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La richiesta di prestazioni assistenziali di qualità e personalizzate è sempre più in aumento; si accresce pertanto anche il livello di competenza e responsabilità dell'infermiere nei confronti della persona assistita; i tempi esigono professionisti preparati, capaci di confrontarsi in équipe multidisciplinari e che sappiano dare garanzie sulle proprie azioni, in quanto consapevoli delle conseguenze che possono derivare dalle loro decisioni e dal modo di condurre gli interventi

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giovedì, ottobre 9

Rassegna Stampa - 09.10.2008


Performance itinerante sulle malattie mentali

Alto Adige del 09/10/2008 ed. Nazionale p. 25

BOLZANO. In occasione della giornata mondiale della salute mentale, in programma domani, si svolge oggi pomeriggio dalle ore 17 una "performance itinerante" di utenti e operatori del Servizio psichiatrico (riabilitazione psichiatrica, al Griserhof) del Comprensorio sanitario di Bolzano. Lo spettacolo partirà da via Museo (incrocio con via Cassa di Risparmio) e si svolgerà poi lungo le vie del centro, per richiamare l'attenzione sui pregiudizio nei confronti delle malattie psichiatriche e pubblicizzare le iniziative per domani. Lo spettacolo è stato creato e organizzato iteramente da un gruppo di utenti e operatori del Servizio psichiatrico, per far riflettere i passanti sulle loro reazioni di fronte a ciò che è insolito o diverso.


Uno spettacolo dal laboratorio
del Dipartimento salute mentale

Il Tirreno del 08/10/2008 ed. Prato p. 4

PRATO. Venerdì 10 ottobre si celebra la Giornata mondiale della salute mentale promossa dall'Organizzazione mondiale della sanità per sensibilizzare e diffondere informazioni sulle patologie psichiatriche. Domani, venerdì e sabato 11 alle ore 21 al teatro Fabbrichino (presso teatro Il Fabbricone, via Targetti 10/8) va in scena "Il Bar sotto il mare" di Stefano Benni per la regia di Edoardo Donatini, uno spettacolo del Laboratorio teatrale del Dipartimento salute mentale dell'Asl 4 in collaborazione con il Tpo. L'ingresso è libero, la prenotazione è obbligatoria (tel. 0574 461256). Sul palco: Vania Balducci, Claudio Barbanti, Francesca Bartoletti, Francesco Bellini, Lucia Gasparro, Patrizia Nuti, Vincenzina Pace, Monica Santini, Yuri Tuci. Il Laboratorio del Dipartimento diretto da Marco Armellini ha lo scopo di trovare nuovi spazi terapeutico-riabilitativi. L'attività si svolge una volta la settimana come un comune corso di teatro. Si lavora sul corpo, si improvvisa, si studia il testo e la messa in scena. Le rappresentazioni, un tempo "a porte chiuse" sono diventate uno spettacolo da condividere con il pubblico.


«Gli infermieri senza stipendio da dieci mesi»

