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La richiesta di prestazioni assistenziali di qualità e personalizzate è sempre più in aumento; si accresce pertanto anche il livello di competenza e responsabilità dell'infermiere nei confronti della persona assistita; i tempi esigono professionisti preparati, capaci di confrontarsi in équipe multidisciplinari e che sappiano dare garanzie sulle proprie azioni, in quanto consapevoli delle conseguenze che possono derivare dalle loro decisioni e dal modo di condurre gli interventi

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lunedì, novembre 10

Rassegna Stampa - 8.9.10-11-2008

… ci sveglieremo mai?
“Svegliamoci adesso” Un Infermiere dell’ASL NA5

È con estremo dispiacere che si rileva ancora una volta, un atteggiamento vessatorio da parte della classe dirigenziale medica, nei confronti di noi infermieri dell’ASL NA5, o almeno contro alcuni di quelli che non sono disposti ad abbassare sempre la testa ed acconsentire servilmente, a tutte le pseudo-legali richieste, in modo incondizionato.Ed ecco che, emblematicamente viene fuori l’assoluta “MANCANZA DI QUELLO SPIRTO CORPORATIVISTICO” che contraddistingue la nostra figura professionale. Purtroppo dimostriamo di essere un gruppo privo della cosiddetta colonna vertebrale, completamente privi di quel "UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO”, che aggiunto alla nostra numerosità , nonché all’evoluzione della professione determinata dai nuovi ed articolati processi formativi (Laurea triennale, Master di I° livello, Laurea specialistica biennale, Master di II° livello, ecc.), dovrebbe darci, un potere tale da riuscire ad ottenere nient’altro che il giusto rispetto dalla classe, sia medica che dirigenziale.Eppure, nonostante siamo la figura professionale più numerosa presente in ogni processo assistenziale della Sanità, siamo talmente disgregati, completamente non coesi, da essere assolutamente incapaci di contrapporci in maniera ragionevolmente decisa e compatta, all’ atteggiamento di chi ci vuole relegare nel ruolo di semplici esecutori di ordini.Questo non vuole essere un proclama, ma semplicemente un’analisi della realtà che ci vede posti in una condizione di sudditanza, di inferiorità rispetto al ruolo che dovremmo ricoprire e soprattutto ci impedisce di espletare la tanto agognata indipendenza professionale, sancita dalle vigenti norme giuridiche.Il Coordinatore Infermieristico è merce sempre più rara ed i pochi che ci sono, troppo spesso allo scopo di “salvaguardare il proprio orticello”, sono disposti perfino a subire sostituzioni di ruolo da parte di direttori di Unità Operative, i quali, non avendo nessun rispetto per la nostra figura professionale, assumono direttamente il compito di gestire l’organico, dando un taglio gestionale di tipo “PADRONALE”, della cosa pubblica.Sarebbe bene chiarire a chi potrebbe essere affetto da “DELIRIO D’ ONNIPOTENZA” per l’incarico dirigenziale ottenuto (troppo spesso solo politicamente), che” Aziendalizzazione della Sanità Pubblica” non vuol dire affatto “Raggiungimento di obiettivi personali o privati”, bensì conseguimento di risultati nel rispetto di tutti coloro che partecipano al programma assistenziale e soprattutto, mai a scapito di quelli per cui infine lavoriamo: gli utenti!Ben misera cosa è salire a regnare su un trono posto sulla fatuità, sulla fragile apparenza e non sulla solida roccia, ma … ad alcuni … ciò basta!

IN BREVE

Il Gazzettino del 08/11/2008 ed. PORDENONE p. II

INCIDENTI STRADALI
Scontri con sei feriti
Ieri mattina si sono registrati quattro incidenti stradali, due a Pordenone (uno in viale Venezia e l'altro in via Rimembranze); uno lungo la statale 13 nel territorio comunale di Fontanafredda e l'ultimo all'uscita dell'abitato di Sequals. Il bilancio complessivo è di sei feriti lievi, tutti medicati al Pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria degli Angeli. Sui luoghi degli incidenti, oltre all'ambulanza del "118" e ai Vigili del fuoco, sono intervenuti per i rilievi gli agenti della Polizia stradale.
INFERMIERI
Convegno sull'eccellenza
Seconda giornata di confronto oggi, a Sacile, al Teatro Zancanaro, del convegno, organizzato dal Consiglio direttivo del Collegio Ipasvi della provincia di Pordenone, dal titolo "La professione infermieristica e l'accreditamento all' eccellenza delle strutture sanitarie". Verranno presentate anche esperienze di altre realtà regionali.
ECONOMIA
Toc, moneta locale
Dopo un periodo di lancio a Pordenone, è nato il Progetto Toc Friuli, una serie di incontri per illustrare ai cittadini che cosa è il Toc, antica moneta pordenonese. Oggi, nella sala Brugnacca dell'Informagiovani di Sacile, alle 10, è in programma un incontro su "Le buone pratiche - Come costruire i nodi della rete di economia solidale".
FIORISTI
Tre giorni dedicati al Natale
La Scuola fioristi del Friuli Venezia Giulia inaugura oggi, in via Palazzato 4, Isola Morosini, alle 10.30, l'evento culturale "Atmosfere di Natale", tre giornate legate al mondo della tavola, ai vini, ai fiori. L'evento proseguirà anche domani e lunedì con dimostrazioni d'arte floreale dedicate agli operatori del settore.
CAFFÈ LETTERARIO
Miti e archetipi di Marta Polli
Organizzata dall'Associazione Amici della Cultura, ad occupare gli spazi del Caffè Letterario di Pordenone, ancora solo per oggi, è la mostra di Marta Polli "Miti e archetipi".
GIOVANNI CENTAZZO
In mostra il sogno Friuli
Verrà inaugurata questa sera, alle 18, nella galleria d'arte Rettori Tribbio 2, a Trieste, in piazza Vecchia 6, una nuova mostra del pittore pordenonese Giovanni Centazzo, dal titolo "Sognando il Friuli", che rimarrà aperta fino al 21 novembre. Orari: feriali 10-12.30 e 17-19.30; festivi 11-12.30 (lunedì chiuso). Domenica 16, in occasione del Mercatino dell'antiquariato, l'orario sarà 10-13 e 15.30-18.30.
LABORATORI
Torna l'Accedemia dei ragazzi
Oggi, per il quarto anno consecutivo, parte il laboratorio per piccoli attori (dagli 8 ai 12 anni) organizzato dalla Scuola Sperimentale dell'attore. Il laboratorio per piccoli attori (dagli 8 ai 12 anni), è condotto da Lucia Zaghet. Info: 0434.520074.


Gli infermieri e l'etica Nuovo codice in arrivo

Il Gazzettino del 08/11/2008 ed. UDINE p. V

Un maggiore coinvolgimento nei processi decisionali che riguardano le implicazioni etiche connesse all'assistenza sanitaria. È il ruolo rivendicato dagli infermieri impegnati quotidianamente nel fornire risposte attinenti ai bisogni e alle esigenze delle persone che, spesso, nel campo dell'assistenza sanitaria, toccano anche la sfera etica. Un ambito che, secondo la categoria, merita una maggior livello di conoscenza, approfondimento e condivisione a ogni livello: nella struttura sanitaria, in primis, tra tutte le figure coinvolte nell'assistenza ma anche tra gli utenti chiamati a scelte importanti, da prendere nella piena consapevolezza. Per poter far fronte a queste nuove responsabilità che includono anche una maggior apertura verso l'esterno mirata a una miglior conoscenza tra i cittadini del complesso funzionamento del sistema sanitario (a partire dai costi delle cure sempre più all'avanguardia, sofisticate e altrettanto richieste), i momenti di confronto come quello organizzato ieri al cinema Visionario dal Collegio Ipasvi (infermieri professionali, assistenti sanitari e vigilatrici d'infanzia) di Udine, diventano sempre più indispensabili. Introdotto dalla presidente del Collegio udinese, Fabia Bassan che ha ricordato gli obiettivi dell'incontro organizzato anche per aprire il dibattito sul nuovo Codice Deontologico degli infermieri (un aggiornamento al testo del 1999, resosi necessario in virtù dell'evoluzione della professione infermieristica), l'approfondimento è proseguito con la proiezione di alcune scene di film come Lo scafandro e la farfalla, pellicole che evidenziano problematiche personali e professionali affrontate quotidianamente in molte strutture per il servizio alla salute. Molteplici gli argomenti analizzati dai relatori intervenuti alla tavola rotonda (lo psichiatra Marco Bertoli, il giornalista Gianpaolo Carbonetto, don Pierluigi Di Piazza e il ricercatore pedagogista Davide Zoletto) e portate all'attenzione della categoria che a Udine è rappresentata da 3626 infermieri professionali, 188 assistenti sanitari e 88 vigilatrici d'infanzia per un totale di 3.902 professionisti (una cinquantina in più rispetto al 2007). Si tratta di temi di stretta attualità come l'influenza nel sistema dei valori di riferimento e dei diritti, di una società sempre più multietnica e multiculturale; la rincorsa frenetica alle attività terapeutiche nel fine-vita (ha benefici reali?, sempre?, si tengono in esatta considerazione i risvolti non previsti? che posto reale occupa la garanzia di qualità della vita residua?), il concetto di salute oggi sempre più dilatato che deve fare i conti con risorse sempre più limitate. Questioni sulle quali gli infermieri ritengono utile sentire più pareri e punti di vista per capire come gestire il rapporto quotidiano con i pazienti.



