La Stampa del 05/09/2008 , articolo di GIANNI GIACOMINO ed. TORINO p. 48
RIVAROSSA
L'accusa è contenuta in una lettera anonima. Lettera anonima molto particolare, però: chi l'ha scritta è una «talpa» interna al «118». Lorenzo Appierto, il bimbo di 2 anni annegato lo scorso 29 agosto dopo esser caduto nella piscina di casa, a Rivarossa, forse poteva essere salvato. L'équipe del 118 giunta a bordo dell'elisoccorso per cercare di strapparlo alla morte non aveva con sé i farmaci salvavita. Dimenticati a Torino. Se ne sono accorti, il medico e l'infermiere professionale, appena hanno aperto lo zaino rosso che deve contenere i medicinali custoditi in frigo tra un decollo e l'altro, ma che devono essere caricati a bordo dell'elisoccorso prima di ogni partenza.La lettera è stata inviata ai genitori del piccolo, e molto probabilmente anche alla procura. La terminologia è indubbiamente quella di uno specialista, medico o infermiere, bene informato. «E' vero, abbiamo dimenticato quei farmaci», confermano i vertici del 118 piemontese. «Accertate inequivocabilmente le responsabilità - dichiara fin d'ora il dottor Alberto Andrion, direttore generale del Cto da cui dipende il servizio 118 - le inadempienze commesse verranno sancite in modo rapido e inequivocabile, anche con i dovuti deontologici».La lettera è un'accusa esplicita. Al 118 si difendono sostenendo che, presumibilmente, se anche l'adrenalina e gli altri farmaci salvavita fossero stati a bordo, Lorenzo non si sarebbe ripreso e salvato. Ma questo è un dubbio che dovrà chiarire la procura, forse anche con la riesumazione del cadavere del piccolo Lorenzo. L'inchiesta è stata affidata aRivela la lettera, a proposito del dramma di Rivarossa: «Il 118 è stato solerte a inviare i soccorsi, è vero. Peccato che però l'équipe sanitaria dell'elicottero "Tango Eco", arrivata sul posto, si è accorta di aver dimenticato i farmaci salvavita alla base». E' ben più di un'illazione, e chi scrive ne dà la prova: «L'elettrocardiogramma di Lorenzo eseguito alla fine di questa pagliacciata (il riferimento e al tentativo di rianimazione manuale, ndr) è completamente piatto, mentre dopo somministrazione di adrenalina l'elettrocardiogramma, anche se il paziente è deceduto, ha degli artefatti provocati proprio da questo farmaco che resta in circolo per qualche ora».Le parole più pesanti da sopportare, per i genitori di Lorenzo, sono alla fine della lettera anonima indirizzata anche a loro: «Quel farmaco poteva salvare la vita a quel bimbo, anche perché i bambini hanno grande capacità di riprendersi anche dopo eventi fisici catastrofici. Quindi quel bimbo ora potrebbe essere ricoverato in ospedale, magari ancora in rianimazione, ma potrebbe essere fra noi».Chi ha scritto quella lettera? E' la domanda meno importante, adesso. Ne sono convinti i carabinieri della compagnia di Venaria guidati dal maggiore Ubaldo Manacorda e i responsabili del 118, travolti ieri pomeriggio da questo terremoto. Danilo Bono, coordinatore dell'emergenza sanitaria piemontese, ha immediatamente rintracciato l'équipe che era a bordo dell'elisoccorso partito venerdì 29 agosto da Torino per Rivarossa. E a loro ha chiesto le prime conferme. Conferme, purtroppo, arrivate.Lorenzo era caduto nella piscina di casa sotto gli occhi dei cinque fratelli mentre la madre, che non l'aveva mai perso di vista prima, si era voltata per stirare. «I medici hanno tentato l'impossibile per rianimarlo», avevano scritto i giornali. Una doccia gelata, scoprire adesso che non c'erano i farmaci necessari.La denuncia della «talpa» riporta i cognomi del medico e dell'infermiere professionale che erano a bordo dell'elisoccorso. E dice che anche il tecnico di volo e il pilota «si sono resi conto della grave dimenticanza».Il caso finirà oggi sicuramente sul tavolo del magistrato. E' competente la procura di Ivrea. I carabinieri hanno trasmesso tutti gli atti necessari. Saranno sicuramente sequestrate le cartelle cliniche del piccolo Lorenzo. Potrebbe essere probabilmente richiesta anche l'esumazione del cadavere. Quella frase sulla lettera anonima non può restare senza una risposta certa: «Quel farmaco poteva salvare la vita a Lorenzo».
