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La richiesta di prestazioni assistenziali di qualità e personalizzate è sempre più in aumento; si accresce pertanto anche il livello di competenza e responsabilità dell'infermiere nei confronti della persona assistita; i tempi esigono professionisti preparati, capaci di confrontarsi in équipe multidisciplinari e che sappiano dare garanzie sulle proprie azioni, in quanto consapevoli delle conseguenze che possono derivare dalle loro decisioni e dal modo di condurre gli interventi

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martedì, febbraio 12

Codice deontologico inferermieri
«la voglia di essere una corporazione e di dettare legge»
© ADUC.it - Pubblicata il 12/02/2008


E' stata presentata oggi una prima bozza per la revisione del codice deontologico degli infermieri, lo ha fatto il presidente della federazione nazionale dei Collegi Ipasvi (Federazione nazionale collegi infermieri), ciò che colpisce e' l'introduzione dell'obiezione di coscienza sui cosiddetti temi etici e il no all'eutanasia («l'infermiere non partecipa a interventi finalizzati a provocare la morte, anche se la richiesta proviene dall'assistito«).
Colpisce perché e' in intervento a gamba tesa per affermare la loro voglia di essere una corporazione e, di conseguenza, dettare legge li' anche dove la legge (quella vera) non si esprime o dice il contrario.
Se parlano di obiezione di coscienza sui temi cosiddetti etici (che sono quelli più conosciuti come diritti civili degli individui), se questa obiezione non e' prevista dalla legge loro non possono praticarla, altrimenti commetterebbero il reato di omissione di soccorso. Per l'eutanasia, siccome questa e' una pratica che oggi e' vietata per legge, che bisogno c'e' di specificare la loro indisponibilità' a praticarla? O forse potrebbero dare la disponibilità ad assecondare le richieste dei pazienti nonostante il «niet» della legge? Non crediamo proprio. E' evidente che, con la scusa del codice deontologico, vogliono solo affermare la loro disponibilità' ad agire in una sorta di extraterritorialità legislativa, cercando protezione e consenso dai vari alfieri delle brutalità sanitarie imposte.Questo e' il nostro contributo alla loro bozza di revisione del codice deontologico.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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