Un'analisi accurata della difficile situazione...

Il Mattino del 08/11/2008 ed. CASERTA p. 40

SERGIO BENEDUCE Un'analisi accurata della difficile situazione della sanità in Campania e la proposta di cambiare radicalmente le politiche di gestione di questo settore di fondamentale importanza per l'intera regione. Con questi obiettivi si è svolto ieri pomeriggio, presso il Grand Hotel Vanvitelli, il dibattito «Crisi della sanità in Campania», organizzato dalla segreteria provinciale dell'Udc. L'incontro, moderato dal segretario provinciale del partito centrista Angelo Consoli, ha visto la partecipazione, fra gli altri, del deputato e coordinatore regionale dell'Udc, Domenico Zinzi, del deputato Nunzio Testa, del presidente del comitato cittadino dell'Udc, Franca Cosima Cincotti, del segretario Cisl Fp, Rino Brignola, del vicepresidente dell'Ipasvi, Mario Falco e dell'ex deputato Paolo Santulli. Il dibattito ha toccato una notevole serie di temi, anche se l'attenzione dei relatori è stata focalizzata principalmente sulle difficoltà della sanità in Campania e sull'elaborazione di nuove idee per la gestione del settore in futuro. «Nel piano regionale ospedaliero, - ha spiegato Domenico Zinzi - che serve ad evitare il commissariamento, vediamo diverse distorsioni. Ho l'impressione che nel redigere tale piano si sia pensato più a salvare l'assessore Montemarano che a studiare un miglioramento della situazione. Purtroppo la Campania accumula un ritardo di dieci anni, frutto di una cattiva amministrazione. In tal senso, il Parlamento ha istituito una commissione d'inchiesta che intende far luce sui bilanci delle regioni i cui conti sono in rosso per quel che concerne la sanità. Tra loro, ovviamente, c'è anche la Campania». Per il coordinatore regionale dell'Udc è necessaria una nuova gestione delle politiche sanitarie regionali: «La razionalizzazione delle spese - ha detto Zinzi - è necessaria. Tuttavia, non bisogna tagliare i servizi ai cittadini, ma gli sperperi. Le aziende sanitarie sono oberate dalle spese legali e vengono elargite tantissime consulenze di ogni ordine e grado. La situazione debitoria esistente è frutto di una cattiva gestione della sanità, di tipo clientelare che ha l'unico scopo di catturare consensi. Ripeto, non vanno tagliati i servizi essenziali, specie ai cittadini che vivono nelle zone interne». Il segretario provinciale dell'Udc, Angelo Consoli, ha sottolineato che «la crisi della sanità in Campania non è solo di carattere economico, ma strutturale. C'è una crisi di gestione e la classe dirigente regionale non riesce a capire come tirare fuori questo settore dall'enorme difficoltà in cui si trova. Occorre un nuovo modello di sanità. In provincia di Caserta, per esempio, si deve pensare a specializzare gli ospedali più piccoli e collegarli strettamente con una grande struttura quale quella del capoluogo. Inoltre - ha concluso Consoli - credo si debba riflettere sulla possibilità di una sanità che sappia coniugare il pubblico col privato, dando vita a un'assistenza mista».



Il paziente uscito dal coma

La Nazione del 09/11/2008 ed. Siena p. 6

Respira da solo da 48 ore il pensionato di Asciano
IL SESSANTASETTENNE di Asciano a cui era stato somministrato un farmaco sbagliato durante il ricovero alle Scotte è stato fatto uscire dal coma farmacologico. E' ancora ricoverato in rianimazione e dall'altro ieri respira da solo. Le sue condizioni, comunque, sono ancora molto serie. I medici che dallo scorso 21 ottobre si stanno prendendo cura dell'uomo a cui era stata iniettata insulina al posto dell'eparina non si pronunciano sugli eventuali effetti che potrebbe aver provocato il medicinale. Nei prossimi giorni i sanitari decideranno se trasferire il pensionato di Asciano in un centro di riabilitazione. Intanto sull' episodio prende posizione il collegio Ipasvi di Siena che rappresenta i 1664 professionisti infermieri operanti nella provincia. «Esprimiamo il più profondo rincresciemento per il drammatico evento verificatosi al Santa Maria delle Scotte - dice la nota - e ci stringiamo vicini alla persona colpita e a tutti i suoi familiari». L'IPASVI manifesta quindi «vicinanza all'infermiera - stimata professionista - a cui è stato attribuito il grave errore nella consapevolezza del marasma umano e professionale che sta vivendo. Il collegio Ipasvi nella veste di organismo di rappresentanza professionale degli infermieri, ma anche dell'Ente di tutela dei cittadini per conto dello Stato, è impegnato nell'approfondimento dei fatti sia per definire, in stretta collaborazione con gli organi preposti - concliude il documento - , modalità operative che annullino il ripetersi di tali drammatici eventi, sia perché non sia disconosciuta la competenza professionale e la dedizione verso i propri assistiti da sempre espressa dal gruppo professionale infermieristico della provincia di Siena».



La Nuova Venezia ...

La Nuova Venezia del 10/11/2008 ed. Nazionale p. 49

Concorsi Pubblici Questi i concorsi pubblicati nel Bollettino Ufficiale della Regione Veneto del B.U.R. n. 92 del 07/11/2008. Dal momento che lo spazio è limitato e possiamo in tutti i casi pubblicare solo una sintesi dei concorsi (ad esempio non pubblichiamo i concorsi dell'area medica nelle ULSS). Invitiamo gli interessati a rivolgersi per avere ulteriori informazioni alla parte finale di ogni concorso dove sono indicate.AZIENDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO UNIVERSITARIO (E.S.U.), PADOVA. Avviso di selezione pubblica, per titoli ed esami, per la formazione di una graduatoria per assunzioni a tempo determinato di personale da inquadrare in categoria b, posizione economica b/3, profilo di"collaboratore professionale amministrativo». Requisiti di ammissione Titolo di studio: Attestato di qualifica triennale ad indirizzo specifico (addetto alla segreteria d'azienda, addetto alla contabilità d'azienda, operatore della gestione aziendale, operatore dell' impresa turistica) o qualunque diploma di scuola media superiore di durata quinquennale. Il termine per la presentazione delle domande scade il 150 giorno successivo alla pubblicazione del presente avviso nel Bollettino Ufficiale della Regione Veneto.Per informazioni e per ottenere copia integrale del bando di concorso rivolgersi all'Ufficio Risorse Umane dell'Azienda ESU di Padova Via San Francesco n. 122 - PADOVA - 049/8235651 - 0498235654 o al sito internet www.esu.pd.it (bandi).COLLEGIO PROVINCIALE IPASVI, VERONA. Rettifica concorso pubblico per un contratto, a tempo indeterminato, quale operatore amministrativo con inquadramento in Area B e posizione economica B3.Nel Bollettino ufficiale n. 86 del 17 ottobre 2008, a pag. 39, è stato pubblicato il concorso pubblico per un contratto, a tempo indeterminato, quale operatore amministrativo con inquadramento in Area B e posizione economica B3. Il testo dell'oggetto summenzionato è errato e viene così corretto: «Concorso pubblico per un contratto, a tempo indeterminato, quale operatore amministrativo con inquadramento in area B e posizione economica B2».COMUNE DI BOVOLONE. Concorso pubblico per titoli ed esami per n. 2 posti di agente di polizia locale cat, c posizione c1. Requisiti di ammissione: diploma di scuola secondaria di 20 grado (maturità) che consente l'accesso all'Università; e la patente di guida Cat. A e B o superiore. Termine di presentazione delle domande: 28.11.2008 Per informazioni rivolgersi a: Ufficio Personale del Comune Tel. 045/6995231 o sul sito: ww.bovolone.net.COMUNE DI CAMISANO VICENTINO. Concorso pubblico, per titoli ed esami, per n. 1 posto di istruttore, agente di polizia locale, Categoria C/C1.Requisiti di ammissione: Diploma di maturità scuola media superiore + patente di abilitazione alla guida di autoveicoli (cat.B). Termine di presentazione delle domande: entro 30 giorni dalla data di pubblicazione nel BUR. Per informazioni rivolgersi a: Ufficio Personale del Comune (Tel. 0444/419912 - Fax. 0444/419960 - e-mail: segreteria@comune.camisanovicentino.vi.it).COMUNE DI DOLO. Avviso di mobilità esterna per la copertura di n.1 posto di funzionario tecnico cat. d3 a tempo pieno e indeterminato presso il settore lavori pubblici. I dipendenti pubblici a tempo pieno e indeterminato interessati, appartenenti a categoria e profilo professionale corrispondente a quello specificato, possono presentare domanda in carta semplice entro 30 giorni dalla pubblicazione dell'avviso sul B.U.R. indirizzata al Comune di Dolo - Via Cairoli n. 39 CAP 30031 DOLO (VE), Ufficio Personale attraverso: - Raccomandata A/R al seguente indirizzo: Comune di Dolo Via Cairoli n. 39 -30031 Dolo (VE) -Fax n. 041/5103264 - e-mail: urp@comune.dolo.ve.it - consegna a mano all'Ufficio Protocollo del Comune di Dolo.COMUNE DI DOLO. Selezione pubblica per titoli ed esami per la copertura di n. 1 posto di istruttore direttivo tecnico cat. d1 con rapporto di servizio intero a tempo indeterminato da assegnare al settore edilizia privata - urbanistica - Requisiti di ammissione: diploma di laurea quinquennale o laurea di durata triennale secondo il nuovo ordinamento in Ingegneria Civile o Architettura Termine di presentazione delle domande: 30 gg. dalla pubblicazione sul BUR. Per informazioni: www.comune.dolo.ve.it o Ufficio Personale tel. 041/412474. COMUNE DI PINCARA.Concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di n. 1 posto di istruttore amministrativo a tempo parziale (18 ore) ed indeterminato - categoria c posizione economica c1 - area amministrativa-contabile-segreteria. Termine di presentazione domande: 22 novembre 2008 ore 12.00; Per informazioni rivogersi a: ufficio personale del Comune di Pincara nei giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 12.30 al numero di telefono 0425/745100 o sul sito internet www.comune.pincara.ro.it.COMUNE DI PIOMBINO DESE. Avviso assunzione personale per mobilità. Il Comune di Piombino Dese intende assumere i sottoriportati profili professionali tramite l'istituto della mobilità volontaria (art. 30 D.Lgs.vo n. 165/2001): a) Istruttore Direttivo Tecnico, Area Edilizia privata, cat D b) Istruttore Tecnico, Area Edilizia Privata, cat C c) Agente di Polizia Locale, cat C Il personale interessato, dipendente di ruolo presso una P.A., può presentare domanda entro il 29.11.2008. Il bando completo è reperibile sul sito web del Comune di Piombino Dese: www.comune.piombinodese.pd.it Informazioni tel. 049.9369412



