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La richiesta di prestazioni assistenziali di qualità e personalizzate è sempre più in aumento; si accresce pertanto anche il livello di competenza e responsabilità dell'infermiere nei confronti della persona assistita; i tempi esigono professionisti preparati, capaci di confrontarsi in équipe multidisciplinari e che sappiano dare garanzie sulle proprie azioni, in quanto consapevoli delle conseguenze che possono derivare dalle loro decisioni e dal modo di condurre gli interventi

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mercoledì, settembre 10

Rassegna Stampa - 10.09.2008


Alla Venere Azzurra da venerdì a domenica
corso istruttori di salvamento

La Nazione del 10/09/2008 ed. La Spezia p. 8

IL MARE di Lerici ospita nei prossimi giorni l'Advanced Water Life Support (Awls istruttori), cioè il corso nazionale di formazione per istruttori di tecniche di salvamento e gestione delle emergenze cardiologiche e traumatologiche su vittime da annegamento o con patologie da incidenti in acqua. Il corso si tiene da venerdì 12 a sabato 14 settembre nell'area della Venere Azzurra, organizzato dal Collegio Ipasvi di Frosinone e dall'Aietcne in collaborazione con la Pubblica Assistenza di Lerici. Il corso è di livello internazionale secondo linee guida Ilcor, American heart association, National safety council, National pooland water park lifeguard e secondo le Direttive Aietcne. I docenti/relatori del corso sono i dottori Bruno Romoli, Emilo Mazzetti, Luca Icardi, Marco Melillo, Paolo Masi e il colonnello Stilliano Lorenzetti, gli istruttori Salvatore D'Annibale, Gianluca Romoli, Eleuterio Carducci, Marika Paris, Annalisa Fia e Chiara Lorenzetti. Il corso, aperto a volontari di enti ed associazioni spezzine, è un importante momento in cui apprendere le tecniche basilari per eseguire un accurato soccorso in mare, oltre che sulle spiagge. Si tratta di un appuntamento tecnico che qualificherà molti giovani operatori del sistema di soccorso spezzino, basato in modo sistematico su base volontaria. Il corso è diviso in più sessioni, sia a terra che in piscina, oltre che attività teoriche einterventi di affiancamento con degli istruttori anziani, il tutto qualificando così il personale brevettato nel modo migliore. A.Vig.


Gli infermieri sollecitano la nuova cartella clinica

Il Sole 24 Ore - NordEst del 10/09/2008 p. 11

ALL'AVANGUARDIA Il Veneto è la terza regione a mettere mano al tema, ma la mancanza degli strumenti operativi può vanificare la Lr 34/07Una legge che getta le basi per creare migliori condizioni di assistenza a vantaggio degli utenti del servizio sanitario regionale, ma che rischia di rimanere priva di strumenti attuativi e quindi inutilizzata.La denuncia viene dal coordinamento regionale dei collegi Ipasvi del Veneto ai quali sono iscritti i circa 31mila infermieri in servizio in Ulss, aziende ospedaliere, case di cura e strutture sanitarie private venete. Nel convegno in programma dopodomani, venerdì 12 settembre, dalle 8, al centro congressi Papa Luciani di Padova, si affronterà il tema de "La documentazione infermieristica nella legge regionale 34/07, opportunità per un'assistenza migliore", evidenziando i punti di forza della normativa e il grande limite determinato dal perdurare dell'inapplicabilità delle misure contenute nel testo. A illustrare novità e opportunità della legge, approvata in dicembre, Daniele Rodriguez, ordinario di Medicina legale all'Università di Padova, Vittorino Cenci, infermiere coordinatore e consigliere regionale, Luca Benci, consulente e docente di Diritto delle professioni sanitarie, Monica Casati, dottore magistrale in Scienze infermieristiche.«Il Veneto è la terza regione ad affrontare in modo organico l'argomento, individuando soluzioni innovative rispetto a Lombardia e Marche, che hanno predisposto linee guida. Il Veneto infatti ha regolamentato l'importanza della cartella clinica attraverso una legge, attribuendo alla Giunta la definizione delle modalità di gestione dello strumento», spiega Franco Vallicella, presidente collegio Ipasvi Verona e tesoriere della Federazione nazionale collegi, moderatore della giornata alla quale sono stati invitati l'assessore alla Sanità, Sandro Sandri ed Elva Massari, presidente del coordinamento dei collegi veneti Ipasvi. «In pratica il legislatore ha messo sullo stesso piano la documentazione medica relativa alla diagnosi e cura e quella infermieristica, relativa all'assistenza - illustra Vallicella - Nella legge infatti si esplicita quali figure usano la cartella clinica e devono riportare tutte le informazioni sul paziente e sulle risposte che in termini terapeutici e assistenziali vengono fornite per risolvere i problemi del ricoverato. La normativa obbliga medico e infermiere a utilizzare lo stesso strumento, il che dovrebbe aumentare l'integrazione, ma soprattutto garantire continuità e qualità delle cure al paziente, una volta dimesso dalla struttura ospedaliera». L'introduzione della nuova documentazione sostituirebbe l'attuale cartella clinica compilata separatamente da quella infermieristica con il risultato che talvolta negli ospedali la loro conservazione subisce processi diversi e il paziente, che chiede fotocopia del documento, rischia di ricevere solo informazioni sul trattamento medico. Gli infermieri sollecitano quindi la Giunta, gia in ritardo rispetto alle scadenze contenute nel testo, ad adottare gli strumenti attuativi per applicare la legge. www.ipasvitreviso.it/principale.htm


