Fine vita, no nutrizione obbligata
Tar Lazio contro direttiva Sacconi
Sulla nutrizione obbligatoria per chi vive in stato vegetativo deciderà il giudice ordinario civile. Lo stabilisce il Tar del Lazio in una sentenza che accoglie il ricorso del Movimento per la difesa del cittadino. Il dispositivo del Tar contraddice la direttiva del ministro del welfare Maurizio Sacconi, che impone a Regioni e Asl di non permettere la sospensione della nutrizione artificiale a pazienti in stato vegetativo.
Comunque i magistrati nella sentenza hanno scritto che "occorre comunque tutelare l'obbligatorieta' delle cure sanitarie". Fu l'Mdc, dopo la morte di Eluana Englaro, per evitare il ripetersi di casi simili, a decidere di continuare la sua battaglia davanti al Tar confermando la tesi che la direttiva contestata è illegittima e infondata, e ritenendo che "i principi costituzionali di libertà di cura non consentono di prescindere dalla volonta' del paziente con riferimento alle cure da somministrare agli stessi".
l Tar del Lazio, nell'esaminare il ricorso, ha riconosciuto il proprio difetto di giurisdizione e non si è pronunciato, quindi, nel merito della vicenda. L'avvocato Gianluigi Pellegrino - che ha curato il ricorso per il Movimento Difesa del Cittadino - ha commentato: "Con riferimento alle persone che non sono in grado di esprimere la propria volontà, come i pazienti in stato vegetativo permanente, gli stessi non devono essere discriminati".
Lo scorso febbraio, dopo una vicenda giudiziaria durata oltre dieci anni, il padre di Eluana Englaro - da 17 anni in stato vegetativo - è stato autorizzato dai giudici ad interrompere i trattamenti di idratazione e alimentazione che tenevano in vita la figlia dopo l'accertamento dell'irreversibilità della condizione della donna e del suo convincimento sull'interruzione del trattamento
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