Il Gazzettino del 23/09/2008 ed. UDINE p. X
LATISANA Chiuse con un patteggiamento le posizioni di quattro infermiere. Due condanne con rito abbreviato Udienza preliminare maratona per i maltrattamenti in casa di riposo. A gennaio in sei a processo
Latisana Novembre 2006. L'inchiesta sui presunti maltrattamenti agli anziani, su episodi di peculato, falso e corruzione ha l'effetto di una bomba sulla casa di riposo di Latisana. La direttrice e un medico di base conosceranno la dura esperienza del carcere; a otto infermieri e al titolare di un'impresa funebre saranno imposti gli arresti domiciliari. Dopo quasi due anni, ieri il procedimento giudiziario ha concluso il passaggio in udienza preliminare con sei rinvii a giudizio, due condanne con rito abbreviato e quattro patteggiamenti. È stata un'udienza-maratona, cominciata alle nove del mattino e finita verso le 20.30 con la lettura del decreto e dei dispositivi di sentenza emessi dal gip Roberto Venditti. In aula c'erano i numerosi legali, alcune imputate e i due pm che hanno coordinato l'inchiesta della Guardia di finanza di Latisana, Lorenzo Del Giudice e Matteo Tripani. Non c'era Valentina Maiero, l'ex direttrice della struttura di via Sabbionera. Non se l'è sentita di presenziare Adriano Di Luca, il medico latisanese coinvolto nell'inchiesta.
RINVII A GIUDIZIO. L'udienza davanti al Tribunale collegiale è stata fissata per il 29 gennaio prossimo. Valentina Maiero, 57 anni, di Pertegada e Adriano Di Luca, 53, di Latisana, dovranno difendersi dalle accuse di maltrattamenti, falsità documentale, truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale, peculato, abuso d'ufficio e corruzione. Alle infermiere Carolina Bianco, 39 anni, di Latisana, Tosolina Masotti, 51, di Codroipo e Zhivka Dimitrova Hadzhimitrova, 42, di Latisana si contesta il concorso in maltrattamenti (per la Bianco e la Masotti vi è anche un'ipotesi di peculato per i farmaci dell'Azienda sanitaria trovati nelle loro abitazioni). Infine, Elio Serra, 56 anni, di Latisana, va a giudizio per presunte condotte corrutive.
RITI ABBREVIATI. Due imputati hanno scelto il rito abbreviato, ottenendo così lo sconto di un terzo della pena. Arcangelo Lama, 66 anni, di Latisana, all'epoca addetto alla cella mortuaria dell'ospedale, doveva rispondere di peculato, per essersi appropriato di monili e gioielli indossati dai defunti e di corruzione per aver creato, dietro compenso, una corsia preferenziale alle onoranze funebri di Serra. È stato condannato a un anno e mezzo di reclusione. Il risarcimento danni all'Azienda sanitaria, che si è costituita parte civile chiedendo 20mila euro per danni di immagine, saranno determinati in sede civile. Per Pietro Zanelli, 57 anni, di Latisanotta, infermiere, un anno e otto mesi per i maltrattamenti e per peculato (in relazione ai farmaci). Per lui la difesa ha incassato un punto a favore con l'assoluzione per le presunte lesioni, per aver privato gli anziani della libertà con ricorso a mezzi di contenzione per immobilizzarli a letti e sedie a rotelle, per abusiva somministrazione di psicofarmaci e abbandono di persone incapaci. Contro di lui si erano costituite parte civile sia l'Ass della Bassa sia l'Umberto I: deciderà eventuali risarcimenti il giudice civile. Sia Zanelli che Lama sono stati interdetti dai pubblici uffici e dichiarati incapaci di contrattare con la pubblica amministrazione per la durata della pena.
PATTEGGIAMENTI. Quattro infermiere hanno scelto di patteggiare la pena ottenendo il benedicio della sospensione condizionale. Dovevano rispondere di concorso in maltrattamenti, lesioni, uso improprio di mezzi di contenzione, di aver procurato uno stato di incapacità agli anziani, abusiva somministrazione di farmaci e peculato. La pena base è stata calcolata in relazione al reato più grave, cioè il peculato, ed è stata concordata in due anni per Iolanda e Fulvia Ferro di Lignano; un anno e due mesi per Monica Moldovan di Lignano; un anno e tre mesi per Liliana Ecaterina Ivas residente a Portogruaro.
