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La richiesta di prestazioni assistenziali di qualità e personalizzate è sempre più in aumento; si accresce pertanto anche il livello di competenza e responsabilità dell'infermiere nei confronti della persona assistita; i tempi esigono professionisti preparati, capaci di confrontarsi in équipe multidisciplinari e che sappiano dare garanzie sulle proprie azioni, in quanto consapevoli delle conseguenze che possono derivare dalle loro decisioni e dal modo di condurre gli interventi

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martedì, ottobre 7

Rassegna Stampa - 07.10.2008


«Marco Cavallo» a Iseo

Giornale di Brescia del 07/10/2008 p. 21

Veronica Massussi ISEO
Un cavallo blu in legno e gesso, alto circa 2 metri e mezzo percorrerà le vie di Iseo, dalle scuole elementari, dove è stato realizzato e verrà inaugurato, per arrivare in Piazza Garibaldi. Non sarà il cavallo di Troia ma «Marco Cavallo», il simbolo dello smantellamento dei manicomi, avvenuto 30 anni fa con la Legge 180, a Trieste dove con un cavallo costruito dai pazienti fu utilizzato come ariete per abbattere le barriere. Per celebrare questa ricorrenza e nel contempo la Giornata Mondiale della Salute Mentale, il Dipartimento di Salute Mentale di Iseo ha organizzato con i bambini della scuola elementare, con pazienti, volontari e associazioni, la scultura simbolo e la porterà nel centro del paese, abbattendo i muri creati ad hoc dietro i quali si celano momenti artistici realizzati dai tre Cps del dipartimento. Con lo slogan «L'arte che attraversa i muri» si celebrerà a Iseo venerdì la Giornata Mondiale per la salute mentale. Una vera e propria «festa popolare di arte, cultura e spettacolo» verrà quindi proposta a tutta la comunità, coinvolgendo moltissimi attori, a partire dai bambini delle scuole elementari. «L'idea della riabilitazione parte proprio dalla cultura che è parte integrante della cura» ha spiegato Andrea Materzanini, direttore del Dipartimento di salute mentale a cui ha ribadito Annamaria Indelicato, direttore sanitario dell'Azienda Ospedaliera M. Mellini a cui fanno capo tutti i servizi del dipartimento: «Il percorso di educazione alla salute parte proprio dalla scuola dal momento che l'apprendimento risulta più agevolato in questa fascia d'età». Ed a partecipare alla giornata mondiale della salute mentale saranno davvero tanti: gli insegnanti della scuola elementare sono stati invitati a celebrarla, gli studenti hanno cominciato già con i grest estivi a preparare la scultura, il comune di Iseo e La Manica hanno collaborato all'iniziativa perché «Il rapporto tra azienda ospedaliera e territorio si svolge proprio tramite queste collaborazioni - ha affermato Fabio Russo, direttore generale della Mellini». La serata, intesa come un vero percorso di riflessione, avrà il seguente programma: alle 20 alle scuole elementari sarà inaugurata l'opera «Cavallo» con il primario del Dsm di Iseo Andrea Materzanini e l'assessore alle politiche sociali Flavia Gatti. Alle 20.30 gli spettacoli di strada per le vie di Iseo con poesia e musica de «Le api operose» di Palazzolo, «I cantastorie» di Rovato, il gruppo teatrale «Fuori binario» di Iseo e «I gnari dei Isè», tutti facenti parte dei Cps del territorio. Alle 21.45 in piazza il buffet del Club Clarabella con la musica de «I puzzle» e la proiezione del cortometraggio «Fahreneit 2003». Sempre nell'ambito della celebrazione dei trent'anni della Legge 180, giovedì 2 ottobre a Orzinuovi si è tenutala giornata di studio sul tema «Follia e cura» mentre a Cologne, il 6 novembre, dopo l'incontro con Franco Rotelli, direttore dell'Asl di Trieste, ci sarà lo spettacolo «La pecora nera» con la partecipazione di Ascanio Celestini. ©


«Rispetto per la normativa»

