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domenica, agosto 17

Ministro Renato Brunetta:
«Dopo la lotta ai fannulloni è ora di premiare chi merita»



ROMA (16 agosto) Il messaggero


- Lotta ai fannulloni, ma anche premi a chi li merita. Renato Brunetta, ministro per la Funzione pubblica, non si ferma alla dichiarazione di guerra agli scansafatiche: «Come prima fase è stato assolutamente necessario invertire la rotta del lassismo - dice - era una condizione necessaria per poi andare avanti. Ed ora che lo abbiano fatto è necessario motivare i lavoratori». La volontà è quella di redistribuire tra i dipendenti della pubblica amministrazione «il dividendo dell'efficienza»: i risparmi che arrivano nelle casse dello Stato per i risultati della "crociata" contro «lassismo e inefficienze» serviranno a premiare «chi al contrario garantisce ogni giorno, in silenzio e bene, un lavoro di qualità», ha affermato Brunetta. Si apre così la "fase 2": «Avere lavoratori disamorati non serve a nulla - dice il ministro - Bisogna motivare i dipendenti, tutti, e soprattutto quelli più bravi». In arrivo quindi premi legati alla produttività e alla qualità del lavoro «per i dipendenti che lo meritano e che nessuno ha mai ringraziato». È scettico il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni: «Non ho mai visto un datore di lavoro premiare un dipendente meritevole», commenta. Ma Brunetta spiega che non ci sono problemi di fondi: «La Finanziaria già contiene risorse per il rinnovo contrattuale e per la contrattazione di secondo livello, ed in più c'è il dividendo dell'efficienza che ritorna all'interno dell'amministrazione pubblica - garantisce - Quanto più rientra nelle casse della pubblica amministrazione per i risparmi legati agli effetti della lotta al lassismo, tanto più tornerà in premi ai dipendenti». Le prime misure in questa direzione sono già nella bozza della Legge Finanziaria. Già nel 2009, è previsto, la parte del salario accessorio dei dipendenti pubblici sarà corrisposto «in base alla qualità, produttività e capacità innovativa dela prestazione lavorativa», utilizzando il «tesoretto» dei risparmi che lo Stato realizzerà riorganizzando il lavoro nella pubblica amministrazione.

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