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La richiesta di prestazioni assistenziali di qualità e personalizzate è sempre più in aumento; si accresce pertanto anche il livello di competenza e responsabilità dell'infermiere nei confronti della persona assistita; i tempi esigono professionisti preparati, capaci di confrontarsi in équipe multidisciplinari e che sappiano dare garanzie sulle proprie azioni, in quanto consapevoli delle conseguenze che possono derivare dalle loro decisioni e dal modo di condurre gli interventi

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martedì, novembre 18

Rassegna Stampa - 18.11.2008


Il Collegio può attendere

Il Resto del Carlino del 18/11/2008 ed. Pesaro p. 4

«COME MAI non vengono ancora re-indette le elezioni del Collegio Ipasvi dopo un anno dall'annullamento delle precedenti?». A chiederselo sono i circa 2mila professionisti, tra infermieri, assistenti sanitari e vigilatrici d'infanzia della provincia di Pesaro e Urbino iscritti al collegio. «Le elezioni precedenti - spiega una nota sindacale - erano state riconosciute "invalide", per una serie di violazioni, dalla commissione centrale per l'esercizio delle Professioni Sanitari con sede al Ministero della Salute. Questo pronunciamento obbligava, fin da subito, il "vecchio" consiglio a predisporre subito le nuove elezioni. Inoltre il verdetto di "nullità" era stato ulteriormente supportato e confermato dalla Corte di Cassazione. Nonostante questo, il vecchio consiglio non ha mollato e, dopo un anno, è ancora lì». La nota si chiede: «Ma si può davvero ignorare la legge? Su questa riflessione il collegio professionale dovrà agire per far rispettare un principio di correttezza».


«DigitalPhotoFest» Per «LuccaDigitalPhotofest»
stasera alle 21,30 è in p...

La Nazione del 18/11/2008 ed. Lucca p. 9

«DigitalPhotoFest» Per «LuccaDigitalPhotofest» stasera alle 21,30 è in programma una proiezione in collaborazione con il Circolo del Cinema di Lucca nell'auditorium di San Micheletto. Titolo: «Rize: alzati e balla» un film di David LaChapelle. L'ingresso è gratuito. Buon compleanno a papà Buon compleanno papà! Lido Doretti compie oggi 80 anni, ma nulla cambia, il meccanico di via Elisa non si arrende e anche oggi è in bottega con il fratello. Ti aspettiamo questa sera per festeggiare! Auguri da Tiziana, Daniela, Michela e famiglia. Ringraziamento Barbara Martinelli esprime la più grande ammirazione al reparto di ginecologia dell'ospedale Campo di Marte. Ringrazia particolarmente «il nuovo primario prof. Gian Luca Bracco medico di eccezionale preparazione, aggiornato alle tecniche più nuove e complicate, nonché persona disponibile verso il paziente. Un grazie particolare anche ai dottori Mariano Pellico, Ferdinando Pellegrini, Rocco Governa, Arianna Morittu, Paolo Ceccarelli, Vittorio Pomponi, all'anestesista Mina Bonacchi, al personale infermieristico della "chirurgia breve e lunga" che hanno reso la sua degenza serena e tranquilla». Neo laureata Alessandra Vagli di Vagli Sopra ha conseguito la laurea specialistica di Biologia in Scienze fisiopatologiche generali alla Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali dell'Università di Pisa, con la votazione di 110 e lode ed i complimenti della commissione presieduta dalla professoressa Silvana Borgognini. Ha discusso la tesi «Analisi di geni modulati dal contextual fear conditioning nel cervello di ratto tramite ibridazione sottrattiva soppressiva e Pcr real-time» con relatori i professori Marcello Brunelli e Giovanna Traina. Congratulazioni alla neo dottoressa e anche ai genitori Franco e Lidia. Canina ritrovata E' stata trovata a Villa Basilica una meticcia femmina tricolore a pelo raso con la coda mozza e un collare rosso. Chi l'ha smarrita può riaverla telefonando al Canile Enpa di Pontetetto-Lucca dove è custodita. Tel 0583/55429. Eletto il capitolo «Sancti Petri» Si sono svolte le elezioni del Capitolo generale della Magione templare preceptoria «Sancti Petri. Precettore è stato nominato Amerigo De Cesari, vicario Massimo Cavalloni di Viareggio, maresciallo Antonio Placanica di Pisa, segretario Daniele Fantozzi di Viareggio, tesoriere Elisa Biondani e cerimoniere Zeffirino Fabiani di Marina di Pietrasanta. Il nuovo precettore De Cesari ha annunciato le lineee programmatiche c nei prossimi tre anni. Contributi Bml L'Unione nazionale veterani dello sport, sezione «G.Dovichi» di Lucca, a nome del presidente Michele Miceli, ringrazia le Fondazioni Cassa di Risparmio e Banca del Monte di Lucca per i contributi erogati a sostegno dell'attività annuale. Convegno su Canale 10 Al convegno «Etica e responsabilità» tenuto in S.Micheletto, il coordinamento dei collegi Ipasvi della Toscana area vasta nord ovest. Nell'incontro si è parlato della responsabilità professionale degli infermieri, di deontologia, regolamentazione giuridica e forniva anche accreditamenti Ecm. I contenuti saranno approfonditi nel format che andrà in onda oggi su Canale 10 alle 18.45.



