale stagionale, da somministrare a distanza di almeno quattro settimane.



Gli infermieri, in quanto operatori di servizi essenziali, saranno destinatari di particolari misure di prevenzione.

Il vaccino per la stagione sarà venduto come ogni anno in farmacia; l'antipandemico, al contrario, sarà distribuito in dosi razionate alle Regioni che poi provvederanno a sottoporlo a determinate fasce della popolazione

martedì, agosto 18

Torino/ Eutanasia, indagata un'infermiera



Era arrivato in ospedale a Torino il 7 agosto, in coma irreversibile dopo aver tentato il suicidio con un'overdose di oppiacei. Sandro Lepore, 42enne senza fissa dimora, non aveva speranze di sopravvivere, i medici ai genitori dell'uomo l'avevano detto chiaro e tondo. Ma il 13 agosto l'uomo è morto in circostanze molto strane. E la Procura ora ha aperto un fascicolo nei confronti di un'infermiera: il sospetto è che gli abbia praticato l'eutanasia.

A far scattare le indagini è stata la denuncia di un medico del reparto di Rianimazione, che ha avvertito sia lo stesso ospedale San Giovanni Bosco di Torino sia la Procura. Perché, a quanto pare, la morte sarebbe stata causata da un'iniezione di calmante. E così i magistrati torinesi hanno aperto un fascicolo per omicidio volontario, ipotizzando che l'infermiera abbia "aiutato" l'uomo a morire. Ma secondo il primario del reparto, Sergio Livigni, potrebbe essere tutto un abbaglio: "Ho saputo dell’indagine aperta dalla Procura - spiega il medico a La Stampa - Si parla di un calmante, una dose letale. Ma dopo aver fatto le prime verifiche mi risulta che sia stato somministrato al paziente ben due ore prima del decesso: forse è passato troppo tempo perché si possa parlare di causa-effetto".

Ad ogni modo, per il momento l'infermiera, che ha ricevuto un avviso di garanzia, è stata trasferita "lontana dai pazienti"; poi l'Asl vedrà come comportarsi a seconda delle decisioni della Procura: "Le decisioni dell'Asl - spiega il direttore sanitario, Claudio Mellana, parlando a nome della direzione generale - verranno prese dopo gli sviluppi dell'inchiesta. Per il momento l'infermiera, che lavora da noi da molti anni, è stata allontanata dalla corsia"

Infermiera accusata di eutanasia

Sandro Lepore, 42 anni, era stato ricoverato per tentato suicidio all'ospedale San Giovanni Bosco di Torino


Inchiesta a Torino: «Iniezione letale a un giovane in coma». I parenti non ne sapevano nulla
MARCO ACCOSSATO,
TORINO
È arrivato in pronto soccorso in condizioni disperate. Coma irreversibile. Nessuna possibilità di risvegliarsi. Di Sandro Lepore, 42 anni, si sa pochissimo: ultima residenza «Casa Comunale numero 1», cioè senza fissa dimora. Disperato, venerdì 7 agosto ha tentato il suicidio con un’overdose di oppiacei. I medici dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino dicono che il destino fosse segnato: «Non aveva alcuna possibilità di sopravvivere, e i genitori lo sapevano». Aspettavano insieme che finisse l’agonia. Ma qualcuno avrebbe aiutato Sandro a morire. Prima del tempo. Con una dose letale di calmante iniettata in Rianimazione.Eutanasia attiva. Questo è il sospetto. L’ipotesi su cui lavora la procura di Torino, che ha aperto un’inchiesta ipotizzando il reato di omicidio volontario. Nel registro degli indagati è stata iscritta un’infermiera. I parenti della vittima sono stati immediatamente informati di essere «parte lesa» in un’indagine che si prospetta lunga e complicata. Il funerale è stato bloccato: oggi ci saranno i primi accertamenti sul cadavere, domani sarà eseguita l’autopsia.I dubbi sono nati all’interno dell’ospedale. La denuncia contro l’infermiera è firmata da uno dei medici della Rianimazione. Per ora, però, in ospedale, parla soltanto il primario, Sergio Livigni. E conferma: «Ho saputo questa mattina dell’indagine aperta dalla procura. Si parla di un calmante, una dose letale. Ma dopo aver fatto le prime verifiche mi risulta che sia stato somministrato al paziente ben due ore prima del decesso. Forse è passato troppo tempo perché si possa parlare di causa-effetto».Prudenza. In ospedale invitano alla cautela. Ma il sospetto nasce da un medico esperto. Avrebbe notato qualcosa di anomalo negli ultimi minuti di vita di Sandro Lepore. Forse parametri improvvisamente insoliti nei monitor che da giorni scandivano un battito debole ma resistente, e che venerdì scorso, vigilia di Ferragosto, sono diventati tracciato piatto.La madre dell’uomo è sconvolta. «Quello che è stata la vita di Sandro adesso non conta più nulla. Conta che è stato ricoverato due settimane fa. I medici ci avevano detto subito che non si sarebbe ripreso. Ma se è vero che lo hanno aiutato a morire con un’iniezione questa è un’altra storia». Spera che non sia vero: «Voglio pensare che sia stato un errore, un errore in buona fede, perché tutti possiamo sbagliare...». Loredana Lepore si stava occupando delle pratiche per il funerale quando ha saputo del mistero: «Abbiamo ricevuto un documento in cui ci spiegano che forse è stato commesso un reato, e per questa ragione la sepoltura per il momento non ci sarà». Parla con un filo di voce. Incredula e disperata. «Io voglio essere prudente, aspettare che gli investigatori facciano il loro lavoro e mi spieghino che cosa è successo davvero. Ma dico subito che nessuno ha il diritto di decidere della vita e della morte di un’altra persona».L’inchiesta è affidata al pm Paolo Scafi. L’infermiera indagata sarà interrogata oggi in procura. Versioni discordanti. Il medico che ha fatto la segnalazione parla di una dose di calmante eccessiva. L’infermiera di una quantità inferiore. In ogni caso nessuno le avrebbe detto di iniettare quel farmaco
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Torino, iniezione letale a paziente in coma
infermiera indagata per sospetta eutanasia

