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La richiesta di prestazioni assistenziali di qualità e personalizzate è sempre più in aumento; si accresce pertanto anche il livello di competenza e responsabilità dell'infermiere nei confronti della persona assistita; i tempi esigono professionisti preparati, capaci di confrontarsi in équipe multidisciplinari e che sappiano dare garanzie sulle proprie azioni, in quanto consapevoli delle conseguenze che possono derivare dalle loro decisioni e dal modo di condurre gli interventi

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martedì, agosto 18

Torino/ Eutanasia, indagata un'infermiera



Era arrivato in ospedale a Torino il 7 agosto, in coma irreversibile dopo aver tentato il suicidio con un'overdose di oppiacei. Sandro Lepore, 42enne senza fissa dimora, non aveva speranze di sopravvivere, i medici ai genitori dell'uomo l'avevano detto chiaro e tondo. Ma il 13 agosto l'uomo è morto in circostanze molto strane. E la Procura ora ha aperto un fascicolo nei confronti di un'infermiera: il sospetto è che gli abbia praticato l'eutanasia.

A far scattare le indagini è stata la denuncia di un medico del reparto di Rianimazione, che ha avvertito sia lo stesso ospedale San Giovanni Bosco di Torino sia la Procura. Perché, a quanto pare, la morte sarebbe stata causata da un'iniezione di calmante. E così i magistrati torinesi hanno aperto un fascicolo per omicidio volontario, ipotizzando che l'infermiera abbia "aiutato" l'uomo a morire. Ma secondo il primario del reparto, Sergio Livigni, potrebbe essere tutto un abbaglio: "Ho saputo dell’indagine aperta dalla Procura - spiega il medico a La Stampa - Si parla di un calmante, una dose letale. Ma dopo aver fatto le prime verifiche mi risulta che sia stato somministrato al paziente ben due ore prima del decesso: forse è passato troppo tempo perché si possa parlare di causa-effetto".

Ad ogni modo, per il momento l'infermiera, che ha ricevuto un avviso di garanzia, è stata trasferita "lontana dai pazienti"; poi l'Asl vedrà come comportarsi a seconda delle decisioni della Procura: "Le decisioni dell'Asl - spiega il direttore sanitario, Claudio Mellana, parlando a nome della direzione generale - verranno prese dopo gli sviluppi dell'inchiesta. Per il momento l'infermiera, che lavora da noi da molti anni, è stata allontanata dalla corsia"

Infermiera accusata di eutanasia

Sandro Lepore, 42 anni, era stato ricoverato per tentato suicidio all'ospedale San Giovanni Bosco di Torino


Inchiesta a Torino: «Iniezione letale a un giovane in coma». I parenti non ne sapevano nulla
MARCO ACCOSSATO,
TORINO
È arrivato in pronto soccorso in condizioni disperate. Coma irreversibile. Nessuna possibilità di risvegliarsi. Di Sandro Lepore, 42 anni, si sa pochissimo: ultima residenza «Casa Comunale numero 1», cioè senza fissa dimora. Disperato, venerdì 7 agosto ha tentato il suicidio con un’overdose di oppiacei. I medici dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino dicono che il destino fosse segnato: «Non aveva alcuna possibilità di sopravvivere, e i genitori lo sapevano». Aspettavano insieme che finisse l’agonia. Ma qualcuno avrebbe aiutato Sandro a morire. Prima del tempo. Con una dose letale di calmante iniettata in Rianimazione.Eutanasia attiva. Questo è il sospetto. L’ipotesi su cui lavora la procura di Torino, che ha aperto un’inchiesta ipotizzando il reato di omicidio volontario. Nel registro degli indagati è stata iscritta un’infermiera. I parenti della vittima sono stati immediatamente informati di essere «parte lesa» in un’indagine che si prospetta lunga e complicata. Il funerale è stato bloccato: oggi ci saranno i primi accertamenti sul cadavere, domani sarà eseguita l’autopsia.I dubbi sono nati all’interno dell’ospedale. La denuncia contro l’infermiera è firmata da uno dei medici della Rianimazione. Per ora, però, in ospedale, parla soltanto il primario, Sergio Livigni. E conferma: «Ho saputo questa mattina dell’indagine aperta dalla procura. Si parla di un calmante, una dose letale. Ma dopo aver fatto le prime verifiche mi risulta che sia stato somministrato al paziente ben due ore prima del decesso. Forse è passato troppo tempo perché si possa parlare di causa-effetto».Prudenza. In ospedale invitano alla cautela. Ma il sospetto nasce da un medico esperto. Avrebbe notato qualcosa di anomalo negli ultimi minuti di vita di Sandro Lepore. Forse parametri improvvisamente insoliti nei monitor che da giorni scandivano un battito debole ma resistente, e che venerdì scorso, vigilia di Ferragosto, sono diventati tracciato piatto.La madre dell’uomo è sconvolta. «Quello che è stata la vita di Sandro adesso non conta più nulla. Conta che è stato ricoverato due settimane fa. I medici ci avevano detto subito che non si sarebbe ripreso. Ma se è vero che lo hanno aiutato a morire con un’iniezione questa è un’altra storia». Spera che non sia vero: «Voglio pensare che sia stato un errore, un errore in buona fede, perché tutti possiamo sbagliare...». Loredana Lepore si stava occupando delle pratiche per il funerale quando ha saputo del mistero: «Abbiamo ricevuto un documento in cui ci spiegano che forse è stato commesso un reato, e per questa ragione la sepoltura per il momento non ci sarà». Parla con un filo di voce. Incredula e disperata. «Io voglio essere prudente, aspettare che gli investigatori facciano il loro lavoro e mi spieghino che cosa è successo davvero. Ma dico subito che nessuno ha il diritto di decidere della vita e della morte di un’altra persona».L’inchiesta è affidata al pm Paolo Scafi. L’infermiera indagata sarà interrogata oggi in procura. Versioni discordanti. Il medico che ha fatto la segnalazione parla di una dose di calmante eccessiva. L’infermiera di una quantità inferiore. In ogni caso nessuno le avrebbe detto di iniettare quel farmaco
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Torino, iniezione letale a paziente in coma
infermiera indagata per sospetta eutanasia