Per il nuovo ospedale servono 91 assunzioni

ANGELO FRESIA La Stampa del 10/09/2008 ed. IMPERIA p. 63

ALBENGA
Sono 91 le assunzioni che l'Asl ha richiesto alla Regione per rendere funzionale il nuovo ospedale, la cui inaugurazione è prevista per metà ottobre. Il piano di assunzioni è stato presentato ai sindacati, dal direttore Flavio Neirotti, venerdì scorso. Eccolo in sintesi: Per le attività del nuovo ospedale: 2 medici, 7 infermieri, 6 operatori sociosanitari; per le attività previste nel piano di riorganizzazione della rete ospedaliera: per rianimazione e terapia intensiva: 3 medici anestesisti, 6 infermieri, 6 operatori; potenziamento radiologia: 2 medici radiologi, 1 infermiere, 3 tecnici di radiologia, 1 operatore; potenziamento servizio dialisi: 1 medico neurologo, 1 infermiere; progetto maternità: 16 medici, 21 infermieri, 7 ostetriche, 5 operatori.«"Abbiamo esaminato le necessità in termini di personale che si creano con il nuovo ospedale - ha spiegato Neirotti - e le abbiamo comunicate alla Regione che è competente per le assunzioni».Ha espresso la sua soddisfazione il sindaco di Albenga, Antonello Tabbò, che ha dichiarato: «E' stato totalmente confermato quanto promesso per il nuovo ospedale. Come previsto, infatti, ci saranno anche la rianimazione e la maternità. Settori che saranno attivati non appena si avranno le deroghe per le assunzioni». Tabbò aggiunge: «Il piazzale per l'elicottero verrà realizzato in un secondo momento. Il suo mancato inserimento odierno non pregiudica, in futuro, la realizzazione dell'eliporto».Ma saranno accolte dalla Regione le richieste di Neirotti? Si ritiene che, pur senza una preventiva approvazione, ci sia stato un confronto fra Asl e Regione e che le assunzione richieste, seppure scaglionate lungo tutto il prossimo anno, verranno alla fine concesse.Una prima valutazione da parte sindacale giunge da Giovanni Oliveri, segretario della Cisl-Sanità, che dice: «Abbiamo chiesto al direttore che perlomeno vengano accelerate le procedure delle assunzioni». Il dirigente della Cisl conclude: «Pur valutando positivamente il fatto che attraverso questo piano assunzioni si renda concreta l'attivazione dei servizi previsti riteniamo però indispensabile che, alla luce delle carenze del personale, il ragionamento sulle assunzioni debba essere esteso anche verso molti altri servizi, e non solo ospedalieri, dell'Asl. Ci sentiamo quindi di condividere l'ordine di priorità che si è dato l'Asl».Infine, il direttore Neirotti sceglierà quanto prima il nuovo direttore di ostetricia e ginecologia del presidio ospedaliero Pietra Ligure-Albenga. Tre i medici in lizza per l'incarico: Valentino Remorgida, Rodolfo Sirito e Andrea Zolezzi.


