La Provincia di Como del 22/10/2008 p. 55
La testimonianzaI miei anni in Germania:integrarsi è possibileSono nato a Como nell'appena trascorso 1954:io a tredici anni, verso la fine di agosto del 1967, sono partito per un Paese di lingua tedesca perché volevo imparare le lingue e fare una scuola di commercio aperta all'Europa, quando l'Europa era importante per i Paesi che avevano contribuito a "metterla insieme" (e nel nostro Paese le menti che per lei si erano dati da fare erano ben diverse da quelle attuali).Il mio compagno di banco si chiamava Alexander Krummenacker, la dolce biondina che divenne poi la mia morosa, Agnes, la professoressa di tedesco e lettere era Frau Mannweiler (che aveva i denti rovinati dal campo di concentramento e il fisico secco come una ghianda) e che quando ci raccontava dei tempi in cui imperversavano le nefande bestie del fascismo e del nazismo faceva venire i brividi a noi ragazzi, anche se il mio tedesco non era quello di adesso, ma lei lo spiegava e si faceva capire.Quando sono arrivato su avevo un francese da scuola media e non sapevo niente di tedesco, non ci sono arrivato con il barcone, non avevo le pezze al culo e il mio scrivere non vuole e non può riguardare altro che l'integrazione nella scuola e nel posto dov'ero.Ho trovato compagni con cui ho potuto vivere bene, diversi mi hanno aiutato a studiare e anche a copiare nei compiti in classe, e per quel che potevo li aiutavo in latino; con alcuni abbiamo condiviso molto di quel periodo di cinque anni, ho visto i figli dei nostri emigranti che frequentavano lo stesso istituto che, chi più chi meno, non hanno avuto problemi a vivere i tempi di scuola, anche conoscendo la lingua molto superficialmente; pur abitando lì, si vedeva chiaramente che non erano "ariani".Con il passare del tempo non si sentivano più differenze, ho fatto in pratica la stessa vita che avrei fatto qui, forse anche meglio.Ho frequentato le case dei miei compagni e ho conosciuto tanta gente nel quartiere ed in città; non ero in collegio ed ero lì da solo; sono stati cinque anni che ricordo con affetto e con tranquilla malinconia per essere stato bene.Nessuno a scuola avrebbe mai pensato di fare classi divise, di mettere gli stranieri con gli stranieri per non mischiare la razza!Anzi ognuno ha potuto portare qualcosa di sè e c'erano i primi slavi, qualche turco, un algerino, e quegli anni li abbiamo vissuti normalmente con le nostre zuffe, lo sputar sangue a scuola, gli amori e le amicizie, la musica lo sport e tutto il resto che viene a quell'età.Lotte e difficoltà ad integrarsi in tutti i campi ce ne sono stati, logico e chiaramente noto a tutti. Quanto sopra è stata solo la mia di esperienza, si trattava sempre di questa Europa: con un pò più di considerazione per gli altri e un pacchetto di buon senso potrebbe anche essere possibile anche altrove.Lontana da me l'idea di lanciare anatemi o declamar sentenze, ma possibile che vada sempre fatta ostruzione? Che si debba sempre gridare e picchiare il manganello? Urlare al diverso senza occuparsi di una collaborazione reciproca? Forse sbraitare è il solo modo per giustificare un'esistenza che altrimenti sarebbe inutile. Buona notte. Ettore Meronie.mailla precisazioneGli infermieri non sonoda scambiare con gli OSSEgr. direttore, le scrivo in qualità di Presidente del Collegio Infermieri della Provincia di Como, segnalandole il palese errore del suo giornalista che ha redatto l'articolo comparso sabato 18 ottobre 2008 dal titolo "Infermieri, in mille al concorso". In realtà il concorso pubblico era non per Infermieri, bensì per Operatori Socio Sanitario (OSS) da assumere presso l'Azienda Ospedaliera S. Anna di Como. Mi rammarica apprendere che anche fra i giornalisti ancora oggi si faccia confusione sugli attori della sanità inducendo la generalizzazione, purtroppo abusata, che tutti coloro che hanno un camice e non sono medici siano infermieri. Oggi, all'infermiere, per poter esercitare, sono richiesti una formazione universitaria, l'adesione ad un codice deontologico e l'iscrizione ad un ordine professionale, esattamente come accade per molte altre professioni come l'avvocato o il medico. Essere scambiati per OSS non è un problema né rappresenta un ridimensionamento del nostro ruolo, al massimo si tratta di disinformazione. Per fortuna gli infermieri sanno far valere la loro professionalità e competenza sul campo, e tutti i giorni assistono le persone in silenzio e con dedizione. Una attenzione maggiore per evitare questi grossolani errori la dovete soprattutto a loro e a tutte le persone che assistono, non fosse altro che vi sono, tra loro, anche vostri assidui lettori. Cordiali saluti.Dr. Stefano CitterioPresidente IPASVI ComoPrendiamo atto della precisazione, ma sul tema abbiamo già risposto.controlliSul sistema alimentareho qualche perplessitàCara Provincia,vorrei ricordare al gentile signor Bartolozzi che lo zebù (bos taurus indicus) è un bovino dotato di gobba e grande giogaia. Gli allevatori brasiliani ottennero incrociando questo bovino con la vacca comune un animale dalla carne magra e piuttosto dura. Mesi