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La richiesta di prestazioni assistenziali di qualità e personalizzate è sempre più in aumento; si accresce pertanto anche il livello di competenza e responsabilità dell'infermiere nei confronti della persona assistita; i tempi esigono professionisti preparati, capaci di confrontarsi in équipe multidisciplinari e che sappiano dare garanzie sulle proprie azioni, in quanto consapevoli delle conseguenze che possono derivare dalle loro decisioni e dal modo di condurre gli interventi

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mercoledì, novembre 19

Rassegna Stampa - 19.11.2008


Il Collegio infermieri:
«La scuola abbia una sede alternativa»

Il Secolo XIX del 19/11/2008 ed. La Spezia p. 27

IL COLLEGIO infermieri Ipasvi lancia un appello per evitare che l'istituto di formazione sia frattato dalla sede di via Migliari senza disporre di una sede alternativa per accogliere i 150 giovani che stanno seguendo le lezioni. «L'Italia è un Paese assai curioso sottolinea Francesco Falli, presidente dela Collegio Infermieri sono frequenti le grida di scarsità di personale sanitario infermieristico, al punto che sono tante le domande che giungono al nostro collegio professionalecon richieste di nominativi per una assunzione diretta da vari enti: richieste che noi non possiamo soddisfare in alcun modo, perché fra i nostri 1. 700 iscritti nessuno è senza lavoro. Dalle Regioni confinarie giungono offerte di lavoro con alloggi agevolati e corsi di lingua straniera; tutti si adoperano per cercare Infermieri e alla Spezia il polo formativo universitario di Via Migliari vive da anni una kafkiana situazione di sfratto imminente, questa volta reso concreto da una caldaia rotta che nessuno vuole cambiare»«. «La sede alternativa potrebbe essere con un po' di buona volontà facilmente individuata; certamente appare scomoda l'ipotesi del Centro Tiresia di Lerici», sottolinea Falli ricordando come molti iscritti al corso risiedano in Comuni della Val di Vara e della Lunigiana mentre i docenti arrivano in trasferta dalla facoltà di Medicina di Genova per cui la sede lericina potrebbe rappresentarre un serio problema logistico. «In buona e amara sostanza conclude falli ­ abbiamo un corso di Laurea che consente agli studenti un ingresso istantaneo nel mondo del lavoro e la annuale, ormai, difficoltà a dotarlo di una sede ben organizzata e strutturata. Il rimbalzo delle competenze fra Università, Provincia,Azienda Sanitaria ha fino ad oggi prodotto solo incertezza e polemiche: attenzione, perché se il giocattolo si rompe, trasferendo altrove il corso di Laurea, la situazione della formazione post diploma in città sarebbe ancora meno felice. Forse basta veramente ancora un po' di buona volontà, qualche polemica in meno, qualche sforzo in più: perdere un corso di qualità per una caldaia da riscaldamento è davvero assurdo».



Progetto di sensibilizzazione nelle scuole

La Sicilia del 18/11/2008 ed. Nazionale p. 39

D.a.)La donazione di organi deve essere un atto consapevole. Questo l'obiettivo del progetto «T.v.d.-Ti voglio donare» che Provveditorato agli studi e Centro regionale trapianti realizzeranno insieme nelle scuole agrigentine. Il primo incontro avverrà stamattina alle 10, nell'auditorium dell'istituto «Nicolò Gallo» in contrada Calcarelle, dove in una prima fase fruitori della sensibilizzazione saranno i docenti. All'incontro presenzieranno il provveditore Nicolò Lombardo, il vice coordinatore regionale del Crt Antonella Spada, il direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera, Gerlando Sciumè, il primario dell'Uo di Rianimazione Antonino Arena e il vice presidente del Collegio Ipasvi Salvatore Pantalena secondo il quale «c'è poca informazione su un atto che invece diventa importante per salvare diverse vite umane. Vogliamo che tutto il processo, dalla donazione al reimpianto sia chiaro a docenti e studenti che potranno così operare scelte consapevoli e non più basate sul classico sentito dire», ha detto. Si tratta di un progetto destinato alla formazione e alla sensibilizzazione scolastica, nell'ambito delle iniziative della Campagna nazionale per la donazione e il trapianto di organi e tessuti «Dai valore alla vita» promosso dal ministero della Salute in collaborazione con il Centro Nazionale Trapianti.


