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La richiesta di prestazioni assistenziali di qualità e personalizzate è sempre più in aumento; si accresce pertanto anche il livello di competenza e responsabilità dell'infermiere nei confronti della persona assistita; i tempi esigono professionisti preparati, capaci di confrontarsi in équipe multidisciplinari e che sappiano dare garanzie sulle proprie azioni, in quanto consapevoli delle conseguenze che possono derivare dalle loro decisioni e dal modo di condurre gli interventi

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venerdì, novembre 7

Rassegna Stampa - 07.11.2008

… ci sveglieremo mai?

È con estremo dispiacere che si rileva ancora una volta, un atteggiamento vessatorio da parte della classe dirigenziale medica, nei confronti di noi infermieri dell’ASL NA5, o almeno contro alcuni di quelli che non sono disposti ad abbassare sempre la testa ed acconsentire servilmente, a tutte le pseudo-legali richieste, in modo incondizionato.
Ed ecco che, emblematicamente viene fuori l’assoluta “MANCANZA DI QUELLO SPIRTO CORPORATIVISTICO” che contraddistingue la nostra figura professionale. Purtroppo dimostriamo di essere un gruppo privo della cosiddetta colonna vertebrale, completamente privi di quel "UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO”, che aggiunto alla nostra numerosità , nonché all’evoluzione della professione determinata dai nuovi ed articolati processi formativi (Laurea triennale, Master di I° livello, Laurea specialistica biennale, Master di II° livello, ecc.), dovrebbe darci, un potere tale da riuscire ad ottenere nient’altro che il giusto rispetto dalla classe, sia medica che dirigenziale.
Eppure, nonostante siamo la figura professionale più numerosa presente in ogni processo assistenziale della Sanità, siamo talmente disgregati, completamente non coesi, da essere assolutamente incapaci di contrapporci in maniera ragionevolmente decisa e compatta, all’ atteggiamento di chi ci vuole relegare nel ruolo di semplici esecutori di ordini.
Questo non vuole essere un proclama, ma semplicemente un’analisi della realtà che ci vede posti in una condizione di sudditanza, di inferiorità rispetto al ruolo che dovremmo ricoprire e soprattutto ci impedisce di espletare la tanto agognata indipendenza professionale, sancita dalle vigenti norme giuridiche.
Il Coordinatore Infermieristico è merce sempre più rara ed i pochi che ci sono, troppo spesso allo scopo di “salvaguardare il proprio orticello”, sono disposti perfino a subire sostituzioni di ruolo da parte di direttori di Unità Operative, i quali, non avendo nessun rispetto per la nostra figura professionale, assumono direttamente il compito di gestire l’organico, dando un taglio gestionale di tipo “PADRONALE”, della cosa pubblica.
Sarebbe bene chiarire a chi potrebbe essere affetto da “DELIRIO D’ ONNIPOTENZA” per l’incarico dirigenziale ottenuto (troppo spesso solo politicamente), che” Aziendalizzazione della Sanità Pubblica” non vuol dire affatto “Raggiungimento di obiettivi personali o privati”, bensì conseguimento di risultati nel rispetto di tutti coloro che partecipano al programma assistenziale e soprattutto, mai a scapito di quelli per cui infine lavoriamo: gli utenti!
Ben misera cosa è salire a regnare su un trono posto sulla fatuità, sulla fragile apparenza e non sulla solida roccia, ma … ad alcuni … ciò basta!
“Svegliamoci adesso”
C.P.S. Infermiere dell’ASL NA5