La Sicilia del 08/10/2008 ed. Nazionale p. 31

A denunciare i tanti disagi e i problemi il Collegio provinciale Ipasvi. Sull'emergenza è intervenuta anche la «Fp-Cgil Sanità privata»LAURA VALVO «E' encomiabile il comportamento degli infermieri dell'Azienda ospedaliera Umberto I impegnati nel servizio del 118 i quali, pur non percependo alcun compenso dal mese di giugno continuano a lavorare». A segnalare il problema è Sebastiano Zappulla, presidente del Collegio provinciale Ipasvi. Al Collegio sono stati segnalati i disagi degli infermieri che prestano servizio, in regime di incentivazione, sulle ambulanze del Sues 118 e che non vengono pagati ormai da mesi. Ma solo gli infermieri dell'Azienda ospedaliera «Umberto I», perché il personale che fa capo all'Asl invece é pagato regolarmente. «L'ultimo compenso percepito, nel mese di maggio, era relativo al mese di dicembre 2007. Pertanto i mesi arretrati con ottobre diventeranno 10 mesi. Se da un lato bisogna ringraziare questi professionisti che, oltre a lavorare, devono anche pagare di tasca propria la benzina per raggiungere le postazioni periferiche di Sortino, Palazzolo Acreide e Pachino; dall'altro bisognerebbe sapere per quale motivo altre Aziende non hanno mai interrotto l'erogazione dei compensi dovuti a chi, con abnegazione e sacrificio, presta la propria opera con i relativi rischi connessi alla tipologia del servizio». E sul servizio 118 interviene anche il responsabile provinciale Fp-Cgil Sanità privata Vincenzo Tomasello, il quale invita i sindaci ad intervenire urgentemente. «La situazione è diventata incresciosa - denuncia Tomasello -. La società che gestisce il servizio pubblico, Sise, ha provveduto ad effettuare, senza alcun preavviso e senza che si sappia l'eventuale riapertura, la chiusura di ben 5 postazioni del 118 (Noto, Canicattini, Priolo, Fontane Bianche, Buccheri) facendo girovagare il personale delle postazioni in tutta la provincia di Siracusa ed attuando un'interruzione di pubblico servizio. Come sindacato, da sempre vicini ai problemi dei lavoratori del 118, vorremmo sensibilizzare l'opinione pubblica sull'ennesimo atto arbitrario da parte di che gestisce un servizio pubblico così importante qual è quello dell'emergenza sanitaria. Non è possibile che su questa situazione non intervengano i sindaci delle città interessate e tutte le autorità pubbliche competenti».


"Macchè infermiera, era una Adb"

La Voce di Romagna del 09/10/2008 ed. Forlì Cesena p. 17

Nessuno di noi è più quello di una volta, e chi scrive per primo. Da Rocca San Casciano l'altro pomeriggio piomba sul nostro tavolo la seguente notizia: arrestata operatrice sanitaria di 52 anni. Motivo? Ha l'hobby della canapa indiana, la coltiva a casa sua (37 piante), una piccola vivaista. Come la signora di quel film, L'erba di Grace, chssà. Magari si fa le canne per rilassarsi dopo una giornata a spadellare con vecchi e malati, il lavoro più duro del mondo dopo il minatore. Dunque: notizia in pagina, titolo in prima: "Infermiera con la marijuana". Non l'avessi mai fatto. Ieri le infermiere sono insorte telefonandomi in redazione: quella signora non è iscritta all'Albo del Collegio IPASVI di Forlì-Cesena. Come categoria ci sentiamo screditate nei confronti del cittadino. Se una cosa ho (tardivamente) capito è che anche le infermiere non sono più quelle di una volta. Non sono più come la Jole. La Jole era l'infermiera di mio padre medico radiologo. Per lui si sarebbe gettata nel fuoco o trasformata in scudo umano. Fedele nei secoli, sapeva fare tutto, anche le lastre (ma non si doveva dire). Non so che titolo di studio avesse la Jole ma certamente non era laureata come lo devono essere, dal 1999, le infermiere di adesso. Anche questo ho imparato ieri dal presidente dell'IPASVI, Franco Gatta, che mi ha contattato. Mi ha spiegato quanto si deve studiare oggi per diventare infermieri. Gli ho chiesto cos'era allora al confronto l'operatore sanitario. Mi ha detto che la signora in questione non era neppure operatore sanitario, la cui figura è quella di "coadiuvatore dell'infermiere". Gli ho chiesto se per caso quella signora era una badante. Ha detto no e forse stava per stizzirsi. Ma prima mi ha scelato: quella è una Adb. Assistente di base. Ho ammesso di non esser troppo aggiornato, ho chiesto venia e ho pensato a un futuro titolo: "Adb con la marijuana", e mi sono sentito in ottima compagnia, anche il mondo non è più quello di una volta. Francesco Zucchini