Riapre il cantiere che dovrò rifondare l'edificio dell'Ecm

Il Giornale del Medico del 18/11/2008 , articolo di Alessandro Santoro N. 21 3 NOVEMBRE 2008 p. 3

Insediata la nuova Commissione per la Formazione continua, si riparte dall'Accordo Stato-Regioni del primo agosto 2007Si appresta a riprendere i lavori il cantiere della Formazione continua. Questa almeno è la speranza dopo l'insediamento, la settimana scorsa, della nuova Commissione nazionale Ecm, il "Caronte" che dovrà traghettare il sistema dalle vecchie alle nuove regole. La stella polare che orienterà la rotta resta l'Accordo Stato-Regioni del primo agosto 2007, nel quale si dettavano le linee guida della riorganizzazione così come le aveva disegnate la precedente Commissione Ecm. Indicazioni ancora perfettamente valide, più che altro causa paralisi pressoché totale della cabina di regia nazionale. Non è un caso che quell'accordo collocasse in cima alle priorità il passaggio dall'accreditamento degli eventi a quello dei provider, trasformazione che è anche ammissione dell'impossibilità di governare a livello centrale qualità dell'offerta formativa e certificazione dei crediti: «I provider»recita l'intesa «agiscono garantendo la coerenza dei piani formativi, la qualità scientifica e andragogica dei programmi, la trasparenza dei finanziamenti, l'assenza di pubblicità e l'impegno del rispetto delle indicazioni programmatiche nazionali». Tra tali indicazioni, spiccano innanzitutto le linee guida sugli obiettivi della Formazione: se nel primo Programma nazionale si parlava indeterminatamente di «obiettivi di interesse nazionale e regionale», nella nuova Ecm a fare da riferimento saranno i Piani formativi nazionali e regionali, nei quali si detteranno strategie, programmazione e controllo dell'aggiornamento continuo. «Il professionista del Ssn» riconoscono una volta per tutte Stato e Regioni «ha il diritto/dovere di acquisire crediti Ecm su tematiche coerenti con il proprio lavoro». A garanzia di tali principi l'Accordo del 1 agosto 2007 introduce lo strumento del Dossier formativo (individuale o di gruppo), che per i medici convenzionati viene elaborato e aggiornato nel dipartimento di appartenenza. «I collegi di direzione o gli organi di direzione sanitaria e scientifica» recita l'intesa «promuovono i Dossier in coerenza con le loro strategie aziendali e la loro valutazione». Novità più contenute in materia di crediti. L'Accordo, infatti, conferma il vecchio (e talora contestato) parametro "un'ora di formazione^un credito" e fissa in 150 punti il debito formativo triennale che i medici dovranno assolvere con l'avvio della nuova Ecm. Ed ecco il vero quesito al quale la neocommissione dovrà dare velocemente risposta: quando si parte? «L'attuale Ecm è un sistema ormai bollito in cui nessuno più crede» è la risposta di Claudio Cricelli, presidente della Simg e componente della Commissione in rappresentanza del ministero del Welfare «quindi vanno dati segnali chiari in tempi rapidi. La mia stima è che si possa mettere in piedi il nuovo sistema nel primo semestre del nuovo anno e arrivare a regime per fine 2009. Tempi più lunghi causerebbero una crisi di rigetto». Tabella di marcia a parte, c'è anche attesa per una sburocratizzazione dell'Ecm che, almeno per Fnomceo, significa innanzitutto governo condiviso della Formazione. «L'Ecm» è il parere di Amedeo Bianco, leader della Federazione e vicepresidente della Commissione «non può essere r i d o t t a a m e r o s t r u m e n t o di aziende sanitarie, Regioni e Governo centrale. Occorre comprendere che la Formazione è strumento per la promozione della qualità e del miglioramento delle prestazioni erogate dal servizio pubblico». In tal senso, Bianco elenca anche i temi sui quali la Commissione indirizzerà prevedibilmente il proprio lavoro: «Innanzitutto» prosegue il presidente della Fnomceo «andrà finalmente sancito il passaggio dall'accreditamento degli eventi a quello dei provider; poi andrà affrontato il problema del conflitto d'interesse; infine occorrerà mettere in piedi sia il sistema dei dossier formativi, sia quello della certificazione dei crediti. L'Ecm deve diventare uno strumento per la governance condivisa del sistema».
I COMPONENTI DELLA NUOVA COMMISSIONEPresidente Ministro del Welfare Vicepresidenti Coordinatore Commissione Salute, Presidente Fnomceo Componenti Paolo Messina (Welfare), Riccardo Vigneri (Welfare), Melchiorre Fidelbo (Welfare), Antonio Emilio Scala (Welfare), Claudio Cricelli (Welfare), Andrea Lenzi (Istruzione), Gloria Saccani Jotti (Istruzione), Nora Coppola (Stato-Regioni), Alberto Ferrando (Stato-Regioni), Sandro Oddi (Stato-Regioni), Roberto Petescia (StatoRegioni), Felice Ungaro (Stato-Regioni), Alberto Zanobini (Stato-Regioni), Alessandro Rossi (Stato-Regioni), Pietro Stellini (Stato-Regioni), Luigi Conte (Fnomceo), Salvatore Onorati (Fnomceo), Giuseppe Renzo (odontoiatri), Felice Ribaldone (farmacisti), Gaetano Penocchio (veterinarii, Armando Zingales (chimici), Giuseppe Luigi Palma (psicologi), Alberto Spanò (biologi), Marcello Bozzi (infermieri), Gennaro Rocco (infermieri), Maria Santo (ostetriche), Claudio Ciavatta (riabilitazione), Salvatore Guinand (tecnici sanitarii, Angelo Foresta (prevenzione), Antonio Patrizio (radiologi) Componenti di diritto Direttore Agenas, Direttore Risorse Umane del Welfare, Segretario amministrativo.



