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La richiesta di prestazioni assistenziali di qualità e personalizzate è sempre più in aumento; si accresce pertanto anche il livello di competenza e responsabilità dell'infermiere nei confronti della persona assistita; i tempi esigono professionisti preparati, capaci di confrontarsi in équipe multidisciplinari e che sappiano dare garanzie sulle proprie azioni, in quanto consapevoli delle conseguenze che possono derivare dalle loro decisioni e dal modo di condurre gli interventi

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sabato, aprile 5

L’ospedale ottimizza la degenza grazie a nuovi comfort hi-tech

All’Ospedale delle Molinette di Torino è terminata la fase sperimentale del Progetto per la mobilizzazione dei pazienti degenti ai fini del miglioramento della guarigione e per la fruibilità degli spazi dell’azienda a tutti i cittadini-pazienti.Un’idea, unica in Italia, che, sin dall’inizio (cioè, dal 2005), ha ottenuto grossi riscontri, favorendo tempi di guarigione più brevi, riducendo la mole di lavoro per gli addetti ed evitando sprechi socio-assistenziali. L’esperienza-pilota è stata possibile grazie all’acquisto di 377 letti e di 300 ausili tecnologicamente avanzati, nonché attraverso la formazione “ad hoc” del personale sanitario.Questo, allo scopo di incentivare la mobilizzazione e la dimissione precoce, riducendo soprattutto le complicanze cliniche legate all’allettamento dei pazienti.In particolare, mentre si provvedeva al programma di formazione per il personale, la fase di studio ha visto impegnati sei reparti: Dea Medicina, Neurochirurgia, Neurologia, Geriatria, Ospedalizzazione a domicilio e Oncologia, tutti dotati degli ausili atti a promuovere la mobilizzazione.I degenti coinvolti sono stati 122, con un’età media di 65 anni (dunque, anziani), e con evidenti problemi di autonomia già nel pre-ricovero.L’obiettivo era la valutazione dell’efficacia nel miglioramento dell’outcome generata da un piano di mobilizzazione predisposto da medici, infermieri e terapisti in relazione alla complessità dei casi.I pazienti sono stati divisi in due gruppi omogenei e curati chi col piano di mobilizzazione e chi no; quindi, si è passati a misurare i risultati: alcuni indicatori specifici hanno dimostrato che, alla dimissione, il primo ne ha ottenuto di più.Per questo, non ci vorrà molto e il progetto sarà presto esteso a tutte le aziende sanitarie piemontesi.

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