Il Tempo del 05/09/2008 ed. Nazionale p. 10
Enzo Bianciardi
OSTIA Nuovi presidi sanitari nelle scuole del XIII Municipio. Per sorvegliare sulla salute dei ragazzi, da quest'anno, come il vecchio grembiule, tornano a funzionare nei maggiori plessi scolastici le infermerie. Saranno cinque i nuovi presidi, ad Acilia nell'Istituto «Leonori», all'Infernetto alla «Mozart» e tre ad Ostia: nella media «Vivaldi» (adiacente alla «Garrone» e vicinissima all'ex-Gil), alla «Quinqueremi» (Ostia Levante), all'«Amendola» (Nuova Ostia). In ogni presidio, che sarà ospitato all'interno degli istituti, opererà un infermiere professionale (ne sono stati distaccati 6, uno per ogni presidio più una riserva in caso di indisponibilità) in una sala medica attrezzata dalla Asl, collegata via internet alla rete dei medici di famiglia e con tutte le attrezzature per un primo soccorso. L'infermiere avrà, inoltre, a disposizione anche un telefono cellulare per le chiamate ai familiari dei ragazzi in caso di bisogno. L'iniziativa, sostenuta dal XIII Municipio e messa a punto dalla Asl e dai Servizi Sociali è stata decisa dopo l'esperimento effettuato nel corso del passato anno scolastico alla «Garrone» che ha dato risultati lusinghieri, riducendo, ad esempio, l'intervento delle ambulanze a solo un caso (contro i dieci dell'anno precedente). «L'obiettivo - afferma il direttore del secondo distretto sanitario della Asl rm D Chinni - è ridare serenità alle famiglie anche sul piano sanitario. La presenza di un infermiere professionista nei plessi frequentati da bambini delle elementari e ragazzi delle medie garantisce anche una buona prevenzione sanitaria tra i ragazzi, sia a livello individuale e sia a livello scolastico. Abbiamo concordato con i servizi sociali che ragazzi con eventuali problemi di salute bisognosi di essere seguiti da personale sanitario siano iscritti nei plessi dove c'è un presidio sanitario. Attraverso l'infermeria scolastica, in caso di intervento sanitario, oltre ai familiari, saranno avvertiti anche i medici di famiglia, per fare in modo che i ragazzi siano seguiti anche a casa su un piano strettamente sanitario».
Raccolta firme su infermieri e precari Asl
Il Centro del 05/09/2008 ed. Lanciano vasto p. 2
LANCIANO. Confermare la "pianta organica" concertata dalla Asl Lanciano-Vasto e dai sindacati; stabilizzare i precari e sì al piano di sviluppo dell'azienda sanitaria; sbloccare le assunzioni degli infermieri. Sono le richieste che presentano alla Regione l'associazione culturale Frentania Provincia e il sindacato degli infermieri Nursing Up. Alla istanza della Regione alla Asl di tagliare 24 posti di lavoro, nonostante il bisogno di nuove assunzioni, Frentania Provincia e Nursing Up rispondono organizzando un incontro, oggi, alle 17,30, nella Casa di conversazione per concordare una mobilitazione popolare in difesa del territorio. Domani, dalle 17 alle 21, raccolta firme sul Corso.
