La Sicilia del 11/09/2008 ed. Nazionale p. 5
G ENOVA . Ore e ore di superlavoro, tensione, stress. Gli infermieri impegnati nelle sale operatorie dell'ospedale San Martino lavorano troppo e l'ispettorato del lavoro infligge al nosocomio una multa di 250 mila euro. E la presidente dei collegi degli infermieri ripete: mancano all'appello almeno 30 mila infermieri sul territorio. Gli accertamenti della Direzione Provinciale del Lavoro iniziano a metà 2006 e proseguono per tutto il 2007. L'indagine si concentra su una cinquantina di infermieri qualificati, soprattutto "ferristi". Obiettivo: scoprire le situazioni si superlavoro che potrebbero produrre insicurezze, sulla base della legge 66 del 2003, che però, nel frattempo, è stata modificata (il 25 giugno scorso) e prevede oggi una serie di deroghe che forse impedirebbero un provvedimento così severo. Dall'inchiesta emergono violazioni: troppi infermieri hanno sforato il monte ore concesso dalla legge. Destinatario del provvedimento l'ex direttore del San Martino Gaetano Cosenza: «Sapevo degli accertamenti - dichiara - ma non credo proprio che sarò io a rispondere in solido alla sanzione». Il nuovo direttore Mauro Barabino, insediatosi il primo settembre, si dice disponibile a cercare percorsi innovativi per migliorare la situazione purché «siano compatibili con la primaria missione dell'assistenza ai malati». Una multa analoga, di 110 mila euro, era stata inflitta alle Molinette di Torino. «In quel caso come in questo - dice Barabino - bisogna ricordare che l'ospedale non è catena di montaggio. Abbiamo a che fare con malati che hanno bisogno di cure. In sala operatoria lavora personale specializzato, non si può certo interrompere un intervento perché è finito il turno. Se la legge è cambiata vuol dire che ce ne era motivo». Intanto, i sindacati confederali hanno chiesto un incontro alla dirigenza dell'ospedale per conoscere il merito della contestazione sul superlavoro. «Siamo in perenne emergenza organizzativa e di personale - afferma il segretario regionale sanità della Cgil Renzo Miroglio -. Ci sono decine di infermieri che non possono recuperare le ore di straordinario e neppure farsele pagare perché non ci sono i fondi». «La sanzione è plausibile però teniamo conto che non lavoriamo in un tubificio - osserva il segretario regionale Cisl Antonio Angius -. Andiamo ripetendo che gli organici sono troppo ridotti. Però se parliamo di sala operatoria, pronto soccorso o neurochirurgia la specializzazione deve esserci». Per il segretario regionale sanità della Uil Michelangelo Librandi «il fenomeno è molto più diffuso e l'episodio di San Martino è solo la punta dell'iceberg». La presidente della Federazione nazionale dei collegi degli infermieri (Ipasvi), Annalisa Silvestro, denuncia che in Italia si registra una «grave carenza» di personale infermieristico e ciò rende inevitabili «situazioni di superlavoro». «All'appello - avverte - mancano almeno 30.000 infermieri sul territorio». Proprio la «carenza di personale - commenta Silvestro - rende molte volte inevitabili situazioni di superlavoro e quello dell'Ospedale di Genova non è il primo caso. Numerose aziende sanitarie sono state infatti già sanzionate in passato, anche in relazione a turni di riposi non effettuati».