C.A.
Montebelluna "Neurologia è ancora chiusa; Pediatria e ...
Il Gazzettino del 23/09/2008 ed. VICENZA p. VIII
Montebelluna
"Neurologia è ancora chiusa; Pediatria e Medicina sono sotto organico". E il sindacato lancia l'allarme tagli.
Guerrino Silvestrini, esponente regionale del sindacato degli infermieri "Nursing up", ha indirizzato al direttore generale dell'Usl 8 Renato Mason e al presidente della Conferenza dei sindaci Mario Frasson una lettera nella quale solleva varie problematiche, relative all'emergenza infermieri ma non solo, lasciando trapelare fra le righe sospetti di possibili tagli. Silvestrini lo fa "esprimendo grande preoccupazione come sindacalista e come cittadino residente nell'area pedemontana afferente il Presidio Ospedaliero di Montebelluna, rispetto a scelte dell'Azienda Sanitaria, scelte che pare si vadano delineando in senso riduttivo rispetto al Presidio Ospedaliero stesso e potrebbero risultare gravose per gli operatori e per gli utenti".
Sotto accusa, in particolare, viene posta la situazione di alcuni reparti. "Neurologia non riapre - scrive Silvestrini - nonostante il periodo di chiusura estiva concordato sia trascorso". E lo stesso si chiede: "Riaprira?". Per quanto riguarda poi Pediatria, "è in deficit di personale soprattutto medico". Per questo Silvestrini si chiede se "chiuderà". Infine, "Medicina adotta i minimi assistenziali (il sindacalista con il termine si riferisce alla quantità di personale che dovrebbe essere adottata solo nei giorni festivi, ndr) del personale infermieristico per tutti i giorni della settimana" e "il Settore Operatorio utilizza Operatori Socio Sanitari per attività proprie dell'area infermieristica" mentre "per decidere di una indennità al personale del Pronto Soccorso si discute al Tavolo Trattante da mesi".
Sulla base di tali presupposti, Silvestrini si chiede "se la "razionalizzazione" tra il Presidio ospedaliero di Castelfranco e Montebelluna non sia iniziata a sfavore di quest'ultimo, e se così fosse non sia dovuta chiarezza ai cittadini rispetto ai servizi che continueranno ad essere garantiti e ai lavoratori non sia dato di sapere se inizierà la stagione migratoria ( siamo in autunno), e in che termini".
Al termine della lettera, poi, l'esponente regionale cita anche il fatto che "a quanto si apprende, viene servito un cibo che pochi gradiscono". Il tutto in un quadro in cui è ormai cronica l'emergenza infermieristica, con la categoria che arranca "sul piano economico ed è in difficoltà sul piano professionale rispetto ai ritmi operativi imposti e alla carenza di organico, che non consentono spesso di lavorare in condizioni ottimali rispetto le necessità dell'utenza".
Laura Bon
Una via discussa, tra pioppi tagliati e progetti modificati
La Voce di Romagna del 24/09/2008 ed. Forlì Cesena p. 14
Via Cervese discussa per la sua pericolosità
FORLI' - Ancora pochi giorni per iscriversi al master di primo livello in "Infermieristica in Oncologia", con sede a Forlì. Il bando, riservato a un massimo di 30 partecipanti in possesso della laurea infermieristica o del titolo di infermiere conseguito in base alla precedente normativa, è infatti aperto sino al 30 settembre. Dopo Empoli, Roma, Genova e Torino, anche Forlì sarà così sede del master, confermandosi centro di eccellenza nel settore oncologico, grazie allo sviluppo di quest'ultimo nel nostro territorio. Il corso s'inserisce infatti in un contesto locale in cui l'attivazione dell'Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori (Irst) rappresenta un punto nevralgico per l'"Area Vasta Romagna", attraverso una struttura a configurazione reticolare fra le Aziende Usl e l'Irst. L'obiettivo del Master è la formazione di infermieri con competenze professionali specifiche al fine di rispondere ai bisogni di natura preventiva, curativa, riabilitativa e palliativa negli ambiti operativi dell'area oncologica e delle cure palliative. La Direzione generale dell'Ausl di Forlì, attraverso la Direzione Infermieristica e Tecnica, è promotrice di tale iniziativa. I docenti provengono dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna e da altre strutture. Il Master si articola in moduli teorici e stage formativi