Grassi, tutti i rinforzi a Medicina

Il Messaggero del 08/10/2008 ed. OSTIA p. 35

Ma personale e pazienti rilanciano l'emergenza del Pronto soccorso
di MARA AZZARELLI
Un primario e otto medici: raggiunto l'accordo sulla chiusura del San Giacomo, ecco il nuovo personale atteso nei prossimi giorni al Grassi di Ostia. I numeri non sono ancora stati messi nero su bianco ma le voci sono tanto attendibili che la direzione generale della Asl Rm d ha già deciso di collocare quelli che saranno i nuovi arrivati in Medicina. Per lavoratori e pazienti, stando così le cose, l'emergenza Grassi rimane. La preoccupazione maggiore riguarda il pronto soccorso e la carenza cronica di infermieri in tutta la struttura. Che la chiusura del nosocomio romano avrebbe spostato del personale a Ostia si diceva da tempo. Non si sapeva però, una volta spartita la torta, quale sarebbe stata la fetta destinata all'ospedale del tredicesimo municipio e soprattutto come questo l'avrebbe impiegato. «Viste le carenze - anticipa il direttore generale della Asl Rm d, Giusy Gabriele - ci siamo resi disponili ad accogliere tutto il personale che dal San Giacomo ci vorranno dare. La Regione ci ha parlato del trasferimento di una delle due Medicine interne dall'ospedale romano. Quindi del primario che ci occorre e di otto medici. Figure che andremo a collocare subito nella nostra Medicina tenendo conto, lì dove fosse necessario, di eventuali esigenze personali».Uno spostamento, quello della Medicina del San Giacomo alla Medicina del Grassi, per cui non sono previsti incontri con i sindacati. «Conosco molto bene la situazione - riprende il direttore generale della Rm d - trascorrendo tanto tempo a contatto con il personale del Grassi. Per il resto terremo conto dell' Atto aziendale già concordato». Se il rinfoltimento della Medicina del Grassi sembrerebbe a questo punto questione di giorni, più lente sono le trafile prima di vedere nuovi infermieri varcare i cancelli dell'ospedale di via Passeroni o per rinforzare il pronto soccorso.«Abbiamo già chiesto 20 infermieri - riprende Giusy Gabriele - aspettiamo la decisione dell'osservatorio per la mobilità della Regione. Per incrementare il personale del pronto soccorso aspettiamo invece l'autorizzazione per indire un nuovo concorso». I rappresentanti dei lavoratori prima di parlare preferiscono vedere ufficializzati i trasferimenti del San Giacomo. Anche se non fanno nulla per nascondere l'emergenza che interessa tutti i reparti del Grassi. «I medici - commenta Eugenio Bellomo della Cgil - verranno utilizzati in base alle specializzazioni. Ci auguriamo che arrivino buone notizie all'ultimo momento anche per gli infermieri. Non dobbiamo dimenticarci delle carenze di personale che gravano su tutto l'ospedale a partire dal pronto soccorso».Più critica la posizione di Cesare Morra, rappresentante del gruppo sindacale Cobas. «Il reale problema di questi spostamenti - afferma - è che vengono fatti senza che vi sia un vero piano di riorganizzazione aziendale. Qualsiasi inserimento dovrebbe tenere conto delle criticità dell'ospedale come delle professionalità dei medici. Temiamo che ancora una volta prevalga la logica del risanamento del deficit a discapito del servizio sanitario pubblico e a favore di strutture private o convenzionate».


Pochi infermieri, "bocciati" quattro posti letto in più

Il Gazzettino del 08/10/2008 ed. VICENZA p. 1

Vicenza - (m.c.) Dietrofront della direzione strategica dell'Asl 6 di Vicenza grazie ad una lettera inviata dal segretario provinciale del Nursind di Vicenza Andrea Gregori. Era tutto pronto nell'astanteria del pronto soccorso del San Bortolo per trovare collocazione a quattro nuovi posti letto, ma le organizzazioni sindacali, con in testa il sindacato delle professioni infermieristiche Nursind, hanno convinto la direzione a fare un passo indietro. L'incontro di ieri pomeriggio tra organizzazioni sindacali e direzione strategica, rappresentata dal direttore medico Livio Dalla Barba, infatti, ha portato alla decisione dell'Asl 6 di sospendere l'attivazione dei nuovi posti letto, almeno finché non saranno possibile nuove assunzioni di infermieri. Nella lettera trasmessa alla direzione dell'Asl 6 di Vicenza il segretario Andrea Gregori è stato chiaro: «Il Nursind è fortemente contrario all'implementazione di servizi in situazione di carenza di personale. L'aver autorizzato l'apertura di quattro ulteriori posti letto (pur essendo ben nota la difficoltà da parte del pronto soccorso di trovare la disponibilità di posti letto in alcune specialità dell'ospedale) portando a 12 posti letto l'astanteria non può che trovare la nostra contrarietà perché, è bene ricordarlo, trattasi di pazienti non stabilizzati che richiedono il continuo monitoraggio dei parametri. Aumentare il carico di lavoro in un servizio di urgenza come il pronto soccorso senza prevedere un aumento di personale significa esporre i cittadini-utenti al pericolo di non ricevere cure adeguate ed il personale presente a responsabilità penali e civili a cui è tenuto rispondere personalmente». Questa volta a prevalere, quindi, sembra essere stata la ragione: la decisione sull'eventuale aumento dei quattro posti letto al pronto soccorso, quindi, è rinviata al nuovo anno. Soddisfatto il Nursind, che commenta: «La scelta della direzione dell'Asl 6 di Vicenza è stata la migliore, anche in considerazione del gravoso carico di lavoro cui è sottoposto il personale del pronto soccorso. Un ulteriore aggravio avrebbe determinato pesanti conseguenze».