fa l'Unione Europea ha bloccato l'importazione delle carni brasiliane, richiedendo garanzie sanitarie in merito.A questo punto abbiamo rischiato il blocco della produzione, la bresaola è finita anche sul Sole24ore con tanto di intervento del sig. Rigamonti, proprio perché il problema non é solo gastronomico ma anche economico.Lei dice che il nostro Paese è all'avanguardia dal punto di vista alimentare: non ho la competenza per poterla contraddire, ma le vicende della mozzarella alla diossina, le scadenze dei formaggi (questa è recentissima), l'olio tagliato con olii di altre regioni e il Brunello che non rispetta il disciplinare qualche perplessità me la fanno venire. Cordialità.Fabio OddiCarlazzoper i nostri giovaniLe arti marziali,una via per l'autocontrolloGentile direttore,sono un giovane laureato in Legge profondamente colpito dal malessere giovanile dilagante, testimoniato dagli ultimi fatti di cronaca di Ponte Lambro e di Como. Non voglio intonare il solito peana moralistico o rigurgitare giudizi morali a raffica sui ragazzi protagonisti; perchè, nonostante tutto questo, sono uomini in formazione che hanno sbandato lungo il loro cammino di vita. Ma voglio offrire una soluzione, che non consiste in coprifuochi (come nel Regno Unito ) o in una rieducazione di tipo militare (come se non erro avviene in alcuni stati USA ed era nel programma dei socialisti francesi alle ultime presidenziali ). Ma attraverso l'antica via delle arti marziali, che nonostante il termine con il quale noi occidentali le definiamo permettono di praticare e giungere all'autocontrollo, alla tolleranza e all'armonia psico-fisica. Questa mia affermazione deriva dalla pratica del Kung-Fu e del Tai Chi che ho la fortuna di praticare a Cassina Rizzardi il sabato mattina, presso la palestra comunale. Due Arti Marziali che uniscono oltre all'esercizio fisico anche lo sviluppo mentale dell'allievo. Invece di lasciare i ragazzi allo sbando, le autorità dovrebbero incentivare la pratica di tali attività dove ragazzi potrebbero spendere le proprie energie e capacità nel costruire se stessi, anzichè poi pagare i costi sociali dei loro errori. Paul Toure.mail22/10/2008
Tac di nuovo fuori uso, ancora disagi all'ospedale
Pazienti dirottati in altre strutture.
Il macchinario si era rotto anche la scorsa estate
Il Messaggero del 22/10/2008 ed. ANCONA p. 40
di GIULIA MANCINELLIAncora un guasto alla tac dell'ospedale di Senigallia. I disagi continuano, e la protesta cresce. Già la scorsa estate la rottura dell'apparecchiatura di diagnostica per immagini aveva costretto i sanitari a dirottare i pazienti urgenti all'ospedale di Torrette. A luglio poi il macchinario era stato riparato, ma ora, a distanza di pochi mesi, il problema si ripresenta. Oltre alla diagnostica per immagini però a fare i conti con ritardi, disguidi e disagi sono anche il servizio di analisi e la mensa per i dipendenti dell'ospedale. E non solo. Da mesi il nosocomio è in attesa anche dell'arrivo di dodici nuovi infermieri assunti a tempo indeterminato. N nel frattempo l'unico modo per tamponare la lacuna resta il ricorso ad assunzioni a tempo determinato. «La tac è rotta, e così gli esami devono essere dirottati altrove - afferma Silvano Cingolani della Cgil ospedaliera - Abbiamo fatto presente alla direzione sanitaria la necessità di intervenire tempestivamente per risolvere il problema. Le soluzioni possibili sono due: o l'utilizzo della tac della Rsa di Corinaldo, che può essere trasferita, o l'acquisto del nuovo macchinario. In ogni caso si riuscirebbe a ridurre notevolmente le liste di attesa. Noi non siamo a favore delle esternalizzazioni ma in casi di emergenza come questo un'eccezione può essere fatta». Ma l'elenco delle cose da migliorare non finisce qui. Critiche, ad esempio, anche al servizio di analisi con tempi di attesa troppo lunghi, soprattutto per i pagamenti dei ticket sanitari, che potrebbe essere facilmente risolto con una riorganizzazione. «Si tratta di un servizio di eccellenza della nostra Asur ed è un peccato non farlo funzionare adeguatamente - lamenta Cingolani - Abbiamo proposto di istituire una cassa unica per i vari servizi (trasfusionale, prelievo, ecc...) che oltre ad un miglioramento del servizio assicurerebbe anche una razionalizzazione del personale che può così essere impiegato in altro modo». Da mesi poi l'ospedale è in attesa dell'arrivo di dodici infermieri assunti a tempo indeterminato. «Le lungaggini sono sempre quelle legate alla burocrazia e alle finanze - spiega la Cgil -: fino a dicembre sono state previste sei assunzioni di personale infermieristico a tempo determinato. Ma è solo un provvedimento tampone». Disagi anche per i dipendenti e il personale che lavora nella struttura. «Non c'è più la mensa e questo crea problemi ai dipendenti - conclude Cingolani - Stiamo trattando per l'istituzione di un servizio sostitutivo ma al momento di certo non c'è nulla. L'auspicio è che il clima di dialogo instauratosi con la direzione possa continuare e dare risultati concreti per far fronte a problemi che con un po' di buona volontà possono essere risolti».