strettamente correlati fra loro. Sono previsti 10 insegnamenti per un totale di 60 crediti formativi e di 1500 ore complessive. Cervese, una lunga e polemizzata strada. All'accordo siglato ieri si è arrivati dopo anni di discussi interventi. Già nel 1992 la Provincia, sfruttando la legge che destina fondi per migliorare la sicurezza sulle strade della Regione, fece il primo progetto di ammodernamento della strada che prevedeva il taglio degli alberi (i due famosi filari di pioppi) e l'esproprio di dieci metri di terreno su ambo i lati per ripiantare gli alberi. Il costo previsto era di due miliardi e mezzo di lire, finanziato a metà dalla Regione, il resto tra Comune e Provincia. Un anno dopo l'Anas aggiunge lavori di allargamento della sede stardale, portanola dagli attuali 6 metri scarsi a 8, facendo lievitare i costi a 8 miliardi e 650 milioni. Il Consiglio Provinciale il 31 agosto 1995 approva il progetto. Due anni dopo si firma la convenzione fra Provincia, Comune, Anas e Regione ma poco dopo, a seguito dell'ennesimo incidente mortale, il sindaco di Forlì con un'ordinanza, fa abbattere tutti i pioppi (427) sopravvisuti della Via Cervese. Nel progetto viene poi inserito l'abbattimento e il rifacimento dei due ponti sui torrenti Bevano e Torricchia per adeguarne la sezione idraulica. I costi lievitano di due miliardi e 800 milionidi lire. Nel 1998 la pratica viene inviata a Roma per l'appalto: costo dell'opera 11.461.163.448 in vecchie lire. Tre anni dopo il progetto viene modificato, limitati gli espropri laterali e nel 2003 viene consegnato all'Anas di Bologna il nuovo progetto esecutivo. Due anni dopo i Comitati di Quartieri della Cervese inscenano una imponente manifestazione lungo la via del mare. Il 23 settembre 2008 viene infine siglata la convenzione tra Anas e Provincia per sbloccare i fondi per la messa in sicurezza della Cervese.
Ausl: super-multa da 337mila euro
La Voce di Romagna del 24/09/2008 ed. Ravenna p. 13
Al reparto di otorino gli infermieri lavoravano troppo
RAVENNA - Il mancato rispetto dei turni di lavoro in uno dei suoi reparti ospedalieri costerà più di 337mila euro di multa all'Ausl di Ravenna. A tanto infatti ammonta l'importo complessivo di due sanzioni distinte per illeciti amministrativi notificate all'azienda sanitaria dall'ispettorato provinciale del lavoro. L'infrazione riscontrata riguarda il decreto legislativo 66 del 2003, esattamente gli articoli 7 e 9. Che definiscono rispettivamente i riposi giornalieri e settimanali del personale infermieristico. Dopo alcuni sopralluoghi svolti da tre ufficiali del ministero del Lavoro - che hanno esaminato i turni lavorativi dei nove infermieri impegnati nei servizi di ambulatorio e degenza nel reparto di otorinolaringoiatra nel periodo che va da agosto del 2003 a maggio del 2008 - è arrivata la notifica dei due verbali. Due in quanto nel quinquennio si sono alternate due diverse direzioni dell'assistenza infermieristica e quindi due diversi direttori: a loro sono indirizzati i verbali. A metà del 2006 il cambio direzione. Per il primo periodo la multa è di 181.340 euro. Per il secondo periodo la multa è invece di 156.030. Totale 337.370 euro. Nello specifico l'articolo 7 prevede un riposo di almeno undici ore ogni ventiquattro e a otorino è stato riscontrato un riposo di dieci ore e qualche minuto. L'articolo 9 prevede un giorno di riposo ogni sette lavorativi mentre a Ravenna il riposo ha cadenze variabili: a volte il sesto giorno a volte l'ottavo. L'Ausl ha già provveduto, come previsto dalla procedura, a fornire una memoria difensiva. A questo punto la palla torna nelle mani del ministero che dovrà valutare la difesa dell'azienda e procedere di conseguenza. Con due alternative: accogliere a pieno (o in parte) la difesa e quindi annullare i verbali (o una parte) oppure respingerla e procedere con l'ingiunzione di pagamento. In seguito l'Ausl potrà giocarsi l'ultima carta a sua disposizione: portare il caso davanti al giudice del lavoro. Tutto questo potrebbe arrivare a conclusione non prima di un paio di anni. Intanto l'azienda sanitaria si difende e lo fa attraverso le parole del direttore amministrativo Savino Iacoviello. Che conferma