Infermieri Le opportunitá in Lazio e Puglia

La Citta di Salerno del 07/11/2008 ed. Nazionale p. 20

Dalle aziende• Il Gruppo San Raffaele Spa ricerca infermieri per le proprie strutture sanitarie del Lazio e della Puglia. I candidati ideali devono avere un'etá compresa tra i 24 e i 30 anni, è in possesso della laurea di 1º livello in Scienze Infermieristiche ed è iscritto all'albo professionale (IPASVI). I professionisti sanitari dovranno svolgere la propria attivitá all'interno di strutture sanitarie residenziali e semiresidenziali che ospitano persone con livello diverso di disabilitá fisica e/o sensoriale e che necessitano di interventi preventivi, curativi, riabilitativi e palliativi. Oltre ai titoli e requisiti richiesti, costituirá titolo preferenziale l'aver partecipato a corsi di formazione per il miglioramento delle performance professionali in area riabilitativa, per il lavoro di équipe e per l'applicazione di un modello organizzativo di tipo case manager. Si richiede la relativa certificazione. Per il Lazio i candidati interessati, in possesso dei suddetti requisiti, possono inviare un dettagliato CV, entro il 30/09/2008 citando il riferimento - RIF: INF.SR. - e il consenso al trattamento dei dati personali ai sensi del DLgs 196/2003, al seguente indirizzo e-mail: risorseumane@sanraffaele.it .• Per la pugòia, i candidati interessati, in possesso dei suddetti requisiti, possono inviare un dettagliato CV entro il 30/09/2008, citando il riferimento - RIF: INF.CS. - e il consenso al trattamento dei dati personali ai sensi del DLgs 196/2003, al seguente indirizzo e-mail: risorseumane@sanraffaele.it .



Prealpi Soccorso apre il centro infermieristico

Il Gazzettino del 06/11/2008 ed. BELLUNO p. X

CORDIGNANO Prestazioni ambulatoriali a tariffe sociali per favorire le fasce deboli della popolazioneCordignano
Un ambulatorio infermieristico a disposizione dei cittadini, con particolare attenzione delle fasce deboli, anziani in primis. Ad ospitarlo sarà la nuova sede del distaccamento di Cordignano della Prealpi Soccorso, associazione di volontari di Protezione civile e pubblica assistenza.
La nuova sede sarà in via Vittorio Veneto, di fronte alle scuole medie, in un edificio ristrutturato dal Comune, che l'ha concesso all'associazione in comodato d'uso. L'ambulatorio sarà attivo, dalla prossima settimana, inizialmente con orario ridotto, il mercoledì, dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18, per poi essere esteso. L'accesso, per ora, avverrà presentandosi direttamente presso la struttura, successivamente sarà attivato un numero di telefono per le prenotazioni. Grazie ad un contributo della Regione del Veneto Prealpi Soccorso ha potuto acquistare gli apparati elettromedicali necessari per eseguire i test diagnostici presso l'ambulatorio.
«Lo scopo dell'ambulatorio spiega il presidente Marco Caliandro - è essere più vicini alle fasce deboli della popolazione, con una particolare attenzione agli anziani e alla possibilità per loro di usufruire di alcuni servizi sanitari anche vicino casa. Le infermiere eseguiranno test diagnostici, misurazione della pressione e della glicemia, medicazioni, iniezioni e posizionamento sostituzione di cateteri vescicali. Oltre a ciò svolgeranno attività di educazione sanitaria e assistenza al neonato. Le prestazioni erogate presso l'ambulatorio saranno soggette ad una tariffa sociale, che permetterà all'associazione di acquistare il materiale necessario per la gestione, senza alcun scopo di lucro».
La nuova sede della Prealpi Soccorso sarà inaugurata domenica 9 novembre alle ore 11.30. L'inaugurazione sarà preceduta da una messa alle 10.30 nella chiesa parrocchiale. Domenica sarà possibile visitare la sede, conoscere da vicino Prealpi Soccorso e visitare il nuovo posto medico avanzato (una sorta di ospedale da campo) e la mostra statica di mezzi e attrezzature sanitarie e di protezione civile. Per noi volontari - spiega Caliandro questo è un importante traguardo e una particolare occasione di festa insieme alla popolazione di Cordignano, che ci ha sempre sostenuto nel corso di questi anni. Dal marzo 2005 è infatti attiva nei fine settimana la base ambulanza 118 gestita da Prealpi Soccorso in convenzione con l'Uls 7 e il 118 Treviso Emergenza, a supporto degli ospedali di Vittorio Veneto e Cordignano, così da garantire un soccorso immediato sul territorio orientale dell'Uls 7.
El.Ga.