L'uomo dopo un tentato suicidio era arrivato in condizione disperate al Giovanni Bosco
E' morto in rianimazione per una dose di calmante. Aperto fascicolo per omicidio volontario
TORINO - La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio volontario su un sospetto caso di eutanasia che vede indagata un'infermiera dell'ospedale Giovanni Bosco di Torino. Il caso è quello di un uomo che era ricoverato in coma irreversibile dopo un tentativo di suicidio e che è deceduto in seguito ad un'iniezione di calmante. Gli inquirenti devono però accertare se la morte sia stata accidentale, legata cioè a un errore umano o a una complicazione sanitaria non prevedibile, o se al contrario sia stata dettata dalla volontà di porre fine alle sofferenze del paziente. Questa mattina l'infermiera, che si è rivolta all'avvocato Claudio Maria Papotti, è stata ascoltata dal magistrato e per il momento si è avvalsa della facoltà di non rispondere. "Occorre prudenza", spiega il legale sottolineando che si tratta di una "vicenda per nulla assimilabile a casi ben più noti, come quello di Eluana. "I protocolli terapeutici adottati in casi di malati terminali - aggiunge - conoscono soglie di tolleranza. Il fatto sarà approfondito nelle sedi opportune". Sulla vicenda il direttore amministrativo della Asl 2 Claudio Mellana osserva che "siamo in attesa di sviluppi. Sappiamo che la nostra dipendente - prosegue - ha ricevuto un avviso di garanzia ma per noi questo non significa la possibilità di sospensione dal servizio. Al momento l'infermiera è stata allontanata dal servizio che stava svolgendo e collocata in un'altra attività non direttamente a contatto con i degenti e per quel che riguarda altri provvedimenti bisogna attendere l'esito delle indagini".

Eutanasia: Infermiera Indagata a Torino Per Morte Clochard

Torino: Indagine Procura Su Sospetto Caso Di Eutanasia

(ASCA) - Roma, 18 ago - Eutanasia attiva. Questo e' il sospetto. L'ipotesi su cui lavora la procura di Torino, che ha aperto un'inchiesta ipotizzando il reato di omicidio volontario. Nel registro degli indagati e' stata iscritta un'infermiera che con un'iniezione letale avrebbe ''aiutato'' a morire un clochard 42enne che aveva tentato il suicidio e che da due settimane era ricoverato in ospedale ma senza speranza. I parenti della vittima sono stati immediatamente informati di essere ''parte lesa'' in un'indagine che si prospetta lunga e complicata. Il funerale e' stato bloccato: oggi ci saranno i primi accertamenti sul cadavere, domani sara' eseguita l'autopsia. La notizia e' stata data dal quotidiano La Stampa che sottolinea come i dubbi sulla morte del senza fissa dimora siano nati proprio all'interno dell'ospedale. La denuncia contro l'infermiera e' firmata da uno dei medici della Rianimazione che avrebbe notato qualcosa di anomalo negli ultimi minuti di vita dell'uomo. L'infermiera indagata sara' interrogata oggi in procura, ma le versioni sono discordanti. Il medico che ha fatto la segnalazione parla di una dose di calmante eccessiva. L'infermiera di una quantita' inferiore. In ogni caso nessuno le avrebbe detto di iniettare quel farmaco.