Pochi infermieri, altre grane in sala operatoria

Il Tempo del 08/10/2008 ed. Latina

Clemente Pistilli L'assenza di un numero adeguato di infermieri per la sala operatoria al «Goretti» pesa ogni giorno di più. La scorsa settimana, su queste colonne, avevamo dato notizia di una «lunga notte» per il personale dell'ospedale, alle prese con due urgenze e una sola équipe, ma sembra che casi del genere non siano destinati a restare isolati. La notte scorsa, infatti, sempre per il solito problema, nella struttura sanitaria si sono vissute altre ore concitate. L'équipe di infermieri per la sala operatoria è composta da tre unità e dopo una certa ora possono essere attivati altri due infermieri reperibili, che hanno tempo mezz'ora per arrivare in ospedale. Una situazione che rende difficile gestire le urgenze. Dopo un intervento per una complicanza su un paziente operato di ernia, la notte scorsa è quindi accaduto che, mentre gli infermieri erano alle prese con una vittima di edema cerebrale intraparenchimale, un caso estremamente difficile, è stata trasportata in eliambulanza al «Goretti», da Ponza, una partoriente sulla quale doveva essere eseguito un cesareo urgente. Attivati i reperibili, è trascorso del tempo prima di poter intervenire. Un problema notevole in una struttura diventata Dea di II livello.


Più personale e posti letto

La Nazione del 09/10/2008 , articolo di TOMMASO GALLIGANI ed. Pistoia p. 6

PIÙ POSTI LETTO, più personale a disposizione per seguire i pazienti, una riorganizzazione completa delle attività sanitarie e della gestione dei ricoveri nei reparti chirurgici del Ceppo. Nei prossimi due mesi, secondo i programmi della direzione aziendale dell' Asl 3 il padiglione Nuove Degenze, la parte dell'ospedale che si affaccia su viale Matteotti e contiene le unità operative di questo delicato settore, cambierà volto e dinamiche di funzionamento. Al secondo piano, che adesso accoglie le due ali di Chirurgia, sarà ospitata l'area del cosiddetto «Ciclo continuo», riservata ai ricoveri più lunghi di una settimana. Per garantirne un miglioramento delle attività, che vi si svolgono non stop 24 ore al giorno, l'azienda ha accettato la proposta dei sindacati di aumentarne l'organico di sei unità, 4 infermieri e 2 operatori sociosanitari. AL PRIMO piano, resta al suo posto la recentemente trasferita Ortopedia, mentre arriva, al posto del reparto multidisciplinare (al suo interno trovano spazio Otorino Laringoiatria, Chirurgia Vascolare e Urologia, più 18 postazioni riservate ai pazienti di area medica), l'unità di week surgery: 22 i posti letto, per degenze non più lunghe di 7 giorni. I 18 posti letto adesso a disposizione dei reparti di area medica non verranno cancellati, ma si sposteranno al quarto piano del padiglione Cassa di Risparmio, sopra Medicina II. Pronto soccorso, Medicina d'Urgenza e Traumatologia restano nei loro spazi attuali, al piano terra del padiglione Nuove Degenze. Ma, novità positiva, la dotazione di letti della medicina d'urgenza sarà raddoppiata, raggiungendo i 18 posti. I tre reparti formeranno un setting unico all'interno della riorganizzata area chirurgica, la cui continuità di servizio sarà garantita 24 ore su 24 con turnazione continua di tre infermieri. In più, arriverà un caposala aggiuntivo rispetto a quello che già opera nelle tre unità operative. Il day surgery, anch'esso adesso al piano terra, sarà trasferito negli spazi ora occupati dai locali endoscopici. In totale l'aumento del personale ausiliario per i reparti chirurgici sarà di una decina di addetti: tra infermieri e Oss, l'organico complessivo passerà da 167 a 178 operatori. CON QUESTO ultimo - per adesso - segmento del riassetto ospedaliero, l'Asl si muove verso il nuovo modello organizzativo per intensità di cure e per aree funzionali. Mentre finora tutti i degenti chirurgici venivano indirizzati indistintamente alle due ali della Chirurgia, ora verranno distribuiti sui tre piani del padiglione in base al tipo di ricoveri di cui hanno bisogno. Ricapitolando: per gli interventi di lieve entità (permanenza di un solo giorno) i degenti andranno al Day surgery; nei locali della week surgery, invece, ci saranno i pazienti che necessitano di ricoveri più lunghi, ma di durata inferiore a una settimana; infine, coloro che, in base a esigenze cliniche gravi, dovranno essere sottoposti a permanenze più lunghe in ospedale, sarà sistemato nella Chirurgia a ciclo continuo al secondo piano del padiglione.