Fermi vigili, infermieri, maestri
E lunedì black out dei trasporti

Corriere del Veneto del 07/11/2008 ed. VENEZIA p. 8

Oggi lo sciopero del pubblico impiego. Chiusi venti nidiPossibili disagi alla viabilità per il corteo della Uil sanità dal centro commerciale Panorama a piazzale Roma MESTRE - Braccia incrociate oggi per i dipendenti pubblici. Medici, infermieri, vigili, operatori di case di riposo e lavoratori di Comune e Provincia, compresi i maestri di asili nido e di scuola materna, scioperano per il rinnovo del contratto. Qualsiasi pratica potrebbe essere difficile: alla manifestazione di Padova sono attese 5 mila persone, la Cgil calcola che sciopererà un dipendente su due. Sono chiuse le 20 scuole materne del Comune e metà dei nidi. E' solo il primo round. Lunedì si fermano tutti i trasporti: bus, vaporetti, treni. Qualche disagio alla viabilità ci sarà anche oggi: a bordo di 150 automobili gli aderenti alla Uil Flp (sanità e enti locali) alle 9.30 marceranno a passo d'uomo dal centro commerciale Panorama a piazzale Roma. La Uil, che non aderisce al corteo di Padoa, farà un volantinaggio alla stazione e sul ponte della Costituzione. La Cgil ha organizzato sette pullman da Venezia. «Saremo almeno seicento», Stefano dice Vanin della Cgil. Qualche disagio oltre che in Comune e Provincia potrebbe esserci pure nei distretti sanitari e negli ospedali dove è comunque garantito un numero minimo di infermieri e medici al lavoro. Per quanto riguarda poi la polizia municipale, a Venezia il comandante Marco Agostini ritiene che non ci saranno intoppi al lavoro. «Abbiamo operazioni in calendario - spiega - qualche agente sciopera ma non credo che registreremo grossi problemi». Per la prima volta saranno in sciopero anche i dipendenti dell'azienda delle farmacie Ames e dell'Agenzia provinciale del lavoro.Più complessa sarà in realtà la situazione di lunedì quando a incrociare le braccia sempre per il rinnovo del contratto (scaduto il 31 dicembre 2007) saranno ferrovieri, autisti, marinai e aeroportuali. E a Venezia è facile che si creeranno ingorghi sul ponte della Libertà e a piazzale Roma. Il 10 infatti si fermano per 24 ore i treni come pure i bus e i vaporetti di Actv, i pullman di Atvo e i mezzi di tutte le società subaffidatarie di servizi delle ex municipa-lizzate, ossia Alilaguna, La Linea, Nord Est Mobility, Itaca e Fap spa. Al solito Actv garantisce il funzionamento dei servizi minimi di navigazione e trasporto su gomma tra le 6 e le 9 e tra le 16.30 e le 19.30, mentre i notturni tra il 10 e l'11 sono tutti cancellati. Lo stop ai treni invece parte alle 21 di domenica e termina alle 21 di lunedì. Incognita infine all'aeroporto Marco Polo di Tessera dove i sindacati lanciano la mobilitazione dei dipendenti di Airport Elite.Gloria Bertasi



Progetto della Asl per risolvere in breve tempo
i problemi dell'assistenza infermieristica

La Nuova Sardegna del 07/11/2008 ed. Nazionale p. 28

In relazione all'articolo apparso il 4 novembre dal titolo «Ortopedia, il reparto rischia il tracollo», l'Azienda sanitaria locale fornisce alcune precisazioni. La Asl di Sassari da tempo segue le questioni relative all'organizzazione del lavoro e alla dotazione organica di personale infermieristico e di assistenza nei reparti del "SS. Annunziata", in particolare nelle Unità operative di Medicina interna, di Ortopedia e di Oncologia. Queste problematiche di recente (29 ottobre scorso), sono state affrontate in un incontro richiesto da Cgil, Cisl e Uil durante il quale la Asl ha presentato le iniziative adottate. La direzione aziendale ha indicato la realizzazione dell'Unità operativa di Medicina d'urgenza entro il mese di novembre, che consentirà di ricoverare i pazienti provenienti dal Pronto soccorso ed effettuare una valutazione del caso clinico nella logica delle dimissioni entro le 72 ore. Con la sua attivazione si eviterà il ricovero dei pazienti che provengono dal Pronto soccorso oltre le ore 17 presso le altre unità operative. La direzione inoltre ha rimarcato che saranno definite le finalità operative delle attuali Unità operative di Medicina II e III secondo quanto previsto nell'Atto aziendale. Le due strutture saranno volte al trattamento dei casi così come classificati dalla Medicina d'urgenza, ad esempio geriatria, gastroenterologia, lungodegenza. La direzione ha precisato inoltre che per favorire le logiche dipartimentali (integrazione e condivisione) saranno attivate nuove sistemazioni logistiche all'interno dei presidi. Nell'immediato, per far fronte all'attuale emergenza la direzione aziendale ha adottato ulteriori iniziative. La prima, attivata dai primi di questo mese, è stata quella di attribuire al Servizio infermieristico un budget di 20mila euro mensili per i mesi di novembre e dicembre per l'attivazione di un bando destinato al reperimento di infermieri disponibili ad effettuare prestazioni aggiuntive oltre l'orario di servizio ordinario. La seconda prevede l'assunzione di 53 infermieri professionali. L'Asl inoltre ha previsto di inoltrare all'Azienda ospedaliero universitaria formale richiesta di trasferimento dei 18 infermieri selezionati nell'ambito della procedura di mobilità esterna e garantire priorità nell'assegnazione ai reparti di Medicina. La stessa Asl attiverà immediatamente le procedure di concorso per l'assunzione di 10 Oss e, infine, concluderà le procedure di mobilità degli infermieri provenienti da altre aziende entro novembre.Ufficio stampa Asl