GENTE & FATTI
Il Gazzettino del 22/10/2008 ed. VICENZA p. II
Infermieri, protesta a Roma
Partono stasera da Vicenza 50 infermieri alla volta di Montecitorio, per prendere parte al presidio richiesto dal primo sindacato infermieristico italiano, per la tutela dei diritti della categoria. Dalle 9 alle 13 di domani 300 infermieri manifesteranno davanti alla sede del Parlamento per chiedere ai deputati di farsi carico delle difficoltà della categoria e stimolare il Governo ad adottare idonei provvedimenti.
Giornate ematologiche
Da oggi a venerdì, al Jolly Hotel Tiepolo, le "Giornate ematologiche vicentine", l'importante convegno organizzato dalla Divisione di Ematologia della Asl 6 , diretta dal prof. Francesco Rodeghiero in collaborazione con la Fondazione Progetto Ematologia. L' iniziativa nata nel 2001 sta diventando un punto di riferimento non solo per gli "ematologi a tempo pieno", ma anche per i medici ospedalieri non specialisti con i quali la Divisione di Ematologia collabora proficuamente da anni.
Road show, la tv dà voce all'economia
Dopo la tappa di Padova, oggi approda a Vicenza il Road Show di Class CNBC e Banca Antonveneta (Gruppo Montepaschi), il primo evento televisivo in sei tappe che dà voce all'economia del Nord Est, mettendo a confronto imprenditori, istituzioni ed esperti del mercato e del risparmio. Grazie ad un format innovativo, le telecamere di Class CNBC entreranno con uno studio mobile in piazza San Lorenzo, realizzando una non stop televisiva (dalle 10 alle 16) denominata "La banca incontra la città". Interverranno i rappresentanti di istituzioni, politica locale, associazioni di categoria, sindacati e università. L'evento si concluderà nei padiglioni della Fiera di Vicenza con il talk show serale (a partire dalle 18) intitolato Qui Nord Est: crescere sui mercati investire nella tempesta che vedrà sul palco, accanto ai grandi imprenditori, un campione di aziende medio piccole, politici, economisti e i maggiori rappresentanti del risparmio gestito.
Artigianato ai raggi x
"Artigianato Vicentino in mare aperto: rischi e opportunità del mercato senza confini". È questo il titolo scelto per il Rapporto Artigianato Vicentino 2008 e per i Quaderni Mandamentali StArt 2008 realizzati dall'Associazione Artigiani Vicenza. I dati emersi dall'analisi e le considerazioni in merito saranno oggetto anche di un convegno alle 18 al Centro Congressi dell'Associazione Artigiani. Interverranno i dirigenti dell'Assoartigiani e i rappresentanti dell'Ufficio Studi dell'Assoartigiani vicentina, del Centro Studi e Comunicazione della Confartigianato Veneto, Andrea Saviane, e della Confartigianato Nazionale, Enrico Quintavalle.
Comitato clienti espositori fiera
Si riunisce oggi alle 18 all'Hotel Vergilius, la sezione vicentina del Comitato Clienti Espositori Italiani Fiera di Vicenza. Come noto il Comitato è sorto lo scorso maggio, su specifica decisione degli espositori, con lo scopo di diventare interlocutore attivo e propositivo nelle scelte strategiche della Fiera di Vicenza per quanto riguarda le manifestazioni/eventi specifiche del settore.
Fondimpresa
Sono stati presentati in questi giorni da Risorse in Crescita i progetti formativi organizzati per innalzare i livelli di sicurezza sul lavoro e di salute dei lavoratori delle imprese aderenti a Fondimpresa (con priorità alle imprese con meno di 200 dipendenti). Nello specifico, Risorse in Crescita ha presentato due progetti di formazione territoriale per le aziende della provincia, uno dei quali rivolto anche alle aziende impiantistiche e pertanto presentato in collaborazione con Assistal. Il finanziamento richiesto a Fondimpresa per i due progetti è complessivamente di 400 mila euro. Le attività potranno essere programmate a partire da febbraio 2009 e coinvolgeranno circa 40 aziende per un totale complessivo di 2424 ore di formazione.