L'informazione del 05/10/2008 ed. Reggio Emilia p. 12

La professione infermieristica e il rischio di abusoli operatori socio-sanitari, compresi quelli con formazione specializzata,non possono effettuare terapia senza la presenza del personale infermieristico».A ribadire quanto già espresso dal presidente nazionale del Collegio Ipasvi è il sindacato di categoria Fials/Confsal, intervenuto con una nota «per fornire ai lavoratori i riferimenti normativi vigenti nel tentativo di contribuire a fare chiarezza su "chi deve fare che cosa"». Un'esigenza nata dal fatto che «sempre più frequentemente, infermieri ed operatori di supporto si rivolgono a Fials ponendo quesiti,tra i più frequenti, quelli inerenti alcuni compiti "attribuibili"agli Oss (Operatori socio sanitari):la somministrazione di farmaci, le medicazioni, il controllo della glicemia,la sostituzione di fleboclisi,ecc».Quesiti che vengono richiesti «sia per ovvi motivi di responsabilità personale, sia per una equa distribuzione dei carichi di lavoro.Esiste una normativa di riferimento a tutt'oggi in vigore che tutti gli operatori devono conoscere per non incorrere in reati quali l'abuso della professione infermieristica».Si legge nella nota: «La Responsabilità sia nell'ottica positiva che negativa dell'assistenza generale infermieristica è riconosciuta in capo all'infermiere». «Per quanto riguarda la somministrazione di farmaci la Presidente Nazionale del Collegio Ipasvi ha detto:"L'Oss anche se con formazione complementare Osss, non può effettuare terapia in assenza di personale infermieristico"».


Mancano infermieri negli ultimi due anni sono 200 in meno

La Stampa del 07/10/2008 ed. IMPERIA p. 70

GENOVA
Negli ospedali liguri mancano infermieri e per questo la Regione punta, come ha detto l'assessore alla Salute Claudio Montaldo, a «riorganizzazione e potenziare la formazione in scienze infermieristiche per meglio rispondere alle esigenze del settore». Se infatti nel 2006 gli infermieri erano 10.613, nel 2008 sono scesi a 10.413, 200 in meno. Un saldo negativo che risulta una costante degli ultimi anni, anche a seguito dei dettami del governo in materia di assunzioni rispetto ai pensionamenti. Nel 2006, a fronte di 462 pensionamenti, i nuovi assunti erano stati 315, mentre nel 2007 si è passati a 529 pensionamenti e 421 nuovi assunti, nel 2008 a 257 cessazioni per 188 assunti.L'occasione di un bilancio è stata, ieri mattina, l'inaugurazione del nuovo polo, l'ottavo, presso le strutture della Asl 3 di Quarto, del corso di laurea triennale in Infermieristica. «Con gli altri poli di Imperia, Pietra Ligure, Savona, Chiavari, La Spezia, San Martino, Galliera - ha sottolineato Montaldo - per i quali sono stati stanziati 300 mila euro, i posti salgono a 410». «Numeri ancora insufficienti per rispondere alle esigenze della sanità - ha ribadito l'assessore - perchè nonostante la certezza di un immediato sbocco professionale, è molto alto il numero di abbandoni durante il corso di laurea. Colpa in parte dell'inadeguato riconoscimento economico, ma forse anche della mancanza di una forte motivazione iniziale».E sempre ieri, il direttore dell'Agenzia sanitaria regionale, Franco Bonanni, il direttore della II Clinica Neurologica dell'Università di Genova, Gianluigi Mancardi, con il sindaco di Lavagna, Angelo Vaccarezza e l'assessore Montaldo hanno presentato il corso di formazione sulle malattie rare di interesse neurologico (alcune centinaia sulle 8000 malattie rare conosciute) organizzato dal Dipartimento di Neuroscienze, Oftamologia e Genetica da domani presso Villa Grimaldi a Lavagna. «Le malattie rare colpiscono 5 persone ogni 10 mila, ma portano molta sofferenza e sono di difficile diagnosi», ha spiegato Mancardi. Veneto, Friuli, Trentino, Emilia e Liguria lavoreranno insieme per cercare nuove procedure diagnostiche e terapeutiche. \