Servizio infermieristico aperto dopo due anni

Unione Sarda del 07/11/2008

Il servizio infermieristico ambulatoriale sarà presto attivato. Lo ha assicurato al sindaco Franco Scanu il responsabile del servizio di Igiene pubblica del distretto sanitario di Macomer Donatella Fracasso, rispondendo ad una sollecitazione e una protesta dello stesso primo cittadino. «Il servizio - dice Spanu che aspettava una risposta da due anni - funzionerà nei locali, che sono stati ristrutturati di recente in via Roma, centrale per gli utenti e in particolare per gli anziani».La presenza di un infermiere professionale garantirà le prestazioni sanitarie, come i prelievi di sangue per le analisi o le misurazioni della pressione arteriosa, senza costringere i pazienti a inutile trasferte. ( f. o. ) 07/11/2008



Compatto e fl essibile Policlinico Campus Bio-Medico

Tecnica Ospedaliera del 06/11/2008 N.9 - OTTOBRE 2008 p. 48

Il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma esemplifi ca le qualità dell'edilizia ospedaliera contemporanea, con un approccio attento all'immagine architettonica e pragmatico nella distribuzione delle funzioniL'Università Campus Bio-Medico di Roma promuove strutture integrate d'insegnamento, ricerca e assistenza sanitaria. Fin dal principio (l'iniziativa originaria partì nell'88 su ispirazione di Mons. �?lvaro del Portillo, prelato dell'Opus Dei) l'Università s'è posta l'obiettivo d'offrire soluzioni alle realtà del dolore e della malattia attingendo allo spirito cristiano di servizio. I fi ni istituzionali sono garantiti dagli enti promotori, Associazione Campus Bio-Medico, nata nel '92 per raccogliere donazioni da destinare agli studi e alla ricerca anche mediante l'erogazione di borse di studio, e Cbm Spa, società formata da soggetti privati e investitori istituzionali costituita nel '91. Cbm ha seguito la progettazione, curata dallo studio dell'arch. Aurelio Gorgerino, e la costruzione del Policlinico. Quindici anni di storia I primi corsi di laurea (Medicina e Chirurgia) e diploma (Scienze infermieristiche) furono attivati nel '93, mentre l'anno seguente fu inaugurato il Policlinico Universitario, che allora condivideva la sede del Rome American Hospital in via Longoni. Nel '95 fu attivata anche la sezione dedicata alla ricerca di laboratorio e nel '99 entrarono in funzione il corso di laurea in Dietistica e la facoltà d'Ingegneria, che ospita il corso triennale in Ingegneria biomedica e la corrispondente laurea specialistica. Il primo edifi cio del nuovo campus entrò in funzione nel 2001: si tratta del Centro per la salute dell'anziano (Cesa) che sorge a Trigoria, alla periferia sud della Capitale. Nello stesso anno fu istituita la Scuola di formazione continua. Nel 2004, in prossimità del Cesa, iniziò la costruzione del fabbricato del Policlinico Universitario, mentre presso la sede dell'ateneo fu inaugurato il Centro di radioterapia. La costruzione del Polo di ricerca avanzata in bio-medicina e Didattica, ricerca, sanità bio-ingegneria (Prabb) , anch'esso a Trigoria, è avvenuta nel 2005. Nel 2008 il nuovo campus universitario ha iniziato l'attività: comprende Policlinico, Prabb e Cesa e, ultimati gli ulteriori edifi ci in progetto, disporrà d'altre strutture a vocazione didattica, sportiva e residenziale. Nella sede originaria di via Longoni restano i centri poliambulatoriale e di radioterapia. Tra le peculiarità dell'offerta didattica, l'ateneo assicura uno stretto rapporto professori di ruolo-studenti e un effi cace servizio di counseling. Il metodo d'insegnamento prevede attività seminariali, lavoro di gruppo e applicazione del problem based learning, oltre alla possibilità di svolgere esperienze d'assistenza medica, ricerca ed educazione alla salute in Paesi in via di sviluppo. Al 2007, i docenti strutturati erano 75 per 871 iscritti tra studenti e dottorandi, più 198 specializzandi; la percentuale di laureati in corso è elevata per l'Italia (72%). La ricerca, indirizzata in prevalenza alla scoperta di nuove tecnologie