Maleducazione,
attese interminabili e troppi silenzi tra medico e malato: MARCO ACCOSSATO

La Stampa del 09/11/2008 ed. TORINO p. 56

E' un rapporto difficile, in Piemonte, quello tra medici, infermieri, pazienti e familiari dei pazienti. Il 5 per cento delle segnalazioni giunte in un anno al Tribunale per i Diritti del malato riguarda comportamenti non sempre «umani» di chi si occupa della nostra salute. In ospedale, ma anche fuori. Le denunce inviate al Tribunale raccontano casi di maleducazione, fretta, di parole non dette (o mal dette), ma anche di relazioni conflittuali con le strutture sanitarie: Rsa, centri per la riabilitazione, case per lungodegenza.Il Piemonte - va ammesso - è una delle regioni dove la Sanità è più efficiente. Ma dove la tecnica, l'esperienza e la bravura indiscussa di molti vincono rispetto al resto d'Italia, i rapporti umani lasciano - evidentemente - ancora a desiderare: «Il fattore comportamenti è un elemento di grande preoccupazione, trasversale rispetto a tutte le segnalazioni che riceviamo», ha dichiarato ieri Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva, durante il III congresso regionale del movimento, in programma a Torino Incontra. «Capita spesso di leggere denunce di presunti errori talmente piene di comportamenti scorretti che alla fine ci si trova a domandarsi se in quella vicenda c'è stato davvero un errore». Negli ultimi dodici mesi, rivela il Tribunale per i diritti del malato (che fa parte di Cittadinanzattiva), le proteste sono cresciute di un punto percentuale. E le segnalazioni sono in aumento su tutti i versanti: crescono del 3 per cento le lamentele contro i medici di famiglia, del 6 quelle contro i pediatri di libera scelta, del 6,3 quelle che riguardano l'assistenza riabilitativa.Non è, purtroppo, l'unico motivo di insoddisfazione del cittadino nel suo rapporto chiaroscuro con la Sanità. E se da un lato il Piemonte brilla per facilità d'accesso alle informazioni sanitarie (soltanto il 2,2% di lamentele rispetto al 17% della media nazionale), d'altro canto i piemontesi «continuano a dover affrontare liste d'attesa infinite, costi eccessivi e scarsa assistenza sanitaria residenziale: il Piemonte supera, col 3,8 per cento di segnalazioni contro Rsa e lungodegenze, la media del malcontento nel Paese, che tocca il 2 per cento».Sono aumentati i casi di presunte infezioni intra-ospedaliere: «E' attribuito a un'infezione - ha calcolato il Tribunale per i diritti del malato - l'11 per cento di tutti i casi di malpratica in ortopedia, il 10,5 nell'assistenza riabilitativa, il 6 per cento in odontoiatria». «Quello dell'errore medico - dice Giuseppe Paletto, vicesegretario regionale di Cittadinanzattiva - rimane, nonostante una diminuzione delle segnalazioni a livello nazionale, il maggior terreno di scontro fra i cittadini e Sanità italiana». A livello regionale, l'incidenza è significativa: il 25,8 per cento delle proteste riguarda questo tema, contro il 18 per cento della media nazionale. I numeri confermano in più la tendenza all'errore in fase terapeutica (interventi chirurgici e cure) piuttosto che in quella diagnostica.«Il vero nodo della questione - commenta Paletto - è la "qualità percepita"». Spiega: «Ciò che per un medico, un infermiere o una struttura sanitaria è un servizio di buon livello, o quantomeno soddisfacente, non è detto che sia percepito come tale dal cittadino che lo sperimenta». Due esempi denunciati al congresso: al Mauriziano l'orario domenicale delle camere mortuarie è più breve di quello degli altri ospedali. «Un paradosso - osserva il Tribunale per i diritti del malato - perché la domenica è il giorno in cui non si lavora e si potrebbe rendere omaggio ai defunti più che negli altri giorni». Sempre al Mauriziano è stato lamentato in alcuni reparti l'orario di ricevimento dei medici a metà mattina, «quando di solito i parenti dei ricoverati lavorano, così sono costretti a prendere un permesso». Un altro caso emblematico: «La figlia di un paziente ci ha raccontato che il padre è stato ricoverato in un reparto di rianimazione d'eccellenza, dove pareva di essere alla Nasa tanti erano i monitor che controllavano le condizioni dei ricoverati. Dopo pochi giorni è stato trasferito in una Medicina, dove c'era un solo infermiere per una quantità enorme di malati. Quale sarà stata la "qualità percepita" di questo reparto di Medicina?». Altre denunce raccontano di medici decisamente scontrosi: «Ho portato mio figlio di un anno in ospedale per una radiografia. Ero preoccupatissima, a fine esame ho chiesto al medico se poteva dirmi qualcosa sul risultato dell'esame, e lui, senza neppure guardarmi in faccia: "Lo leggerà nel referto, arrivederci..."».Anche solo sapere se si è esenti dal pagamento del ticket può diventare un'impresa ardua (3,7% delle segnalazioni). Idem trovare un medico disposto a rilasciare un certificato (11% delle proteste).www.lastampa.it/accossato