Eutanasia? Indagata un'infermiera
Torino, sospetti per morte di paziente
da. TGcom 18.08.2009

Era arrivato in ospedale a Torino il 7 agosto, in coma irreversibile dopo aver tentato il suicidio con un'overdose di oppiacei. Sandro Lepore, 42enne senza fissa dimora, non aveva speranze di sopravvivere, i medici ai genitori dell'uomo l'avevano detto chiaro e tondo. Ma il 13 agosto l'uomo è morto in circostanze molto strane. E la Procura ora ha aperto un fascicolo nei confronti di un'infermiera: il sospetto è che gli abbia praticato l'eutanasia.

A far scattare le indagini è stata la denuncia di un medico del reparto di Rianimazione, che ha avvertito sia lo stesso ospedale San Giovanni Bosco di Torino sia la Procura. Perché, a quanto pare, la morte sarebbe stata causata da un'iniezione di calmante. E così i magistrati torinesi hanno aperto un fascicolo per omicidio volontario, ipotizzando che l'infermiera abbia "aiutato" l'uomo a morire. Ma secondo il primario del reparto, Sergio Livigni, potrebbe essere tutto un abbaglio: "Ho saputo dell’indagine aperta dalla Procura - spiega il medico a La Stampa - Si parla di un calmante, una dose letale. Ma dopo aver fatto le prime verifiche mi risulta che sia stato somministrato al paziente ben due ore prima del decesso: forse è passato troppo tempo perché si possa parlare di causa-effetto".Ad ogni modo, per il momento l'infermiera, che ha ricevuto un avviso di garanzia, è stata trasferita "lontana dai pazienti"; poi l'Asl vedrà come comportarsi a seconda delle decisioni della Procura: "Le decisioni dell'Asl - spiega il direttore sanitario, Claudio Mellana, parlando a nome della direzione generale - verranno prese dopo gli sviluppi dell'inchiesta. Per il momento l'infermiera, che lavora da noi da molti anni, è stata allontanata dalla corsia".

sabato, luglio 25

BASSOLINO RIFIUTA L'INCARICO
Sacconi commissiona l'ASL della Campania

24/07/2009 17:08
Il Ministro Sacconi cerca di spiegare il commissariamento dell’ASL campana: “Era un atto dovuto. Determina la sostituzione degli organi della regione con un commissario che deve operare, insieme con il sub-commissario, sulla base delle indicazioni del
tavolo tecnico Stato-Regione per azzerare il disavanzo.” Quindi non si tratta di un'attività solo finanziaria ma di un vero e proprio processo di riorganizzazione che consentirà la produzione di servizi territoriali socio- sanitari-assistenziali più diffusi e qualificati, di ricoveri ospedalieri appropriati in strutture pubbliche e private, dotate di adeguate tecnologie e professionalità, e di una più generale razionalizzazione dei costi in un contesto di contabilità affidabile. "L'obiettivo complessivo - continua Sacconi - è in sintesi quello di azzerare il divario tra regioni che induce molti cittadini alla mobilità territoriale per cercare altrove soluzioni adeguate ai propri bisogni di salute". La gestione è stata affidata dal Consiglio dei Ministri al presidente della Regione, Antonio Bassolino. Tuttavia il governatore della Campania avrebbe deciso di rifiutare l'incarico di commissario in seguito ad una accesa riunione a Palazzo Santa Lucia sulla definizione della strategia da adottare. Bassolino, ha sempre sottolineato che il Governo doveva alla Regione un miliardo e settecentosettantasette milioni di euro per i debiti con le strutture private. Ma Bassolino ha detto: “Siamo pienamente in condizione entro fine anno di rispettare gli impegni previsti dal piano di rientro è lo Stato che deve darci quello che ci spetta”. Da qui ne è poi nato il rifiuto dell’incarico. La gestione ora sarà affidata ad un sub commissario esterno all’amministrazione regionale.

