Professioni sanitarie: un vero e proprio boom
L’incremento delle domande per l’iscrizione alle lauree triennali delle professioni sanitarie è stato importante, con oltre 87mila domande, a fronte delle 79mila dell’altro anno.Un lieve aumento si è registrato anche per il numero dei corsi e delle sedi formative; confermato il progressivo aumento dei posti assegnati alle lauree triennali; quasi stabile, invece, il numero dei posti a bando, da 25.048 a 25.399. Tutto, con chiare ricadute sul rapporto domande/posto.Analogo andamento si riscontra sia per Medicina che per Odontoiatria, che registrano aumenti della domanda.Eppure, nessuna Università ha attivato tutti i 22 corsi previsti: la media nazionale resta di 12, con il maggior numero di posti assegnati a Roma Sapienza 1, seguita da Roma-Tor Vergata.Solo in 3 casi, poi, il numero dei posti complessivi è superiore a mille: Torino, Milano e Bari; mentre il minor numero di posti e di sedi riguarda gli atenei di Campobasso, Milano San Raffaele e Roma-Campus.La ripartizione per profili vede il maggior numero di corsi e di sedi per il corso in Infermieristca, seguito da quelli per fisioterapista, tecnico di radiologia, tecnico di laboratorio e ostetrica. Chiudono questa speciale classifica: tecnico ortopedico e terapista occupazionale. Al primo posto delle professioni più richieste troviamo ancora quella di fisioterapista, quindi quelle di logopedista, dietista, tecnico di radiologia, ostetrica e igienista dentale. Stabile, invece, la figura di infermiere. Il totale dei 25.417 posti messi a bando dalle Università è inferiore di 3.064 posti rispetto ai 28.481 chiesti dalle Regioni e di 9.308 rispetto ai 34.725 richiesti dalle professioni. Sulla prima carenza incidono tre Regioni (Veneto, Sicilia e Lombardia), mentre un’ulteriore offerta è presentata dalle cinque Università di Roma rispetto ai 2.209 chiesti dalla Regione. In prevalenza, la sottostima delle Regioni riguarda la figura di infermiere, con 15.859 posti invece dei 18.910 chiesti dalla Federazione Ipasvi. Per la prima volta, però, quasi tutte le Regioni (ad esclusione di Campania e Sicilia) stanno considerando le proposte delle categorie, portando ad una più coerente determinazione del fabbisogno.Per il prossimo anno accademico, per i corsi di infermiere si attendono almeno 20mila posti invece dei “soliti” 13mila, in modo da ridurre la carenza dei circa tremila posti stimati dalle Regioni e dei settemila richiesti dall’Ipasvi.
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