Nella babele dove si curano gli ictus

Il Gazzettino del 08/11/2008 ed. ROVIGO p. V

Viaggio tra corridoi e ambulatori nel dipartimento di Neuroscienze dell'ospedale di Rovigo, smembrato in tre parti Archivi nei bagni, servizi anche a 900 metri uno dall'altro e indicazioni quasi inesistenti«Per trovare dov'era ricoverata in gravi condizioni nostra madre quella sera ci abbiamo impiegato un'ora e quarto da quando siamo entrati dal pronto soccorso. Non c'è un cartello e nessuno che ti dia indicazioni giuste su dove andare». Non un ospedale, insomma, ma una babele di corridoi e anfratti dove perdersi.
Lo sfogo è dei familiari di una paziente ricoverata tempo fa al dipartimento di Neuroscienze del Santa Maria della Misericordia di Rovigo. Persone semplici, come migliaia d'altre che affollano il nostro ospedale. Che pagano le tasse e chiederebbero solo servizi sanitari pubblici a misura di persona.
Abbiamo voluto ripercorre di persona, da cronisti, l'odissea notturna di quei cittadini. Per raccontare quello che hanno vissuto con la pena nel cuore. Nessuno ci ha fermato lungo i corridoi. Non siamo entrati in porte chiuse. Il giro è bastato per toccare con mano il degrado e l'irrazionalità del dipartimento. Le quattro strutture di cui è composto (neurologia, neurochirurgia, neorofisiopatologia e neuroradiologia) sono smembrate in tre diverse sedi distanti anche 900 metri (qualcuno li ha contati) una dall'altra. Metri più lunghi di una gara di mezzofondo che malati, medici, familiari e infermieri sono costretti ad affrontare.
Si entra dal pronto soccorso e dopo cento passi si trova l'unico cartello con scritto in rosso: neurologia, degenze al 5. piano. In realtà la struttura operativa complessa (Soc, così si chiama in gergo tecnico) di neurologia è al 2. piano del corpo D. Quello dove ci troviamo adesso. Per raggiungerla dal cartello con scritta rossa bisogna prendere l'ascensore (Neurologia 2. piano c'è scritto però solo dentro). Oppure fare 44 scalini ed altri 50 passi fra i corridoi. Solo allora si trova un secondo cartello, alla porta d'ingresso. Il reparto ha 16 posti letto (un tempo erano oltre 30). C'è un solo studio medico. Serve per visitare pazienti interni, esterni, per parlare con in familiari e fare tutto il resto. Privacy zero. Talvolta si è costretti a usare il corridoio come luogo per comunicare diagnosi anche gravi.
Continuando la camminata, al 5. piano del corpo M, da tutt'altra parte dell'ospedale, c'è la struttura operativa semplice (Sos) di neurofisiopatologia. Qui si trova il Day Hospital neurologico, con un posto letto e le 2-3 poltrone. Altrove è situato vicino al reparto, com'è più ragionevole. Carte, letti e schedari sembrano ammassati senza ordine. Indegna la condizione in cui versa l'archivio dell'ambulatorio: documenti e cartelle sono ospitate in un bagno, fra il wc e il lavandino! Gli operatori hanno lo spogliatoio in un altro bagno. In questa zona ci sono anche gli studi dei medici della neurologia.
Sempre al 5. piano, nella torre chirurgica, dalla parte opposta sopra il vecchio pronto soccorso, si trova la Soc di neurochirugia, con 10 posti letto. Passando in corridoio nella stanza degli infermieri abbiamo visto scatoloni ovunque e fra di essi un paziente in barella! C'è un'unica sala medica (scrivanie, lettino, armadietto) per ogni evenienza. Passando attraverso questa stanza promiscua si accede ai locali con i 7 posti per acuti, persone con la vita appesa a un filo. La chiamano Stroke Unit. Dovrebbe esserci un monitor ogni posto, per controllare le funzioni vitali dei ricoverati. Ce ne sono solo 4. La Stroke Unit fa parte della Soc di neurologia (quella ospitata al 2. piano, all'inizio del viaggio, ricordate?) che è così spezzata a metà. Come il personale infermieristico. Sempre qui abbiamo la Sos dipartimentale di radiologia, quarta e ultima struttura del dipartimento di Neuroscienze.
In una simile situazione (a dicembre cambierà ancora, perchè la Soc di neurochirurgia verrà spostata, mentre le sale operatorie resteranno dove sono) a Rovigo si curano ictus, sclerosi multiple, demenze, morbo di Parkinson più altri gravi e purtroppo non rare malattie. I medici per farlo sono 5 (di cui una in gravidanza). La carenza di personale pare vada avanti da anni. Secondo la pianta organica dovrebbero essere 8 (compreso il direttore) e minimo 7 per mantenere quantità e qualità dei servizi richiesti. Si sorbiscono anche 160-180 ore di guardia il mese, più tutto il resto. In media sono in servizio 50-60 ore a settimana. Qualche tempo fa uno non ce l'ha più fatta e si è dimesso. I concorsi sono stati fatti, le graduatorie pubblicate, ma di assunzioni neanche l'ombra. Gli infermieri sono oltre 30, una ventina avrebbe chiesto da tempo il trasferimento altrove per protesta contro le condizioni di lavoro. Non bisogna andare lontano (Legnago, Mestre, Monselice) per trovare situazioni diverse e meglio organizzate.
Possiamo davvero definire questo uno dei livelli d'eccellenza della sanità polesana proposta dall'Ulss 18 e dall'ospedale di Rovigo?
Ivan Malfatto



Ospedale, 20 posti letto per il reparto di Urologia

Il Secolo XIX del 09/11/2008 ed. La Spezia p. 24

Carlucci: «Niente tagli a Chirurgia, ma una migliore organizzazione»E' PARTITO il conto alla rovescia per l'avvio del trasferimento del reparto di urologia dalla Spezia all'ospedale San Bartolomeo di Sarzana. Per domani è infatti prevista la riunione definitiva a Sarzana per gli spostamenti degli arredi e sistemare gli ultimi dettagli prima dell'avvio del trasferimento che inizierà nei prossimi giorni. Il nuovo reparto di urologia del San Bartolomeo avrà a disposizione sedici posti letto in aggiunta ai quali ve ne saranno altri quattro per il day surgery. Con la nuova pianificazione, chirurgia disporrà di 14 posti letto e due day surgery. «I posti letto assegnati al San Bartolomeo sono adeguati agli indici di occupazione - spiega il direttore medico del presidio ospedaliero del Levante Ligure, Decia Carlucci - Non vi sono tagli, solo una pianificazione adeguata alle esigenze della struttura sanitaria». I complessivi 30 posti letto tra urologia e chirurgia, saranno gestiti da 18 infermieri che garantiscano la presenza di tre unità per turno, dieci dei quali già operanti al San Bartolomeo ed otto che arriveranno dall'ospedale spezzino. In reparto, sulle 24 ore lavoreranno anche tre Osa, un caposala e cinque infermieri "diurnisti" in servizio solo per il day surgery. «Il trasferimento del reparto di urologia all'ospedale di Sarzana rappresenta una maggiore offerta del San Bartolomeo sul territorio di qualifica ed opportunità per gli utenti - aggiunge la Carlucci - Il trasferimento è stato concordato in base ad un protocollo definito anche con le organizzazioni sindacali, compreso naturalmente lo spostamento degli infermieri che dalla Spezia arriveranno a Sarzana». Per domenica 23 novembre dovrebbe essere completato il trasferimento e urologia aprirà ufficialmente i battenti a Sarzana e dal giorno successivo il reparto sarà operativo. Non solo. A breve al San Bartolomeo arriverà anche il Litotritore, l'apparecchiatura nota con il nome di "frantuma calcoli", che prevede l'utilizzo per oltre 700 interventi l'anno eseguiti in regime di day surgery. La speciale macchina sarà collocata vicino gli ambulatori. Con l'arrivo del reparto di urologia, dal San Bartolomeo alla Spezia è trasferito il modulo sperimentale di urologia, ovvero gli ambulatori che SILVA COLLECCHIA erano presenti al San Bartolomeo. La struttura semplice sarà collocata al Sant'Andrea, mentre il servizio di endoscopia urologica sarà trasferita al Felettino. Intanto, per restare sul tema della sanità, ieri pomeriggio al centro sociale Barontini si è svolto un incontro dal titolo "sanità allo sfascio" al quale hanno preso parte le associazioni locali che tempo denunciano la grave situazione spezzina. Tra gli altri c'erano il Comitato sanità della Val di Magra, il comitato spontaneo contro la privatizzazione Adi, il Tribunale del Malato e il comitato solidarietà della Vallata del Magra.
Foto: Il reparto di Urologia sarà operativo entro la fine di novembre


Precariato, gli ospedali faranno tilt

Il Tempo del 10/11/2008 ed. Latina

Prendiamo atto che finalmente i nostri politici cominciano ad interessarsi delle problematiche degli infermieri, di ruolo e precari, della sanità pontina.Il NurSind, il Sindacato delle Professioni Infermieristiche, ha da tempo evidenziato oltre ai problemi storici che affliggono gli infermieri, il problema di quelli precari. Gli Infermieri nell'Asl Latina sono 1565, di questi 285 sono precari. Il 70% dei precari è in servizio presso il «Goretti». Dei 285 precari 150 dovrebbero essere stabilizzati in base alla Finanziaria 2007, dall'ospedale San Giacomo di Roma arriveranno 19 infermieri che verranno così dislocati: 15 al sud (Formia), 3 al centro (Terracina), 1 al Nord (Latina). Se al 31/12/08 non verrà rinnovato il contratto ai restanti precari, si avrà una carenza di infermieri che colpirà soprattutto l'organico, già carente, del «Goretti». Dal giugno scorso il nostro ospedale è sede di Dea di II livello e deve dare risposta alle urgenze ed emergenze, oltre che di tutta la provincia pontina, anche a quelle che afferiscono dalla vicina provincia di Frosinone. In alcuni dei reparti del Dipartimento di Emergenza l'organico è composto in parte da personale infermieristico precario e il continuo ricambio ed addestramento di personale può inficiare la qualità dei livelli di assistenza. Allora ci chiediamo, che Dea di secondo livello è questo, se non si può garantire nemmeno il minimo assistenziale per i degenti. Tutte queste domande meritano risposta. *segretario provinciale NurSind Latina



L'ispettrice regionale in visita alla Cri

La Nazione del 09/11/2008 ed. Grosseto p. 13

- ORBETELLO - L'ISPETTRICE regionale del corpo delle infermiere volontarie della Cri, la sorella Sebregondi, è stata in visita all'ispettorato del corpo di Orbetello, presso il comitato locale della Cri. L'ispettrice ha incontrato e riunito le infermiere della Cri orbetellana, coordinate dall'ispettrice del comitato, sorella Rosanna Crotti Pianelli, con le quali ha discusso delle attività in corso e dei progetti di questo gruppo operativo. Sono state soprattutto messe in cantiere alcune iniziative a cura del corpo delle infermiere volontarie della Cri di questa zona. L'ispettrice regionale Sebregondi, prima di ripartire per Firenze, ha poi incontrato il responsabile del comitato orbetellano della Cri.