La "carica" dei mille sfida per pochi posti

EMANUELA BRICCO La Stampa del 10/09/2008 ed. NOVARA p. 49

NOVARA
Quasi mille studenti per un un pugno di posti. Erano in 932 i ragazzi che ieri mattina alla facoltà novarese di Medicina dell'Università «Avogadro» hanno sostenuto il test per accedere ai corsi di laurea delle professioni sanitarie. Dalla prova usciranno 329 aspiranti infermieri, fisioterapisti, ostretriche, tecnici di laboratorio, igienisti dentali e tecnici di radiologia. Solo 50 i posti disponibili per il corso di Fisioterapia, 20 per quello di Igiene dentale, 148 a Infermieristica, 23 per Infermieristica pediatrica, 25 per Ostetricia, 23 per Tecniche di laboratorio biomedico e, infine, 25 i posti disponibili per il corso Tecniche di radiologia medica per immagini e radioterapia. Anche quest'anno il corso più gettonato è stato quello di Fisioterapia: tantissimi i preiscritti, 423 per soli 50 posti. In 74 hanno tentato la prova per entrare ad ostetricia, mentre in 116 per quella di tecnico radiologo con soli 25 posti. In 28 si sono iscritti alle prove per tecnico di laboratorio biomedico, in 54 hanno tentato il test per igiene dentale e in 48 per infermieristica pediatrica. Pochi invece gli infermieri: 189 preiscritti per 148 posti. La stessa cosa era accaduta anche lo scorso anno quando quasi tutti gli iscritti alla prova erano riusciti ad accedere ai corsi.Il test ieri mattina ha preso il via alle 11: i ragazzi hanno avuto a disposizione due ore per rispondere a tutte le domande, suddivise ancora una volta fra tecniche e di cultura generale. «Era piuttosto semplice, speriamo di averla passata - racconta Matteo di Ivrea, che ha tentato la prova per fisioterapista -, siamo davvero in tanti e la selezione sarà durissima».Francesco, invece, per iscriversi a Fisioterapia è venuto a Novara da Catanzaro: «Siamo arrivati in treno - racconta -, speriamo che ne sia valsa la pena». Lo ha accompagnato la madre: «Suo fratello studia a Novara per diventare infermiere - racconta -. Sono tanti i sacrifici che facciamo per dare un futuro ai nostri figli». Erano tanti anche i novaresi che hanno tentato la prova. «Ho frequentato il liceo linquistico - racconta Linda - e vorrei studiare fisioterapia nella speranza domani di avere un lavoro sicuro». Ieri a Novara non solo fisioterapisti. Fabiana di Vigevano ha sostenuto il test per diventare ostetrica:«Mi piacciono i bambini, con loro lavoro volentieri». Come lei Rossella di Torino: «Al liceo ho partecipato ad uno stage in ospedale - racconta - e mi sono innamorata della professione di ostetrica. Ho tentato il test anche lo scorso anno, ma senza riuscirci. Oggi frequento Psicologia a Torino, mi piacerebbe però riuscire a passare». Massimo frequenta il corso di Scienze infermieristiche: «Il test l'ho superato lo scorso anno ma mi piacerebbe passare a Fisioterapia». Pochi invece gli infermieri: «E' una professione che mi ha sempre affascinato - racconta Andrea, novarese - e, fra l'altro, offre buone possibilità lavorative». Sulle domande tutti d'accordo: «Era piuttosto semplice la parte più tecnica, mentre invece discutibile e molto più difficile quella di cultura generale».