Notizie BREVI
Il Tirreno del 05/09/2008 ed. Livorno p. 2
LITE IN OSPEDALE
Si fa visitare, poiinsulta le infermiere
Viene aggredita e, per il forte dolore alla spalla, si fa visitare in pronto soccorso. Solo che subito dopo, la donna, L.B., livornese di 37 anni, si scaglia verbalmente contro le infermiere riempiendole di insulti. Di fronte a tutte quelle offese "gratuite", le infermiere chiamano la polizia. Solo che quando arrivano gli agenti, la donna è già andata via. Il fatto è successo all'una nella notte tra mercoledì e ieri.
VIA PARETTI
Bloccata in casala liberano i pompieriSono circa le 18 quando arriva l'allarme ai vigili del fuoco: un'anziana s'è sentita male ed è bloccata in casa. Non riesce ad aprire la porta e i soccorritori non possono aiutarla. Solo l'intervento dei vigili del fuoco permette ai volontari di entrare. La donna viene portata in ospedale dall'ambulanza.
VIA GARIBALDI
Lite dal meccanicoper il pagamentoAccesa lite con tanto di polizia, chiamata dai contendenti, mercoledì pomeriggio alle 17 circa in un'officina nella zona di via Garibaldi. Una signora è andata a ritirare l'auto dopo una riparazione, ma al momento del pagamento i due non si sono trovati d'accordo sul prezzo. La polizia ha riportato la calma.
Più sicurezza nei parcheggi e di notte per gli infermieri
La Prealpina del 05/09/2008 ed. VARESE p. 9
(b.z.) - Gli infermieri dell'ospedale chiedono che a fare le spese dei tagli non sia la sicurezza. E chiedono a gran voce telecamere e estensione del servizio di sorveglianza anche all'esterno, in particolare nel parcheggi. Dopo la riduzione del personale di vigilanza armata per rientrare con alcuni costi di gestione, infermieri e operatori sociosanitari, in particolare quelli del Pronto soccorso iscritti al sindacato Fials, manifestano tutta la loro preoccupazione. «La riduzione lascia inevitabilmente scoperta la postazione notturna accanto al triage dove oltretutto lavorano spesso solo infermiere donne e dove di notte arrivano talvolta anche balordi o persone malintenzionate - dicono gli iscritti alla Fials coordinati dal segretario provinciale Salvatore Santo - quindi chiediamo un rinforzo del servizio che si estenda anche all'esterno». Più telecamere nei parcheggi, in particolare in piazzale Avis dove lasciano i veicoli i dipendenti e una sorveglianza rinforzata dalla presenza di personale la notte, dalle 21.30 alle 22.30, per evitare che al "cambio" infermieri possano correre qualche rischio, come avvenuto in passato. Altro punto da potenziare - secondo la Fials - è quello del laboratorio analisi, dove al notte vi è un solo tecnico presente: la struttura sorge vicino a via Tamagno, lontano dal monoblocco e potrebbe essere meta di balordi "in viaggio" nei sotterranei. Sul fronte del rinforzo del personale, la Fials chiede che il numero dei degli infermieri sia aumentato, in particolare in Pronto soccorso, «dove mancano almeno 8 infermieri e 2 operatori sociosanitari», dice Salvatore Santo, e dove la tensione per essere "in prima linea" è tanta. «Facciamo sacrifici, lavoriamo in condizioni estreme, siamo in pochi», dicono gli infermieri del Pronto soccorso ai quali si affianca anche lo sfogo da parte di alcuni camici bianchi. Da Villa Tamagno, la direzione generale ricorda «che la situazione della carenza di infermieri è purtroppo generalizzata e non riguarda soltanto il Pronto soccorso né tantomeno solo il nostro ospedale né tantomeno solo Varese». In Ps si è andati "sotto", numericamente, sia sotto il profilo medico sia infermieristico ma ora si va verso un recupero, con nuove assunzioni.Intanto, sul fronte della sicurezza, proprio per l'assenza o la riduzione della presenza delle guardie giurate nel salone del Pronto soccorso, è stata tirata fuori dal cassetto l'idea di dotare il bancone del triage, cioè dell'accoglienza dei pazienti, di un vetro protettivo per rendere più sicuro il lavoro degli operatori. Ogni giorno, infatti, gli infermieri devono accogliere circa 250 pazienti e almeno il triplo di parenti che chiedono informazioni, con quanta tensione e preoccupazione per i loro cari è facile immaginare.