Il tumore nei bambini: come essere d'aiuto

Brescia Oggi del 09/11/2008 p. 16

di Thomas Orlando Il delicato percorso di cura dei bambini affetti da tumori e leucemie: dopo l'impatto disorientante della prima diagnosi, le vie terapeutiche più adatte, per giungere infine alla guarigione, un traguardo arduo, comunque possibile. La radiologia pediatrica, la radioterapia e la chemioterapia pediatrica, nonché le difficoltà tecniche del bambino onco-ematologico in sala operatoria. Come migliorare e rendere ottimale il trattamento medico e il supporto psicologico in favore dei piccoli pazienti e verso i genitori durante tutto il periodo di cura, dall'accettazione alla dimissione. Questi e altri temi sono stati trattati ieri nel convegno medico «I bambini con patologie onco-ematologiche: dalla cura al prendersi cura. La parola agli infermieri», svoltosi nella «Casa San Filippo» di via Ferrando per iniziativa dell'Abe, Associazione bambino emopatico, in collaborazione con il Reparto di Oncoematologia pediatrica e trapianto midollo osseo degli Spedali Civili di Brescia e con il Dipartimento oncologico provinciale. La giornata di studio, rivolta agli infermieri, ai medici, ai pediatri di base, agli specialisti e a tutti gli operatori sanitari, ha visto anche una numerosa presenza di famiglie, padri e madri che hanno voluto raccontare la loro esperienza diretta, quindi gli ostacoli, le difficoltà, ma pure la forza e la voglia di riuscire che gli stessi malati, i bambini, sono in grado di donare anche in situazioni così particolari. DOPO IL SALUTO dei rappresentati del Civile - Raffaele Spiazzi, direttore sanitario dell'ospedale dei Bambini, e Fulvio Porta, responsabile dell'Oncoematologia pediatrica - l'apertura dei lavori ha visto l'immediata esposizione dei dati sulla diffusione della patologia. Il numero dei bambini affetti da tumori e leucemie si mantiene in Italia e in Lombardia costante, come comprovano le ricerche statistiche. Nei soggetti da zero a 14 anni, i tumori infantili rappresentano la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. Nel biennio 2005-2007 i nuovi pazienti giunti al reparto di Oncoematologia pediatrica del Civile - che è centro di riferimento nazionale - sono stati 132, mantenendosi quindi costanti sugli oltre 50 nuovi casi all'anno. «Oggi le probabilità di buona riuscita per questi piccoli non sono sicure per tutti - ha spiegato Porta -. Nonostante l'encomiabile dedizione e impegno di medici specialisti, di infermieri, psicologi e volontari, ma anche nonostante gli sviluppi della scienza, a oggi i casi di guarigione dei bambini sono 7 su 10». Un dato che non scoraggia l'impegno di questi professionisti, che tutti i giorni si trovano nella situazione di far fronte ai casi di disagio fisico e psicologico di questi giovani pazienti. «Per questo - aggiunge - l'attività dei volontari è fondamentale. All'interno dei centri c'è necessità di persone che siano in grado di dare un supporto psicologico sia ai malati, sia ai familiari». Proprio a tal fine l'Abe svolge da anni una preziosa attività di volontariato. Per informazioni, si può consultare il sito www.associazionebambinoemopatico.it .


Fermi vigili, infermieri, maestri
E lunedì black out dei trasporti

Corriere del Veneto del 07/11/2008 ed. VENEZIA p. 8

Oggi lo sciopero del pubblico impiego. Chiusi venti nidiPossibili disagi alla viabilità per il corteo della Uil sanità dal centro commerciale Panorama a piazzale Roma MESTRE - Braccia incrociate oggi per i dipendenti pubblici. Medici, infermieri, vigili, operatori di case di riposo e lavoratori di Comune e Provincia, compresi i maestri di asili nido e di scuola materna, scioperano per il rinnovo del contratto. Qualsiasi pratica potrebbe essere difficile: alla manifestazione di Padova sono attese 5 mila persone, la Cgil calcola che sciopererà un dipendente su due. Sono chiuse le 20 scuole materne del Comune e metà dei nidi. E' solo il primo round. Lunedì si fermano tutti i trasporti: bus, vaporetti, treni. Qualche disagio alla viabilità ci sarà anche oggi: a bordo di 150 automobili gli aderenti alla Uil Flp (sanità e enti locali) alle 9.30 marceranno a passo d'uomo dal centro commerciale Panorama a piazzale Roma. La Uil, che non aderisce al corteo di Padoa, farà un volantinaggio alla stazione e sul ponte della Costituzione. La Cgil ha organizzato sette pullman da Venezia. «Saremo almeno seicento», Stefano dice Vanin della Cgil. Qualche disagio oltre che in Comune e Provincia potrebbe esserci pure nei distretti sanitari e negli ospedali dove è comunque garantito un numero minimo di infermieri e medici al lavoro. Per quanto riguarda poi la polizia municipale, a Venezia il comandante Marco Agostini ritiene che non ci saranno intoppi al lavoro. «Abbiamo operazioni in calendario - spiega - qualche agente sciopera ma non credo che registreremo grossi problemi». Per la prima volta saranno in sciopero anche i dipendenti dell'azienda delle farmacie Ames e dell'Agenzia provinciale del lavoro.Più complessa sarà in realtà la situazione di lunedì quando a incrociare le braccia sempre per il rinnovo del contratto (scaduto il 31 dicembre 2007) saranno ferrovieri, autisti, marinai e aeroportuali. E a Venezia è facile che si creeranno ingorghi sul ponte della Libertà e a piazzale Roma. Il 10 infatti si fermano per 24 ore i treni come pure i bus e i vaporetti di Actv, i pullman di Atvo e i mezzi di tutte le società subaffidatarie di servizi delle ex municipa-lizzate, ossia Alilaguna, La Linea, Nord Est Mobility, Itaca e Fap spa. Al solito Actv garantisce il funzionamento dei servizi minimi di navigazione e trasporto su gomma tra le 6 e le 9 e tra le 16.30 e le 19.30, mentre i notturni tra il 10 e l'11 sono tutti cancellati. Lo stop ai treni invece parte alle 21 di domenica e termina alle 21 di lunedì. Incognita infine all'aeroporto Marco Polo di Tessera dove i sindacati lanciano la mobilitazione dei dipendenti di Airport Elite.Gloria Bertasi



Per gli infermieri un'odissea quotidiana

Il Centro del 08/11/2008 ed. Edizione unica regionale p. 13

L'AQUILA. Pronto soccorso del San Salvatore: il viaggio dell'esasperazione inizia qui. La sala d'attesa è gremita, come al solito. Un via vai di medici e infermieri segnala che è in arrivo un'urgenza. Ma qui le emergenze sono la routine per il personale insufficiente.Per i pazienti l'attesa è snervante: «Sono qui da un'ora, ma ancora non arriva il mio turno», dice un anziano che si è sentito poco bene. Ha preferito recarsi in ospedale per un controllo, ma non è un codice rosso e c'è da attendere. «E' inaccettabile che i cittadini non possano usufruire di un servizio adeguato e debbano fare i conti con attese, tagli, disservizi». Ci spostiamo nei reparti, all'ora in cui i medici passano in corsia per la visita mattutina. Il clima che si respira è pesante. «Il problema più grande è per il personale infermieristico, ridotto all'osso», evidenzia un infermiere. «Spesso saltiamo i riposi, effettuiamo doppi turni, ma nonostante la buona volontà il rischio è che venga meno la qualità del servizio offerto». Le Medicine sono al completo «per effetto» - dicono in reparto - «del piano di accorpamento adottato in via sperimentale in estate e reso definitivo in autunno». Solo ieri il manager della Asl Marzetti aveva parlato di «una migliore organizzazione interna».Ma per il personale in servizio le cose non stanno così. I dati: nel 1995 la divisione di Medicina ospedaliera contava 20 posti letto, 16 la Medicina interna I, 28 letti la clinica medica. Nel tempo i posti sono diminuiti fino alla «rivoluzione» attuata del piano della Asl, che ne ha attribuiti 12 a Medicina ospedaliera, 8 a Medicina interna I e altri 8 a Medicina interna II. «Le assunzioni sono state bloccate», dice un medico «i nostri infermieri fanno turni massacranti. In alcuni casi devono controllare tre reparti differenti e seguire, in una sola mattinata, tre équipe per le visite di controllo». (m.p.)



Malore, donna di 38 anni salvata da due équipe

Il Giornale di Vicenza del 10/11/2008 p. 11

BREGANZE All'improvviso si è accasciata, perdendo i sensi. I congiunti, sbigottiti, l'hanno chiamata pensando a un malessere passeggero, invece, hanno subito compreso che si trattava di qualcosa di molto serio. Allora hanno chiamto il 118 e sono intervenuti due equipaggi del Suem. Il primo dal vicino centro di Sandrigo, il secondo da Vicenza con il medico rianimatore. La donna è stata strappata alla morte per i capelli. Ora è ricoverata al centro di rianimazione ed è in prognosi riservata. Saranno decisive le prossime 48 ore. Per adesso i medici non si sbilanciano. Sono le 13.50 di ieri quando la donna di 38 anni, che ha da poco terminato il pranzo domenicale con i familiari, avverte il malore improvviso. Sono momenti di grande concitazione. L'allarme al centralino del Suem è immediato. I sanitari tranquillizzano i congiunti informandoli che nel più breve tempo possibile arriverà un'ambulanza da Sandrigo. In effetti i primi due infermieri arrivano a Maragnole, frazione di Breganze, nell'arco di pochi minuti. L'abitazione è situata poco lontano. Nello stesso istante in cui l'ambulanza del 118 di Sandrigo si muove verso il paese, come da protocollo, anche un'autolettiga del San Bortolo, stavolta col medico rianimatore, si muove a sirene accese in direzione dell'Alto Vicentino. Da quel momento inizia una lotta spasmodica contro il tempo per salvare la donna in arresto cardiaco e che lentamente sta per essere abbracciata dalla morte. Buon per la paziente che il primo equipaggio impieghi non più di 5' per arrivare a casa sua. Gli infermieri mettono mano al defibrillatore, mentre dalla centrale del 118 erano stati impartiti alcuni consigli ai congiunti. Anche un dettaglio, in quelle drammatiche circostanze, è decisivo. Tutto fila per il verso giusto sul piano dei soccorsi, perché gli infermieri di Sandrigo iniziano a trattare la paziente in maniera importante consentendo al medico, che giunge con la seconda ambulanza del 118 di lì ad altri dieci minuti, di intubarla e di proseguire le pratiche rianimatorie che strappano la donna al suo tragico destino. Quindi la corsa all'ospedale berico, dove la signora è stata avviata al centro di terapia intensiva. Ieri sera le sue condizioni erano stazionarie, anche se i medici erano moderatamente ottimisti. Sul piano ufficiale, però, i sanitari si trincerano dietro la più assoluta cautela perché vista la gravità del malore il quadro patologico potrebbe modificarsi da un momento all'altro. I congiunti, per questo motivo, vivono le ore con comprensibile angoscia.