ENTRO LUGLIO 200 NUOVI INFERMIERI AL POLICLINICO

City del 18/11/2008 ed. Bari p. 14

N Entro luglio 2009 il Policlinico di Bari assumerà duecento infermieri per far fronte alla carenza di personale in questo settore. Lo ha annunciato il direttore generale dell'azienda, Vitangelo Dattoli, alla presentazione di una ricerca del Collegio infermieri professionali assistenti sanitari vigilatrici d'infanzia (Ipasvi) di Bari. La ricerca ha riguardato le 60 unità operative ospedaliere del Policlinico, avendo come parametri di riferimento le linee guida della Regione Umbria (l'unica che ha deliberato in materia di dotazioni organiche di risorse infermieristiche) e uno studio californiano. È emerso che, su 1.151 posti letto del Policlinico, mancano 589 infermieri per i turni continui e 389 per i turni diurni del paziente.



«200 nuovi infermieri entro luglio 2009»

Leggo del 18/11/2008 ed. BARI p. 20

Entro luglio 2009 l'Azienda Policlinico di Bari assumerà 200 infermieri per far fronte alla carenza di personale in questo settore. Lo ha annunciato il direttore generale dell'azienda, Vitangelo Dattoli, alla presentazione di una ricerca del Collegio infermieri professionali assistenti sanitari vigilatrici d'infanzia (Ipasvi) di Bari, denominata "Ambra", acronimo di 'analisi, modelli, bisogni delle risorse assistenzialì. Lo rende noto un comunicato dell'Ipasvi. (V. Chi/ass)



"Il doppio lavoro per necessità"

Corriere Adriatico del 18/11/2008 p. 2

ANCONA - Aumentare i posti a bando dei corsi di laurea in infermieristica. Attuare un'efficace propaganda del percorso formativo in tutte le scuole superiori. Investire nella figura dell'infermiere e riequilibrare le risorse per garantire adeguatezza e completezza della risposta assistenziale ai bisogni della popolazione. Rivedere le normative (nazionali e regionali) al fine di consentire anche agli infermieri, in convenzione con le aziende di appartenenza, la possibilità della libera professione. Sono le richieste che il collegio provinciale dell'Ipasvi (Infermieri professionali assistenti sanitari e vigilatrici d'infanzia) rivolge alle istituzioni in seguito alla vicenda riguardante il doppio lavoro che alcuni infermieri svolgevano fuori dall'ospedale regionale di Torrette, esercitando prestazioni per delle case di riposo locali passando da un'associazione di servizi che provvedeva a collocarli. La vicenda è emersa la scorsa estate e ha coinvolto circa una quarantina di infermieri finiti nel mirino di Guardia di Finanza e del Nas dei carabinieri. Nove infermieri sono stati poi sospesi dall'azienda Ospedali Riuniti per il doppio lavoro. Secondo il collegio provinciale dell'Ipasvi, sebbene sia "indubbio che i fatti contrastano con i principi normativi�?, rimarca alcuni fatti che hanno portato all'aumento di tale fenomeno. "I cambiamenti nella situazione epidemiologica, l'aumento della vita media, l'aumento delle cronicità, i cambiamenti negli stili di vita e le condizioni sociali generali hanno generato un aumento significativo della domanda, a fronte di risorse praticamente invariate - si legge in una nota firmata dal presidente Marcello Bozzi -. Le strutture residenziali e sociali fanno molta fatica a reperire infermieri del nostro territorio e un numero significativo di loro provengono da altre regioni�?. Inoltre "i costi della vita, le spese di mantenimento dei figli e gli ammortamenti del mutuo, tenuto conto degli stipendi degli infermieri, obbligano molto spesso delle scelte di arrotondamento e la scelta ha privilegiato il medesimo settore di abilitazione professionale�?. Secondo l'Ipasvi, le istituzioni "probabilmente non si rendono conto che si tratta di una bomba a orologeria che potrebbe esplodere in qualsiasi momento, con possibili ripercussioni pesantissime nei confronti del sistema e della popolazione�?.Infermieri nel mirino