"In ospedale una mensa-ristorante?

Corriere Adriatico del 09/10/2008 , articolo di sabrina marinelli p. 8

la sanita'alla svolta SENIGALLIA - Su proposta dei sindacati, la direzione sta pensando di attivare una mensa-ristorante all'interno del polo ospedaliero. La novità non sta tanto nel servizio di refezione, rivolto al personale, quanto alla possibilità che verrebbe concessa ai parenti dei degenti di consumare un pasto caldo e completo, a pochi metri di distanza dai loro cari ricoverati. Basti pensare alla comodità di non dover più uscire dall'area ospedaliera, alla ricerca di un ristorante, e nemmeno di doversi accontentare di un panino al volo per rimanere al capezzale del malato. "La commissione spazi, diretta dalla dottoressa Seri, - spiega Ezio Amadio, Ali - sta già lavorando per individuare un locale consono, che sia anche vicino alla cucina. La possibilità di creare una mensa all'interno dell'ospedale, presa in considerazione dalla direzione, si rende fattibile dal momento che con l'apertura del nuovo Monoblocco si libereranno altri locali�?. Per i commensali, che non rientrano nella pianta organica, la proposta sindacale è di inserire un ticket. "In questo modo anche i parenti degli utenti avrebbero un pasto caldo da consumare all'interno dell'ospedale - spiega Silvano Cingolani, Cgil -, senza doversi arrangiare con dei panini. Ovviamente il ticket di accesso sarebbe diversificato tra dipendenti e esterni�?. Del servizio potrebbe usufruire anche il personale che, in teoria, non avrebbe diritto al buono pasto, concepito solo per il pranzo e non per la cena. Da qualche mese l'ospedale sta sperimentando infatti il turno compreso tra le 17 e le 24, con legittima pausa cena. Oltretutto ad oggi i dipendenti devono recarsi nei due ristoranti convenzionati, uno sull'Arceviese e l'altro alla Cesanella, ma spesso per non buttare via tempo nel traffico si affidano al bar dell'ospedale. Il discorso di riattivare la mensa, negli anni passati chiusa per lasciare spazio al centro unico di prenotazione, e di estenderla adesso anche ad utenti esterni, è stato affrontato nell'ultimo incontro tra sindacati e direzione, avvenuto martedì e al quale ha preso parte anche Laura Talacchia della Cisl. Riunione che ha portato a definire inoltre una tempistica per l'assunzione di sei dei dodici infermieri attesi. "Abbiamo avuto la conferma che gli infermieri per coprire i turni del passaggio di consegne arriveranno - prosegue Cingolani -, tre entro il mese di ottobre, due a novembre e uno a dicembre. Al momento sono confermati per sei mesi. A gennaio ripartirà anche la diagnostica rimasta fuori uso. Positivo infine il discorso delle stabilizzazioni che, diversamente ad altri ospedali dove verranno ultimate in alcuni casi anche nel 2011, a Senigallia si concluderanno a maggio 2009. I sindacati l'hanno spuntata ottenendo questo importante risultato ma anche la direzione ha fatto un buon lavoro�?. Concorda il collega Amadio. "Registriamo il fatto che non ci sia stato un ripensamento sugli infermieri, inoltre con la direzione si è instaurato un confronto tranquillo e sereno su tutti gli argomenti, anche quelli quotidiani da discutere con aggiornamenti periodici�?. Nel corso della riunione è stata affrontata infine l'indennità per il rischio radiologico, estesa ad altri quattro dipendenti. In ospedale a Senigallia potrebbe presto aprire una nuova mensa dedicata al personale ma anche ai familiari dei degentiLa proposta dei sindacati è già al vaglio della commissione che si occupa degli spazi del nosocomio La commissione che si occupa degli spazi all'interno del nosocomio sta già valutando una ipotesi che sia vicina alla cucina