domenica, luglio 12

Settore scientifico-disciplinare Med 45:
incontro con il Ministro Gelmini



Riportiamo la notizia pubblicata anche sul sito della Federazione Nazionale IPASVI riguardante l'incontro tra A. Silvestro e G. Rocco con la ministra Gelmini
Roma, 3 luglio 2009
Prot. P-3758/III.07
Alle Associazioni Infermieristiche
Loro sedi

Richiamandosi a quanto annunciato nel Consiglio nazionale del 28 giugno, si comunica che ieri 2 luglio 2009, si è svolto, in un clima di grande cordialità e di reciproca disponibilità, l’incontro con il Ministro dell'Università Maria Stella Gelmini.
Il Ministro ha ascoltato con attenzione le buone ragioni degli infermieri per il mantenimento della specificità e autonomia del Settore scientifico-disciplinare Med 45; ha dimostrato interesse e si è impegnata a valutare la questione con il suo staff tecnico.
Il Ministro, inoltre, ha manifestato la disponibilità a incontrarci nuovamente a conclusione della valutazione tecnica che verrà attivata in tempi brevi.
Distinti saluti.
La presidente
Annalisa Silvestro

No alla soppressione del settore disciplinare
"Scienze Infermieristiche Generali Cliniche e Pediatriche"



Riportiamo il testo del Comunicato Stampa della Federazione Nazionale IPASVI per contribuire alla sua massima diffusione (il webmaster)

La presidente della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi, la vicepresidente della Società italiana delle Scienze infermieristiche e alcuni professori e ricercatori nelle Scienze infermieristiche hanno incontrato martedì scorso a Firenze il professore Gianfranco Gensini, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo fiorentino. All’ordine del giorno dell’incontro, che si è svolto in un clima di franco e costruttivo confronto, l’analisi di quanto il Consiglio universitario nazionale (Cun) starebbe definendo per dare riscontro a quanto previsto nel Decreto legge 180 di riforma dell’Università. Nettamente contraria all’ipotesi di sopprimere il Settore scientifico disciplinare “Scienze Infermieristiche Generali Cliniche e Pediatriche” la totalità dei presenti, che ha chiesto a Gensini di farsi interprete del profondo disagio dei 370.000 infermieri operativi in Italia e degli oltre 50.000 studenti di Infermieristica e di sostenere nelle sedi competenti la “protezione” del loro Settore scientifico disciplinare “senza interferenze e con piena autonomia”.
Il preside ha condiviso le preoccupazioni espresse sia per le pesanti ricadute che ne deriverebbero nella preparazione e per la capacità assistenziale dei futuri infermieri, sia per il mantenimento delle competenze quotidianamente utilizzate a domicilio, sul territorio e negli ospedali da chi infermiere è già. E’ fuor di dubbio, infatti, il rilevante ruolo degli infermieri per garantire risposte appropriate e peculiari ai bisogni sanitari emergenti nel Paese e pertanto il preside Gensini si è impegnato nei confronti dell’intero gruppo professionale infermieristico a sostenere nelle sedi appropriate la necessità di garantire il mantenimento della identità del settore. Solidarietà e sostegno alla causa, anche dall’assessore alla Sanità della Regione Toscana, Enrico Rossi, intervenuto sull’argomento con una propria nota stampa: “'Non condivido l'ipotesi di sopprimere dal panorama universitario il settore scientifico disciplinare delle Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche - ha scritto -. Ritengo che ciò metterebbe in seria discussione il buon andamento del Servizio sanitario regionale e nazionale''. ''Da una simile decisione - secondo l'assessore toscano – la professione infermieristica uscirebbe penalizzata proprio quando l'evoluzione della sanità pubblica la colloca al centro di nuovi e più avanzati modelli assistenziali”. Intanto, a Sanit 2009, il Forum internazionale della salute in programma a Roma fino a venerdì, durante la giornata inaugurale del 23 giugno, il convegno-dibattito sul nuovo Codice deontologico ha visto molte le personalità che si sono avvicendate sul palco, alla presenza del presidente del Collegio Ipasvi di Roma, Gennaro Rocco, e della presidente nazionale, Annalisa Silvestro. Tra queste, il vice ministro alla Salute, Ferruccio Fazio, che in un accorato e applauditissimo intervento ha assunto quattro precisi impegni del Governo sulla "questione infermieristica".