A Quarto gli infermieri prendono la laurea

Il Giornale del 07/10/2008 ed. Genova p. 46

Inaugurato ieri il nuovo corso. Montaldo: «Il settore va potenziato»Il corso di laurea triennale in Infermieristica è stato inaugurato ieri presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando e dall'assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo. Con Quarto salgono a 8 in Liguria i poli di formazione in scienze infermieristiche, accanto a Imperia, Pietra Ligure, Savona, Chiavari, La Spezia, Genova S. Martino e Genova Galliera, «per i quali - ha sottolineato Montaldo - abbiamo stanziato 300mila euro, destinati a 410 posti da infermiere. Numeri - ha proseguito l'assessore - ancora insufficienti per rispondere alle esigenze della sanità, abbiamo infatti molto bisogno di infermieri, una professione che dà un immediato sbocco professionale e verso la quale si registra purtroppo una domanda limitata. Colpa in parte dell'inadeguato riconoscimento economico, ma anche della mancanza di una forte motivazione iniziale». È molto alto infatti il numero di abbandoni nei corsi di laurea che contribuiscono alla diminuzione globale degli infermieri in Liguria. Se infatti nel 2006 ammontavano a 10.613, nel 2008 sono scesi a 10.413, 200 unità in meno. Un saldo negativo che risulta una costante degli ultimi anni, anche a seguito dei dettami del Governo sul fronte delle nuove assunzioni, rispetto a coloro che vanno in pensione. «Anche se come Regione ha concluso l'assessore Montaldo - tendiamo a favorire le deroghe sulle assunzioni, il numero di nuovi assunti risulta inferiore rispetto alle aspettative».


Sangue, i donatori non si fermano

Il Gazzettino del 06/10/2008 ed. UDINE p. XII

La scorsa estate il Friuli Venezia Giulia ha sopperito ai problemi delle altre regioni. Ma la vera emergenza per la nostra sanità è il numero degli infermieri L'Afds riunisce a Rauscedo i suoi volontari: 400 nuovi soci all'annoRegge bene il sistema trasfusionale provinciale e regionale, che anche durante la scorsa estate ha potuto andare in aiuto di altre realtà italiane messe in difficoltà dall'aumento fisiologico della richiesta. Ma le prospettive future non consentono di prendersela comoda e, anzi, richiedono un sempre maggior impegno nella sensibilizzazione al dono e nel supporto all'assistenza sanitaria pubblica. Che, è stato sottolineato, soffre anche per la grave carenza di personale infermieristico. È quanto è emerso nel corso del congresso provinciale dell'Associazione friulana donatori di sangue, che ha riunito a Rauscedo in casa della sezione di Domanins presieduta da Gianpaolo Chiandotto, che celebrava il suo 40. anniversario centinaia di volontari, rappresentanti di altre associazioni ed esponenti delle istituzioni.
In provincia i soci attivi dell'Afds sono attualmente 5.217, un numero più o meno costante negli anni, con i circa 400 nuovi donatori annuali che coprono a malapena il turn over di coloro che, per un motivo o per l'altro, non possono più donare. Ogni anno in provincia vengono effettuate 50 donazioni ogni mille abitanti, contro una media italiana che fatica a raggiungere quota 32-33 donazioni. A conti fatti, una disponibilità di 22 chilogrammi di plasma ogni mille abitanti.
Un impegno che consente a oggi di far funzionare efficacemente il sistema trasfusionale del territorio: «La situazione del sistema trasfusionale in regione commenta Vincenzo De Angelis, coordinatore regionale attività trasfusionali gode di buona salute e ha registrato, a settembre, un aumento del 3 per cento della raccolta di sangue intero, contro un obiettivo richiesto del 2,5. L'ultima estate è stata difficile: mezza Italia, anche settentrionale, lamentava carenza di sangue, e il Friuli Venezia Giulia ha distribuito cinquemila unità trasfusionali per coprire le necessità delle altre regioni».
«Nonostante la riorganizzazione degli orari delle sedi periferiche, alla fine dell'anno si è registrato un incremento del 2,4 per cento delle donazioni conferma Antonino Raineri, del Servizio immunotrasfusionale Nel 2008 abbiamo avuto due unità mediche, tre unità tecniche e un paio di infermieri in meno, ma i donatori sono venuti a trovarci laddove eravamo presenti».
Non a caso sono stati 529 i donatori che ieri hanno visto premiato il loro impegno, ricevendo i riconoscimenti. Ma il lavoro è tutt'altro che finito: «Le previsioni spiega Paolo Anselmi, presidente dell'Afds provinciale vedono un aumento della necessità di sangue e plasma e, contemporaneamente, un calo demografico della popolazione giovane e dunque dei potenziali donatori. Per questo occorre lavorare per coinvolgere anche le popolazioni immigrati, senza pregiudizi». In qualche caso, le necessità non si fermano al sangue: «Facciamo circa diecimila ricoveri l'anno spiega Renata De Candido, direttore sanitario del Cro e quasi tutti i pazienti hanno problemi di crisi ematica: per noi il vostro apporto è fondamentale. Ma non basta: gli ospedali non hanno bisogno solo di sangue, ma anche di persone. Cercate di convincere qualcuno, perché nel pordenonese abbiamo veramente bisogno di infermieri».
Lara Zani