in campo biomedico, si svolge in stretta collaborazione con le altre attività presenti nel campus, ponendo come obiettivo le potenzialità applicative degli studi condotti. Il Centro integrato di ricerca è l'organo che fi ssa gli obiettivi, verifi ca i programmi e favorisce il coordinamento delle unità, anche allo scopo d'ottimizzare gli investimenti. Le 9 linee di ricerca interessano: Fisiopatologia dell'invecchiamento e malattie correlate, Neuroscienze, Fisiopatologia del metabolismo e della nutrizione, Scienze oncologiche, Ricerca clinica e sanitaria, Tecnologie innovative e modelli matematici in medicina, Information & communication technology per la medicina, 2 Antropologia, etica applicata alle scienze e ricerca didattica, Advanced concept team (i progetti più innovativi e originali di giovani ricercatori). Realizzato con il contributo di fondi pubblici italiani ed europei, l'edifi cio del Prabb si sviluppa su 20mila m spone di 10 laboratori di ricerca biomedica (Farmacologia, Endocrinologia, Scienze biochimiche e della nutrizione, Medicina molecolare e Biotecnologia, Anatomia microscopica e ultrastrutturale, Neurologia, Oftalmologia, Neuroscienze dello sviluppo, Immunologia, Gastroenterologia ed Epatologia, Psichiatria molecolare e Neurogenetica) e 8 laboratori di ricerca bioingegneristica (Robotica biomedica e biomicrosistemi, Compatibilità elettromagnetica, Chimica e biomateriali, Fisica non lineare e modelli matematici, Sistemi complessi e sicurezza, e attualmente diStrumentazione biomedica, Didattica d'ingegneria biomedica, Sistemi d'elaborazione e Bioingegneria informatica). La struttura è in costante crescita al pari dei fi nanziamenti dedicati alla ricerca (nel 2006 si sono impiegati 3,3 milioni di euro: a fronte di circa 100 ricercatori attuali, si punta a ospitarne in tutto 300). Convenzionato con il Ssn, il Policlinico Universitario è concepito come vero e proprio "teaching hospital" ove l'attività clinica ha una marcata vocazione didattica attenta alla formazione degli operatori, aperta all'interdisciplinarietà e correlata all'attività di ricerca. Ogni paziente è seguito in modo particolare da un medico di riferimento, che coordina le consulenze delle varie aree specialistiche. Il progetto assistenziale del Campus Bio-Medico riconosce un ruolo fondamentale alla qualità dei servizi erogati dal corpo infermieristico: la sua formazione accademica è da sempre un punto d'eccellenza dell'Università. Realizzata in poco più di 3 anni, la struttura è stata concepita secondo i più moderni criteri d'edilizia ospedaliera: architettura, ambienti e arredi sono studiati per offrire alti livelli di comfort; percorsi distinti per tipologie di fl ussi e categorie di visitatori garantiscono effi cienza, sicurezza e rispetto della privacy. La fl essibilità dell'ospedale consente un rapido adeguamento degli spazi all'evoluzione di tecnologie e metodi di cura. Al completamento del Campus manca la realizzazione dell'edifi cio per la didattica, le cui attività sono temporaneamente ospitate da Policlinico e Prabb. L'intero progetto Campus Bio-Medico ha fi nora comportato investimenti per 180 milioni di euro; a regime, darà lavoro a circa 3mila persone. I poli del Policlinico L'organizzazione spazio-funzionale è articolata in 3 poli (pubblico, emergenza/urgenza, servizi): i primi 2 defi niscono il baricentro organizzativo dell'ospedale. Il Polo pubblico è caratterizzato da un ambiente non tipicamente ospedaliero, che rappresenta la continuità con la città e prevede funzioni di raccordo e servizio alla persona (area informativa, negozi, zone d'attesa, ristoro e relax, spazi per organizzazioni e il culto ecc.). Questa polarità, centrale per il Policlinico, costituisce la porta d'ingresso per utenti sanitari (tranne quelli in emergenza/ urgenza), accompagnatori e visitatori, personale e studenti, che hanno accesso alle aree a bassa e media intensità di cura. Nel Polo dell'emergenza-urgenza s'esprime la capacità di risposta e intervento intensivi risultato