Superlavoro, multati Culmv e San Martino

Il Secolo XIX del 10/09/2008 , articolo di MATTEO INDICE ed. Nazionale p. 1

Batini nega il registro turni. Orari sforati in sala operatoria
GENOVA. Gli infermieri del San Martino hanno lavorato troppo, soprattutto i ferristi di sala operatoria, e scatta una super­multa da 250 mila euro per l'ex direttore generale Gaetano Cosenza. Il console della Culmv Paride Batini, leader storico della Compagnia dei lavoratori portuali, si è invece rifiutato di fornire i registri con il dettaglio di turni e presenze dei camalli , ed è stato per questo denunciato alla Procura o in alternativa obbligato a pagare una sanzione. I due provvedimenti sono stati notificati negli ultimi giorni, entrambi emessi dalla Direzione provinciale del lavoro e, per quanto diversi, risultano in qualche modo clamorosi sia per la situazione "fotografata" che per il tipo di professione su cui si sono concentrate le attenzioni degli ispettori. la testimonianza CHIARA, INFERMIERA «IN PRIMA LINEA DA 28 ANNI. STRESS? QUI È INEVITABILE» L'INTERVISTA A PAGINA 3 Gli accertamenti sul San Martino includono un intervallo di poco inferiore all'anno, compreso fra la metà del 2006 e il 2007. Un'inchiesta incardinata sul rispetto della legge 66/2003, norma che disciplina dettagliatamente gli orari partendo dal presuppostro che l'eccesso d'impegno rischia di minare la lucidità e l'efficienza di persone chiamate a un compito delicatissimo. Lo screening era focalizzato sul rispetto dei "tetti" fissati nelle prestazioni continuative delle categorie più esposte, i ferristi appunto, e sulla necessità di fare intercorrere almeno 11 ore fra un turno e l'altro e di garantirne 24 di riposo alla settimana. LE VIOLAZIONI hanno interessato una cinquantina di dipendenti, fra i più qualificati del principale presidio ligure; infermieri abituati ad assistere cardiochirurghi e neurochirurghi nel corso d'interventi spesso memorabili quanto rischiosi. Ed ecco perché le molte ore trascorse in apnea per salvare pazienti in condizioni disperate, i tour de force, la costante reperibilità sono risultati in parte fuorilegge e l'entità della multa ne è la prova. C'è un altro dettaglio su cui riflettere. La stessa legge 66/2003 è stata profondamente modificata il 25 giugno scorso, con una serie di deroghe che oggi con ogni probabilità impedirebbero un provvedimento così severo. «Sapevo degli accertamenti ha confermato ieri l'ex direttore Gaetano Cosenza contattato dal nostro giornale (al suo posto si è insediato da poche settimane Mauro Barabino, ndr ) una ricognizione sull'avvicendamento del personale. Ma non credo proprio sarò io a rispondere in solido della sanzione. È vero infatti che nel periodo contestato ero il legale rappresentante dell'azienda ospedaliera, ma proprio per questo la responsabilità non può essere personale. Non bisogna dimenticare che lo stesso tipo di violazione attualmente risulta depenalizzata e i rilievi erano stati estesi ad altre province liguri (fra esse La Spezia), con esiti più o meno simili». Uno dei casi più eclatanti ­ come dimostrò l'ampio risalto dato dai giornali ­ si era verificato all'ospedale delle "Molinette", a Torino. Era il marzo scorso quando al direttore generale Giuseppe Galanzino fu notificata una multa da 110 mila euro, meno della metà di quanto stabilito per il San Martino. Un anno prima era stato il sindacato a denunciare i turni massacranti e le verifiche avevano in effetti confermato che la deroga era pressoché costante, in particolar modo nei reparti di cardiorianimazione e al centro trapianti di fegato, divisioni considerate "a rischio". Pure in quel caso le polemiche erano state sollevate dal confronto fra due diritti legittimi: quello degli infermieri al rispetto d'un contratto e quello di un direttore generale (e di un primario) alla gestione di un reparto efficiente. E ancora il legittimo desiderio di non essere "spremuti" dallo stress e l'obiettivo di salvare degenti in condizioni disperate, nella difficoltà di discriminare la matrice del superlavoro fra la disorganizzazione e la carenza di personale. LA COMPAGNIA unica è finita nel mirino degli ispettori per un altro motivo. Per riannodare i fili dell'inchiesta (diversa da quella sulla spartizione delle banchine che portò in carcere l'ex presidente dell'Autorità portuale Giovanni Novi) bisogna tornare al febbraio scorso. È un periodo di fermento fortissimo in porto, scosso dai domiciliari per Novi e dal sospetto che la Culmv abbia beneficiato di finanziamenti irregolari, disposti proprio dal vertice dell'Authority ­ secondo la tesi dei pubblici ministeri ­ dopo una serie di pareri "addomesticati". E però anche il tema del lavoro è drammaticamente d'attualità. Perché il 29 dello stesso mese muore il portuale Fabrizio Cannonero, padre d'una bimba, precipitando di notte dalla nave battente bandiera liberiana Mol Renaissance, dove stava movimentando alcuni container in condizioni non sicure. La tragedia M. IND. indice@ilsecoloxix.it coincide con l'inizio degli accertamenti dell'Ispettorato (nel mirino c'è soprattutto il superlavoro, che espone a pericoli) e al console vengono richiesti registri e altri documenti che certifichino la scansione e il tipo di turni, ed eventualmente il loro eccessivo prolungamento: in buona sostanza, come e quando vengono impegnati i camalli . LE CARTE non arrivano e il numero uno dei portuali riceve nell'ordine una «diffida», una specie di cartellino giallo, quindi un ordine perentorio eppure non cambia nulla. Convocato negli uffici di via Pastore ­ dove la Direzione provinciale si è trasferita dopo anni trascorsi nella centralissima piazza Piccapietra ­ ribadisce la sua linea di assoluta fermezza e non consegna gli elenchi. Perciò il mancato rispetto della legge 628 del 22 luglio 1961, una norma che disciplina gli obblighi documentali del datore di lavoro davanti agli ispettori, si trasforma in un reato penale, che può essere estinto e stralciato dalla fedina pagando 500 euro circa. La comunicazione alla Procura della Repubblica, con una nota inviata l'altro ieri, è solo l'ultimo passaggio formale.LE ISPEZIONI IN OSPEDALE Alla metà del 2006 l'Ispettorato del lavoro avvia una serie di controlli sui turni degli infermieri più qualificati. L'obiettivo è scoprire le situazioni di superlavoro che potrebbero produrre insicurezza Gli accertamenti si concentrano soprattutto sui "ferristi" impegnati nelle sale operatorie. Il lavoro d'una cinquantina di dipendenti viene radiografato ed emergono le violazioni, sebbene oggi la legge sia stata modificata Le conclusioni degli ispettori sono perentorie: troppi infermieri hanno "sforato" il monte­ore lavorative concesso dalla legge e per l'ospedale scatta una sanzione amministrativa di 250 mila euro «CHI DEVE PAGARE?» L'ex direttore generale Cosenza chiamato a pagare 250 mila euro. Lui replica: «La responsabilità non è personale» IN BANCHINA I rilievi sui turni dei camalli iniziano in un periodo estremamente delicato per il porto, scosso dalle inchieste giudiziarie e soprattutto dalla morte di Fabrizio Cannonero, caduto da una nave il 29 febbraio Gli ispettori cercano di capire che tipo di turni svolgono i lavoratori della Culmv e se sono esposti a rischi per l'eccessivo prolungamento ­ in alcuni casi dell'orario in contesti pericolosi. Vengono richiesti i registri La Direzione provinciale del lavoro, dopo il no di Batini alla consegna dei documenti richiesti, invia una prima "diffida", quindi un'altra richiesta più perentoria. Ma non serve e il nome del console viene segnalato alla Procura SALA OPERATORIA LA SUPER­MULTA MORIRE DI LAVORO TURNI MISTERIOSI CONSOLE NEI GUAI
Foto: L'équipe di una sala operatoria. Tra chi lavorava troppo c'erano molti infermieri specializzati