Infermieri, oggi inizia la scuola

Il Gazzettino del 18/11/2008 ed. VICENZA p. VIII

USL 8Castelfranco
(MC) Per gli infermieri inizia la scuola. Oggi l'inaugurazione del quinto anno accademico del Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche e Ostetriche. Alle 11, nella Sala Convegni dell'Ospedale di Castelfranco, la tradizionale cerimonia di inaugurazione e accoglienza degli studenti del primo anno. All'appuntamento porteranno il proprio saluto il rettore dell'Università di Padova, professor Vincenzo Milanesi, il direttore generale dell'Usl 8, dottor Renato Mason, il sindaco di Castelfranco, Maria Gomierato, il preside di Facoltà, professor Giorgio Palù, il presidente del corso, professor Renzo Zanotti, il professor emerito Felice Vian, il direttore sanitario dell'Usl 8, Paola Corziali. Sono 172 gli studenti finora ospitati in ospedale a Castelfranco dal 2004 per frequentare il corso; 27 sono gli iscritti di quest'anno. L'Università cura l'aspetto didattico, l'Usl 8 mette a disposizione aule e sedi dove svolgere lo stage obbligatorio per gli studenti. Nel corso del biennio, infatti, gli studenti sono tenuti a svolgere due stage: il primo viene generalmente praticato presso una sede formativa o organizzativa di un'Usl veneta, il secondo viene invece svolto in un'Usl fuori regione, grazie ad alcuni accordi già presi con le regioni Marche, Friuli Venezia Giulia e Toscana. Un significativo contributo scientifico alla cerimonia di oggi sarà dato dalle testimonianze di alcuni laureati e studenti. L'iniziativa si concluderà con una esposizione-relazione su Il laureato magistrale nella sanità che cambia.