"Ancora pochi gli infermieri eppure c'è grande richiesta"
La Stampa del 12/09/2008 , articolo di MARIA PAOLA ARBEIA ed. NOVARA p. 51
NOVARA«Le statistiche dicono che tanti laureati medici non trovano lavoro. Invece c'è forte carenza di professionalità infermieristiche. Non solo: la disponibilità di posti per la laurea in infermieristica risulta comunque inferiore alle richieste di Ministero e Regioni. Intanto gli organici languono»: parla Angelo Tredanari che si occupa da tempo del coordinamento degli infermieri nel 118 e elisoccorso.«Quando ho iniziato io, avevo scelto una professione che pochi volevano fare - ricorda Tredanari -: già allora, più di 35 anni fa, vi era carenza di personale specializzato. Ho trovato subito il posto. Dopo tanti anni devo dire che poco è cambiato sotto questo profilo». Tredanari esprime le sue riflessioni in questi giorni di test d'ingresso. Dice dei ruoli non medici: «Posti di lavoro pressoché sicuri. La figura dell'infermiere è quella di cui c'è maggiore necessità». Tredanari ritiene di aver colto «quali siano stati i principali cambiamenti nell'infermieristica e come la professione a volte non sia debitamente valorizzata. Nel frattempo però la formazione si è trasformata in laurea che richiede notevole sacrificio in studi e pratica». Scorrendo il lungo iter e i passaggi per lauree e master d'infermieristica, Tredanari conclude che «ciò scoraggia molti giovani che pensano sia meglio qualche anno in più di università per avere in tasca magari una più ambita laurea in medicina. Poi però il posto non lo trovano e arrancano». Tornando agli infermieri: «Nei tre anni di frequenza molti abbandonano anche per l'alto impegno richiesto. Nel frattempo parecchi sono stati gli interventi normativi che negli ultimi anni hanno provato a risolvere la cronica carenza di personale infermieristico». E i motivi di attrazione aumentano: aziende ospedaliere individuano per le figure professionali quali l'infermiere alcuni livelli dirigenziali che interagiscono con la direzione aziendale. E il Sitra, Servizio infermieristico-tecnico-sanitario, riabilitazione e professione ostetrica, ha anche il compito di monitorare e individuare correttamente le risorse umane per le singole strutture e su programmazioni ben definite. Tredanari: «La professione dell'infermiere non è solo "missione" ma un vero e solido percorso professionale che può garantire crescenti riconoscimenti e non trascurabili incentivi economici».
«Estate di fuoco, ora la Asl assuma»
Il Centro del 12/09/2008 , articolo di ANTONELLA FORMISANI ed. Teramo p. 7
La Cgil: subito tre primari, quattro chirurghi e dieci infermieri
SANT'OMERO. Estate di fuoco, e non solo per le alte temperature, quella passata all'ospedale di Sant'Omero. A tracciare un bilancio e a guardare al futuro è la Fp Cgil del "Val Vibrata". L'estate, esordisce il sindacato, è stata «costellata di disagi che si sono riverberati su tutta l'utenza».I sindacalisti ricordano che su una precedente carenza di personale sono stati accorpati i reparti di ortopedia, geriatria e lungodegenza. «I malati sono stati sistemati in altre unità operative o hanno soggiornato per giorni interi nel pronto soccorso. Solo con l'abnegazione, il senso di responsabilità e l'attaccamento alla professione di tutti gli operatori è stata garantita, con molta sofferenza, tutta l'assistenza sanitaria possibile alla popolazione della Vibrata e a migliaia di turisti», si legge nella nota. La Cgil fa notare che la chiusura di Ostetricia, Ginecologia e Pediatria di Giulianova,ha duplicato la mole di lavoro dei rispettivi reparti a Sant'Omero, che non sono stati rafforzati con personale medico e non medico di Giulianova. «Anzi due infermieri operanti al "Val Vibrata", in una logica di gestione dipartimentale, sono stati trasferiti proprio a Giulianova».La Fp Cgil sottolinea che in un panorama della sanità abruzzese martoriato dagli ultimi scandali, il direttore generale della Asl di Teramo, a differenza di altri, ha raggiunto gli obiettivi imposti dal piano di rientro della Regione Abruzzo. Ma a questo punto la Cgil chiede a Molinari «di mantenere l'attuale livello di protezione sanitaria della popolazione vibratiana attraverso la sostituzione dei primari andati in pensione di Ortopedia, Medicina, Geriatria e Lungodegenza, della assunzione di altri quattro chirurghi di chirurgia e ortopedia, dell'assunzione di almeno 10 operatori socio sanitari e di effettuare un'indispensabile riorganizzazione del lavoro per il personale infermieristico». Per il 15 settembre il sindacato chiede che tutti i reparti riaprano.