Policlinico senza personale: mancano 589 infermieri

Corriere del Mezzogiorno del 18/11/2008 ed. BARI p. 6

BARI - Errori in corsia, casi di malasanità, bassa qualità delle cure: la colpa è anche della carenza di infermieri. E il Policlinico è l'ospedale che, in Italia, soffre maggiormente del buco nella pianta organica. Stando ad una ricerca effettuata dal-l'Ipasvi (l'associazione che riunisce gli infermieri professionali, gli assistenti sanitari e le vigilatrici d'infanzia) utilizzando i dati forniti dalla stessa direzione del centro d'eccellenza, al 31 dicembre 2007 all'appello mancherebbero almeno 589 unità per garantire lo standard minimo di qualità del servizio. Lo standard ottimale, invece, verrebbe raggiunto solo con l'assunzione di altri 963 lavoratori. Numeri oggettivi calcolati sulla base dei posti letto disponibili all'interno del Policlinico e le disposizioni delle leggi nazionali e regionali. Il gruppo di lavoro ha calcolato reparto per reparto la carenza organica: drammatica, ad esempio, la situazione fotografata nella clinica chirurgica "De Blasi", dove servirebbero 27 infermieri. Ma non va meglio nel padiglione chirurgico "Paccione" che deve fare i conti con un deficit di 25 dipendenti; nei reparti di ginecologia I e IV addirittura sono 52 gli infermieri che mancano. La rianimazione per entrare a pieno regime avrebbe bisogno di altri 61 lavoratori. Cifre che evidenziano una criticità che è frutto di anni di blocco delle assunzioni. «Una inadeguata presenza infermieristica - sottolinea il presidente dell'Ipasvi Bari, Saverio Andreuli - determina inevitabilmente eventi avversi. Gli abnormi carichi di lavoro ai quali sono sottoposti gli infermieri per colmare il vuoto nell'organico prosegue - finiscono per peggiorare la qualità delle cure e alzare il rischio di errore. I casi di malasanità sono anche conseguenza della carenza di infermieri: basta una comunicazione errata o omessa, uno sbaglio nella somministrazione del farmaco a compromettere tutto». Il direttore generale, Vitangelo Dattoli, conferma i numeri ma annuncia: «La settimana scorsa abbiamo assunto 150 infermieri e lunedì prossimo entreranno in servizio altri 100 dipendenti ».Vincenzo Damiani Vitangelo Dattoli