In arrivo 90 assunzioniper il nuovo "Santa Maria"

Il Secolo XIX del 10/09/2008 ed. Savona p. 24

tra medici, infermieri, tecnici e operatori Il piano stilato dall'Asl 2 va all'esame della Regione. Il tempo stringeAlbenga. Novanta assunzioni per il nuovo ospedale tra medici, infermieri, tecnici e operatori sociosanitari, per rinforzare pronto soccorso e radiologia, riattivare rianimazione e terapia intensiva, potenziare il servizio dialisi e soprattutto aprire, o meglio riaprire dopo tanti anni di assenza, la maternità.Il piano delle nuove assunzioni è stato stilato nei giorni scorsi dal direttore generale dell'asl savonese Flavio Neirotti al termine di una lunga consultazione con amministratori, primari e sindacati.Il piano prevede una novantina di nuove assunzioni, tra cui 24 medici (sedici per la maternità) e 36 infermieri (ventuno per assistere gestanti e neonati) oltre al personale tecnico. I primi a entrare in servizio saranno i due medici, sette infermieri e nove operatori sociosanitari necessari per adeguare l'organico alle esigenze del nuovo ospedale, e saranno destinati prevalentemente al pronto soccorso. Assunzioni che dovranno essere effettuate in tempi brevissimi, visto che l'inaugurazione del nuovo Santa Maria è prevista a ottobre. Quindi ci saranno quattro ulteriori step di potenziamento della struttura ospedaliera. Il primo prevede l'arrivo di tre anestesisti, sei infermieri e sei operatori per la rianimazione, quindi due radiologi, un infermiere, tre tecnici e un operatore per potenziare la radiologia, e ancora un medico e un infermiere per il servizio dialisi.Un discorso a parte merita maternità, che dovrà essere realizzata ex novo e richiederà sedici medici, ventuno infermieri, sette ostetriche e cinque operatori. Il piano è stato stilato in base a una scelta di priorità e ora dovrà superare il vaglio della Regione. «Ogni assunzione dovrà ricevere la deroga specifica - spiega Neirotti - Non si tratta di problemi di bilancio, ma di questioni meramente normative, visto che la legge prevede un blocco delle assunzioni. Comunque contiamo che non ci siano particolari problemi in questo senso e prevediamo che il piano di assunzioni e potenziamento dell' ospedale si possa concludere entro il 2009».«Da amministratore pubblico e da albenganese non posso che dirmi soddisfatto - commenta il sindaco Antonello Tabbò - È stato confermato che tutti i servizi promessi saranno attivati e il piano prevede tempi ragionevolmente brevi. Sono felice del fatto che presto Albenga avrà un ospedale ancora più efficiente dell'attuale e dove potranno tornare a nascere i bambini».In questi mesi il fatto che la piazzola per l'elicottero sia stata cancellata ha suscitato polemiche e proteste. «Neirotti mi ha confermato che non ci sono particolari ostacoli alla realizzazione dell'eliporto. Il fatto che non sia fatto subito non significa che non venga realizzato, visto che le aree non sono impegnate per altre destinazioni e non ci sono impedimenti di carattere tecnico».Sul fronte sindacale le nuove assunzioni sono ovviamente accolte con favore, anche se con qualche distinguo. «L'ordine di priorità per le assunzioni e l'attivazione dei nuovi servizi è condivisibile - afferma Giovanni Oliveri, segretario Cisl pubblica sanità - ma rimane da chiarire con precisione la pianificazione temporale, per rendere coerente l'aspetto quantitatico con tempi d'attuazione che finalmente possano garantire le risposte attese dai lavoratori e dai cittadini. Inoltre, alla luce delle carenze di personale che stanno rendendo difficile il mantenimento di molti servizi credo che il ragionamento sulle assunzioni debba essere esteso anche in questa direzione».Luca Rebagliati10/09/2008'10/09/2008da chiariresoLO QUANDOLe priorità sono condivisibili, rimane ancora da chiarire la pianificazione temporalegiovanni oliverisegretario Cisl sanità10/09/2008