Fuga dagli ospedali ogni anno lasciano sessanta infermieri

Il Secolo XIX del 07/10/2008 ed. Nazionale p. 24

sanità Sono sempre di più gli extracomunitari in servizioÈ partito ieri il corso universitario per 426 posti
INFERMIERI in "estinzione" mentre nei reparti c'è un bisogno estremo di loro. Infermieri che abbandonano il corso di laurea perché ne avvertono l'impegno. Importante. E nonostante sia un traguardo di studi che viene subito compensato dall'assunzione. Poco e mal retribuiti, dai 1350 euro netti fino ai 1600 se sei turnista o nelle aree critiche. Certo gli straordinari rimpinguano la busta paga ma a che prezzo? «Al prezzo dell'usura psicofisica e della caduta di attenzione». Diego Snaidero, lungo passato nelle corsie, oggi responsabile del servizio infermieristico della Asl 3, ha con sè dati inquietanti: gli infermieri della Asl 3, includendo anche Villa Scassi, sono 2150 con un turn over del 3% il che vuol dire che ogni anno ci sono 60 infermieri in meno ed è un dato costante. Per i 10.000 e oltre infermieri di tutta la Liguria, si parla di 300 assenze annuali: solo quelli che studiano e si preparano alla laurea triennale in infermieristica sembrano in grado di correre in soccorso dei reparti ospedalieri.Per questo ieri è stato inaugurato a Quarto l'ottavo polo regionale di formazione stanziando 300 mila euro destinati alla ristrutturazione dei locali di un ex padiglione psichiatrico per ospitare 410 infermieri a lezione. Così ha precisato l'assessore Claudio Montaldo, presente all'inaugurazione del corso insieme a Renata Canini direttore generale della Asl 3 e al futuro preside di Medicina Giancarlo Torre. Insomma si spera in un ritorno di fedeltà. Che i ragazzi che seguono il corso non abbondino, perchè la dispersione scolastica è alta. Motivi? «L'impatto con la corsia provoca rinunce, Intendiamoci: non è il mestiere che rimanda la televisione con quelle soap italiane o stranieri sull'ambiente medico che pure influenzano e a volte determinano le scelte -dice Snaidero- poi la frequenza obbligatoria è pesante infine gli studenti hanno varie opzioni e alla fine sceglie fisioterapia o altre culture tecnico sanitarie, meno stressanti e più remunerative».Così rimangono in pochi, motivati perlopiù, ma la domanda è altissima rispetto alla disponibilità«Soprattutto per le cure domiciliari ospedaliere, dove devi garantire l'assistenza per 12 ore per 365 giorni l'anno. Ad ogni pool di infermieri vengono affidati 20 pazienti mediamente anziani «e gestirli è molto difficile e ancor più complicato a volte è il rapporto coi parenti».La presenza degli extracomunitari ha consentito, quasi, la sopravvivenza della categoria. Anche al corso che è iniziato ieri ci sono 410 posti per gli italiani e 16 per gli stranieri. Un rapporto simile anche nei reparti. «Rimane il problema della comprensione - puntualizza Snaidero - e non è una cosa da poco perché si rischia di sbagliare farmaco, di non capire i bisogni del paziente. Certo vengono sottoposti dal Consiglio a un esame di lingua ma il bisogno di personale è tale che a volte si "promuove" anche chi ha ancora qualche problema». Perché fra i letti dei malati sono bravissime «le sudamericane che hanno seguito corsi di impostazione statunitense».Donata Bonomettibonometti@ilsecoloxix.it 07/10/2008