Intesa e tregua sugli ospedali

Il Giorno del 19/11/2008 , articolo di ROBERTA RAMPINI ed. Milano p. 27

L'Azienda si impegna ad assumere infermieri entro febbraiodi ROBERTA RAMPINI - GARBAGNATE MILANESE - FUMATA BIANCA e tregua. Ieri mattina, dopo l'ennesimo presidio di protesta dei dipendenti dell'ospedale di Passirana di Rho contro accorpamenti di reparti e riduzione di posti letto, al termine di un incontro tra una delegazione sindacale e il direttore sanitario dell'azienda ospedaliera Salvini, Paolo Moroni, è stata sottoscritta un'intesa tra le parti. L'azienda, come richiesto dalle organizzazioni sindacali, ha messo nero su bianco l'impegno a risolvere la cronica assenza di infermieri entro il 15 febbraio 2009 reclutando personale attraverso le agenzie interinali. Inoltre ha ribadito che gli accorpamenti dei reparti sono una situazione provvisoria e che entro il 28 febbraio del prossimo anno tutto tornerà come prima. Infine si è impegnata a incontrare i sindacati qualora impegni e date dovessero cambiare. «IN QUESTA FASE non possiamo parlare di vittoria - spiega Rosario Pizzo, rappresentante sindacale Rsu - abbiamo sottoscritto un atto di tregua, nel frattempo staremo a vedere cosa succede nella gestione quotidiana dei reparti e dei pazienti. L'azienda ospedaliera ha confermato che il presidio di Passirana resterà di tipo riabilitativo e l'attuale riduzione di posti letto non comprometterà il futuro della struttura». Il timore del personale medico, infermieristico, tecnico riabilitativo e degli operatori sanitari era quello che il taglio di posti letto fosse l'anticamera alla chiusura del presidio ospedaliero: ciò non accadrà, Passirana non perderà il suo ospedale nè la sua vocazione riabilitativa. Sospese le iniziative di lotta, oggi si terrà un'assemblea dei lavoratori nel corso della quale verranno illustrati i contenuti dell'intesa. MA INTANTO, da ieri mattina, sono stati accorpati i reparti di cardiologia riabilitativa e pneumologia riabilitativa a Passirana, con un taglio di trenta posti letto. Questo ha permesso alla direzione sanitaria di spostare una parte del personale infermieristico nel reparto di medicina dell'ospedale di Rho, che è rimasto senza infermieri a causa della scadenza degli appalti con le cooperative. Anche al Santa Corona di Garbagnate c'è stata una riduzione di 50 posti letto. «Stiamo cercando di far fronte a una gravissima situazione di mancanza di infermieri senza tagliare i servizi ai cittadini», precisano dalla direzione sanitaria. Intanto però nei reparti di medicina si teme che l'ondata di epidemia influenzale attesa per il mese di dicembre possa mettere a dura prova l'equilibrio appena raggiunto.



Ammalati di tumore, assistenza in crisi: pochi gli infermieri

Corriere del Mezzogiorno del 19/11/2008 ed. LECCE p. 15

L'Ant in difficoltà con 207 pazientiL'associazione ha solo tre unità che non riescono a coprire i turni in tutti i comuni della provincia TARANTO - Assistenza infermieristica in affanno per gli ammalati oncologici seguiti a domicilio dall'Associazione nazionale tumori in provincia di Taranto. Una situazione di crisi, sulla quale sono impegnati i dirigenti dell'Ant jonica, dovuta alla «perdita» di una decina di infermieri convenzionati che sino a qualche giorno fa implementavano l'organico esiguo dell'organizzazione composto da appena tre unità. Un numero assolutamente insufficiente per seguire i 207 pazienti affetti da gravi patologie tumorali (tutti in fase terminale) distribuiti in un territorio che comprende ventinove comuni nell'arco ionico. All'origine della carenza, lo stato di incompatibilità dei dieci infermieri che oltre a prestare opera presso l'Ant risultavano dipendenti pubblici in forza alla Asl di Taranto. Quando se ne sono accorti, i dirigenti dell'associazione hanno provveduto ad interrompere il rapporto con i professionisti. Che ora devono essere sostituiti pena il malfunzionamento del servizio. Un compito non facile considerando la cronica mancanza di figure sanitarie di questo profilo.«Stiamo provvedendo a rimpiazzare gli assenti e contiamo di farlo in fretta. Al momento ne mancano poche unità ma non è facile trovarne di disponibili», ammette il responsabile del gruppo, Arcangelo Sapio che da venti anni è il referente medico dell'Ant della provincia di Taranto. Intanto la terapia domiciliare comincia a fare sentire l'affanno dei pochi infermieri in servizio.L'Ant opera gratuitamente al domicilio dei pazienti affetti da tumori in fase avanzata. Sulla scorta di una convenzione regionale, la Asl riconosce una retta di mille e duecento euro per ogni assistito. L'investimento mensile per questo genere si servizio a carico della sanità pubblica, quindi, si aggira sui duemilioni e quattrocentomila euro l'anno. Nonostante tutto, gli infermieri licenziati per incompatibilità reclamano ancora ritardi nei pagamenti dei compensi dovuti.Secondo il responsabile dell'Ant, che da venti anni registra il costante aumento dei pazienti affidati alle loro cure, l'assistenza ideale sarebbe assicurata dalle strutture cosiddette Ospis, servizi di degenza oncologica previsti dalla legge Bindi del 2000 ma mai realizzati. «La nostra - dice il dottor Sapio - è l'unica provincia a non aver ancora progettato una struttura simile che darebbe la possibilità di completare i bisogni per malattie così complesse ».L'organico dell'Ant è composto da 18 medici, 2 psicologi e 15 infermieri (attualmente il numero è dimezzato). Opera inoltre un gruppo di volontari di supporto alle figure sanitarie ed anche i cosiddetti «ministri della consolazione »: si tratta di persone laiche che assistono l'aspetto religioso dei malati.Nazareno Dinoi I costi L'Asl, con una convenzione, garantisce all'Ant ionica una retta di 1200 euro al mese per ogni assistito