Mancano infermieri,
bloccate le donazioni di sangue a Grado

Il Piccolo di Trieste del 09/11/2008 ed. Gorizia p. 10

Lo sciopero dei sanitari rende impossibili i prelievi sull'Isola - I volontari Advs costretti a recarsi a Monfalcone, il caso gradese a livello nazionaleGRADO I donatori di sangue, 1200 soci, dei quali 400 attivi, impediti ad effettuare la loro opera sociale a causa dello sciopero del personale infermieristico, sono amareggiati, profondamente delusi, ma pronti a lottare. Tanto da aver portato il caso Grado a livello nazionale. «Si deve capire - afferma il presidente della sezione di Grado dell'Advs, Gianni Tognon - che la donazione del sangue è un'emergenza, riconosciuta da tutti. Pertanto, il personale deve venire precettato. Non è possibile andare avanti in questo modo. Se non esistono leggi in tal senso è necessario farle immediatamente».Grado dunque ancora una volta penalizzata. Già il fatto che i donatori gradesi possono donare nell'Isola solo per 24 volte all'anno è un handicap non indifferente, con le relative difficoltà a lasciare la scuola o il lavoro per recarsi a donare a Grado. Se poi si è costretti a spostarsi a Monfalcone la situazione si complica ulteriormente. I responsabili dell'associazione locale sono stati costretti ad acquistare un pullmino per il trasporto dei volontari che riescono a prendersi mezza giornata. Quando poi anche le programmate giornate di prelievo a Grado saltano a causa di scioperi, allora la situazione si fa davvero complicata. È un anno difficile per i donatori gradesi quello che sta per concludersi. «Un vero e proprio paradosso - dice il presidente Tognon -: Grado, una delle sezioni modello, tra le più attive in tutta la regione, in cui si è addirittura giunti a quota 800 donazioni annue (rapportata col numero di abitanti, la sezione è una delle più attive d'Italia, ndr), ora si trova nell'impossibilità materiale di poter adempiere alla propria missione. Nei mesi di luglio e agosto, per motivi interni all'Azienda sanitaria, l'autoemoteca mobile non è mai giunta sull'isola. I tanti donatori sono stati costretti a recarsi a Monfalcone per poter adempiere al proprio dovere morale, e nel pieno della stagione estiva per un gradese rappresenta una notevole complicazione».E a render più complessa la situazione, i due scioperi del personale sanitario in ottobre e un prossimo annunciato in novembre. Infatti, come ricorda il rappresentante dell'Advs locale, la prossima settimana, venerdì, ci dovrebbe essere una nuova giornata di sciopero degli infermieri che ancora una volta impedirebbe le donazioni dei gradesi. Fino ad oggi questa situazione ha causato la mancata donazione di sangue da parte di ben 73 donatori presentatisi all'appuntamento e tornati a casa.«Se dovesse esser confermato anche lo sciopero previsto per il 14 novembre - prosegue il presidente dei donatori gradesi -, le donazioni non effettuate salirebbero ad oltre 120. Non sono solo dati o numeri, ricordiamoci che nel concreto sarebbero oltre 120 sacche di sangue in meno a disposizione dei malati». Tognon si è sentito in dovere di esprimere il proprio disappunto non solo in ambito provinciale e regionale (anche l'assessore regionale Vladimir Kosic è stato invitato a prendere provvedimenti in merito), ma facendo arrivare la sua protesta, e quella di tutte le centinaia di donatori gradesi, anche a livello nazionale. «Nessuno - sottolinea Tognon -, si permette di contestare il diritto allo sciopero, ma di criticare la mancanza di una soluzione alternativa certamente sì. Viviamo in una società in cui la necessità di sangue è in continua crescita e per i volontari non c'è alcuna agevolazione».Antonio Boemo



NUORO. Collegio infermieri

La Nuova Sardegna del 09/11/2008 ed. Nuoro p. 7

NUORO. Collegio infermieriIl Collegio Ipasi di Nuoro comunica agli iscritti che l'assemblea annuale del 15 novembre 2008 si svolgerà nella sede del collegio infermieri in via Pertini 7 a Nuoro. Info: 0784 205469 o 328 0857734.ABBANOA. Bolotana, Lei, SilanusAbbanoa comunica che a causa di un guasto, a Bolotana Lei e Silanus l'erogazione potrà essere interrotta fino all'ultimazione dei lavori.NUORO. Fortitudo BasketLa Fortitudo Basket Nuoro comunica che domani alle 18 l'allenatore Nicola Pintonello sarà ospite della palestra dell'oratorio salesiano. La dirigenza, con il contributo del coach Andrea Carosi, coglie l'occasione per invitare genitori, appassionati e tecnici al secondo degli appuntamenti dedicati allo sviluppo del basket nuorese. Info al 339 8585904.NUORO. Fedales del 1963I fedales del 63, in occasione del 45° anno di vita, si ritroveranno la sera di sabato 22 novembre al Ristorante Sacchi al monte Ortobene per una serata con cena inclusa. Per informazione e adesioni rivolgersi entro il 17 novembre Salone Uomo Giampino (via Cedrino, 0784 231480), Giuseppina (presso lo Studio 10, via Gramsci, 0784 30125), Maria (Sigiflor, via Lamarmora, 0784 37344) o Gianni (Immobiliare Ortobene, via Gialeto, 0784 231122).NUORO. Borsa e occhiali smarritiIl giorno 4 novembre nei parcheggi del centro commerciale Centrocittà di Biscollai è stata smarrita una borsa nera Sisley con all'interno documenti e un paio di occhiali da sole graduati. Chi li avesse ritrovati può telefonare ai numeri 0784/36217 oppure al 328/1081910 o ancora al 334/2604029.NUORO. RiscaldamentoGli uffici comunali ricordano che dal 1° novembre, come dispone la legge nazionale, è consentito accendere gli impianti di riscaldamento.NUORO. Occhiali smarritiIl 5 novembre tra via Verdi e via Mannironi sono stati smarriti un paio di occhiali scuri da uomo con custodia. Chi li avesse trovati è pregato di telefonare al 340 8152383.UIL SCUOLA. Personale AtaLa Uil Scuola informa tutto il personale Ata di ruolo non inserito nella graduatoria dei beneficiari dell'art. 7 che sono riaperti i termini con scadenza al 24 novembre di presentazione delle domande per la nuova inclusione.NUORO. Mostra al TettamanziProsegue al Caffè Tettamanzi del corso Garibaldi la mostra personale di pittura di Alessandro Concas. Le opere rimarranno esposte fino al 18 novembre, giorno in cui si aprirà la mostra di un altro artista.CNA. Sicurezza sul lavoroLa CNA (Confederazione Nazionale Artigiani) Provincia Nuoro comunica che per il prossimo mese di dicembre sarà attivato il corso di Responsabile della Sicurezza Protezione e Prevenzione per datori di lavoro RSPP (16h) ex art. 34 T.U. 81/08 per qualunque informazione chiamare al numero 0784/200264NUORO. Fede smarritaFede nunziale smarrita molto probabilmente alla Standa o nella zona di viale Costituzione di grandissimo valore affettivo. Chi l'avesse trovata può chiamare il numero 346 2103162.NUORO. Corso di lettura cantataComincerà martedì 11 novembre, alle ore 19, nella sede dell'associazione Diapason, in via Biasi 42, il corso di lettura parlata e cantata- "dalla parola d'autore alla canzone d'autore" organizzato dalla Associazione Diapason di Nuoro. Il corso è articolato in dieci incontri di 90 minuti ciascuno. I docenti sono il soprano Maria Bonaria Monne e il regista attore Alessandro Arrabito. Per informazioni e iscrizioni ci si può rivolgere ai numeri: 3382464555 -3294143223CIMITERO. Viaggio letterarioProsegue il «Viaggio letterario nel cimitero di Nuoro» proposto dall'Associazione culturale "I segni delle radici", con il sostegno del Comune, assessorati alla Cultura e ai Servizi sociali, e dell'ufficio di presidenza della Regione. I viaggi partono dalla chiesa della Solitudine. I prossimi appuntamenti sono previsti oggi (ore 11 e ore 15), sabato 15 (ore 15) e domenica 16 (ore 11 e ore 15). Per problemi di spazio, saranno 60-70 le persone che potranno partecipare a ciascun viaggio. Il presidente dell'associazione organizzatrice, l'attore-regista Gavino Poddighe, invita perciò gli interessati a prenotarsi telefonicamente al numero 0784.37405 (dalle 18 alle 20,30, dal lunedì al venerdì) oppure al 3898009819.NUORO. Arcu 'e CheluL'associazione culturale Arcu 'e chelu organizza un seminario con il teologo Igor Sibaldi su "Le funzioni superiori dell'io" nei giorni 15-16 novembre nella sala convegni dell'hotel Grillo. Il 14 alle 17.30, nell'aula magna dell'Università in via Salaris, si terrà la presentazione. L'ingresso è gratuito. Info al 328 7370431 o all'email arcuechelu@libero.itNUORO. Liceo classicoIl Liceo classico Asproni organizza corsi pomeridiani, in un unico incontro settimanale di due ore per un totale di 30, nelle seguenti tematiche: lingua inglese, lingua spagnola, lingua tedesca, informatica, egittologia, laboratorio Dna, scacchi, dama, tecniche fotografiche, problemi adolescenziali. Info al liceo classico (0784 35043), rivolgendosi all'assistente amministrativa signora Pala.NUORO. Trovato bracciale d'oroL'associazione Arcu 'e Chelu comunica che in occasione del convegno tenutosi il 18 ottobre nell'auditorium del geometri in viale Costituzione 25 è stato ritrovato un bracciale d'oro. Info: 328 7370431.