Proteste in ospedale:
«Troppo lavoro per il laboratorio analisi»
Il Secolo XIX del 23/10/2008 ed. Savona p. 27
i sindacati contestano le scelte della medicina«Violazioni del contratto». Sotto accusa le procedure per la verifica degli enzimi cardiaci. Bocciata la proposta di Baucknet23/10/2008Cairo. Personale tecnico del laboratorio analisi sovraccaricato di lavoro e di turni, senza riposi, con il sindacato che denuncia le violazioni alle tutele previste dal contratto collettivo nazionale. Per sopperire alle carenze di organico è stato proposto l'utilizzo, previo affitto, di una sorta di macchinario "fai da te" ("point of care") da assegnare al reparto di medicina per gli esami di screening sugli enzimi cardiaci, ma la richiesta è stata "cassata" dai vertici Asl, creando tensioni e polemiche all'ospedale di Cairo. Malumori raccolti dalla Cgil, tramite il segretario del comparto funzione pubblica Diego Calcagno che ha scritto una lettera ai vertici Asl. A scaldare gli animi in vista della convocazione degli "stati generali" della sanità locale in occasione del convegno di sabato mattina sul futuro dell'ospedale San Giuseppe di Cairo, organizzato dal neo primario di medicina Egidio Di Pede con gli enti locali, c'è anche la proposta da parte del responsabile del pronto soccorso Felice Rota di utilizzare il personale infermieristico del 118 nel servizio di triage. Ovvero il servizio di prima valutazione del quadro clinico del paziente per l'accesso alle sale di visita in base alla gravità. Servizio che potrebbe essere coperto dall'infermiere del 118 durante i "tempi morti" in attesa della chiamata per l'uscita sul territorio. Ritornando alle carenze d'organico segnalate al laboratorio analisi cairese la Cgil ha documentato la situazione in una lettera in cui si legge: "Gli operatori dell'ospedale di Cairo ci dicono che, al momento del ricovero di un paziente che si sospetta affetto da problemi cardiaci, gli infermieri hanno ricevuto l'indicazione tassativa di eseguire i prelievi del sangue ad intervalli di due ore, sia di giorno che di notte". Disposizione che ha portato al "collasso" i sei tecnici di laboratorio abilitati. Di cui solo la metà a tempo pieno, altri due part time e uno non reperibile per problemi di salute. "Il personale è quindi costretto a prestare per senso di responsabilità 12 o 13 turni di pronta disponibilità al mese, in palese violazione del contratto di lavoro" spiega il segretario Diego Calcagno.Per correre ai ripari, il responsabile del laboratorio analisi Giovanni Baucknet, dopo aver segnalato l'emergenza dei carichi di lavoro dei tecnici ai vertici Asl, ha proposto il reperimento di un macchinario per l'esame degli enzimi cardiaci, già presente nel suo reparto e nel pronto soccorso, anche per la medicina "che potrebbe essere usato senza difficoltà dagli operatori del reparto". Proposta bocciata. "Se si conferma la competenza dei tecnici- scrive la Cgil- la cui attività pareva dovesse ridimensionarsi per una diversa distribuzione dei compiti nei vari laboratori provinciali, è indispensabile che sia aumentato il loro numero, anche perché non è più tollerabile che siano obbligati ad un così elevato numero di reperibilità". Sabato alla tavola rotonda sulla situazione della sanità interverranno anche il direttore generale Flavio Neirotti e l'assessore Claudio Montaldo. A. P.23/10/2008
Mancanza di sicurezza, protestano gli infermieri
Il Tempo del 23/10/2008 ed. Latina
Silvia Colasanti @BORDERO:#COLSIL-LATI@%@Gli infermieri del pronto soccorso, ma anche quelli che lavorano negli altri reparti dell'ospedale Santa Maria Goretti di Latina, protesteranno il 27 e 29 ottobre, davanti la sede della Asl, nel centro commerciale Latina Fiori, per chiedere maggiore sicurezza all'interno dell'ospedale. Ieri mattina, l'infermiere aggredito qualche giorno fa da un paziente che lo avrebbe schiaffeggiato, è andato in questura a chiedere il permesso per la manifestazione, che è stato concesso. Già pochi giorni fa alcuni infermieri avevano lamentato le condizioni di scarsa vigilanza in cui operano: «Oltre al carico di lavoro che già di per sé è pesante a causa della mancanza di personale - avevano dichiarato gli operatori sanitari - spesso dobbiamo sopportare gli insulti di persone poco rispettose del nostro lavoro, che pretendono tutto e subito, senza calcolare che qui non si cura in ordine di arrivo, ma in ordine di urgenza. Non sono rari neanche i casi in cui le aggressioni non restano solo verbali, ma diventano fisiche. Il problema sicurezza è grave, non abbiamo la protezione adeguata e di certo quella attuale non è all'altezza di quanto richiesto da un ospedale classificato come Dea di secondo livello». I due giorni di protesta serviranno anche a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla questione. Troppe volte, infatti, gli infermieri del punto di primo soccorso, soprattutto di notte, quando la vigilanza non è garantita, sono stati aggrediti verbalmente e non solo.