Sale operatorie, è polemica

Il Piccolo di Trieste del 19/11/2008 ed. Nazionale p. 26

Gli infermieri: assurda la lotta tra le due aziende della sanità - Rotelli a Marini: prima di parlare si informiLa questione degli infermieri mancanti e delle nuove sale operatorie chiuse perciò da cinque mesi si alza di tono e dilaga tra infermieri, medici, sindacati, politici e direttori generali. «Si sta scatenando a Trieste una assurda lotta tra Azienda ospedaliera e Azienda sanitaria, sembra che i cittadini di una parte siano pazienti di serie A e gli altri di serie B, è assurdo, il cittadino ha diritto ad avere esattamente ciò che gli serve, dall'ospedale fino a casa, gli infermieri non sono mal distribuiti: è il bisogno che è aumentato» reagisce Flavio Paoletti, presidente del Collegio, da tempo impegnato sul problema. Prosegue Rossana Giacaz della Cgil: «Ci risiamo, no alla guerra per bande, i direttori generali si trovino come già chiesto da tempo a uno stesso tavolo e concordino le priorità di assistenza sanitaria globale per Trieste, poi aprano i reparti e i servizi che sono commisurati al personale disponibile, il quale oltre tutto va meglio pagato perché lavori in reparti che a volte sembrano più una fonderia che un ospedale. Qui tutti guardano il problema, nessuno lo vuol risolvere».Forte risposta da parte degli infermieri, dunque, di fronte al rimpallo di responsabilità, alla dichiarata lista d'attesa di oltre 2000 pazienti, e in presenza di una pubblica presa di posizione da parte dei primari che in una lettera ampiamente sottoscritta da firme (molti i chirurghi) ieri hanno denunciato: «Il travaso di infermieri ha messo in ginocchio le aree intensive dell'ospedale dove il personale che lascia per soluzioni lavorative di diverso impegno non è prontamente rimpiazzabile». Questione tecnica, ma anche politica, nel momento in cui il Pdl regionale ha ottenuto l'invio di un ispettore all'Azienda sanitaria diretta da Franco Rotelli, oggetto di una nuova interrogazione da parte del forzista Bruno Marini «sui troppi infermieri assunti a scapito dell'ospedale».I primari per cinque mesi non hanno sollevato il caso. Ora si trovano a ruota dell'interrogazione (cui Rotelli ha dato ieri risposta), delle velate accuse del direttore degli ospedali Franco Zigrino («perché sul 118 viaggiano due infermieri alla volta?»), e delle proteste degli operatori. Oggi i sindacati incontrano Zigrino proprio per dirimere il funzionamento del polo chirurgico, per chiedere turni precisi e non più «pronta disponibilità» continua. Il primario di Anestesia e rianimazione, Giorgio Berlot, per parte sua confessa: «Nelle sale operatorie non mancano solo infermieri, non ben pagati e con un lavoro infame, poverini, ma anche medici: dovremmo essere 32 e siamo 28, io stesso faccio turni e notti come tutti».Intanto Rotelli risponde a Marini dandogli del «poco informato» («libero di interpellare la Regione, ma prima di farlo potrebbe ottenere precise informazioni con una semplice telefonata») e negando veridicità alle sue contestazioni: «Non ritengo - scrive - che la competenza di un eletto si allarghi anche al fatto di modificare dati e riscontri oggettivi». Nel merito: «Smentendo quanto affermato dal consigliere Marini i fatti dicono che il numero di infermieri all'Azienda sanitaria è immutato dal 2005, scorporando il 118 che è passato dall'Azienda ospedaliera a quella sanitaria, peraltro è aumentato il numero di infermieri a part-time; la carenza di infermieri all'Azienda ospedaliera non ha quindi nulla a che vedere con un inesistente incremento all'Azienda territoriale; gli infermieri dell'Azienda territoriale hanno garantito 3500 ospedalizzazioni protette, i ricoveri scendono a Trieste tra gli 800 e i 1000 all'anno, evidentemente grazie all'assistenza domiciliare, alle Rsa e altri servizi. Marini - conclude Rotelli - parla solo di assistenza domiciliare ma non tiene conto di case di riposo, case polifunzionali, Centro cardiovascolare, centro oncologico, attività per donne, bambini e adolescenti, del 118, dei Dipartimenti di salute mentale, delle dipendenze e della Prevenzione». (g. z.)