Decolla il pronto intervento Inrca

Corriere Adriatico del 10/09/2008 , articolo di MIRCO DONATI p. 5

ANCONA - Quasi quattrocento pazienti over 65 accolti in nove giorni, più del doppio rispetto al passato. Il 70% degli anziani arrivano accompagnati dai familiari, senza chiamare il 118. Dolori addominali o toracici e insufficienza cardiocircolatoria le patologie più frequenti. Poche le emergenze. Sono i primi dati dell'attività del punto di primo intervento dell'Inrca, in funzione dal 1° settembre e aperto ogni giorno 24 ore su 24. "In una settimana abbiamo più che raddoppiato l'accoglienza ai pazienti. Prima si registrava una media di quindici pazienti al giorno. Ora la media è salita a 33�?, dichiara Giuseppe De Tommaso, primario dell'accettazione geriatrica d'urgenza e del nuovo servizio dell'Inrca. Lunedì l'affluenza-record: ben 43 anziani si sono recati all'ospedale della Montagnola, quindici sono arrivati in ambulanza. "E' un dato che testimonia il buon risultato ottenuto dalla campagna informativa�?, sottolinea il dottor De Tommaso. Già da fine agosto un depliant è in distribuzione nelle farmacie, negli ambulatori dei medici di base, nelle sale di attesa degli ospedali e nelle circoscrizioni. Attivata anche una pagina on line sul sito dell'Inrca (www.inrca.it) che gli utenti possono consultare per avere maggiori informazioni sulle prestazioni erogate. Il nuovo servizio ha di fatto ampliato l'attività dell'accettazione geriatrica d'urgenza, unico esempio in Italia di accettazione ospedaliera dedicata al paziente anziano con gravi patologie acute o affetto da patologie croniche. La novità è che, rispetto al passato, il nuovo servizio è aperto anche alle non-urgenze, i codici definiti bianchi e verdi. Per questo è stato triplicato il personale in organico, rafforzando alcuni reparti come la radiologia, in funzione 24 ore su 24. "Tutto procede secondo le attese - dichiara il primario -. Per ora l'affluenza si mantiene sui livelli che avevamo stimato. In poco più di una settimana abbiamo avuto circa quattrocento pazienti. Confidiamo di riceve circa 10/12mila pazienti l'anno, il doppio di quelli che arrivavano all'accettazione medica. Non ci sono criticità di rilievo. Solo per ricoveri dovuti a problemi ortopedici e traumatici, come fratture o distorsioni, i pazienti vengono trasferiti a Torrette. Quasi tutti gli altri vengono dirottati nei reparti specifici del nostro ospedale�?. L'unica eccezione nei casi di infarti per i quali c'è la necessità di un intervento d'emergenza. "Chi ha patologie di questo tipo, facciamo riferimento alla nostra unità cardiologica. Solo in caso di particolari situazioni gravi, come una pericardite cronica o un nuovo infarto alla coronarie, il paziente viene trasferito a Torrette�?.Sono in tutto sei i posti letto presenti all'interno del reparto di osservazione breve intensiva: in pochi giorni i pazienti vengono dimessi o trasferiti negli altri reparti. Il personale è composto da 19 infermieri e dal capo-sala, otto medici oltre il primario e sei operatori socio sanitari. In totale sono stati assunti dieci specialisti, tra medici, tecnici di di radiologia e di laboratorio, e gli infermieri. Potenziate le prestazioni di endoscopia, radiologia e laboratorio analisi. "Direi che i numeri dello staff medico e infermieristico sono ottimali per garantire il servizio - chiosa il dottor De Tommaso -. Ci aspettiamo un afflusso maggiore con l'arrivo dell'inverno, quando le patologie infettive e respiratorie aumentano in modo sensibile tra gli anziani�?. Giuseppe De Tommaso, primario dell'accettazione medica dell'Inrca Dolori addominali o toracici e insufficienza cardiocircolatoriale patologie più frequentiPoche le emergenze. Il primario"Pronti per la stagione invernale�?