giovedì, giugno 25

SANITA': FP CGIL, SI INFERMIERI IN FARMACIA MA QUESTIONE FONDI

(AGI) - Roma, 24 giu. -
La Fp Cgil, in una lettera aperta inviata oggi al Vice Ministro alla Salute Ferruccio Fazio, ha dichiarato la propria disponibilita' al confronto sul progetto di impiego degli infermieri nelle "future farmacie multiservizi". "Siamo per un potenziamento dei servizi sanitari territoriali integrati e per una ricollocazione dell'intervento ospedaliero nel suo originario contesto; siamo per una medicina d'iniziativa e non per una medicina di attesa e qualsivoglia idea di riforma che avvicina l'intervento del servizio sanitario nazionale ai cittadini ci vede ben predisposti". La Fp Cgil concentra pero' l'attenzione sugli aspetti "che riguardano la natura di questo impegno (pubblico/privato accreditato/privato puro), il contesto organizzativo e di relazione fra soggetti che ugualmente concorrono alla realizzazione dello stesso mandato (medici di famiglia, ASL, servizi territoriali, farmacie), la questione delle risorse e dei diritti del lavoro. Su questi ultimi aspetti - sottolinea il sindacato in una nota - in particolar modo, abbiamo posto all'On. Fazio l'incongruita' di tale progetto con l'attuale orientamento che vede lo stesso Ministero della Salute (ex o nuovo che sia) elaborare annualmente attivita' di programmazione del fabbisogno per le professionalita' sanitarie ben al di sotto delle aspettative e dei bisogni del servizio sanitario nazionale: gia' oggi gli infermieri sono in carenza rispetto alle esigenze di organico di ospedali e servizi territoriali. Sulla questione dei diritti del lavoro evidenziamo come sia dirimente, per noi, l'opzione contrattuale alla quale fare riferimento per queste nuove particolari condizioni di impiego. Gia' oggi circa 140.000 infermieri della sanita' privata sono sottoposti ad un dumping salariale che li vede retribuiti, a parita' di condizione e per le medesime prestazioni garantite dal servizio sanitario nazionale , il 25-30% in meno dei loro colleghi degli ospedali e dei servizi territoriali e cio' nel silenzio totale del Governo Nazionale e di quelli Regionali. La condizione pregiudizievole a qualsivoglia dibattito e' che non si concorra a realizzare una terza fascia di professionisti delle scienze infermieristiche senza diritti, senza contratti e con retribuzioni ancor piu' basse di quelli del privato accreditato". (AGI) Red/Pgi

L' annuncio di Fazio
«Infermieri in farmacia per prelievi e iniezioni»
Corriere della sera

MILANO - Una iniezione, la medicazione di una ferita difficile, il prelievo del sangue. E poi ancora la prenotazione di una visita, il ritiro di un referto medico. Sono le nuove prestazioni che potranno arrivare in farmacia a breve attraverso nuove disposizioni che regoleranno il servizio nelle farmacie italiane. L' annuncio è del viceministro Ferruccio Fazio. Ma ai medici di famiglia della Fimmg il progetto non piace. Per Giacomo Milillo, segretario generale della Fimmg, il maggiore sindacato della medicina di base, sarebbe «decisamente meglio se queste risorse venissero utilizzate negli studi medici dove ci sono precisi progetti di continuità assistenziale da portare avanti e dove queste figure potrebbero intervenire sotto la diretta responsabilità dei camici bianchi». Il progetto, però, trova d' accordo sia i farmacisti che gli infermieri, anche se restano da chiarire alcuni importanti passaggi organizzativi: da chi dipenderà l' infermiere e poi come organizzare gli spazi in farmacia dedicati a questi nuovi compiti. E poi bisognerà superare un divieto disposto da una normativa del 1934 che, ha spiegato Fazio, vieta la coesistenza di due figure professionali all' interno della farmacia. Un divieto nato per evitare che ad esempio nelle farmacie non ci potesse essere un medico che prescriveva i farmaci venduti nello spazio che lo ospitava.

L'annuncio del viceministro al Sanit 2009
FAZIO, INFERMIERI NELLE FARMACIE; MEDICI PERPLESSI

(AGI) - Roma, 23 giu. - Infermieri nelle farmacie per analisi del sangue, controllo della pressione, distribuzione di referti, campagne di prevenzione. E' la novita' annunciata oggi al Sanit dal viceministro alla Salute Ferruccio Fazio, che verra' inserita al ddl di riforma delle farmacie all'esame del Senato. "Una normativa del 1934 - ha detto Fazio - vieta la coesistenza di due figure professionali all'interno della farmacia. Ma questo ostacolo, sara' rimosso con un emendamento messo a punto in accordo con il ministero dell'Economia. Una cosa che faremo al piu' presto". Perplessi i medici di famiglia: "Pensiamo che la presenza degli infermieri nelle farmacie non rappresenti una priorita' in questo momento", spiega il segretario della Fimmg Giacomo Milillo. Prioritaria semmai e' la riforma dell'assistenza primaria, che "valorizzi la figura dell'infermiere, essenziale negli ospedali, sul territorio nella cura ai malati cronici, ma anche negli studi dei medici, attraverso un percorso formativo importante. Fino a oggi - ricorda infatti Milillo - meno del 10 per cento degli studi medici hanno infermieri. Occorre disegnare un percorso di assistenza primaria con medici di medicina generale, il collaboratore di studio e l'infermiere".





