INFERMIERI: NURSIND CONTRO BRUNETTA,
FALLITA CONCILIAZIONE A MINISTERO LAVORO
Roma. (Adnkronos Salute) -Un buco nell'acqua. E' fallito il tentativo di bloccare lo stato di agitazione degli infermieri, proclamato dal Nursind nei giorni scorsi. Oggi a Roma, al ministero del Lavo, salute e politiche sociali, il segretario nazionale Nursind, Andrea Bottega, non è infatti stato ricevuto da nessuno dei rappresentanti del dicastero nè del ministero della Pubblica amministrazione, chiamati al confronto sulle novità introdotte con il 'giro di vite Brunetta'. Disposizioni che, secondo Bottega, vedono discriminata la categoria degli infermieri. A questo punto - spiega - non ci resta che la protesta a tutti gli effetti, e la prima settimana di agosto sarà decisa la linea d'azione da intraprendere". Il Nursind elenca quindi nel dettaglio "le contraddizioni" che il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, ha trasformato in legge. "Non condividiamo la norma sulle assenze per malattie - sottolinea il numero uno del Nursind - perché non riteniamo sia decisivo nel penalizzare i veri fannulloni. Per non colpire i veri responsabili si colpiscono tutti, con l'effetto di deprimere ancora dipiù chi onestamente e con impegno svolge il proprio lavoro. Le realtà dei 'furbetti della malattia' si conoscono all'interno dei servizi: senon si penalizzano è perché non si vuole". Il Nursind si scaglia anchecontro la norma che prevede penalizzazioni economiche per chi chiede permessi retribuiti. "Chi chiede un permesso per aggiornamento, e nella sanità c'è l'obbligo di aggiornamento, verrà penalizzato economicamente, così come chi usufruisce dei permessi previsti per la legge sull'assistenza ai portatori di handicap". Penalizzate anche le donne. "Sul fronte della tutela del lavoro femminile - spiega Bottega - anziché incentivare il part time per potere in qualche modo continuare a lavorare e sostenere la famiglia, la norma introdotta aumenta la flessibilità a favore del datore di lavoro togliendo la certezza dellatempistica dell'accoglimento della richiesta, che mancando tempi certipuò non venire mai accolta". 'Spine' anche sul fronte della sicurezza delle cure e del lavoratore che eroga la prestazione. "Si è proceduto - afferma il segretario nazionale del Nursind - a derogare al decreto legislativo 66/2003, prevedendo la possibilità che un infermiere lavori anche 12 giorni consecutivamente e che non necessiti di un minimo periodo di riposo dopo i turni di reperibilità". Sul tema delle retribuzioni, Bottega intende fare chiarezza. "Brunetta - sottolinea - ha detto che lo stipendio dei dipendenti pubblici è aumentato di più di quello dei privati. I fatti però diconoche un infermiere percepisce oggi uno stipendio medio di 1.400-1.500 euro al mese netti". Ancora sulla produttività. "Il bene salute - afferma Bottega - non ha criteri economici simili a quelli degli altribeni di mercato. A una maggior offerta di salute non corrisponde minordomanda. Il sistema va governato. Partire da un confronto sulla misurazione della produttività nello specifico campo della salute, sarebbe stato un buon punto d'inizio per riorganizzare i servizi. In difetto di ciò si è proceduto a escludere dai Lea importati conquiste dello stato sociale per una qualità delle cure ai cittadini". Per migliorare le condizioni di lavoro della categoria e per tutelare al meglio la salute dei cittadini, il Nursind formula quindi due richieste specifiche. "Per la peculiarità del servizio svolto chiediamo un'area contrattuale separata per poter evidenziare le specifiche di chi garantisce la salvaguardia di un bene tutelato costituzionalmente. Infine - conclude Bottega - chiediamo, al pari della dirigenza sanitaria, la possibilità di svolgere la nostra professione in regime libero professionale".
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