Gli infermieri manifestano davanti a Montecitorio
Corriere Adriatico del 23/10/2008 p. 3
ASCOLI - Dalle 9 alle ore 13, una delegazione di infermieri ascolani, presidierà piazza Montecitorio, per chiedere agli onorevoli deputati di farsi carico delle difficoltà in cui versa questa categoria di professionisti, con l'intento di stimolare il governo ad adottare idonei e risolutivi provvedimenti. "Le motivazioni che stanno alla base della mobilitazione, sono conseguenti allo stato di estrema sofferenza comune a tutti gli infermieri italiani.Accanto alle continue riorganizzazioni dei vari sistemi sanitari regionali - spiega il segretario provinciale NurSind Tiziana Traini - allo sviluppo delle conoscenze scientifiche e tecnologiche, che richiedono una continua formazione e un aumento della responsabilità professionale nella presa in carico dello stato di salute dei cittadini, alla cronica carenza nel mercato del lavoro della risorsa infermieristica, alla reale usura dei lavoratori, che per tutta la loro carriera lavorativa svolgono il lavoro a turni, compreso il notturno, garantendo la copertura del servizio nell'arco delle 24 ore giornaliere, ai magri stipendi che non valorizzano una professione indispensabile per ogni sistema sanitario pubblico o privato, accanto a tutto ciò, si è ritenuto di procedere a tagli dei fondi contrattuali�?.Le richieste che gli infermieri avanzano sono chiare: rivedere l'inasprimento delle fasce orarie di reperibilità per il controllo fiscale, in caso di malattia; eliminare la sottrazione di risorse economiche dai fondi per la contrattazione aziendale verso i bilanci aziendali, in caso di malattia; togliere il dirottamento del 20 per cento dei risparmi derivanti dal rapporto di lavoro part-time, dal fondo della produttività al bilancio aziendale.Gli infermieri ascolani hanno organizzato una protesta davantia Montecitorio per protestare controla sottrazionedi risorse economiche dai fondiper la contrattazione aziendale
L'ospedale Angioloni alza il tiro
Corriere di Romagna del 23/10/2008 p. 42
Domani meeting sui trapiani, poi corso infermieriquale non sempre abbiamo le idee chiare. Sul tema della donazione degli organi ed in particolare del fegato saranno presenti specialisti dell'Ausl, psicologi, persone direttamente coinvolte». Anche Claudio Valbonesi, coordinatore infermieristico, ha sottolineato l'i mportanza degli obiettivi: qualificare il centro ospedaliero di San Piero e sensibilizzare la popolazione. Dopo le serate sui temi della salute al centro sociale di iniziative culturali, si avvia ora una stagione di meeting qualificati. Partirà poi un corso di formazione per infermieri e personale sanitario che coinvolgerà operatori di San Piero, Mercato Saraceno e Cesena. Domani, dopo i saluti di Spignoli e di Fedele Camillini, sindaci di Bagno di Romagna e di Verghereto, e di Giorgio Martelli, direttore sanitario dell'Ausl, Praticò aprirà i lavori. Sandro Bucci interverrà sulla donazionedi organi. Elena Magnani parlerà del trapianto di fegato. Francesca Vaienti interverrà sulle problematiche psicologiche. Don Guido Rossi e D aniela Lorenzini portera nno alcune esperienze personali. Paolo Pazzi concl uderà i lavori. L'iniziativa si svolge con il patrocinio dell'Ausl di Cesena, del Nucleo medici di cure primarie Valle Savio, di Avis, Aido, Avo, dei Comuni di Bagno di Romagna e Verghereto, della Comunità montana e del Centro sociale di iniziative culturali. Alberto Merendi
I cent'anni della Croce rossa aprono l'anno Fidapa
Il Piccolo di Trieste del 23/10/2008 ed. Nazionale p. 28
I cent'anni della Crocerossa Italiana saranno celebrati - oggi, alle 17.30, al Circolo Generali, piazza Duca degli Abruzzi 1 - dalla sezione triestina della Fidapa, che con questo appuntamento dà avvio al nuovo anno sociale.A introdurre Fulvio Di Cosmo, da tre anni presidente del Comitato regionale della Cri e del 17.o Centro di mobilitazione, nonché l'ispettrice regionale delle infermiere volontarie, Annamaria Cassar, sarà Fabia Zacchi Vecchiet, presidente della Fidapa-Trieste e vicepresidente regionale della Cri.Di Cosmo, specializzato in chirurgia vascolare, in ortopedia, e medicina dello sport, dal 1980 è ufficiale medico volontario nel corpo militare della Cri: nel 2003 è stato due mesi a Baghdad come direttore sanitario dell'ospedale; nel 2004 invece, a Nassiriya, responsabile del reparto ortopedico. Per questo suo impegno, lo scorso settembre, è stato insignito della medaglia d'argento al merito della Cri.Nel ricordare il significativo anniversario di questa