Era arrivato in ospedale a Torino il 7 agosto, in coma irreversibile dopo aver tentato il suicidio con un'overdose di oppiacei. Sandro Lepore, 42enne senza fissa dimora, non aveva speranze di sopravvivere, i medici ai genitori dell'uomo l'avevano detto chiaro e tondo. Ma il 13 agosto l'uomo è morto in circostanze molto strane. E la Procura ora ha aperto un fascicolo nei confronti di un'infermiera: il sospetto è che gli abbia praticato l'eutanasia.
A far scattare le indagini è stata la denuncia di un medico del reparto di Rianimazione, che ha avvertito sia lo stesso ospedale San Giovanni Bosco di Torino sia la Procura. Perché, a quanto pare, la morte sarebbe stata causata da un'iniezione di calmante. E così i magistrati torinesi hanno aperto un fascicolo per omicidio volontario, ipotizzando che l'infermiera abbia "aiutato" l'uomo a morire. Ma secondo il primario del reparto, Sergio Livigni, potrebbe essere tutto un abbaglio: "Ho saputo dell’indagine aperta dalla Procura - spiega il medico a La Stampa - Si parla di un calmante, una dose letale. Ma dopo aver fatto le prime verifiche mi risulta che sia stato somministrato al paziente ben due ore prima del decesso: forse è passato troppo tempo perché si possa parlare di causa-effetto".
Ad ogni modo, per il momento l'infermiera, che ha ricevuto un avviso di garanzia, è stata trasferita "lontana dai pazienti"; poi l'Asl vedrà come comportarsi a seconda delle decisioni della Procura: "Le decisioni dell'Asl - spiega il direttore sanitario, Claudio Mellana, parlando a nome della direzione generale - verranno prese dopo gli sviluppi dell'inchiesta. Per il momento l'infermiera, che lavora da noi da molti anni, è stata allontanata dalla corsia"