Ospedale, i medici si autotassano
per ristrutturare il reparto

Corriere del Mezzogiorno del 10/09/2008 ed. NAPOLI p. 14

SESSA AURUNCA - Da almeno quattro anni chiedevano di effettuare urgenti lavori di manutenzione straordinaria al reparto, che versava ormai in condizioni pietose. Alla fine, stanchi di attendere, si sono rimboccati le maniche e hanno fatto da soli, mettendo a frutto per «fini pratici» la «manualità » conquistata con gessi, trapani e viti.Protagonisti, i medici e gli infermieri in servizio al reparto Ortopedia dell'ospedale San Rocco di Sessa Aurunca, che sabato scorso sono stati costretti a trasformarsi per un giorno in muratori e pittori. «Ai primi di giugno - racconta uno dei medici, che preferisce conservare l'anonimato - dopo anni di attesa, l'Asl Ce 2 pareva finalmente aver accolto le nostre richieste. D'altro canto la situazione era insostenibile, lavoravamo in un ambiente in cui si contravveniva ogni più elementare norma igienico-sanitaria: pannelli delle controsoffittature rotti; fili elettrici che penzolavano; pavimento in linoleum consumato e in molti punti ormai completamente divelto, col cemento che fuoriusciva; mura sporche e screpolate. Ma la ditta affidataria dell'appalto, in realtà ha rimesso a posto solo il corridoio ed alcune stanze. I due ambulatori nei quali visitiamo i pazienti, la sala gesso, e quella del caposala, dove tra l'altro c'è il computer, sono state lasciate così com'erano. Alle nostre rimostranze, gli operai dell'impresa, hanno obiettato che il capitolato prevedeva solo i lavori effettuati". I medici, allora, si rivolgono all'ufficio tecnico dell'Asl per chiedere lumi. «La risposta - ricorda ancora l'ortopedico del San Rocco - fu che in quella fase c'era carenza di fondi. Al che noi ci dichiarammo disponibili a finanziare direttamente l'intervento, con l'autotassazione. Ma ci fu assicurato che non era necessario: il problema sarebbe stato risolto al più tardi entro una settimana». Trascorsi invano altri due mesi, medici, infermieri ed ausiliari del reparto che tra l'altro è l'unico del noscomio in continua crescita (nell'ultimo anno gli interventi sono aumentati del 40%) decidono di fare da soli. «Anche perché - spiega il medico nostro interlocutore - era indecente continuare ad accogliere persone in quelle condizioni. Così, dopo aver escluso per evidenti ragioni l'ipotesi di contattare noi una ditta esterna e di farci carico delle spese (avrebbero violato le regole, ndr), ci siamo decisi a provvedere in prima persona. Con poche centinaia di euro abbiamo acquistato i materiali e sabato scorso, dopo le 20.30, e quindi al di fuori dell'orario di lavoro, abbiamo cominciato la ristrutturazione. In tutto, abbiamo impiegato non più di cinque ore. Il lunedì gli ambulatori hanno potuto funzionare normalmente ».P. F. La ditta Una ditta incaricata dei lavori è intervenuta solo lungo un corridoio lasciando ambulatori e stanze dei medici nel degrado» Al lavoro di notte Tutte le persone impegnate nel reparto hanno collaborato per sistemare, di notte, ambulatori e stanze per infermieri e medici Restyling Il reparto messo a nuovo da medici e infermieri