dell'organizzazione ospedaliera: in questo caso, l'effi cacia dei collegamenti con le funzioni diagnostiche e cliniche permette l'accesso rapido a tutte le aree complesse e ad alta intensità di cura presenti nell'ospedale, contigue tra loro e disposte sul medesimo livello o direttamente incolonnate (è il caso delle Terapie intensive, poste in corrispondenza degli spazi pensati per ospitare il futuro Pronto soccorso). Il Polo dei servizi è formato da tutte le attività di supporto che non prevedono diretto contatto con il pubblico: trasporti e logistica ospedaliera, preparazione del personale, amministrazione, apparati tecnici e impiantistici ecc. La priorità all'economia di gestione è affi data a una serie di controlli centrali e periferici "intelligenti", degli impianti e delle sicurezze, per favorire le attività di manutenzione e pulizia, il risparmio energetico e l'effi cace gestione dei dati sanitari, tecnici e amministrativi. La mano dell'architetto Sorto in un'area di 75 ettari, immersa nel verde e collegata al Grande Raccordo Anulare tramite via Laurentina, il Policlinico Universitario copre una superfi cie di circa 62mila m . Il sistema degli accessi s'attesta su un tracciato viabilistico comune anche agli altri edifi ci del campus che, in corrispondenza del Policlinico, assume maggior complessità per i numerosi ingressi presenti. L'ospedale è costituito da una piastra a parallelepipedo disposta su 3 livelli (piano tecnico-impiantistico, servizi generali e centrali tecnologiche, servizi diagnostico-terapeutici ed emergenza/urgenza), sopra la quale si ergono 3 regolari blocchi costruiti che circondano altrettante corti: 2 di essi, alti 3 livelli, sono simmetrici e allineati lungo il fronte nord, separati dal volume mediano della hall; il terzo è impostato sull'asse centrale dell'edifi cio e si eleva per 5 piani. «Un ospedale ha tutte le problematiche progettuali di una città» spiega Aurelio Gorgerino, architetto progettista del Policlinico Universitario «senza averne le dimensioni, che sono rapportabili a quelle di una vera e propria infrastruttura territoriale. Perché la sua gestione risulti effi ciente, le diverse funzioni devono essere correttamente proporzionate tra loro; di conseguenza l'ospedale contemporaneo tende a confi gurarsi come edifi cio estremamente versatile e fl essibile nell'organizzazione spazio-funzionale interna, ma anche architettonicamente ben defi nito nei suoi caratteri principali.Funzionalità, accoglienza, tecnologia, qualità degli spazi ecc. sono esigenze tendenzialmente contraddittorie, da sintetizzare in un sistema complesso. Nella progettazione dell'ospedale il ruolo dell'architetto assume perciò un'importanza strategica per la non-specializzazione propria della sua fi gura professionale, che gli permette di mantenere la visione d'insieme senza interferire bensì valorizzando i diversi contributi dei progettisti specializzati». L'edifi cio del Policlinico Universitario denuncia a prima vista un'impronta progettuale caratteristica: simmetria dell'immagine esterna, volumetrie a prevalente sviluppo orizzontale, uso diffuso di materiali massivi e opachi per l'involucro, uso pacato di materiali riferibili al linguaggio hi-tech... «L'inserimento nel contesto paesaggistico e l'orientamento culturale del committente spiegano solo in parte queste scelte: al di là degli slogan, ritengo che un ospedale debba essere pensato per tutti coloro che lo frequentano e non solo per i pazienti. I requisiti igienico-sanitari, l'effi cienza organizzativa e gestionale e gli apparati impiantistici e tecnologici sono aspetti che possono coesistere con un'immagine architettonica rassicurante e leggibile, in cui l'uso di un materiale conosciuto come il laterizio è intercalata da elementi metallici, più "grintosi". Tale approccio è particolarmente evidente nella hall interna, cui s'accede liberamente dall'esterno come per qualsiasi spazio pubblico urbano: l'uso di materiali dalle superfi ci opache e di colori caldi o neutri illuminati