L'uomo dopo un tentato suicidio era arrivato in condizione disperate al Giovanni Bosco
E' morto in rianimazione per una dose di calmante. Aperto fascicolo per omicidio volontario
TORINO - La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio volontario su un sospetto caso di eutanasia che vede indagata un'infermiera dell'ospedale Giovanni Bosco di Torino. Il caso è quello di un uomo che era ricoverato in coma irreversibile dopo un tentativo di suicidio e che è deceduto in seguito ad un'iniezione di calmante. Gli inquirenti devono però accertare se la morte sia stata accidentale, legata cioè a un errore umano o a una complicazione sanitaria non prevedibile, o se al contrario sia stata dettata dalla volontà di porre fine alle sofferenze del paziente. Questa mattina l'infermiera, che si è rivolta all'avvocato Claudio Maria Papotti, è stata ascoltata dal magistrato e per il momento si è avvalsa della facoltà di non rispondere. "Occorre prudenza", spiega il legale sottolineando che si tratta di una "vicenda per nulla assimilabile a casi ben più noti, come quello di Eluana. "I protocolli terapeutici adottati in casi di malati terminali - aggiunge - conoscono soglie di tolleranza. Il fatto sarà approfondito nelle sedi opportune". Sulla vicenda il direttore amministrativo della Asl 2 Claudio Mellana osserva che "siamo in attesa di sviluppi. Sappiamo che la nostra dipendente - prosegue - ha ricevuto un avviso di garanzia ma per noi questo non significa la possibilità di sospensione dal servizio. Al momento l'infermiera è stata allontanata dal servizio che stava svolgendo e collocata in un'altra attività non direttamente a contatto con i degenti e per quel che riguarda altri provvedimenti bisogna attendere l'esito delle indagini".

Eutanasia: Infermiera Indagata a Torino Per Morte Clochard

Torino: Indagine Procura Su Sospetto Caso Di Eutanasia

(ASCA) - Roma, 18 ago - Eutanasia attiva. Questo e' il sospetto. L'ipotesi su cui lavora la procura di Torino, che ha aperto un'inchiesta ipotizzando il reato di omicidio volontario. Nel registro degli indagati e' stata iscritta un'infermiera che con un'iniezione letale avrebbe ''aiutato'' a morire un clochard 42enne che aveva tentato il suicidio e che da due settimane era ricoverato in ospedale ma senza speranza. I parenti della vittima sono stati immediatamente informati di essere ''parte lesa'' in un'indagine che si prospetta lunga e complicata. Il funerale e' stato bloccato: oggi ci saranno i primi accertamenti sul cadavere, domani sara' eseguita l'autopsia. La notizia e' stata data dal quotidiano La Stampa che sottolinea come i dubbi sulla morte del senza fissa dimora siano nati proprio all'interno dell'ospedale. La denuncia contro l'infermiera e' firmata da uno dei medici della Rianimazione che avrebbe notato qualcosa di anomalo negli ultimi minuti di vita dell'uomo. L'infermiera indagata sara' interrogata oggi in procura, ma le versioni sono discordanti. Il medico che ha fatto la segnalazione parla di una dose di calmante eccessiva. L'infermiera di una quantita' inferiore. In ogni caso nessuno le avrebbe detto di iniettare quel farmaco.

Eutanasia? Indagata un'infermiera
Torino, sospetti per morte di paziente
da. TGcom 18.08.2009

Era arrivato in ospedale a Torino il 7 agosto, in coma irreversibile dopo aver tentato il suicidio con un'overdose di oppiacei. Sandro Lepore, 42enne senza fissa dimora, non aveva speranze di sopravvivere, i medici ai genitori dell'uomo l'avevano detto chiaro e tondo. Ma il 13 agosto l'uomo è morto in circostanze molto strane. E la Procura ora ha aperto un fascicolo nei confronti di un'infermiera: il sospetto è che gli abbia praticato l'eutanasia.

A far scattare le indagini è stata la denuncia di un medico del reparto di Rianimazione, che ha avvertito sia lo stesso ospedale San Giovanni Bosco di Torino sia la Procura. Perché, a quanto pare, la morte sarebbe stata causata da un'iniezione di calmante. E così i magistrati torinesi hanno aperto un fascicolo per omicidio volontario, ipotizzando che l'infermiera abbia "aiutato" l'uomo a morire. Ma secondo il primario del reparto, Sergio Livigni, potrebbe essere tutto un abbaglio: "Ho saputo dell’indagine aperta dalla Procura - spiega il medico a La Stampa - Si parla di un calmante, una dose letale. Ma dopo aver fatto le prime verifiche mi risulta che sia stato somministrato al paziente ben due ore prima del decesso: forse è passato troppo tempo perché si possa parlare di causa-effetto".Ad ogni modo, per il momento l'infermiera, che ha ricevuto un avviso di garanzia, è stata trasferita "lontana dai pazienti"; poi l'Asl vedrà come comportarsi a seconda delle decisioni della Procura: "Le decisioni dell'Asl - spiega il direttore sanitario, Claudio Mellana, parlando a nome della direzione generale - verranno prese dopo gli sviluppi dell'inchiesta. Per il momento l'infermiera, che lavora da noi da molti anni, è stata allontanata dalla corsia".

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