GRAZIE AI MEDICI PER LE CURE

Il Tirreno del 08/10/2008 ed. Pisa p. 8

La famiglia Turini desidera ringraziare tutto lo staff del quarto di Medicina di Cisanello, diretta dal dottor Castiglioni per le cure prestate a Beatrice. Beatrice è arrivata al reparto con una seria polmonite ed è stata accolta subito con amore, professionalità e dolcezza dalla dottoressa Moruzzo e in particolare da tutte le infermiere e gli infermieri, sia di giorno che di notte. Tutte queste persone si sono prodigate nell'assistenza, con una presenza costante, tenera e gentile. Per trovare un vena per le flebo era molto difficile e a volte serviva tempo per questo, ma nessuno di loro ha mai perso la pazienza, anzi, mentre un infermiere cercava di inserire l'ago, l'altra la carezzava dandole fiducia e amore. Insomma sono stati eccezionali e certamente tutti costoro non sono lì per aspettare il 27 la busta paga, ma per umanità e perchè amano la loro professione. Grazie ancora a tutti voi, in particolare da Beatrice che dopo 8 giorni è stata dimessa.


I semi di Annalena germogliano ancora

La Voce di Romagna del 09/10/2008 ed. Forlì Cesena p. 14

Università della pace, centro per infermieri, aiuto ai nomadi Il Ministro del Kenya Mohamed Ibrahim: "Fu una donna coraggiosa
"FORLI' - Una "università della pace" nel nord del Kenya, un istituto per formare infermieri, il sostegno ai giovani che vogliano studiare e proporre nuovi modelli di vita per i nomadi - che stanno diventando stanziali ma si trovano spesso senza risorse -. Sono queste le colonne portanti del nuovo progetto annunciato a Forlì dal "Comitato per la lotta contro la fame nel mondo". E così, a cinque anni dalla sua uccisione in Somaliland, Annalena Tonelli viene ricordata nel migliore dei modi: proseguendo la sua opera. L'incontro di martedì sera nell'Aula Magna dell'università è stato anche l'occasione per ascoltare le testimonianze di Halima Shuria, esponente di un comitato di donne per la pace, e Mohamed Ibrahim. Quest'ultimo, oggi ministro del Kenya, per 12 anni è stato il braccio destro della missionaria forlivese nell'ospedale di Wajir. "Durante gli studi di medicina, mi avevano insegnato a stare a debita distanza dai malati di tubercolosi - ha raccontato -. Quando incontrai Annalena per la prima volta, vidi che faceva esattamente l'opposto. Lei i sofferenti li abbracciava". Ibrahim ha sottolineato anche il coraggio della missionaria forlivese che, durante il massacro di Wagalla del 1984, riuscì a salvare molti feriti evitando il genocidio di popolazioni somale voluto dalle autorità del Kenya. Nell'incontro è intervenuto anche il vescovo di Forlì-Bertinoro Lino Pizzi: "Annalena è una figura gigantesca, la sua testimonianza è stata straordinaria - ha detto -. Speriamo che ancora oggi possa parlare ai nostri giovani, specie a quelli che troppo spesso prendono strade sbagliate". E proprio due giovani, Andrea ed Emanuele, nipoti di Annalena, hanno letto alcuni stralci di lettere ricevute dalla zia missionaria. Si ha il ritratto di una donna capace di donarsi agli altri, rispettosa di tutte le culture e convinta che "La vita ha senso solo se si ama". L'ultimo a prendere la parola è stato Roberto Gimelli, presidente del Comitato che la stessa Tonelli contribuì a far nascere, nel 1969. A lui il compito di annunciare il nuovo progetto, che si presenta ambizioso: "L'università dovrà rispondere