Molestie in ospedale, prima condanna

La Nazione del 18/11/2008 , articolo di ENZO BERETTA ed. Umbria p. 18

Di ENZO BERETTA - PERUGIA - FAVOREGGIAMENTO. I giudici hanno condannato ieri per questo reato Guido Saldi (65 anni), l'ex responsabile del servizio infermieristico dell'ospedale di Gubbio: quattro mesi di reclusione (pena sospesa). Assolta invece con formula piena l'infermiera caposala del reparto di rianimazione Catia Biccheri (44), collega dell'imputato principale del processo Franco Passeri (62). L'ex caposala del pronto soccorso è malato, per questo è stata stralciata dal procedimento la sua posizione: il pm Giuseppe Petrazzini lo accusa di aver minacciato e molestato sessualmente nel 2001 e nel 2003 alcune ausiliarie in forza all'«Asl 1» eugubina. Vittime di giudizi negativi nelle schede di valutazione da lui redatte che avrebbero pregiudicato la proroga dell'incarico. Secondo la requisitoria della pubblica accusa, Passeri (è stato anche arrestato) ha scritto pareri negativi «del tutto ingiustificati» a tre «signore, madri di famiglia», che tramite l'ufficio di collocamento avevano trovato un lavoro precario all'ospedale: avevano il compito di spolverare comodini, rifare i letti e spostare medicinali. Nel capo d'imputazione si parla di «palpeggiamenti», «violenza fisica e morale» che l'anziano infermiere avrebbe esercitato contro le ausiliarie (anche dopo le denunce) prospettando «la possibilità di esprimersi in maniera sfavorevole sulla riconferma dell'incarico se la medesima non avesse acceduto alle proprie richieste (...), redigendo - quindi - giudizio d'idoneità negativo» ed «evidenziando delle inesistenti lacune comportamentali». Saldi (difeso dall'avvocato Fernando Mucci), che secondo Petrazzini «si rifaceva strettamente ai giudizi espressi da Passeri e Biccheri», è stato condannato per «aver distrutto o disperso il parere negativo» (poi sostituito con parere opposto) redatto dal caposala nei confronti di un'ausiliaria. Nella ricostruzione accusatoria, «distruggendo quell'atto ha cercato di alleviare la posizione del Passeri, che utilizzava quel po' di potere per ottenere scopi personali. Conosceva bene la condotta dell'infermiere». «Aveva una visione chiara dei fatti, in ospedale si era creato un gruppo privo di tutela che era oggetto delle vergognose attenzioni del Passeri, impiegato di vecchia data in posizione privilegiata», ha detto Petrazzini. «Il contenuto dei giudizi era vincolante e obbligatorio», ha rincarato la dose l'avvocato Paolo Rossi, che insieme alla collega Angela Dell'Osso tutela gli interessi dell'Asl n.1 di Gubbio-Città di Castello parte civile nel processo. E dopo aver parlato di una «prassi informale» antecedente all'eventuale rinnovo del contratto, il legale ha chiesto 50mila euro di risarcimento per i danni d'immagine subiti dall'Azienda ospedaliera. Di questo si riparlerà però in sede civile. «Le ausiliarie collaboravano sia al pronto soccorso che nel reparto in cui la Biccheri era caposala - ha spiegato l'avvocato Codovini -. Lei è una stimata professionista che non si è appiattita alle decisioni del collega».



Quattordici primari: pochi infermieri e mal distribuiti

Il Piccolo di Trieste del 18/11/2008 ed. Nazionale p. 24

«Il passaggio dall'ospedale al territorio offre loro alternative migliori. E le sale operatorie restano chiuse»A Trieste duemila persone sono in attesa di essere sottoposte a intervento chirurgico, mentre a tre mesi di distanza dall'inaugurazione, le nuove sale operatorie dell'ospedale di Cattinara sono ancora desolatamente vuote. Altrettanto accade per il nuovo Centro di rianimazione.È questo in estrema sintesi uno dei passaggi più importanti della lettera aperta che ieri quattordici tra primari e direttori di Clinica universitaria hanno già firmato a poche ore dalla presentazione dell'iniziativa. La sottoscrizione che proseguirà nei prossimi giorni, rappresenta un fatto del tutto nuovo per la sanità triestina. Di rado primari e direttori di clinica si rivolgono alla popolazione e alle autorità denunciando un disservizio e indicandone le cause.Tra i firmatari ci sono il direttore di Chirurgia vascolare Roberto Adovasio, il direttore di Urologia Emanuele Belgrano, il primario di Medicina clinica Giuseppe Bellini, il direttore del Dipartimento di Anestesia e rianimazione Giorgio Berlot, il direttore della Clinica ortopedica Bruno Martinelli, il direttore della Clinica oculistica Giuseppe Ravalico e il primario del Pronto soccorso Walter Zalukar.Nella lettera vengono spiegate infatti le ragioni che hanno prodotto questa situazione. «Le nuove strutture non si aprono perché mancano gli infermieri per farle funzionare. Che vi sia una carenza infermieristica è cosa nota a tutti , mentre sembra essere ignorato che a fronte della carenza , comunque relativa, vi è a Trieste una cattiva distribuzione degli infermieri, che non tiene conto delle vere priorità».Nella lettera vengono analizzate le cause di questa cattiva distribuzione degli infermieri. L'indice accusatore indica come responsabile il loro passaggio dall'ospedale verso il territorio. «Il trasferimento è deciso da due fattori: la volontà del singolo di trovare un impiego alternativo all'ospedale che offre attività professionalmente coinvolgenti ma anche dure e pesanti». Nell'altro verso l'Azienda territoriale ha la legittima volontà di coprire tutti i posti del suo organico.«In questo contesto non coordinato, la copertura di un posto di infermiere in un ambulatorio distrettuale, o in un consultorio, vale quanto un posto di infermiere in Rianimazione o di un ferrista in sala operatoria. Questi passaggi hanno messo in ginocchio le aree intensive dell'ospedale, dove il personale che lascia per soluzioni lavorative di diverso impegno, non è prontamente rimpiazzabile».La lettera aperta alle autorità e ai cittadini, sottolinea inoltre come «per le attività ospedaliere esistono precisi indicatori di processo, esito ed efficienza, mentre non sembra esistere in eguale misura per le attività territoriali». (c.e.)