San Giacomo, medici in piazza:
"La chiusura una vera tragedia"
EPolis Roma del 04/09/2008 , articolo di Paolo Anastasio p. 23
■ Circa duecento persone fra medici, infermieri e cittadini - pazienti, associazione Tridente hanno partecipato ieri al sit-in del comitato spontaneo "Salviamo il San Giacomo" a piazza enezia. La protesta contro la chiusura dell'ospedale del centro storico, fissata per il 31 ottobre. Intanto ieri la Regione ha precisato che «il nuovo presidio di continuità assistenziale, che verrà realizzato nel Centro storico di Roma dopo la dismissione del San Giacomo, non sarà realizzata nei locali dell' attuale nosocomio ma in uno stabile diverso e limitrofo». TATA LA RAIA del personale medico e paramedico, 750 lavoratori in tutto, di cui 178 medici, a fronte di 170 posti letto. «Abbiamo saputo della chiusura decisa dal presidente Marrazzo il 14 agosto - racconta un'anestesista, che da 28 anni lavora all'ospedale di via Canova - abbiamo pure sentito le voci della possibile realizzazione di un albergo nell'ospedale. È un enorme spreco - aggiunge la donna - tanto pi che a novembre è stata consegnato un reparto di rianimazione nuovo di zecca, con otto posti letto. C'è pure una stanza per pazienti infetti». Un infermiere del pronto soccorso aggiunge che l'ospedale è dotato di un'ambulanza di rianima zione, con centro mobile e anestesista a borda, che serve tutti gli ospedali della Asl RmA. I manifestanti puntano il dito contro le strutture sanitarie convenzionate («A cosa servono i 180 posti letto del campus biomedico di Trigoria - ha detto il segretario regionale del sindacato medici dirigenti Anaao Assomed Donato Antonellis - distruggendo un patrimonio medico consolidato come quello del San Giacomo» ). E ancora, Armando Filippini, nefrologia e centro dialisi del San Giacomo: «L'ospedale non è un supermarket che si chiude dalla sera alla mattina - dice Filippini - tanto pi che la degenza nefrologica del San Giacomo è l'unica del centro di Roma». Il centro dialisi del San Giacomo conta 1 posti letto, dove effettuano la terapia 50 pazienti, mentre sono una trentina quelli che sono sottoposti a dialisi peritoneale domiciliare. Undici, invece, i posti letto della degenza nefrologica autonoma. «N il San Giovanni n il Sant'Eugenio n il Santo Spirito hanno nefrologia, ma solo dialisi », dice Roberto Costanzi, segretario dell'associazione Malati d reni onlus. Il personale medico poi teme difficoltà a ricollocarsi. Un'anestesista del San Giacomo ha sondato il terreno al San Camillo, dove le è stato risposto che con i suoi 50 anni era troppo vecchia. «Nell'ultimo anno - dice Francesca Stella, medico di anatomia patologica - sono stati consegnati quattro reparti nuovi, per una spesa di 17 milioni di euro. Si tratta di rianimazione, farmacologia, gastroenteroliga e i locali di da hospital di onco-ematologia. Che fine faranno i malati oncologici ». Circa 10mila le visite oncologiche annue, 2500 pazienti fissi e 4mila visite in da hospital, con 70-80 visite al giorno. L'associazione Tridente ha chiestodi spostare il varco della tl da Piazza del Popolo a piazza Augusto Imperatore per facilitare l'accesso ai non residenti. Circa 30mila le prestazioni annue, con una media di 250 codici rossi. Il personale medico e paramedico 750 persone
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