alle esigenze del Nord del Kenya, e non sarà di stampo europeo come altre scuole nel sud del paese - ha detto Gimelli -. Il secondo pilastro sarà un 'Health Institute' in cui saranno formati infermieri che cureranno i malati nascosti, in case e villaggi: nello spirito di Annalena". Infine, il sostegno ai nomadi del territorio: "Faccio appello ai giovani che vogliano spendere tempo e competenze per questo progetto", ha concluso Gimelli. E i frutti della missionaria forlivese, intanto, crescono. Mentre le scuole per sordomuti sono gestite dal Comitato, l'ospedale per i malati di tubercolosi sono gestite dalla fondazione olandese. A rappresentarla, martedì, c'era Henk van Apeldoorn: "Abbiamo deciso che il nostro impegno dovrà continuare - ha detto -. Vogliamo tenere in vita i progetti della Tonelli non per farne un mito, per rispettare il suo lavoro". E, da qualche angolo di cielo, Annalena sorride. Lorenzo Galliani A sinistra, la platea ascolta il vescovo Lino Pizzi; a destra Mohamed Ibrahim, ministro del Kenya, ricorda i tanti momenti vissuti con Annalena Tonelli


A GENOVA INAUGURAZIONE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE INFERMIERISTICHE: 300MILA EURO PER NUOVO POLO DI QUARTO, NECESSARIO POTENZIARE LA FORMAZIONE

Marketpress del 08/10/2008

Genova, 8 Ottobre 2008 - "Riorganizzazione e potenziamento della formazione in scienze infermieristiche per meglio rispondere alle esigenze del settore". Lo ha detto il 6 ottobre l´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo, intervenendo alla presentazione del corso di laurea triennale in Infermieristica insieme al presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando. "Con questo di Genova Quarto salgono a 8 i poli regionali di formazione in scienze infermieristiche, accanto a Imperia, Pietra Ligure, Savona, Chiavari, La Spezia, S. Martino, Galliera - ha sottolineato l´assessore regionale, Claudio Montaldo - per i quali abbiamo stanziato 300mila euro, destinati a 410 posti da infermiere". "Numeri che sono ancora insufficienti per rispondere alle esigenze della sanità - ha ribadito l´assessore alla Salute - abbiamo infatti molto bisogno di infermieri, una professione che dà un immediato sbocco professionale e verso la quale si registra purtroppo una limitata domanda. Colpa in parte dell´inadeguato riconoscimento economico, ma anche della mancanza di una forte motivazione iniziale". E´ molto alto infatti il numero di abbandoni nei corsi di laurea che contribuiscono alla diminuzione globale degli infermieri in Liguria. Se infatti nel 2006 ammontavano a 10. 613, nel 2008 sono scesi a 10. 413, 200 unità in meno. Un saldo negativo che risulta una costante degli ultimi anni, anche a seguito dei dettami del Governo sul fronte delle nuove assunzioni, rispetto a coloro che vanno in pensione. Nel 2006 infatti le cessazioni ammontavano a 462 a fronte di 315 nuovi assunti, con un saldo negativo di 147, nel 2007si è passati da 529 cessazioni a 421 nuovi assunti (-108), infine nel 2008 sono state 257 le cessazioni per 188 nuovi assunti. "Anche se come Regione - ha concluso l´assessore Montaldo - tendiamo a favorire le deroghe sulle assunzioni, il numero di nuovi assunti risulta inferiore rispetto alle aspettative ed è per questo che puntiamo molto sulla formazione e sulla qualificazione dei poli formativi". .

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