19 SETTEMBRE SCIOPERO NAZIONALE PRECARI SSN
Roma, 12 set. (Adnkronos Salute) -
Anche i lavoratori precari della sanità pubblica incrociano le braccia. Il 19 settembre è in programma lo sciopero nazionale di 24 ore di circa 200.000 dipendenti 'a tempo determinato' del pubblico impiego, di cui 30.000 nella sanitàtra medici, biologici, amministrativi e soprattutto infermieri e operatori sociosanitari. Tutti lavoratori che chiedono la stabilizzazione del loro contratto. A organizzarlo è la Federazione nazionale Rdb-Cub che, per l'occasione, ha convocato un'assemblea nazionale a Roma. "Protestiamo - spiega all'ADNKRONOS SALUTE Sabino Venezia, del coordinamento nazionale del Rdb-Cub pubblico impiego - contro le misure adottate dal Governo Berlusconi che, con l'approvazione del Dpef e del decreto legge 112, ha provveduto al blocco delle stabilizzazioni di oltre 200.000 precari della pubblica amministrazione". Tra questi, circa 30.000 lavorano nella sanità. Dieci-quindicimila contrattualizzati direttamente con le aziende sanitarie, soprattutto operatori del comparto (circa il 70%), e altri 20.000 che fanno capo a ditte esterne. Per lo più lavoratori che si occupano della pulizia delle corsie degli ospedali, delle mense e del servizio di lavanderia delle strutture sanitarie pubbliche. "Tutti servizi - sottolinea Venezia - che hanno comunque risvolti nell'ambitoassistenziale". All'assemblea indetta a Roma, parteciperanno circa 400 rappresentanti di tutto il pubblico impiego, tra cui alcuni precari della sanità, protagonisti di 'vertenze simbolo', come quelli dell'Asl di Vasto-Sulmona che operano nella azienda sanitaria abruzzese da 8 anni con contratti co.co.co. "E' necessario - aggiunge Venezia - rilanciare la mobilitazione dei lavoratori precari perché solo attraverso la mobilitazione e la lotta sarà possibile spostare e cambiare l'indirizzo politico in materia di lavoro. Tanto più - conclude - che questo Governo sembra aver deciso di risolvere il problema precariato in modo deciso e veloce: bloccando i fondi, tagliando le risorse e licenziando e lasciando direttamente a casa i lavoratori precari".
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