Sala infetta,paziente operato muore
Calabria, ospedale:"ferri non sterili"
Entrato in ospedale per un ematoma alla testa, sarebbe morto in seguito a un'infezione dovuta alla mancata sterilizzazione di alcuni ferri operatori: è quanto denunciato dai parenti di un autotrasportatore reggino deceduto nei giorni scorsi all'ospedale Riuniti di Reggio Calabria. La direzione sanitaria della struttura ha reso noto, dopo aver ammesso la presenza del batterio, di aver chiuso la sala operatoria.
Gli episodi accertati dovuto a uno strumento che è stato sostituito con uno nuovo, riguardano sette pazienti: uno è morto, quattro sono tuttora degenti e in via di guarigione e due sono guariti e sono stati dimessi. Il batterio è stato individuato dopo un'ispezione.Una storia sulla quale i figli di Francesco Ficara ora vogliono vederci chiaro, tanto da rivolgersi a un'avvocato che, a nome della famiglia, ha formalmente presentato una denuncia penale nella quale si chiede alla magistratura reggina di verificare se "sussistono gravi ipotesi di responsabilità a carico dei sanitari della struttura ospedaliera in oggetto", e "soprattutto sussista una condizione di assoluta inadeguatezza della stessa ed anzi un immanente rischio che, laddove la struttura medesima (sia nella componente umana che nella componente strutturale) dovesse continuare ad operare, si compromettano altre vite umane".Per quanto riguarda il caso del paziente deceduto, la direzione sanitaria ha precisato che l'uomo, "affetto da severe patologie concomitanti, è stato più volte dimesso su sua richiesta e contro il parere dei sanitari, ma questo non coincide con quanto dichiarato dai familiari del defunto"."Le condizioni cliniche del paziente e della ferita chirurgica - dice ancora la nota della direzione sanitaria - sono state valutate al domicilio del paziente da uno specialsta neurochirurgo e l'esame microbiologico della ferita, effettuato l'8 luglio scorso, non ha presentato segni di infezione".
Calabria, ospedale:"ferri non sterili"
Entrato in ospedale per un ematoma alla testa, sarebbe morto in seguito a un'infezione dovuta alla mancata sterilizzazione di alcuni ferri operatori: è quanto denunciato dai parenti di un autotrasportatore reggino deceduto nei giorni scorsi all'ospedale Riuniti di Reggio Calabria. La direzione sanitaria della struttura ha reso noto, dopo aver ammesso la presenza del batterio, di aver chiuso la sala operatoria.
Gli episodi accertati dovuto a uno strumento che è stato sostituito con uno nuovo, riguardano sette pazienti: uno è morto, quattro sono tuttora degenti e in via di guarigione e due sono guariti e sono stati dimessi. Il batterio è stato individuato dopo un'ispezione.Una storia sulla quale i figli di Francesco Ficara ora vogliono vederci chiaro, tanto da rivolgersi a un'avvocato che, a nome della famiglia, ha formalmente presentato una denuncia penale nella quale si chiede alla magistratura reggina di verificare se "sussistono gravi ipotesi di responsabilità a carico dei sanitari della struttura ospedaliera in oggetto", e "soprattutto sussista una condizione di assoluta inadeguatezza della stessa ed anzi un immanente rischio che, laddove la struttura medesima (sia nella componente umana che nella componente strutturale) dovesse continuare ad operare, si compromettano altre vite umane".Per quanto riguarda il caso del paziente deceduto, la direzione sanitaria ha precisato che l'uomo, "affetto da severe patologie concomitanti, è stato più volte dimesso su sua richiesta e contro il parere dei sanitari, ma questo non coincide con quanto dichiarato dai familiari del defunto"."Le condizioni cliniche del paziente e della ferita chirurgica - dice ancora la nota della direzione sanitaria - sono state valutate al domicilio del paziente da uno specialsta neurochirurgo e l'esame microbiologico della ferita, effettuato l'8 luglio scorso, non ha presentato segni di infezione".
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