Oncologia pediatrica, l'Asl promuove il primario

Corriere del Mezzogiorno del 10/09/2008 ed. BARI p. 12

Scoditti: «Tornesello non lascerà il Salento»Il manager dell'azienda leccese ha firmato la delibera che trasforma l'unità semplice in unità complessa Ora si aspetta il sì della Regione LECCE - La dottoressa Assunta Tornesello resta alla guida del reparto di Oncoematologia pediatrica dell'ospedale «Vito Fazzi» di Lecce. Il reparto dell'Oncologico leccese, che assicura assistenza sanitaria ai bimbi salentini malati di tumore (l'unico del genere nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto), rischiava di perdere la sua figura apicale alla scadenza del contratto con cui era stato conferito l'incarico. Il Salento, dunque, rischiava di perdere l'ennesimo «cervello».Il contratto Un legame di soli due anni, quello tra Assunta Tornesello e l'Asl salentina, che si è sciolto alla fine di agosto e che poteva continuare ad esistere solo se al medico fossero state affidate funzioni superiori. Condizione non di poco conto se si considerano gli sforzi, anche economici, che la Asl di Lecce deve sostenere per garantire la piena operatività a una branca ritenuta molto importante nel panorama assistenziale del Grande Salento, malgrado di essa non vi sia traccia nel Piano regionale della Salute attualmente in vigore. Mandare avanti l'intero reparto, con i suoi 10 posti letto per ricoveri ordinari e in regime di day hospital, costa circa due milioni di euro all'anno. Ma il direttore generale dell'Asl di Lecce, Guido Scoditti, pur di far restare al suo posto Assunta Tornesello, nel marzo scorso ha firmato la delibera che trasforma l'unità semplice di Oncologia pediatrica in unità complessa, condicio sine qua non per conferire l'incarico superiore. Ora si attende che la Regione Puglia riconosca la trasformazione voluta dall'Azienda sanitaria. In ogni caso, pur in mancanza dell'approvazione regionale, le nuove funzioni direttive - assimilabili al primariato - restano valide. La dottoressa Assunta Tornesello, pur essendosi legata per altri due anni all'Oncologico del «Vito Fazzi», mantiene, comunque, il suo importante ruolo di ricercatrice all'Università Cattolica di Roma con il quale opera all'interno della clinica pediatrica universitaria che ha sede all'ospedale «Gemelli ».Il personale Ad Oncoematologia pediatrica di Lecce sono in servizio cinque medici, otto vigilatrici e sette infermieri. Il reparto fu visitato nel gennaio scorso dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, a seguito dei disagi che costrinsero per mesi i piccoli pazienti a lasciare il letto d'ospedale per trasferirsi a casa ogni sera alle 20. Tutto questo per mancanza di personale che potesse garantire i turni di notte. Disfunzioni che andavano avanti dal luglio 2007.Gli infermieri Da quanto, cioè, sette infermieri si assentarono per malattia costringendo la direzione sanitaria a ridurre drasticamente l'orario d'attività dell'intera struttura. Per l'apertura a tempo pieno di Oncoematologia si è battuta strenuamente l'associazione «Per un sorriso in più» che, tra l'altro, ha anche donato attrezzature mediche e arredi per circa 200 mila euro.Antonio Della Rocca Riferimento di tre province Il reparto del «Fazzi» è l'unico nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto che assiste i bambi malati di tumore Il personale del reparto Ad Oncoematologia pediatrica di Lecce sono in servizio cinque medici, otto vigilatrici e sette infermieri Il padiglione oncologico del «Vito Fazzi» di Lecce


Internet negato, Nursing Up protesta

Corriere delle Alpi del 10/09/2008 ed. Nazionale p. 25

Silvestrini: «L'Usl garantisca gli aggiornamenti on line agli infermieri»
FELTRE. Solo i medici, o tutt'al più i caposala, possono affacciarsi al mondo degli aggiornamenti e delle consultazioni on line tramite Internet. Ma agli infermieri professionali, che soprattutto in orario notturno avrebbero maggiori disponibilità di tempo per affacciarsi alla stessa finestra, la postazione internet è preclusa. La sigla sindacale Nursing Up ha trovato di ridire con la dirigenza feltrina su questa chiusura, soprattutto ora che il ministero della pubblica amministrazione sta sponsorizzando l'informatizzazione e che gli aggiornamenti nel settore sanitario sono praticamente obbligatori. «L'infermiere è un professionista che si assume la responsabilità delle proprie azioni, ma ha anche la necessità di avere l'autodeterminazione rispetto alle scelte intraprese e anche rispetto all'accesso a Internet che attualmente gli è negato». Questa è la premessa di Guerrino Silvestrini, coordinatore sindacale Nursing Up per l'area Treviso Belluno che ha già sottoposto la questione alla dirigenza dell'Usl 2. «Confrontandomi su questo aspetto con il direttore amministrativo Barausse», spiega il sindacalista, «gli ho fatto presente che mai più l'infermiere tralascerà l'assistenza per navigare. Ma dato che nell'attività di reparto ci sono anche dei tempi morti, che sono prevalentemente quelli notturni, non vedo perché debba essere precluso l'aggiornamento che invece viene riservato a pochi dipendenti di comparto, come i capo sala, e ai medici. Il dirigente mi ha risposto in maniera un po' elusiva, ammettendo che questo processo al momento non è nei piani dell'azienda. A quel punto ho inviato una ulteriore richiesta e porterò il caso nell'ambito del prossimo tavolo trattante».Se il timore sotteso è quello di una "circumnavigazione" su siti che con il sanitario non hanno nulla a che fare, ebbene esistono anche i sistemi informatici per bloccarne l'accesso.«Basta intendersene un po' per far installare strumenti filtro rispetto agli accessi impropri», conclude Silvestrini, «ma gli scambi per gli aggiornamenti, quand'anche siano di tipo interpersonale on line, non devono essere negati. A Treviso e in altre Usl, la dirigenza ha compreso l'importanza di un processo di formazione continuativa e costante che di questi tempi si compie a livelli informatici. La cosa che continua a stupirmi è che il Bellunese, ossia entrambe le Usl, restino sorde a questo appello come se mettessero in dubbio l'assunzione di responsabilità dei professionisti in corsia».

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