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La richiesta di prestazioni assistenziali di qualità e personalizzate è sempre più in aumento; si accresce pertanto anche il livello di competenza e responsabilità dell'infermiere nei confronti della persona assistita; i tempi esigono professionisti preparati, capaci di confrontarsi in équipe multidisciplinari e che sappiano dare garanzie sulle proprie azioni, in quanto consapevoli delle conseguenze che possono derivare dalle loro decisioni e dal modo di condurre gli interventi

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sabato, giugno 7

battezzate ambulanze della morte

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ALLO STUDIO AMBULANZE PER ESPIANTO ORGANI

Roma, 6 giu. (Adnkronos Salute) - Ambulanze attrezzate per l'espianto d'organi, con a bordo tutto il necessario per sottoporre gli assistiti, destinati a morte certa, agli interventi necessari per donare gli organi. Potrebbero essere battezzate ambulanze della morte,ma anche della vita considerando che il loro obiettivo è di salvarne molte. Di certo, però, non quelle delle persone che soccorreranno: perquesto, la cosa rischia di sollevare non pochi dubbi, compresi quelli di natura etica. L'insolito dilemma su cosa sia giusto o non giusto fare, destinato ad accendere un infuocato dibattito, nasce a New York City, dove il personale del Bellevue Hospital sostiene che la singolare quattro ruote potrebbe salvare centinaia di vite umane. Generalmente negli States, infatti, l'espianto d'organi avviene in ospedale, perché è qui che i camici bianchi dispongono di tutti i macchinari e le attrezzature necessarie per far sì che gli organi non subiscano danni, diventando presto inutilizzabili. Poche e determinanti ore per far sì che reni, fegato e altri organi possano essere donati a chi ne ha bisogno. Lewis Goldfrank, a capo della medicina di emergenza dell'ospedale di Bellevue, sostiene che l'ambulanza delle polemiche potrebbe dar vita a una "trasformazione straordinaria", incrementando ben presto il numero di donatori. L'espianto, infatti, potrebbe avvenire a pochi minuti e sul posto in cui ha avuto luogo un incidente mortale, ad esempio. Goldfrank ha stimato che circa 22 mila persone l'anno, negli Stati Uniti, perdono la vita in casa. Tra questi vi è indubbiamente unalto numero di donatori potenziali. "Ma molte persone - fa notare Arthur Caplan, docente di bioetica all'università di Pennsylvania - diffidano del sistema sanitario, e credo che sarebbe molto facile imbattersi in familiari che sosterrebbero: 'Vedi, se fosse stato riccoe bianco gli avrebbero salvato la vita anziché prelevargli gli organi'''. "Ma è anche vero - ricorda Richard O'Brien, un medico di emergenza del Mosè Taylor Hospital di Scranton, in Pennsylvania, e portavoce dell'American College of Emergency Physicians - che diverse centinaia di persone muoiono ogni mese in attesa di un trapianto d'organi. Questo potrebbe essere un modo per incrementare la disponibilità di organi e salvare così la vita di persone che ne hanno un disperato bisogno".

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