Dopo la farmacia, l'infermiere a domicilio

La Provincia di Como del 18/11/2008 p. 42

(p.d.a.) L'Azienda speciale servizi Uboldo che gestisce la farmacia di via IV Novembre medita di ampliare l'offerta creando un servizio infermieristico domiciliare. Con una delibera del commissario straordinario Annunziato Vardè, è stato infatti modificato l'articolo 3 dello statuto sociale dell'Assu aggiungendo ai compiti dell'azienda quello di «garantire il servizio infermieristico domiciliare su conforme parere del consiglio di amministrazione».In realtà già all'inizio di quest'anno era stato attivato un servizio limitato all'effettuazione di iniezioni incaricando una infermiera ?a gettone? (all'utente veniva richiesto solo un modesto ticket). Ma il servizio era stato sospeso quasi subito.Prima di apportare la modifica statutaria, Vardè ha però fatto svolgere una indagine. Sono stati così inoltrati a 2376 cittadini uboldesi ultrasessantenni altrettanti questionari, 779 dei quali sono stati restituiti: 774 cittadini su 779 hanno chiesto che il servizio venisse garantito anche in futuro mentre tutti gli 85 cittadini che avevano avuto modo di servirsi del servizio prima della sospensione hanno espresso piena soddisfazione. Spetterà ora al consiglio di amministrazione dell'Assu decidere quando e come attuare il servizio e soprattutto decidere l'assunzione di un'infermiera. Intanto dopo il buon risultato dell'esercizio 2007, chiusosi con un utile di euro 54.524, si attende un risultato positivo anche per il corrente anno (il bilancio di previsione ipotizzava un utile pari a 63.026 euro).18/11/2008



Oltre 250 infermieri all'incontro della Cisl

La Provincia Pavese del 19/11/2008 ed. Nazionale p. 12

PAVIA. Più di 250 infermieri hanno partecipato all'incontro organizzato da Cisl su "diritti e obblighi del professionista sanitario". «Per una volta non si è parlato delle carenze (ormai croniche) o delle problematiche specifiche di alcuni reparti dei vari ospedali della provincia, ma vogliamo parlare del ruolo dell'infermiere come professionista e della sua importanza nel processo assistenziale e perché sono troppe le rappresentazioni stereotipate» spiega il coordinamento infermieristico della Cisl, costituito di recente. «L'infermiere, oggi, è il responsabile di tutto il processo assistenziale infermieristico, sia dentro che fuori l'ospedale - spiega Sandro Vaccari, segretario provinciale Cisl Sanità -. Ha conoscenze, competenze e abilità ben precise per fornire risposte complesse alla domanda di salute della collettività». La Segreteria Cisl Fp, e il Coordinamento infermieristico vogliono valorizzare la figura dell'infermiere e dargli strumenti strumenti utili di lavoro.

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