la difformità riscontrata a otorinolaringoiatra ma specifica che "il decreto legislativo in questione è l'attuazione di un direttiva comunitaria e il contratto nazionale prevede la derogabilità della materia riferita ai riposi giornalieri e settimanali (quelli oggetto delle multe, ndr) con strumenti compensativi o la possibilità di recupero". Misure che Iacoviello giudica presenti nel contesto ravennate: "Dal 1999 c'è un accordo con i sindacati degli infermieri per adottare un orario leggermente diverso ma più gradito al personale stesso. Cambiare l'orario vorrebbe dire cambiare la vita di circa mille turnisti. L'Ausl è solidale con i due dirigenti dell'assistenza infermieristica e si attiverà con tutti i mezzi a disposizione". Andrea Alberizia
Campania/ Benevento,trust di falsi invalidi:
2 arresti,71 denunce
Virgilio.it del 23/09/2008
Roma, 23 set. (Apcom) - Smantellato a Benevento un vero e proprio trust di 'falsi invalidi', con medici, infermieri laboratori compiacenti organizzati per rilasciare false certificazioni: 2 persone sono state arrestate e 71 state denunciate dai carabinieri del Nas di Salerno che hanno scoperto...Roma, 23 set. (Apcom) - Smantellato a Benevento un vero e proprio trust di 'falsi invalidi', con medici, infermieri laboratori compiacenti organizzati per rilasciare false certificazioni: 2 persone sono state arrestate e 71 state denunciate dai carabinieri del Nas di Salerno che hanno scoperto una truffa ai danni dello Stato tale da far lievitare i conti della spesa sanitaria dell'intera provincia beneventana.
Al termine di una complessa e articolata attività investigativa, coordinata dal pubblico ministero della procura della Repubblica di Benevento Francesco De Falco, i carabinieri del Nas di Salerno hanno bloccato e scoperto un tale traffico di falsi riconoscimenti di invalidità civile ed attestazioni di 'portatore di handicap' che ha portato la provincia di Benevento al secondo posto in Italia nel rapporto tra abitanti ed invalidi civili, con la conseguente lievitazione della spesa sanitaria di settore. Il gip Benevento ha emesso 2 ordinanze di custodia cautelare domiciliare, nei confronti del presidente di una commissione medica locale ed un membro della commissione medica di verifica. I due, con la collaborazione di altri medici, direttori e tecnici di laboratorio di analisi, infermieri professionali e personale amministrativo, avevano organizzato una vera e propria attività per la produzione di falsi certificati medici, falsi referti analitici e false valutazioni di invalidità a favore di beneficiari compiacenti, truffando sistematicamente il servizio sanitario nazionale.
Gli investigatori hanno accertato truffe su tutto il territorio della Asl Bn/01, realizzate utilizzando false certificazioni emesse dai medici coinvolti, e anche modelli prestampati di provenienza illecita o 'imitati' e alterando documenti autentici. Tutto pur di far apparire lo stato di salute di pazienti, compiacenti, più grave di quello reale, con il conseguente falso riconoscimento di un livello di invalidità civile o uno stato di portatore di handicap, tale da assicurare benefici o provvidenze assistenziali.
Già dai primi riscontri, sul numero delle false invalidità, gli investigatori hanno ipotizzato la presenza di una vera e propria rete criminale organizzata, poi con intercettazioni, appostamenti, controlli e pedinamenti, e infine attraverso perquisizioni e sequestri negli studi medici, nelle abitazioni auto degli indagati, è stata raccolta una "copiosa documentazione" , che hanno svelato la truffa e permesso di ricostruire "le responsabilità di ciascun indagato".
Dall'analisi dei dati informatici, solo sulla scorta delle indennità indebitamente percepite dalle persone prese a campione e per le quali è stata eseguita verifica in fase di incidente probatorio, nonché dai richiedenti ai quali sono state revocate le indennità da parte della commissione di verifica proveniente dal servizio ispettivo del ministero dell'Economia (anch'essi presi a campione), è stato possibile accertare una truffa ai danni dello Stato per una somma complessiva di circa 1.500.000 euro.
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