dalla luce zenitale conferiscono un aspetto rilassante a questo spazio. La possibilità di vedere direttamente l'area o il percorso di proprio interesse contribuisce ulteriormente a mitigare l'ansia con cui normalmente ci si reca in ospedale, riducendo anche la possibilità che i visitatori si spostino in modo casuale nella struttura».Questa rifl essione introduce un diverso ordine di lettura, inerente l'organizzazione dei percorsi interni. «L'ospedale non ha un retro perché gli ingressi dedicati sono disposti lungo il suo perimetro. I criteri distributivi interni rispettano i principi di suddivisione dei percorsi e di minimizzazione degli spostamenti mutuati dai sistemi di trasporto meccanizzato e offrono, al contempo, riferimenti di facile percezione per favorire l'orientamento nella struttura e l'agio degli utenti, anche nell'ipotesi d'assenza della segnaletica. Merci e rifi uti si spostano in orizzontale al livello interrato, fi no a raggiungere i nodi di circolazione verticale che sbarcano nei reparti o nel connettivo riservato al personale. Il livello seminterrato è dedicato esclusivamente ai servizi diagnostico-terapeutici, con ingresso dall'area del futuro Pronto soccorso e dalla hall: il connettivo dei pazienti esterni si sviluppa ad albero tra i diversi settori d'attività, mentre la movimentazione di personale e pazienti scorre ai bordi degli stessi. Il punto d'accesso principale per pazienti, visitatori, studenti e personale corrisponde al piano terra (livello 0) della hall a 4 livelli (da -1 a +2), che connette tutti i settori a maggior affl usso diurno ai servizi amministrativi e alla persona. Quando sarà realizzato il nuovo edifi cio dedicato alla didattica, gli ambienti a essa riservati al livello d'ingresso costituiranno uno spazio polmone per incrementare l'attività ospedaliera. Tutti i principali nodi della circolazione verticale sono allineati tra loro lungo la fascia comune tra i 2 blocchi frontali dell'ospedale e il retrostante blocco delle degenze, mentre le scale di sicurezza sono disposte lungo il perimetro esterno. I cavedi impiantistici verticali sono raggruppati in modo da offrire massima fl essibilità agli spazi circostanti e favorire possibili modifi che, facilitando le operazioni di manutenzione, mentre i tracciati delle dorsali coincidono con gli assi del connettivo comune». Le unità di degenza sono organizzate sulla base dell'intensità di cura e risultano fl essibili rispetto all'assegnazione dei posti letto; l'assistenza clinica è affi data al personale medico e infermieristico, con locali di lavoro baricentrici rispetto all'articolazione spazio-funzionale dei settori di degenza.«La griglia strutturale del Policlinico è impostata su un modulo quadrato di 6,60 m di lato, in grado di soddisfare tutte le necessità richieste dagli spazi ospedalieri. Solo in corrispondenza delle aree di degenza ordinaria le esigenze dimensionali degli ambienti hanno richiesto l'uso di moduli 6,60x7,20 m. Il volume dedicato alla degenza è orientato a sud; i settori si sviluppano a U attorno a una corte interna, sulla quale s'affacciano i locali destinati alle attività del personale e le camere di day hospital, mentre gli ambienti di degenza ordinaria si affacciano sull'esterno. In questo caso, il doppio corridoio della struttura a corpo quintuplo assume signifi cato anche rispetto alla separazione dei percorsi. L'immagine delle stanze di degenza, doppie e singole, è decisamente alberghiera se non addirittura domestica: per esempio, non ci sono travi testaletto, sostituite da un elemento centrale a parete che contiene tutti i terminali impiantistici necessari, e verso la fi nestra è presente un piano d'appoggio a tutta lunghezza. Tutti i bagni hanno 3 apparecchi igienici più la doccia con piatto a pavimento per facilitare la deambulazione del disabile e un lavapadelle interno. Le porte» conclude l'arch. Gorgerino «sono ad anta unica, con luce di 120 cm adatta al passaggio dei letti».

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