Riconoscimenti di prestigio a due dipendenti della Asl

Il Tirreno del 18/11/2008 ed. Massa carrara p. 7

CARRARA. Prestigiosi riconoscimenti per due dipendenti della nostra azienda sanitaria al 13° corso di aggiornamento dell'associazione italiana operatori di stomaterapia svoltosi nei giorni scorsi a Bellaria Igea Marina.L'infermiere stomaterapista Luigi Nardinelli, che lo scorso anno a Montesilvano risultò uno dei 3 probiviri nazionali eletti (gli altri erano uno di Pescara e uno di Trapani), quest'anno è stato chiamato a far parte della segreteria organizzativa del convegno. Lusinghiero il successo ma anche grande lavoro, se si tiene conto che il convegno è durato 4 giorni con la partecipazione di altre 500 infermieri provenienti da tutta Italia. Questo dà prestigio all'ambulatorio di stomatoterapia del nostro ospedale che ricordiamo è situato al 7° piano del monoblocco. Il responsabile è il dott. Claudio Andreani e oltre a Nardinelli vi lavora anche l'infermiera Giuliana Mazzanti.Le finalità dell'ambulatorio sono: seguire il paziente nella fase pre e post operatoria provvedendo all'addestramento e all'uso dei presidi, offrire consigli dietetici ed educativi agli utenti e ai loro familiari, prescrizione dei presidi più adatti e fare controlli periodici.Allo stesso convegno ha partecipato in qualità di relatore la dott.ssa Luisella Nelli, responsabile del coordinamento infermieristico dell'Asl.La Nelli è intervenuta dopo che il docente universitario di Padova, prof. Zanotti, aveva parlato dei modelli organizzativi e assistenziali; ha illustrato il modello organizzativo della nostra Asl raccogliendo consensi ed elogi dei numerosi partecipanti.Quindi ancora conferme per la qualità del lavoro svolto nell'azienda sanitaria grazie alla partecipazione e testimonianza dei due operatori intervenuti.



Croce Rossa, mostra sulle infermiere

L'Arena di Verona del 18/11/2008 p. 16

In occasione del centenario dalla fondazione del Corpo delle infermiere volontarie della Croce rossa italiana, l'Ispettorato provinciale organizza una mostra nella Galleria delle sculture del museo di Castelvecchio. L'appuntamento è per domenica 30 novembre dalle 10 alle 18. Per l'occasione, saranno esposti manifesti, calendari, pubblicazioni, fotografie e documenti che illustrano e testimoniano il lavoro svolto in campo umanitario dalle crocerossine di ieri e di oggi. «Sarà l'occasione», spiega l'ispettrice provinciale Anna Perbellini, «di far conoscere la nostra attività di infermiere volontarie impegnate nel sociale, nell'assistenza domiciliare, nell'educazione sanitaria nelle scuole e fra la popolazione, negli aiuti nelle emergenze nazionali ed internazionali, nelle missioni all'estero, nell'assistenza ai diversamente abili e nelle esercitazioni di protezione civile». Le infermiere volontarie sono una componente della Croce rossa italiana e vennero fondate nel 1908 con il compito di assistere le vittime dei conflitti, al fianco delle Forze armate di cui sono ausiliarie. E.S.