istituzione - nata ufficialmente nel 1864 con la firma della prima convenzione di Ginevra; ma già prima c'erano state delle iniziative pionieristiche - Di Cosmo con l'ausilio di diapositive ne puntualizzerà le attività in campo nazionale e internazionale. In ambito nazionale le attività riguardano il primo soccorso, la protezione civile, il supporto alle forze armate e quello ai più deboli; ma anche raccolta di sangue, la diffusione della cultura della salute e della prevenzione, nonché - in particolar modo a Roma - l'aiuto e il recupero dei tossicodipendenti.A livello internazionale invece, l'impegno della Cri riguarda non solo il supporto sanitario ai contingenti militari italiani in missione all'estero, ma anche l'aiuto alle popolazioni locali.E ancora, Di Cosmo traccerà un breve excursus storico sulle attività svolte dalla Cri dal 1908 (anno del terremoto di Messina, e anno di fondazione del Corpo delle infermiere volontarie) a oggi. Questo appuntamento infatti, nasce anche nel segno del rispetto della tradizione e dei valori etici oltre che nel rispetto dell'altro, specialmente se più debole e in difficoltà.A conclusione, l'intervento di Annamaria Cassar - e delle «sorelle» Gorela, Olivo e Pasqualini - sulla storia e l'attività delle infermiere volontarie. La Cri infatti, è costituita da sei componenti volontaristiche (corpo militare, infermiere volontarie, pionieri, volontari del soccorso, comitato femminile, donatori di sangue) e da alcuni dipendenti.Grazia Palmisano
Presidio davanti a Montecitorio
La Sicilia del 22/10/2008 ed. Nazionale p. 35
Domani. Il sindacato delle Professioni Infermieristiche contro la «manovra Brunetta»Il NurSind (sindacato delle Professioni Infermieristiche) terrà domani a Roma, davanti Montecitorio (dalle 9 alle 14), una manifestazione a cui interverrà pure una delegazione di infermieri nisseni. Il segretario provinciale Antonino Mangione motiva il "presidio di protesta" con il fallimento del tentativo di raffreddamento dello stato di agitazione degli infermieri proclamato dal Nursind all'indomani della manovra economica del Governo. «Il nostro segretario nazionale Andrea Bottega spiega Mangione - non è stato ricevuto da alcuno dei rappresentanti dei ministeri chiamati al dialogo sulle novità introdotte con la "manovra Brunetta" e su altre disposizioni che, di fatto, vedono discriminata la categoria degli infermieri nel comparto sanitario». La direzione nazionale del Nursind ha proclamato una giornata di sciopero nazionale per il 31 ottobre prossimo; domani si terrà invece un "presidio di protesta" davanti la Camera dei deputati. «Le motivazioni - spiega Mangione - sono essenzialmente correlate alle penalizzazioni per i dipendenti pubblici previste dal Decreto Legge 112 del 25 giugno 2008 e per le insufficienti risorse economiche stanziate per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. In particolare chiediamo di rivedere l'inasprimento delle fasce orarie di reperibilità per il controllo fiscale in caso di malattia, di eliminare dalla norma la sottrazione di risorse economiche dai fondi per la contrattazione aziendale verso i bilanci aziendali in caso di malattia, di togliere dalla norma il dirottamento del 20% dei risparmi derivanti dai part time dal fondo della produttività al bilancio aziendale, di eliminare il discrimine rispetto al lavoro privato nella fruizione dei permessi di cui alla Legge 104/92 e nelle fasce orarie di reperibilità, di eliminare eliminare il discrimine nella distribuzione dei fondi contrattuali a chi ha un figlio con handicap, di rivedere le modifiche introdotte al D. Lgs. 66/2003 che aumentando la flessibilità del lavoro riducendo il diritto al riposo dopo il turno di reperibilità, aumentando così la possibilità di eventi negativi in un settore così delicato come quello della salute». Inoltre il sindacato, nel lamentare «il mancato riconoscimento del carattere usurante del lavoro infermieristico e un inadeguato stanziamento economico per il rinnovo dei contratti pubblici nel DPEF e nei provvedimenti correlati (inflazione programmata all'1,7% contro un'inflazione reale del 3,8%), chiede «la istituzione di un'area contrattuale autonoma per il personale infermieristico e per le professioni sanitarie, per la specificità del mandato e per l'appartenenza ad una categoria dov'è prevista l'iscrizione all'albo professionale. Sollecita inoltre la possibilità di svolgere l'attività libero professionale in regime di esclusività (con relativa indennità) oppure aperta all'extra moenia senza incompatibilità».