Infermieri, basta "esterni" in corsia

La Provincia di Lecco del 08/11/2008 p. 16

Interrogazione della Codurelli al ministero: «Errore concentrarli in un solo reparto»Gli infermieri "esterni" non sembrano piacere a nessuno. Non ai parenti dei degenti, come si ricorderà a proposito delle numerose polemiche delle scorse settimane. Non agli addetti ai lavori, che hanno firmato anche una petizione di protesta. E adesso neppure ai politici.Nei giorni scorsi il parlamentare lecchese del Partito Democratico, Lucia Codurelli, ha presentato al ministro Sacconi una interrogazione al riguardo.«Il casus belli - spiega - è stata la notizia che l'ospedale Manzoni di Lecco ha appaltato ad una società esterna l'assistenza infermieristica dell'intero reparto di ortopedia. Le difficoltà linguistiche e le esperienze eterogenee di un personale prevalentemente multietnico hanno creato non pochi disagi e resistenze nei ricoverati e nella funzionalità del dipartimento».Ma non è ancora tutto. «Inoltre, è di questi giorni la notizia apparsa sui giornali locali - dice la Codurelli - che l'esperimento non propriamente riuscito al Manzoni stia per essere replicato al reparto ortopedia del Mandic di Merate. C'è stata una vera e propria sollevazione di ben 440 dipendenti (ne riferivamo ieri su queste colonne, ndr) che nero su bianco hanno chiesto al direttore Bertoglio di non mettere a rischio un reparto che ha acquisito un livello di eccellenza, riconosciuto anche oltre il territorio».«Ho preso spunto - dichiara Lucia Codurelli - da queste vicende per inoltrare una interrogazione al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, per avere delle risposte in merito alla carenza sistematica di questa figura professionale su tutto il territorio nazionale». Il parlamentare lecchese chiede sostanzialmente tre cose. «Incrementare i corsi di laurea presso gli atenei; favorire una politica d'incremento delle assunzioni di personale infermieristico, stanziando risorse finanziarie adeguate affinché i livelli contrattuali per tale personale del settore pubblico siano soddisfacenti e in grado di competere con l'offerta delle strutture private. E, infine, proporre alla Conferenza Stato - Regioni un protocollo sulla appropriatezza delle prestazioni sanitarie col quale, il ricorso alle prestazioni esterne in situazioni d'emergenza, deve avvenire in casi straordinari, prevedendo che l'inserimento di figure professionali interinali non sia concentrato tutto in un solo reparto, come avvenuto a Lecco, ma somministrato in più dipartimenti, all'interno dei quali sia prevalente il personale dipendente e garantito il mantenimento dei modelli organizzativi e funzionali del presidio». Insomma, nessuna concentrazione ma una distribuzione tra reparti.Il documento è stato presentato la scorsa settimana ed è ora all'esame del governo, chiamato ad esprimersi su un tema che ha suscitato qualche malumore anche all'interno dello stesso personale e che sembra comunque figlio della mancanza di personale specifico italiano.08/11/2008


«In corsia solo infermieri dell'ospedale»

La Provincia di Lecco del 07/11/2008 p. 37

MERATE Quattrocento firme di infermieri e medici per evitare l'ipotesi che l'ospedale affidi a un'impresa esterna il compito di accudire i malati ricoverati nel reparto di ortopedia del San Leopoldo Mandic. Raccolti i consensi di circa tre quarti dei dipendenti del presidio, la petizione è stata recapitata al direttore generale Ambrogio Bertoglio. A questo primo documento, presto potrebbe aggiungersene un secondo. Allargando il fronte e coinvolgendo sempre più persone, gli infermieri di ortopedia hanno già messo a punto un secondo scritto che circola all'esterno dell'ospedale.A Merate, insomma, i dipendenti del Mandic sono pronti a tutto pur di scongiurare che avvenga quanto è accaduto al Manzoni di Lecco appena qualche mese. All'inizio di agosto, la direzione ospedaliera aveva annunciato che entro qualche settimana gli infermieri dell'ortopedia dell'ospedale Manzoni sarebbero stati sostituiti da personale fornito da una cooperativa, la HCM di Cernusco sul Naviglio. Identica operazione, a causa dell'organizzazione orizzontale dei reparti, era stata prevista anche per Merate. Per qualche tempo, al Mandic non ne hanno più sentito parlare. Quando però sono filtrate voci in base alle quali a Lecco starebbero per organizzare il bando di gara per l'affidamento dei due reparti già dall'inizio del prossimo anno, a Merate si sono subito dati da fare per spingere la direzione a ravvedersi.«La nostra protesta - spiega un'infermiera - è dovuta a motivi di qualità. Il nostro gruppo lavora insieme da anni e ha raggiunto obiettivi importanti. Se fosse smembrato e spezzettato, mandato a fare da tappabuchi in tutti gli altri reparti, sarebbe un enorme spreco di risorse umane». Aggiunge un'altra collega: «In teoria, l'azienda ospedaliera garantisce che gli infermieri conoscano la lingua e abbiamo gli stessi requisiti di chi sostituiscono. Da Lecco però ci sono arrivate informazioni tutt'altro che rassicuranti. Alcuni pazienti hanno riferito di essersi stati assistiti da infermieri che non conoscevano la lingua».Dall'azienda ospedaliera giungono rassicurazioni. «Stiamo lavorando al bando di gara che è già in fase avanzata. Nel momento in cui sarà pronto, si vedrà che il capitolato della gara sarà tale da essere una garanzia di qualità per tutti». Attraverso il proprio portavoce, l'azienda ha ribadito di essere stata costretta a ricorrere a personale infermieristico esterno per fronte all'«emergenza. In questa fase, abbiamo chiesto ad un'agenzia di fornirci gli infermieri perché la mancanza di infermieri è risaputa e dalle scuole professionali non riusciamo ad attingere sufficiente personale». Il bando di gara riguarderà una cinquantina di persone e dovrebbe essere pronto per la fine dell'anno.Fabrizio Alfano07/11/2008



Prelievi fuori dall'orario di lavoro

La Sicilia del 08/11/2008 ed. Nazionale p. 37

M USSOMELI . Per venire incontro alle esigenze degli utenti che si rivolgono al laboratorio analisi ospedaliero ed azzerare le liste di attesa, gli infermieri di Mussomeli si rimboccano le maniche e in maniera del tutto volontaria (nei giorni di riposo quindi), presteranno gratuitamente la propria opera presso il Laboratorio analisi dove eseguiranno i prelievi di sangue a tutti gli utenti esterni che si rivolgeranno alla struttura ospedaliera. In premessa va ricordato che da quando il laboratori analisi privati di Mussomeli hanno esaurito il budget regionale, e quindi garantiscono prestazioni soltanto a pagamento, la stragrande maggioranza degli utenti si sono riversati presso il laboratorio pubblico, dove lavorano cinque medici, due infermiere e due tecnici di laboratorio. Di fatto il servizio si è intasato nonostante l'ufficio infermieristico diretto dalla dott.ssa Biagina Lo Sardo, abbia assicurato la presenza di un altro infermiere per un paio d'ore al giorno così da dare una mano all'unica infermiera del laboratorio analisi deputata ad eseguire i prelievi ematici. La lista d'attesa però si allungava (era di circa un mese). Dal primo novembre il dirigente del servizio dott. Paolo Mingoia ha ridotto a venti i prelievi esterni quotidiani e tale decisione ha provocato parecchi malumori tra gli utenti e un ulteriore prolungamento dei tempi di attesa. Grazie al lavoro di pungolo dei sindacati (l'altro giorno è intervenuta la Cisl con una nota a firma di Giuseppe Mantio), alla concertazione della direzione sanitaria e dell'ufficio infermieristico e soprattutto grazie alla grande disponibilità degli infermieri che garantiranno il servizio di volontariato fino al 31 dicembre, il problema è stato superato. Un po' di buon senso dunque e tanta buona volontà hanno permesso di trovare immediata soluzione ad un problema che gettava ombre sull'efficienza del servizio pubblico a discapito degli utenti, costretti loro malgrado a settimane e settimane di attesa per un semplice prelievo di sangue. R.M.



