Roma,
AdnKronos Salute
La richiesta di prestazioni assistenziali di qualità e personalizzate è sempre più in aumento; si accresce pertanto anche il livello di competenza e responsabilità dell'infermiere nei confronti della persona assistita; i tempi esigono professionisti preparati, capaci di confrontarsi in équipe multidisciplinari e che sappiano dare garanzie sulle proprie azioni, in quanto consapevoli delle conseguenze che possono derivare dalle loro decisioni e dal modo di condurre gli interventi
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Roma,
Una 'cartella infermieristica' da compilare al momento del ricovero del paziente, con l'obiettivo di misurare il reale fabbisogno di infermieri e il loro carico di lavoro, a seconda della complessità assistenziale di ogni degente. E' una delle proposte lanciate oggi dalla II Conferenza nazionale Ipasvi (Infermieri professionali assistenti sanitari vigilatrici d'infanzia), in corso a Bologna. Un appuntamento che si propone di individuare le strategie più efficaci per rispondere alle esigenze dei pazienti, e per organizzare al meglio l'assistenza sanitaria. Non a caso lo slogan del convegno è 'La sanità italiana puòessere curata anche con le ricette degli infermieri'. Almeno tre le linee di intervento proposte. "Prima di tutto - sottolinea in una nota Annalisa Silvestro, presidente dell'Ipasvi - una nuova organizzazione dell'assistenza ospedaliera basata sul principio della centralità della persona assistita e sulla cooperazione e l'interscambio tra i professionisti sanitari". Gli infermieri propongono infatti una vera e propria 'rivoluzione copernicana', vale a dire il passaggio dal concetto classico di assistenza a un progetto di cura personalizzato, basato sulla collaborazione tra i professionisti. "Occorre un progetto globale di cura - osserva la Silvestro - all'interno del quale gli infermieri sappiano essere propositivi. La crescita e la diversificazione della domanda di salute chiedono a tutti i professionisti sanitari un nuovo modello di approccio al paziente". A questa riorganizzazione si lega il progetto della 'cartella infermieristica', un nuovo modello di rilevazione del fabbisogno di infermieri, basata sulla misurazione delcarico assistenziale necessario per ogni malato. "Attraverso una cartella infermieristica - spiega il presidente Ipasvi - al momento dell'ingresso in ospedale si potrebbe definire l'impegno infermieristico richiesto in relazione alla complessità assistenziale di ogni degente. In questo modo il fabbisogno di infermieri, problema con il quale si confrontano tante realtà ospedaliere e che spesso ricade sulle persone assistite, sarebbe valutato sulla base di esigenze concrete ed effettive". Per l'Ipasvi, vanno inoltre ridisegnate le competenze degli infermieri. "Abbiamo bisogno - aggiunge la Silvestro - di infermieri capaci di impostare processi di assistenza in ospedale centrati sulla persona, ma anche di infermieri capaci di gestire la complessità dell'assistenza sul territorio, ovvero alle fasce deboli della popolazione e alle persone con malattie cronico-degenerative". Infine,gli infermieri propongono la valorizzazione di una nuova figura assistenziale: l'infermiere di famiglia. "Questa figura - conclude la Silvestro - potrebbe migliorare la risposta assistenziale sul territorio, proprio in relazione alle esigenze della cronicità, collaborando con i medici di medicina generale, effettuando le prestazioni infermieristiche a media-bassa complessità e tenendo i contatti con le strutture ospedaliere e quelle territoriali".
A Ragusa, un computer controlla i farmaci
"Complimenti rendiamolo pubblico questo bel lavoro"
Presso l’Unità operativa di Nefrologia dell’Ausl 7 di Ragusa, è attivo un software (creato dal caposala dell’Uo) per l’utilizzo della scheda unica di terapia informatizzata.
In questo modo, si potranno evidenziare - ed eventualmente, modificare - le parti critiche del progetto, rendendolo più confacente alle esigenze in loco.
Una parte è dedicata al medico che prescrive la terapia; una all’infermiere che somministra la terapia e una parte all’infermiere coordinatore per la gestione del magazzino.
Con l’utilizzo del codice a barre per l’identificazione del paziente e dell’operatore sanitario, si eviteranno molti errori nel processo di prescrizione e somministrazione dei farmaci.
Gli obiettivi di questo software volgono tutti verso il rispetto assoluto della regola nel processo di prescrizione e somministrazione della terapia delle regole delle “6 G”: giusto farmaco, giusta dose, giusta via, giusto orario, giusta persona, giusta registrazione. Lo scopo è di ridurre il rischio clinico, la mancanza di farmaci e la percentuale di accadimento di errore di prescrizione e di somministrazione; di adeguare l’uso del farmaco al paziente specifico e di controllarne la gestione.
I risultati del software saranno valutati in varie fasi di monitoraggio degli indicatori (che avranno cadenza trimestrale), con possibilità di adattamento, in tempo reale, alle esigenze locali
"e noi stiamo a dormire"