Gli infermieri ci sono, invece i posti no
Il Tirreno del 12/09/2008 ed. Nazionale p. 12
Leggo l'articolo "Il lavoro snobbato" ("Il Tirreno" di ieri) e vorrei sapere dove e quando sono state pubblicate le richieste per l'assunzione di infermieri (professione che i giovani rifuggono, a quanto pare): i bandi che ho visto erano per pochi posti e a tempo determinato. Che dire poi del fatto che i posti all'università non sono sufficienti ad accogliere tutti coloro che vorrebbero accedere al corso di laurea nel ruolo sanitario.Giovani infermieri ce ne sono molti, ma l'offerta è limitata. Si dice che «nelle strutture toscane oggi operano 20mila infermieri, ma ne servirebbero di più». Ma per divenire infermieri, oltre alle tasse, al vestiario (a pagamento), ai testi e tutto il resto si devono fare in tre anni 2100 ore di lavoro (notti incluse) non retribuito in ospedale. Una volta un infermiere disse a mia figlia: «Se non ci fose voi studenti non si saprebbe come fare».Ogni corso in infermieristica conta tra Livorno e Pisa 350 elementi e non mi risulta che gli infermieri che si laureano vengano assorbiti nel mondo del lavoro con una voracità tale da parlare di «carenza storica» per mancanza di vocazioni. Anzi, la maggior parte di loro sono ancora disoccupati o lavorano a tempo determinato presso organizzazioni private. La carenza storica semmai è dovuta al fatto che gli enti pubblici non aprono che pochi bandi e tendono ad affidarsi a cooperative che mantengono il personale all'osso.La realtà è quindi ben diversa da come la racconta il "Tirreno". Basta con questa storiella dei "bamboccioni" che cercano il posto comodo sotto casa. Qualcuno sara' pure così, ma la maggior parte no: lo sanno bene mia figlia (laureanda in infermeristica), il suo fidanzato (Oss) e i loro amici che vanno avanti con lavoretti a tempo e che desiderano l'indipendenza dalla famiglia.S.A.
Zona Est, l'ambulanza è finalmente realtà
La Gazzetta di Parma del 12/09/2008 p. 15
CERIMONIA INAUGURATA LA NUOVA SEDE PROVVISORIA IN VIA EMILIO LEPIDO Zona Est, l'ambulanza è finalmente realtà Pallini: «Un servizio per oltre 50 mila residenti» Giovanni Cola II Gli abitanti della zona est della città possono ora contare, in caso di necessità, su tempi d'intervento notevolmente ridotti di un'ambulanza attrezzata del 118. La nuova sede provvisoria del mezzo di soccorso, in via Emilio Lepido, è stata infatti inaugurata ieri mattina. «Si tratta di un provvedimento per il quale si era fortemente impegnato in prima persona il sindaco Vignali - ha detto Fabrizio Pallini, responsabile dell'Agenzia comunale per la Sanità -. Finalmente è stata resa operativa una soluzione di cui beneficerà un bacino potenziale di oltre 50 mila residenti. Se contribuisse a salvare anche solo una vita umana in più, si potrà parlare di scelta azzeccata». Fino al mese scorso le ambulanze erano dislocate esclusivamente in via Riva e via Gorizia, entrambe nella parte ovest di Parma. «La vera sfida - ha spiegato Adriano Furlan, responsabile della centrale operativa del 118 - sarà quella di migliorare la qualità delle prestazioni offerte, cercando di mantenere l'efficienza globale su tutto il territorio cittadino». Sarà fondamentale il lavoro delle associazioni di volontariato. «Vogliamo essere sempre più vicini a chi è in difficoltà - ha affermato Giuseppe Zammarchi, presidente della Croce Rossa -. Ottimizzare gli interventi, rendendoli ancora più tempestivi, è indispensabile per innalzare ulteriormente i nostri standard». Soddisfatto anche il presidente dell'Assistenza Pubblica Filippo Mordacci: «Useremo i prossimi 6 mesi per monitorare eventuali criticità. Se tutto procederà nel migliore dei modi, il servizio verrà potenziato e trasferito in via Budellungo, dove sorgerà il nuovo polo socio-sanitario». La supervisione dell'Ausl ha permesso il rispetto de tempi di realizzazione: «Garantire assistenza qualificata in maniera omogenea su tutta la città - ha sottolineato il direttore sanitario Massimo Fabi - è un nostro preciso dovere». Emergenza Pallini e Furlan a bordo della nuova ambulanza.
A bordo un infermiere e 3 volontari
La Gazzetta di Parma del 12/09/2008 p. 15
Sarà attiva dal lunedì al venerdìSarà attiva dal lunedì al venerdì A bordo un infermiere e 3 volontari La legge impone che, per soccorrere un paziente in codice giallo o rosso, un'ambulanza debba essere sul posto in un tempo non superiore agli 8 minuti. A bordo del mezzo, che partirà da via Emilia Est, sarà presente un infermiere professionale e 3 volontari di Assistenza Pubblica o Croce Rossa. Le due associazioni di volontariato infatti si alterneranno, 2 settimane ciascuna. Il servizio sarà attivo tutti i giorni feriali, dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 20, con una pausa tra le 13 e le 15.