Abuso di professione medica infermiere assolto in appello

La Nuova Sardegna del 18/11/2008 ed. Nazionale p. 39

OLBIA. Assolto perché il fatto non sussiste. La sentenza della corte d'appello di Sassari ha chiuso definitivamente l'odissea giudiziaria di Sisinnio Bitti, infermiere professionale oggi in pensione, accusato di abuso di professione medica. La sentenza d'appello ha ribaltato l'esito del processo in primo grado, davanti al tribunale di Tempio, concluso con la condanna di Bitti.I fatti risalgono al 2002, Sisinnio Bitti allora era infermiere nel reparto di anestesia quando, durante un intervento, su richiesta dei chirurghi, poiché l'anestesista si era allontanato senza avvisare l'infermiere, somministrò una dose del farmaco già prescritto perché la paziente si muoveva. In quella circostanza l'intervento proseguì regolarmente grazie anche all'intervento proprio dell'infermniere di anestesia, ma la cosa provocò la reazione del primario e dell'anestesista che si era allontanato dalla sala. «Da subito abbiamo difeso l'operato di Bitti - ricorda la Rappresentanza sindacale di base, di cui lo stesso infermiere è attivista - davanti al responsabile del servizio personale che, verificata la veridicità dei fatti e ravvisando un comportamento grave da parte del medico, non dava corso ad alcun procedimento disciplinare. Il caso finì in tribunale e poi in corte d'appello dove Bitti è stato assolto». «La sentenza - conclude la Rdb - costituisce un importante riconoscimento della professionalità e deontologia dell'infermiere, mentre punisce l'arroganza e il senso di onnipotenza della classe medica».



Ospedali, gli organici ridotti all'osso

La Nuova Sardegna del 18/11/2008 , articolo di GIANNI OLANDI ed. Nazionale p. 36

Nei vari reparti mancano decine di infermieri, disagi per i pazienti - Al Marino e al Civile il personale costretto a sopperire a gravi carenze soprattutto con i malati appena sottoposti a interventi chirurgici: verso l'accorpamento delle divisioniALGHERO. La situazione degli organici del personale dei reparti di Ortopedia e Chirurgia dell'Ospedale Marino e della Divisione chirurgica del Civile è tale da garantire a fatica i livelli minimi di assistenza. La denuncia giunge dal sindacato nazionale professionisti sanitari della funzione infermieristica che sottolinea il grave disagio dei due reparti.Il sindacato entra nel merito della denuncia: nel reparto di Ortopedia (donne) operano 14 infermieri, 7 turnisti coprono le 24 ore (compresi 2 precari), 2 fuori turno ricoprono solo il mattino (7-14) con limitazioni di servizio, 1 part time,1 malattia lunga non sostituita, 1 maternità non sostituita, 2 infermieri che si avvalgono della L.104.Nel reparto uomini: 11 infermieri, 8 turnisti completi, 1 part time e 2 infermieri che godono dei benefici della Legge 104. «Con questi numeri - fa notare il sindacato - sono evidenti le difficoltà per garantire soprattutto l'attività operatoria, tra interventi di traumatologia e protesica. Cresce il numero degli interventi e spesso i colleghi si trovano a gestire nel turno pomeridiano una terapia subintensiva, in cui vengono accolti i pazienti che rientrano dalla sala operatoria, oltre naturalmente attendere alla normale attività di assistenza a tutti i ricoverati». Nelle due divisioni di ortopedia sono presenti 24 posti letto sempre occupati e poichè l'attività operatoria è elevata spesso sono presenti anche letti bis.Nei due reparti non sono presenti Operatori socio-sanitari, e tutte le attività di carattere alberghiero sono svolte dagli infermieri mentre tali figure professionali sono presenti in pronto soccorso dove invece dovrebbe esserci solo personale infermieristico.Per quanto riguarda la chirurgia del Civile, secondo il Nursing Up rappresentato da Alberto Sanna e Daniele Monti, i colleghi sono 19 e si occupano di 40 posti letto a fronte di un organico che dovrebbe contenere 28 unità. Il sindacato propone quindi alla direzione aziendale «di accorpare le sezioni di Ortopedia e Chirurgia in attesa che venga adeguata la dotazione organica dei due reparti, la riduzione dei posti sarebbe auspicabile perché unendo le due sezioni uomini e donne, i colleghi riuscirebbero a garantire uno standard assistenziale almeno sufficiente».La proposta del Nursing potrebbe trovare la non condivisione da parte dei primari dei rispettivi reparti. Resta comunque più attuale l'ipotesi che la direzione genertale dell'Asl proceda a riqualificare numericamente gli organici in modo da garantire gli standard dei livelli assistenziali che nelle due strutture operative hanno sempre raggiunto livelli più che validi, sia per la validità professionale dei chirurghi, del personale medico, e per la costanze dedizione di quello infermieristico.Anche se in lontananza si intravede il nuovo grande ospedale alla Taulera da oltre 100 milioni di euro, che consentirà una migliore funzionalità del presidio sanitario algherese, per l'utenza che si rivolge con fiducia alla sanità pubblica sarebbe corretto garantire anche oggi quei livelli di assistenza dei quali gli ospedali algheresi sono andati legittimamente orgogliosi.