Selezione per il nuovo capo conclusa ma il nome non c'è

La Nazione del 07/10/2008 ed. Siena p. 7

UN POSTO VACANTE DA COSI' lungo tempo non lo ricordano in molti alle Scotte. Il nuovo responsabile infermieristico, dopo che Carla Pieri ha traslocato quasi un anno fa a Grosseto, non è infatti ancora stato nominato nonostante si tratti di una figura nodale nel processo di riorganizzazione in atto. L'interim l'ha assunto Lorenzo Vegni, è vero. Ma a stupire e creare malumore fra gli operatori (sono una categoria particolarmente numerosa) è che la serie di colloqui selettivi risulta ultimata ormai da prima dell'estate. Eppure non salta fuori il nome: perché questo ritardo? Molti vorrebbero fosse prelevato dalle risorse interne, altri (questa l'ipotesi più probabile ad oggi) preso invece dall'esterno in modo da tacitare camarille intraospedaliere. Certo è che non si potrà andare avanti così all'infinito, anche i sindacati hanno chiesto lumi più volte al direttore generale Carlo Rinaldo Tomassini. Probabile che prima si intenda ultimare l'indicazione dei coordinatori infermieristici di Dipartimento e quindi assegnare l'incarico di responsabile dell'ufficio infermieristico. NON DIMENTICHIAMO poi che il nostro policlinico è senza un capo del personale. Scusate se è poco in una fase, come detto prima, di restyling funzionale e operativo interno. Sandra Carli è la facente funzioni da quando Silvia Mancini ha traslocato ad Arezzo. Quanto si dovrà attendere anche in questo caso per il volto nuovo? Se poi qualcuno se ne fosse dimenticato, magari distratto dalla crisi all'Università, nel novembre prossimo scade il primo mandato del direttore generale Tomassini. Resterà? Voci di corridoio sostengono che se Regione e Ateneo gli confermeranno la fiducia il manager sarebbe disponibile a rimanere. Voci, sia chiaro. Perché in tempi di mare in burrasca come quelli attuali ci vuole poco a far cambiare il vento. La.Valde.


Un'università per gli infermieri

Metro del 07/10/2008 ed. Genova p. 7

Troppo pochi gli infermieri in Liguria. Per incentivare l'iscrizione al corso di laurea in Scienze infermieristiche la Regione ha stanziato 300mila euro per realizzare un nuovo polo universitario a Quarto. E a breve nascerà un registro per le malattie rare del sistema nervoso.

Nuovo polo per scienze infermieristiche

Corriere Mercantile del 07/10/2008 p. 12

«Abbiamo molto bisogno di infermieri - ha detto l'assessore regionale alla Salute Claudio Montaldo - una professione che dà un immediato sbocco»iorganizzare e potenziare la formazione in scienze infermieristiche per meglio rispondere alle esigenze del settore»: è l'obiettivo annuniciato ieri dall'assessore regionale alla Salute Claudio Montaldo, nel corso del suo intervento alla presentazione del corso di laurea triennale in Infermieristica insieme al presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando. «Con questo di Genova Quarto - ha detto Montaldo - salgono a 8 i poli regionali di formazione in scienze infermieristiche, accanto a Imperia, Pietra Ligure, Savona, Chiavari, La Spezia, San Martino, Galliera, per i quali abbiamo stanziato 300mila euro, destinati a 410 posti da infermiere». Si tratta di numeri «che sono ancora insufficienti per rispondere alle esigenze della sanità»: «abbiamo infatti molto bisogno di infermieri, - ha osservato l'assessore - una professione che dà un immediato sbocco professionale e verso la quale si registra purtroppo una limitata domanda. Colpa in parte dell'inadeguato riconoscimento economico, ma anche della mancanza di una forte motivazione iniziale».


Precari, manifestazione nella sede della direzione

Il Centro del 07/10/2008 ed. Pescara p. 12

L'AQUILA. I 34 infermieri della società Articolo 1, assunti con contratti interinali, hanno inscenato, ieri, una manifestazione di protesta per chiedere la proroga di almeno sei mesi dei contratti in scadenza. «Quattro di questi lavoratori», ha spiegato Giuliana Vespa, Ugl sanità, «sono già stati mandati a casa alla scadenza del contratto. Gli altri, in mancanza di una soluzione plausibile, avranno lo stesso destino». Si tratta di infermieri professionali che da sei anni lavorano saltuariamente nei vari reparti del San Salvatore: ginecologia, geriatria, neurochirurgia, dialisi, medicina, chirurgia. «Una situazione di precariato», ha affermato Vespa, «a cui la asl deve porre fine procedendo alla stabilizzazione del personale precario». I lavoratori, guidati dall'Ugl, sono stati ricevuti dal direttore, Marzetti, che non ha concesso molte speranze sulla possibilità di un reintegro in servizio: «Si tratta di infermieri», ha spiegato, «che fanno capo ad una ditta esterna e che vengono chiamati all'occorrenza, per le sostituzioni in caso di malattia o maternità. Per loro non è previsto alcun processo di stabilizzazione, del resto la legge non lo consentirebbe. Continueremo a chiamarli secondo le necessità rilevate all'interno dei reparti su richiesta dei capi dipartimento, come è sempre stato. È chiaro che qualcuno sta agitando le acque in modo strumentale» (m.p.)