Superlavoro in sala operatoria Multa all'ospedale
San MartinoLa Provincia Pavese del 11/09/2008 ed. Nazionale p. 7
GENOVA. Ore e ore di superlavoro, tensione, stress. Gli infermieri impegnati nelle sale operatorie dell'ospedale San Martino lavorano troppo e l'ispettorato del lavoro infligge al nosocomio una multa di 250 mila euro. E la presidente dei collegi degli infermieri ripete: mancano almeno 30 mila infermieri sul territorio. Gli accertamenti della Direzione provinciale del Lavoro iniziano a metà 2006 e proseguono per tutto il 2007. L'indagine si concentra su una cinquantina di infermieri qualificati, soprattutto «ferristi». Obiettivo: scoprire le situazioni si superlavoro che potrebbero produrre insicurezze, sulla base della legge 66 del 2003, che però, nel frattempo, è stata modificata (il 25 giugno scorso) e prevede oggi una serie di deroghe che forse impedirebbero un provvedimento così severo.Dall'inchiesta emergono violazioni: troppi infermieri hanno «sforato» il monte ore concesso dalla legge. Destinatario del provvedimento l'ex direttore del San Martino Gaetano Cosenza: «Sapevo degli accertamenti - dichiara - ma non credo proprio che sarò io a rispondere in solido alla sanzione». Il nuovo direttore Mauro Barabino, insediatosi il primo settembre, si dice disponibile a cercare percorsi innovativi per migliorare la situazione. Una multa analoga, di 110 mila euro, era stata inflitta alle Molinette di Torino. Dice Barabino: «L'ospedale non è catena di montaggio. Abbiamo a che fare con malati che hanno bisogno di cure. In sala operatoria lavora personale specializzato, non si può interrompere un intervento perché è finito il turno. Se la legge è cambiata vuol dire che ce ne era motivo».
Attivi i soccorsi nella zona est
L'informazione del 12/09/2008 ed. Parma p. 12
Inaugurata l'ambulanza per Lubiana, San Lazzaro e CittadellaIlaria Ferrari ra attesa da tempo e ora è diventata realtà. Un'ambulanza a disposizione della zona est di Parma.E'parcheggiata lì, vicino la sede fatiscente dell'Avis in via Emilio Lepido e servirà i quartieri più popolosi della città:Lubiana,San Lazzaro e Cittadella.Il nuovo mezzo e la relativa postazione sono stati presentati ieri,ma erano già attivi dal primo settembre. «Sono stati una quarantina gli interventi di questi dieci giorni sottolinea Antonio Pastori, responsabile infermieristico del 118 - in linea con le aspettative per questo periodo di fine estate.E'ancora presto comunque per valutare a pieno l'efficacia della postazione,la città non ha ancora del tutto ripreso i propri ritmi». E' previsto un anno di prova per la nuova sede (in attesa della collocazione definitiva nel polo sanitario Lubiana San Lazzaro),per valutarne l'efficacia e l'effettiva riduzione dei tempi d' intervento per la zona est.«Est ma non solo - sottolinea Marco Boselli,coordinatore della centrale operativa 118 - il sistema è in realtà molto fluido.Avere l'ambulanza in questa sede migliora la copertura della zona, ma non è un uso esclusivo,gli invii dei mezzi vengono organizzati in base alle esigente quotidiane».Il servizio è attivo da lunedì a venerdì,dalle 8 alle 13 e dalle 15 alle 20. «Su quest'ambulanza - aggiunge Adriano Furlan,direttore della centrale operativa 118 - presteranno servizio un infermieri e uno o due soccorritori. Le emergenze continuano comunque ad essere gestite presso la sede centrale che poi indirizza i mezzi». «Un ringraziamento particolare - sottolinea Giuseppe Zammarchi,presidente provinciale Cri - va rivolto ad infermieri e volontari che si sono spostati in questi spazi».E sulla possibilità che anche in altri punti venga esteso il servizio (con la collocazione di nuove ambulanze) Massimo Fabi,direttore sanitario dell'Ausl, smentisce: «Non abbiamo riscontrato questa urgenza perché da nord a sud tutte le zone sono velocemente raggiungibili».
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