«Reparti a rischio tracollo, servono nuove assunzioni»

La Nuova Sardegna del 18/11/2008 ed. Nazionale p. 26

Il sindacato Nursing Up chiede la stabilizzazione dei 92 lavoratori precariSASSARI. Lo sciopero è escluso per due ragioni. Per una questione di coscienza e di rispetto verso i pazienti ma anche perchè la normativa impone di garantire almeno due persone per turno. Cioè il minimo indispensabile. Il paradosso è che gli infermieri in servizio alla Asl i turni li fanno spesso in solitudine.I precari sono 92, ma è difficile capire quanti debbano essere assunti a tempo indeterminato per completare la pianta organica, ferma dal 1995. Sicuramente, al momento servono tutti per sopperire alle carenze di personale in vari reparti, in città, ad Alghero e a Ozieri. In particolare nelle tre Medicine dell'ospedale civile, in Ortopedia (Sassari e Alghero), Chirurgia (Alghero) e Pronto soccorso (in città e nella Riviera del Corallo). Gli infermieri da alcuni mesi sono in fermento. Il sindacato Nursing Up porta avanti la protesta e chiede un incontro urgente con il direttore generale della Asl Giovanni Battista Mele e con l'assessore regionale alla Sanità Nerina Dirindin. In una lettera indirizzata a entrambi, si annunci lo stato di mobilitazione: antipasto di iniziative da mettere in atto nei prossimi giorni, nel caso le richieste non venissero accolte. Al primo punto dell'elenco ci sono la ridefinizione della dotazione organica basata sui reali carichi di lavoro di ciascun reparto, e la stabilizzazione di tutto il personale infermieristico precario che ha già maturato i requisiti minimi (cioè 36 mesi di servizio). Non soddisfa per niente la selezione avviata dall'Azienda sanitaria, che si concluderà a dicembre. Dice Alessandro Nasone, referente provinciale del Nursing Up: «La Asl è intenzionata ad assumere a tempo indeterminato 50 precari, attingendo da quelli che hanno presentato domanda di mobilità. Non basta, attualmente i precari sono 92 e tutti hanno diritto, soprattutto perchè le loro prestazioni sono indispensabili, a ottenere il posto fisso». Il sindacato giudica assurdo «procedere alla selezione quando si conosce perfettamente il personale e quando senza la loro presenza i reparti rischierebbero di chiudere». Non solo. Nell'elenco delle richieste c'è anche quella del concorso pubblico, «considerato che secondo i dati dell'azienda, nei tre presidi ospedalieri mancano 150 infermieri». E poi, l'inserimento immediato nella dotazione organica del personale socio sanitario recentemente qualificato dall'Azienda. In discussione anche gli orari di servizio e gli importi delle indennità. Il Nursing Up sollecita la ridefinizione delle indennità di terapia intensiva per il personale infermieristico e suggerisce un aumento di 6 euro: dagli attuali 4 a 10 euro giornalieri. Inoltre il sindacato sottolinea la necessità di corrispondere un'indennità accessoria agli infermieri «che prestano servizio nei reparti con maggiore carico di lavoro». Secondo il Nursing Up, che chiede anche la progressione economica automatica ogni 3 anni, la cifra accettabile potrebbe essere 6 euro al giorno.Della delicata situazione degli infermieri si parlerà giovedì in consiglio provinciale. Gianni Carbini (Margherita) è il primo firmatario di un'interpellanza urgente nella quale si ricorda l'ordine del giorno approvato all'unanimità dal Consiglio il 29 luglio scorso. Oggetto: l'interessamento della presidente Giudici per far sì che venissero banditi con urgenza i concorsi per l'assunzione di infermieri professionali a tempo indeterminato. Sinora, di concorsi neanche l'ombra. (si. sa.)