All'Irst di Meldola nascono gli infermieri del futuro

La Voce di Romagna del 09/11/2008 ed. Forlì Cesena p. 16

Direttore Dino Amadori MELDOLA - Domani all'Irst di Meldola, prenderanno il via le lezioni del primo master in infermeria oncologica, precedute, alle 14.30, dall'inaugurazione ufficiale del corso. "Il nuovo infermiere esperto clinico - illustra il direttore del Servizio Infermieristico dell'Ausl di Forlì Silvia Mambelli - costituisce una risposta efficace alla crescente necessità di disporre di infermieri che, oltre a essere preparati per coordinare e organizzare, siano anche in grado di fornire prestazioni di alta qualità assistenziale in specifiche aree: pensiamo alla pediatria, alla geriatria, alla sanità pubblica, alla psichiatria e all'area critica. ". In tale area i percorsi più scelti dagli infermieri (oltre il 50%) sono quelli orientati all'Assistenza in Chirurgia generale e specialistica e all'ambito oncologico e delle cure palliative. La Direzione generale dell'Ausl di Forlì, attraverso la Direzione Infermieristica e Tecnica, ha poi sostenuto fortemente il corso, diretto a sostenere la necessità di percorsi altamente qualificanti per la professione infermieristica. Attraverso il Master, l'infermiere potrà infatti arricchire le proprie competenze, in modo da fornire un'assistenza mirata alla soluzione dei problemi del paziente oncologico, alla necessità di aiuto alla persona, alla collaborazione multi professionale e all'attività di ricerca. Tali competenze potranno essere impegnate nelle strutture sanitarie che prendono in carico il malato oncologico a garanzia per il cittadino di una risposta assistenziale di elevata qualità. I docenti, con comprovata esperienza curriculare nell'ambito specifico, provengono dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna e da altre strutture di eccellenza. La didattica tutoriale è affidata a personale esperto in processi educativi e gestionali relativamente al percorso oncologico.



Servizio infermieristico notturno alla casa di riposo

Messaggero Veneto del 09/11/2008 ed. Udine p. 11

MORTEGLIANO. Con l'approvazione in consiglio delle modifiche alla convenzione fra Comune e Asp Moro di Codroipo, si è concluso il percorso che ha portato alla sinergia gestionale della casa di riposo Bianchi. «I punti salienti - informa l'assessore alle politiche sociali, Paolo Lazzaro - prevedono l'istituzione di un servizio infermieristico notturno e l'avvicendamento di suor Pierina, che dopo oltre 20 anni di impegno è stata richiamata in servizio dal proprio ordine religioso sulla base degli accordi con il Comune, attraverso i quali si formalizza la cessazione del servizio infermieristico prestato dalle suore e la continuità della loro permanenza come volontarie. È un'intesa importante, che porta a termine un percorso avviato nel 2004 e nel quale si è investito molto.All'Asp si riconosce il compito della gestione dei servizi erogati, funzione che è stata delegata in virtù dell'esperienza e professionalità garantite sul campo e confermate da una recente certificazione di qualità da parte di una società di valutazione esterna. Va ricordato, specie a chi parla di una presunta svendita dell'istituto ai codroipesi, che il Comune di Mortegliano resta titolare del patrimonio immobiliare della casa di riposo, responsabile della gestione delle rette e dell'intera parte amministrativa nonché degli interventi di manutenzione e investimento. Nonostante le difficoltà iniziali che gran parte delle fusioni gestionali comportano, ci sono tutti i presupposti per offrire un servizio che dovrebbe permettere il raggiungimento di più alti standard di qualità. La convinzione di aver optato per la scelta migliore è dettata dalla consapevolezza che oggi è necessario ricercare accordi e strategie che consentano di ottenere finanziamenti che altrimenti non sarebbero raggiungibili e che pertettono l'istituzione di servizi altrimenti improponibili. Una decisione che privilegiasse l'autoreferenzialità nella gestione della struttura e una conseguente chiusura in se stessa, avrebbe portato, nel giro di poco tempo, a un'inefficiente operatività che, come molte altre realtà hanno dimostrato, avrebbe probabilmente portato a una chiusura della struttura. Va ricordato - conclude Lazzaro - che il Cda dell'ente Moro ha modificato lo statuto nei criteri di nomina dei suoi rappresentanti. Si è stabilito che fra i 5 componenti previsti sia garantita la presenza di una persona con potere di voto nominata su indicazione del Comune, a conferma del ruolo chiave che sempre più il nostro Comune avrà in materia socio-sanitaria nel Medio Friuli».Cristiano Tomasin



Reparto abbandonato:
nella corsia femminile 2 giorni senza infermieri

Unione Sarda del 08/11/2008

Neppure un camice bianco per le ventisei pazienti ricoverate nel reparto di traumatologia dell'ospedale marino di Alghero. Per garantire il livello minimo di assistenza, gli infermieri sono arrivati da altri presidi ospedalieri: «personale che si è rivelato completamente inadeguato e sprovveduto nella gestione del post operatorio» scrivono 12 medici dell'ospedale traumatologico algherese. Ma i disservizi non sono finiti: la mattina del cinque novembre, per diverse ore, era in servizio una sola infermiera. Lo denunciano i medici e gli anestesisti in una nota interna inviata al primario Giancarlo Melis, al direttore sanitario Acciaro e al responsabile degli uffici infermieristici Piras. Un documento in cui si denuncia la situazione di forte difficoltà sul fronte del personale creatasi nel reparto femminile del Regina Margherita. Nell'ex ospedale modello, un esempio di efficienza da prendere per esempio. Ora di quella struttura invidiata a livello regionale rimangono davvero solo i ricordi. Lentamente i vertici sanitari sono riusciti a distruggere l'immagine del presidio ospedaliero e a mortificare la professionalità dei medici. Raggiungendo livelli di disservizio al limite del codice penale. La certezza è che tra il 4 e 5 novembre il reparto donne è rimasto senza infermieri di ruolo. I sostituti non avevano le competenze in ambito chirurgico e nella gestione dei pazienti in post operatorio. Così non è stato eseguito l'emorecupero nelle pazienti operate e la terapia medica è stata effettuata con notevole ritardo. Ma non è finita. La mattina del cinque novembre solo grazie alla sensibilità dell'infermiera smontante (quella del turno di notte) è stata possibile la regolare somministrazione della terapia senza ritardi. Altrimenti, scrivono i medici: «le conseguenze possono diventare gravi e pregiudizievoli per la salute dei malati». Per questo motivo i dottori del Regina Margherita chiedono: «provvedimenti urgenti». L'assenza di personale infermieristico è una conferma indiretta della disattenzione dei vertici sanitari per la struttura algherese. I problemi di personale sono ormai all'ordine del giorno, come le sparate sul futuro prossimo della struttura di via I Maggio: albero a cinque stelle affacciato sul mare; residenza sanitaria di lusso per pazienti facoltosi che vengono a svernare in Riviera; asilo nido per i dipendenti dell'Asl. ( m. o. ) 08/11/2008



San Paolo, inaugurato "infettivi"
ma il reparto aprirà fra tre mesi

EPolis Milano del 08/11/2008 p. 21

Il primario:«Siparti ràagennaio:mancano gliinfermieri,aspettia moleassunzioni»rancesca Cardia francesca.cardia epolis.sm Una struttura nuova di zecca dove medicinae hi-tech viaggiano a braccetto. Un'intero piano del bloccoA dell'ospedale San Paolo destinato a fornire assistenza infettivologica di altissimo livello. Il taglio del nastro del reparto infettivi è avvenuto ieri mattina, alla presenza del governatore della Lobardia oberto ormigoni e con la benedizione di monsignor Angelo Mascheroni. asi di violette all'ingresso e un bagno di folla per la cerimonia presieduta dal direttore generale dell azienda ospedaliera, Giuseppe Catarisano e il direttore dell unità operativa Malattie infettive, Antonella Arminio Monforte. Il nuovo reparto è diviso in due aree: nella prima si trovano gli ambulatori e il da hospital, la seconda è invece riservata alla degenza vera e propria, con camere ad elevato isolamento a disposizione. «Si tratta di camere», spiega la professoressa Antonella Arminio Monforte, primario della nuova unità, «destinate a pazienti con patologie ad elevata trasmissione, come tubercolosi polmonare o meningite meningococcica, o, E POLIS I I al contrario, a pazienti immunodepressi, che necessitano di protezione dall ambiente esterno perché contrarrebbero infezioni con estrema facilità, per esempio chi ha subito un trapianto di midollo, o chi si sta sottoponendoa terapie antiblastiche,o malati di Aids con certi tipi di complicanze». Le stanze hi-tech sono dotate di ricambio d aria a pressione positiva o negativa, ognuna ha un citofono e un vetro che consente ai ricoverati di vedere e sentire i propri parenti. esign e tecnologie avanzate. fosse che dopo la festa e il brindisi il reparto richiuderà i battenti. Almeno per tre mesi. Perché l'unità diventi operativa bisognerà attendere i primi del 200 . Il motivo Non ci sono infermieri. Lo ammette perplessa il primario Antonella Arminio Monforte: «I medici ci sono, ma mancano gli infermieri, aspettiamo le assunzioni».A regime il reparto dovrebbe contare su sedici infermieri, sei operatori socio sanitari, un primario, sette medici più un ricercatore universitario. La responsabile del reparto precisa che tanti lavoratori avrebbero già manifestato il desiderio di entrare nell'unità infettivi, «ma spostando il personale in questo reparto se ne lascia scoperto un altro. La verità è che tutto il San Paolo dovrebbe aumentare il numero di infermieri».

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