Fimmg, ok infermieri in farmacia
articolo DoctorNews 33 il quoditiano web del medico
del 25 giugno 2009 - Anno 7, Numero 114

Nessuna posizione pregiudiziale dai medici di famiglia della Fimmg (Federazione italiana dei medici di medicina generale) sugli infermieri in farmacia. Ma i camici bianchi chiedono, però, che questa presenza non sia alternativa a quella ormai irrinunciabile negli studi dell'assistenza primaria

La Fimmg chiede anche che si investa, non interrompendo un percorso già iniziato da qualche anno, sulla formazione dell'infermiere sia rispetto alle cure domiciliari per malattie croniche e disabilità sia alla 'medicina d'iniziativa' promossa negli studi del medico di famiglia. Giacomo Milillo, segretario generale Fimmg - che ieri mattina a Roma ha incontrato Ferruccio Fazio per discutere dell'argomento - chiarisce così la posizione del maggior sindacato di categoria, all'indomani dell'annuncio dello stesso viceministro della Salute sull'impiego in farmacia degli infermieri per controllo della pressione, distribuzione referti, campagne di prevenzione e altro. Durante l'incontro di questa mattina Milillo ha spiegato che la Fimmg non ha alcuna intenzione di interferire sul Ddl di riforma delle farmacie all'esame del Senato e ha ricevuto rassicurazioni sul coinvolgimento di medici, farmacisti e infermieri. "Il sindacato è tuttavia impegnato - ha detto Milillo - nel ridisegnare l'area dell'assistenza primaria partendo proprio da una riorganizzazione degli studi medici che risponda appieno ai bisogni dei cittadini. In questo percorso vanno rispettate le priorità di impiego delle risorse nel Servizio sanitario nazionale". Del resto, secondo Milillo, la figura dell'infermiere e del collaboratore di studio, accanto al medico di famiglia, costituisce l'elemento essenziale di quel modello di cure sul territorio, 'disegnato' anche dall'ipotesi di Accordo collettivo nazionale per l'assistenza primaria siglato di recente. "Fino a oggi però - ricorda Milillo - meno del 10% degli studi medici può contare sulla presenza di infermieri".

giovedì, giugno 18



Andiamo tutti a votare


Ho un sunto del testo informativo per il referendum del 21-22 giugno, vorrei unire le persone (migliaia) che sostengono Informazione Libera per una distribuzione nel proprio quartiere del volantino che informerebbe la gente sulle modalità di voto, visto che fino ad oggi ho sentito tante di quelle castronerie e notizie false!!

Se ciascuno stampasse 20 o 30 volantini e li distribuisse nel proprio paese sarebbe già un grossissimo passo avanti, vorrebbe dire dar veramente voce all'informazione libera e prendere in mano le redini del nostro destino, perché internet è un grande palco, ma sbattersi nella vita reale farebbe prendere più coscienza di sè alle persone, siccome non ho un seguito come il vostro chiedo aiuto ed una risposta, grazie mille Giovanni.


VOTA CON COSCIENZA

1 - scheda di colore VIOLA (premio di maggioranza alla lista più votata alla Camera dei Deputati)


Votando SI si approva la modifica alla legge elettorale attuale nella parte in cui assegna il premio di maggioranza alla Camera dei Deputati, che verrebbe assegnato alla lista con più voti e non più, come ora, alla coalizione di partiti con più voti.

Votando NO si lascia invariata la legge attuale.


2 - scheda di colore BEIGE (premio di maggioranza alla lista più votata al Senato della Repubblica)
Votando SI si approva la modifica alla legge elettorale attuale nella parte in cui assegna il premio di maggioranza al Senato della Repubblica, che verrebbe assegnato alla lista con più voti e non più, come ora, alla coalizione di partiti con più voti.

Votando NO si lascia invariata la legge attuale.


3- scheda di colore VERDE (abolizione delle candidature multiple)
Votando SI si vieta a qualsiasi candidato di essere presente su più circoscrizioni e si obbliga ognuno a scegliere in quale collegio/sezione elettorale candidarsi.