Assolto un infermiere di anestesia

Unione Sarda del 18/11/2008

Un ex infermiere del reparto di anestesia dell'ospedale di Olbia, Sisinnio Bitti, è stato assolto nei giorni scorsi dai giudici della Corte d'appello di Sassari, era accusato di abuso della professione medica. Nel 2002, nel corso di un intervento chirurgico, Bitti intervenne somministrando una dose di anestetico ad un paziente, in una situazione di emergenza, in assenza dello specialista che seguiva l'operazione. La somministrazione di medicinale ebbe un effetto positivo, ma per Bitti iniziarono i guai. Dopo i primi provvedimenti, partì anche la denuncia e il procedimento avviato dalla Procura della Repubblica di Tempio. In primo grado per Bitti arrivò una sentenza di condanna. Nei giorni scorsi i giudici della Corte d'appello di Sassari hanno ribaltato la decisione dei colleghi tempiesi, assolvendo Bitti perché il fatto non costituisce reato. Le Rappresentanze sindacale di base, presenti all'interno della Asl gallurese con un consistente numero d'iscritti, hanno subito preso posizione su una vicenda che aveva coinvolto la sigla. Lo stesso Bitti, infatti, nella sua carriera si era occupato più volte di questioni sindacali. «La sentenza - si legge in un comunicato della Rdb - costituisce un importante riconoscimento della professionalità e deontologia dell'infermiere, mentre punisce l'arroganza e il senso di onnipotenza della classe medica». Nel comunicato sindacale si parla anche del procedimento disciplinare al quale venne sottoposto Bitti subito dopo l'episodio avvenuto in sala operatoria. Secondo l'Rdb, l'infermiere rimediò ad una situazione che si verifica spesso, ossia l'allontanamento degli anestesisti dalla sala operatoria. ( a. b. ) 18/11/2008


Infermieri in stato di agitazione

Unione Sarda del 17/11/2008

Grave carenza di infermieri, disagi e continuo demansionamento della professione infermieristica dovuto alla mancanza di personale di supporto nei reparti. Gli infermieri, dopo le numerose richieste di incontri con la direzione dell'Asl n.1, rimaste senza risposta, passano all'azione e dichiarano lo stato di mobilitazione del personale. Le motivazioni sono: la ridefinizione della dotazione organica della Asl n°1 basata sui reali carichi di lavoro di ogni singola unità operativa; il mancato rispetto dell'accordo del 7 Aprile 2006 raggiunto alla presenza dell'assessore regionale Dirindin, che garantiva almeno 14 unità nelle unità ospedaliere di base; la stabilizzazione di tutto il personale infermieristico precario che ha già maturato i requisiti minimi per accedere al piano; l'assunzione a tempo indeterminato di tutti gli infermieri che hanno il ruolo in altre Aziende e attualmente sono presenti a tempo determinato nelle nostre unità operative. Il sindacato Nursing Up trova assurdo procedere alla selezione quando si conosce perfettamente il personale e quando i reparti senza la loro presenza andrebbero a chiudere. (p. p.) 17/11/2008



Infermiera fuori orario? Libera professionista

Cronaca Qui Torino del 18/11/2008 p. 12

Se l'infermiera lavora al di fuori dell'orario di servizio va pagata come un libero professionista. Questo ha stabilito il Tribunale di Torino, accogliendo il ricorso di due infermiere delle Molinette. La controversia si è aperta nel 2004 quando l'azienda Molinette decise di retribuire le ore lavorate eccedenti l'impegno di servizio come ore di straordinario e non come prestazioni rese in regime libero professionale. Ciò comportava una diminuzione del conteggio economico orario dovuto, e anche la possibilità di recuperare tali straordinari con giorni di recupero compensativo. Non solo: la disposizione fu considerata retroattiva, a partire dal 2002, e così molti infermieri si videro sottrarre dalla busta paga quattrini che, secondo i calcoli dell'azienda, erano stati pagati erroneamente. Questa disposizione, secondo il sindacato degli infermieri Nursing Up, contravveniva a quanto disposto dalla stessa legge 1 del 2002, la quale proprio per quelle prestazioni definite "a ggiuntive" de fi ni va una compensazione a regime libero professionale. E il Tribunale ha dato loro ragione. Un principio che ora potrebbe essere applicato a tutti gli infermieri impiegati negli ospedali del Piemonte e del resto della nazione.

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