Grazie Italia, torneremo a sorridere
Oggi del 23/10/2008 , articolo di testo e foto di Claudio Gallone N. 44 - 29 OTTOBRE 2008 p. 40
Sfigurati, feriti nel corpo e nell'animo dalla guerra in Georgia: sono i piccoli aiutati dalla nostra onlus e dall'Alto commissariato per i rifugiati. Il cronista di «Oggi» (a sinistra) è stato tra loro. Scoprendo un Paese che sogna l'Europa dall'orlo di un baratroIcannoni hanno smesso di tuonare ai con ni dell'Ossezia del Sud. Al posto dei kalash n ikov dei soldat i ora crepitano sulla carta le stilogra che dei diplomatici per scrivere la risoluzione di una piccola guerra che potrebbe coinvolgere Europa, Asia centrale e Medio Oriente in una catastrofe di dimensioni non immaginabili. Sul campo georgiano sono rimasti circa 400 morti, tra civili e militari. E 160 mila rifugiati, tra donne, bambini, anziani. Per le unità di emergenza sono passati 3 mila feriti. Ma nelle sale operatorie ancora si interviene sui danni del fuoco e delle bombe. AL LAVORO IN 75 PAESI «Venite, per favore, abbiamo bisogno di voi. Subito!». Fabio Abenavoli, chirurgo plastico romano aveva ricevuto l'accorata telefonata dal rettore dell'Università di Tbilisi, Giorgi Menade, col quale stava già sviluppando un accordo per la formazione di chirurghi. Abenavoli, che è stato uno tra i migliori allievi del chirurgo plastico brasiliano Ive Pitanguy, ora presiede Smile Train Italia, la sezione nazionale dell'orga n i zzazione uman itaria newyorkese che opera in 75 Paesi e che, dal 2000 a oggi, ha restituito il sorriso a più di 350.000 bambini affetti da labiopalatoschisi. Ma questa volta si trattava di intervenire sui piccoli ustionati, vittime del fuoco della guerra. "CHE COS'È QUESTA FOGNA?" Francesca Romana Pacelli, coordinatrice clinica di Smile Train ha una vasta esperienza sul campo, maturata tra Mozambico, A r men ia, Afg ha n i sta n, Iraq, Tanzania, Uganda, Congo, Pak istan. All'i ngresso della Clinica Pediatrica di Tbilisi impallidisce: «Dio mio ma che è questa fogna?». Per salire al blocco delle camere operatorie si è costretti a prendere un lentissimo ascensore verde mela, abitato giorno e notte da una corpulenta ottuagenaria che lo comanda a mano. Tra gli scalini sbrecciati dei sei piani della clinica rotolano calcinacci e grumi di polveri antiche. L'unità dovrebbe essere il fiore all'occhiello della medicina di Stato. Manca tutto, dall'elettrocardiografo, ai fili chirurgici per operare. Le strumentazioni sono vecchie. Vecchissime anche le infermiere. Vivono e lavorano giorno e notte in ospedale, anche perché molte non hanno casa né parenti. Ma hanno molta forza, straordinaria a giudicare dall'età, e sono bravissime, sempre prodighe di grandi risate senza denti. Anche i medici sono sorprendenti per preparazione e ostinazione a operare in condizioni da trincea. Quasi tutti avevano studiato a Mosca ai tempi dei Soviet. IN FUGA DAI CINGOLATI Joseb ha otto anni. Mentre fuggiva ai cingolati russi la lingua di fuoco di una cisterna di kerosene ha lambito il suo volto cancellandone il sorriso. «Per ora abbiamo potuto ricostruirgli l'occhio. Ma avrà bisogno ancora di numerosi interventi per poter riacquistare un viso accettabile», dice Andrea Franchella, un chirurgo pediatrico di Ferrara che ha deciso di dedicarsi alle emergenze in prima linea. Al piano di sopra c'è Gigi Tserava. Ha 15 anni e il volto di un David. Nei quattro giorni di bombardamenti ha perso prima il padre, poi la madre. E ora sta per perdere anche la gamba. Gli resta una nonna, poverissima. Ma è fortunato perché è ebreo e in Georgia la comunità israelita è numerosa e ha organizzato il suo trasporto in Israele dove cercheranno di salvargli l'arto. LA "FIRST LADY" IN CORSIA Sandra Rulovs è la bellissima moglie ola ndese di Mik hail Saakashvili presidente della Georgia. Lei si aggira tra le corsie dell'ospedale in visita alla delegazione italiana di Smile Train. È consapevole del danno alla nazione. Suo marito, invece, è appena stato al campo profughi di Gori. Per entrare ha dovuto indossare il giubbotto antiproiettile. Ha tenuto un rapido discorso di circostanza. Lo hanno ascoltato in tremila. Non un applauso. Il presidente se n'è andato in pochi minuti. Sì perché si sta diffondendo la convinzione tra gli osservatori che sia stato proprio il muscolare presidente georgiano a voler innescare la guerra contro i russi, lasciando che venissero uccisi dalle sue truppe otto peace keeper dell'armata russa. Probabilmente il presidente sperava nel supporto delle forze del Patto Atlantico, in cui vorrebbe far entrare il suo Paese, forte dell'importanza strategica della regione, attraversata da un milione di barili di