Votando NO si lascia invariata la legge attuale.


Referendum, istruzioni per l’uso


Guida per studenti (e non) alla consultazione referendaria di domenica 21 Giugno a cura del prof. Eugenio Donadoni

SI o NO: questo è il problema

Il referendum consiste in una domanda con la quale si chiede all'elettore se è favorevole o contrario all'abrogazione della legge tal dei tali. Alla domanda si deve rispondere con un Sì o con un No. Non è fuori luogo sottolineare il significato delle due risposte. Risponde Sì non chi è favorevole al mantenimento della legge, ma chi ne vuole l'abrogazione. Risponde No, non chi è contrario alla legge, bensì chi è contrario alla sua abrogazione.


In pratica come si vota?


Sulla scheda c'è una domanda. In fondo alla scheda ci sono un SI e un NO.

Si vota tracciando un contrassegno o sul SI o sul NO.


Il numero dei votanti influisce sull'esito del referendum?


Influisce in modo decisivo. Nel caso che non si rechi a votare la metà più uno degli aventi diritto al voto, anche se prevalessero i SI, il referendum non verrà ritenuto valido. Questo caso si è verificato recentemente per tutti i referendum del 1997 e per quello del 1999.


Quando si intende approvato un referendum?


Si intende approvato quando, previa la partecipazione al voto della maggioranza degli elettori, i SI prevalgono sui NO. Anche per un voto solo.


Come influiscono sull'esito del referendum le schede bianche o nulle?


Contribuiscono solo a rendere valido il referendum, in quanto si tratta di elettori che si sono recati a votare. Poi vengono messe da parte e la partita si gioca solo fra quelli che hanno votato SI e quelli che hanno votato NO.


Scegli le schede, è un tuo diritto


É verosimile che l'elettore che si presenterà al seggio si vedrà offrire dal presidente del seggio tutte e TRE le schede referendarie. Tuttavia è bene che si sappia che è facoltà dell'elettore di accettare solo una o più delle schede e di rifiutare le altre. Naturalmente chi rifiuta una scheda intende in tal modo far mancare a quel referendum la maggioranza dei votanti con il fine di farlo annullare.


NON TOCCARE LA SCHEDA


(se si tocca la scheda viene contata come nulla e quindi rientra nel meccanismo del premio di maggioranza);


ESERCITARE IL DIRITTO DI RIFIUTARE LA SCHEDA


(dopo vidimata), dicendo: “rifiuto la scheda per protesta, e chiedo che sia verbalizzato!”;pretendere che venga VERBALIZZATO IL RIFIUTO della scheda; esercitare, se si vuole, il proprio diritto di aggiungere, in calce al verbale, un commento che giustifichi il rifiuto (ad esempio, ma ognuno decida il suo motivo: ‘le province vanno abolite’ – oppure: ‘nessuno dei politici inseriti nelle liste mi rappresenta’) (d.p.r. 30 marzo 1957, n. 361 - art. 104) così facendo non voterete, ed eviterete che il voto, nullo o bianco, sia conteggiato come quota premio per il partito con più voti.


Buon voto!

lunedì, giugno 15

Omaggio a Catello Mari

Vicenda Facebook: oggi l'infermiera ascoltata dall'Ipasvi

Aveva pubblicato le immagini dei pazienti sul social network
Jennifer Millia, l'infermiera goriziana accusata di aver scaricato su Facebnook foto di malati, sarà ascoltata oggi dal consiglio direttivo dell'Ipasvi. La donna ha dato, al riguardo, la massima disponibilità. «Sul fatto sappiamo finora quel che è stato scritto sui giornali e quanto si è appreso dal tam tam ospedaliero, osserva il presidente provinciale dell'Ipasvi Mario Schiavon, ma è naturale che prima di avviare un procedimento disciplinare (che può comportare sanzioni che vanno dalla censura alla radiazione dall'albo, ndr) si debba sentire la diretta interessata. Il direttivo ha condannato il fatto in sé, poiché sono stati violati principi etici sui quali non si può soprassedere, ma non può condannare la persona prima di essere in possesso di tutti gli elementi sulla vicenda, in merito alla quale è in corso un procedimento da parte della magistratura udinese». La vicenda della pubblicazione su Facebook di alcune foto di pazienti del reparto di terapia intensiva di Udine sarà affrontata giovedì dalla terza Commissione del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. Lo ha reso noto il vicepresidente della Commissione, Sergio Lupieri (Pd). Ad essere convocata sarà la dirigenza dell'Azienda mista ospedaliero-universitaria Santa Maria della Misericordia. Jennifer Millia, l'infermiera ventinovenne responsabile della pubblicazione delle immagini sul web è indagata dalla Procura della Repubblica di Udine. Sulla vicenda sono inoltre in corso un'indagine interna da parte dell'Azienda ospedaliera udinese e dell'Ordine degli infermieri friulano.