Approvato ordine del giorno a sostegno degli infermieri

Il Centro del 07/10/2008 ed. Pescara p. 2

PESCARA. Il consiglio boccia la riforma del ministro, Brunetta, sul pubblico impiego. Ieri, è stato approvato dalla maggioranza un ordine del giorno, presentato dal consigliere del Pd, Stefano Casciano, che invita sindaco e giunta ad intervenire per far modificare dal governo il decreto Brunetta. Decreto che colpirebbe pesantemente il settore infermieristico. «In molte aziende italiane» si legge nel testo «le nuove regole hanno comportato l'acuirsi delle pressioni sugli infermieri professionali e generici in servizio, già penalizzati da turni di lavoro massacranti».L'ordine del giorno entra nel merito. «La penalizzazione economica dei periodi di malattia» è scritto «indurrà molti dipendenti a non dichiarare il loro stato con conseguente rischio per la salute. Inoltre, chi ha contratto una malattia in servizio non ha più diritto a trattamenti economici aggiuntivi per causa di servizio». «Il riposo settimanale ogni sette giorni e quello di 11 ore, ogni 24 ore di lavoro, non sono più un diritto per gli infermieri».


Schiaffi all'infermiere e pugno al carabiniere: arrestato

La Sicilia del 06/10/2008 p. 1

SAN C ATALDO.
Schiaffi all'infermiere e pugno in faccia al carabiniere intervenuto per calmare quei tre ragazzi che avevano accompagnato un loro amico ferito al Pronto soccorso dell'ospedale «Maddalena Raimondi» di San Cataldo, e che pretendevano di entrare tutti nella sala medicazioni. E quando il dipendente ospedaliero ha risposto che non era possibile, uno del terzetto lo ha preso a ceffoni. Protagonista del movimentato episodio è stato il diciannovenne sancataldese Alessandro Scarantino, finito in carcere con l'accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e violenza a incaricato di pubblico servizio. Ma nel suo passato spiccano anche precedenti per furto e droga, risalenti a quand'era minorenne. Poco prima dell'una di sabato notte, Scarantino e altri due ragazzi hanno varcato l'ingresso del Pronto soccorso per accompagnare un loro amico feritosi ad un dito. L'infermiere lo ha fatto accomodare dentro per medicarlo, vietando l'accesso ai tre amici che hanno subito mostrato insofferenza. Forse, come ritengono i carabinieri, il gruppetto aveva alzato un po' il gomito. Così gli animi si sono d'un tratto surriscaldati: i tre hanno fatto la voce grossa per protestare, ma solo Scarantino s'è scagliato contro l'infermiere, strattonandolo e mollandogli due schiaffi. Il sanitario, a quel punto, ha avvisato il "112" e in ospedale sono poi intervenuti i carabinieri della Tenenza. Anche all'arrivo dei militari, Alessandro Scarantino ha continuato ad alzare la voce. Quando lui è stato portato fuori per essere generalizzato, d'improvviso ha sferrato un cazzotto sul naso del giovane carabiniere che stava annotando i suoi dati, causandogli una contusione giudicata guaribile in pochi giorni. Scarantino è stato così immobilizzato e ammanettato dai due carabinieri. Nessun provvedimento è scattato invece nei confronti degli altri due ragazzi, mentre per Alessandro Scarantino si sono spalancate le porte del «Malaspina», su disposizione del pubblico ministero Stefano Luciani. Stamattina il ragazzo (difeso dall'avvocato Giuseppe Dacquì) potrebbe essere processato per direttissima, o comparire dinanzi al Gip per l'udienza di convalida. VALERIO MARTINES

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