petrolio al giorno d i ret t i ver so Occ ide nte. L'oleodotto Baku- Ceyhan in funzione da oltre un anno attraver s a per 249 c h i lome t r i la Georgia ed è l'unico a evitare Iran e Russia per fornire Stati Uniti ed Europa. Ma la Georgia, nonostante la bellezza architettonica di Tbilisi e il desiderio di Europa dei giovani, vive un momento di grave recessione. UN PAESE IN GINOCCHIO «Gli eventi politici degli ultimi venti anni hanno minato la salute dei nostri bambini», spiega George Chakhunashvili, pediatra e presidente del Georgian National Section of Euroscience. La mortalità è altissima e oscilla tra il 15 e il 20 per cento dei neonati. Non se ne conoscono le cause cliniche. Quando si ammalano, li curiamo empiricamente con antibiotici ma il 65 per cento muore. Una malattia che abbiamo defi nita "sepsi neonatale", un'infezione del sangue. In realtà il sistema immunitario è messo a dura prova dalle condizioni di scarsa igiene e cura delle madri che si nutrono poco e male. E ora gli esiti di questa guerra che sta affamando la popolazione... Si calcola che l'80 per cento dei bambini già dai sei anni soffra di scoliosi per deficit da amminoacidi e vitamine». Tra le patologie neonatali più frequenti c'è la palatoschisi che varia dal semplice labbro leporino alla divisione del volto. Spiega Fabio Abenavoli di Smile Train Italia: «Le aree del mondo più colpite dalle malformazioni del viso e del palato sono l'Asia, l'Africa e ovunque esistono carenze alimentari per gli esiti delle guerre. Nel mondo nasce con questa patologia un bambino ogni 4,6 minuti. Il problema ha origine nella dieta della madre carente di acido folico, per cui il blocco facciale dell'embrione al quarto mese non si chiude. Ma è anche genetico». In Georgia il problema non è affatto secondario e la onlus ha siglato un accordo di cooperazione con l'università di T bilisi per la formazione di équipe chirurgiche. LA TRAGEDIA DEI PROFUGHI Mentre i chirurghi italiani di Smile Train, tagliano, cuciono, riparano, a pochi metri si sta consumando un'altra tragedia. Molti profughi hanno raggiunto Tbilisi dove hanno trovato ospitalità nelle scuole, con almeno tre nuclei familiari per aula. Altri più sfortunati sono stati ospitati nella vicina ala del vecchio Ospedale pediatrico. È un rudere abbandonato con le mura sfondate e demolite. Qui donne e neonati hanno trovato riparo e sono in balìa dell'inverno che è alla porte. «I vecchi pia ngono e le donne in gravidanza chiedono di abortire», spiega Zaza Sinauridze, direttore generale del National Medical Center. «L'incertezza per il futuro e la depressione sono preoccupanti. Si calcola che nel nostro Paese oggi ci siano oltre 100 mila persone che dovranno lottare per la sopravvivenza». NELLA PATRIA DI STALIN Nella città di Gori, l'unica attrazione è una minuscola casetta protetta da un cubo di vetro dentro a un mausoleo. Qui nacque Stalin ed è meta di nostalgici del passato regime. Qui a metà agosto sono arrivati i carri armati con la stella rossa. Nei giardini pubblici un'italiana, Alessandra Morelli, coordinat r i c e p e r l'e m e r g e n z a d e l l'Unhcr, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiat i, ha montato u n campo profughi per 2.200 persone. Sedici anni di mestiere maturato sul campo, Alessandra è un vero comandante. Attorno lei fanno quadrato una cinquantina di ragazzi della Croce Rossa Italiana, tutti giovanissimi che si occupano della sicurezza, della dist ribu zione del cibo e del campo la cui logistica è stata curata da Cooperazione Italiana allo Sviluppo, mano operativa del Governo Italiano e della Farnesina. A cinque chilometri da Gori incontriamo un posto di blocco russo. Un soldato dagli occhi di ghiaccio ci ferma tra i cavalli di f risia. «Se volete passare sappiate che è a vostro rischio. Forse restate vivi, ma verrete derubati di tutto». Da qui inizia la Buffer Zone , ovvero la terra di nessuno. I russi dovrebbero svolgere attività di controllo e di polizia. Tuttavia hanno interesse che vi regni l'anarchia. Una Lada arr ugg i n ita color crema entra nel posto di blocco alla massima velocità che è in grado di raggiungere: 50 chilometri orari. Il vecchio alla guida con baffi e cappello ha negli occhi tanto odio da gelare il picchetto russo. Lo lasciano passare voltandosi: sul tetto della Lambda è legata una bara color crema. Molti sfollati stanno rientrando nel le propr ie abit a z ion i georgiane della Buffer Zone . Il loro futuro è legato a una soluzione politica. L'impegno dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite è aiutarli ad affrontare il duro inverno caucasico.
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