Sos infermieri in corsia


TARANTO - Pochi infermieri in corsia. Troppi negli uffici. E’ la denuncia del sindacato Nursing Up che ha interpellato gli organi di controllo. Il coordinatore provinciale, Raffaele Semeraro, protesta: «Nella nostra Asl non si riesce più a garantire un giusto organico per l’assistenza dei malati se non riducendo personale, aumentando il residuo ferie o annullando i riposi ai lavoratori. Ad oggi molti reparti ospedalieri sono in condizioni tali da non poter garantire ed erogare il minimo dell’assistenza ai cittadini». Il punto, spiega Semeraro, è la carenza di personale soprattutto infermieristico all’interno degli ospedali. La situazione peggiora «perché mancano le figure intermedie quali operatori socio sanitari e ausiliari e gli infermieri continuano a svolgere mansioni improprie vedendosi decurtare riposi e ferie». Al direttore generale Colasanto è stato sottoposto il caso di Castellaneta, dove gli infermieri devono saltare anche il riposo dopo il turno di notte. In attesa di risposte, il sindacato ha provveduto ad allertare l’Ispettorato del lavoro. E mentre gli infermieri vengono «spremuti come limoni» ci sono «vari coordinatori che affollano direzioni mediche e sanitarie della Asl espletando ruoli e funzioni ancora non ben chiari». Non avendo ricevuto risposte dall’Asl, il sindacato degli infermieri ha chiesto agli organi di controllo di avviare un’attività istruttoria «volta ad appurare gli eventuali elementi di responsabilità e danno soprattutto sotto il profilo del servizio reso ai fruitori delle strutture sanitarie». Strutture che «si trovano ad operare in carenza di personale che, invece di essere utilmente impiegato all’interno dei reparti, permane con la qualifica di coordinatore all’interno delle direzioni sanitarie».

domenica, giugno 14


II gel-detective della prevenzione scopre chi non si lava bene le mani

CORRIERE DELLA SERA
LA PROFESSIONE

Infezioni

II gel-detective della prevenzione scopre chi non si lava bene le mani
II rubinetto dell'acqua gocciola appena, le mani passano sotto in un secondo, un'asciugatina sommaria. Pensate di esservi lavati le mani, ma vi sbagliate
di grosso. E c'è chi vi può smascherare: in Gran Bretagna la Società di microbiologia generale ha appena inventato un gel che scopre gli sporcaccioni. Basta spalmare un po' di gel sulle mani, lavarle e guardarle sotto una lampada a raggi ultravioletti.
Le zone trascurate dal lavaggio (spesso gli spazi fra le dita o sotto le unghie, dicono gli inglesi) si colorano di un bei verde brillante. Un giochino per far divertire i bambini? Tutt'altro: con l'Organizzazione mondiale della sanità che ha appena portato al massimo il livello di allarme per l'influenza A, dichiarando
lo stato di pandemia, ricordare che lavarsi bene le mani è una faccenda seria non è tempo perso. «Un corretto lavaggio delle mani è il sistema di prevenzione delle infezioni, influenza A compresa, più efficace e sicuro:perciò bisogna farlo bene e spesso spiega Augusto Pana, del Dipartimento di Sanità pubblica dell'Università Tor Vergata di Roma . Quasi tutti credono di sapersi pulire a dovere ma, come dimostra il gel degli inglesi, la maggior parte di noi "dimentica" qualcosa.
Non a caso in ospedale facciamo corsi periodici per medici e infermieri, con tanto di filmini e diapositive che spiegano come lavare le mani correttamente». Insomma, quasi materia da corso universitario. O dell'asilo:un gruppo di ricercatori di Tei Aviv (guidati da una scienziata-manuna stufa di avere
i figli sempre malaticci) ha ideato un programma per insegnare ai bambini delle materne le regole per mani davvero pulite.
m poco tempo, grazie a giochi e mini-esperimenti che mostrano ai bimbi gli "animaletti" rimasti sulle mani dopo un lavaggio non accurato, la quota di piccoli esperti nella pulizia è triplicata.

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