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giovedì, marzo 20

lavoratori Usurati
Gli usuranti dividono a sinistra 20.03.2008
Cdm ha dato il suo via libera al decreto che prevede uno sconto pensionistico per quanti lavorano in settori che usurano. Ma le forze della casa rossa non hanno assunto una posizione unica: Ferrero si è astenuto, Bianchi ha votato si. Il Pdci però si smarca dal suo ministro, criticando insieme a Rifondazione i contenuti dell'atto di governo. Soddisfatta, pur con qualche dubbio, Sd

Via libera del Consiglio dei Ministri al decreto legislativo che riguarda i lavoratori usurati, i quali potranno godere di uno "sconto di età" nel raggiungimento della pensione. Il dlg passerà ora all'esame delle commissioni parlamentari per incassare il loro parere, che dovrà arrivare entro 30 giorni. Un atto che costerà 2,5 miliardi da spalmare in dieci anni e che coinvolgerà circa 5.000 lavoratori, anche se i numeri sono per il momento provvisori.
La catena di montaggio, le attività particolarmente pesanti previste nel decreto Salvi (cave e miniere, amianto, palombari), il trasporto pubblico locale (mezzi di trasporto non inferiori a 9 posti) e il lavoro notturno sono le categorie di lavoratori a cui è riconosciuto uno sconto fino a tre anni sull'età di pensionamento. Anche se per l'ultimo settore è stato definito un meccanismo graduale: chi è soggetto a turni che lo portano a lavorare tra le 64 e le 71 notti l'anno potrà andare in pensione 12 mesi prima; chi lavora tra le 72 e le 77 potrà lasciare due anni prima, mentre chi fa 78 turni di notte e oltre potrà riscattare tre anni.

Soddisfatta la Cgil. "Finalmente si afferma il principio che i lavori non sono tutti uguali", ha dichiarato Morena Piccini, ricordando anche come l'atto di oggi risponda "ad un impegno preso con le parti sociali, con il Protocollo del 23 luglio", oltre a "completare le norme sul superamento dello scalone". Certo, il sindacato non nasconde la necessità di rivedere alcuni aspetti, per esempio "il riconoscimento dei benefici per i lavoratori notturni" su cui, ha detto la sindacalista, "confidiamo che in futuro sia possibile apportare i correttivi necessari".

Diversa la reazione della politica. Se il Pd e alcuni esponenti del governo di area democratica hanno parlato di un successo, più critica la posizione della Sinistra dell'iride, al suo interno oltretutto divisa in particolare nel PdCi.
Al Cdm infatti era assente Fabio Mussi, ma i ministri della casa rossa hanno marcato una differenza fra loro: il responsabile della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero (Prc) si è astenuto polemicamente, mentre il collega dei Trasporti Alessandro Bianchi (Pdci) ha votato a favore. Una posizione quest'ultima che non ha trovato riscontro all'interno del partito di Oliviero Diliberto, dove la senatrice Manuela Palermi ha parlato, facendo eco a Rifondazione, di "un risultato assolutamente insoddisfacente". "La platea troppo ristretta di lavoratori, la parte sul lavoro notturno non e' sufficiente" ha spiegato la Palermi, evidenziando anche come "quello approvato oggi dal governo è un provvedimento che conferma il pessimo accordo del 23 luglio".
Diversa la posizione della Sinistra Democratica rispetto agli altri due partiti della falcemartello, già divisi in estate proprio sulla valutazione dell'intesa firmata dalle parti sociali e dall'esecutivo. Titti Di Salvo ha infatti definito l'approvazione da parte del Cdm "una buona cosa" soprattutto per i lavoratori "che attendevano da tempo che i contenuti del protocollo sul welfare su questo punto diventassero realtà". Ci spiega però la Di Salvo che la sua è una valutazione politica: "non avendo letto il testo approvato dal Cdm, posso solo commentare positivamente la decisione del governo di riconoscere finalmente la differenza fra i vari tipi di occupazione e l'esistenza di categorie più fiaccate dal lavoro rispetto ad altre". "Del resto il risultato di questa mattina", aggiunge, "non era affatto scontato soprattutto per l'opposizione della Confindustria". Comunque secondo l'ex sindacalista oggi Sd, "se il decreto varato dal Cdm è conseguente al protocollo, allora il mio giudizio sarà positivo".
Per Cesare Salvi grazie alla Sinistra sono stati approvati in questi giorni due "importanti decreti sul lavoro" (provvedimenti sugli impieghi usuranti e per la sicurezza, ndr). Il senatore non nasconde comunque che si poteva fare di più: "meglio poco che niente, certamente - osserva - l'offensiva dei falchi confindustriali, ben annidati nel Pd, si vede", ha dichiarato.
Maurizio Zipponi condivide con la collega Di Salvo la valutazione politica positiva del dlg, cioè il fatto che dopo anni si arrivi a ratificare che non tutti gli impieghi sono uguali, ma rimane scettico sul merito e i contenuti dell'atto di governo, perché di base scaturisce da un protocollo, quello del 23 luglio, che al Prc non è mai piaciuto. "La platea delle cosiddette attività usuranti riguarda una serie di lavoratori: quelli stabili dal decreto Salvi, quelli impiegati nella catena o a vincolo e, infine, quelli notturni. La nostra critica - ci spiega Zipponi- si concentra proprio su questi ultimi. Si è infatti scelto di definire lavoratore notturno colui che effettua un numero molto alto di notti, cosicchè si è ristretta la platea di quanti possono essere considerati tali e godere di un beneficio pensionistico". Secondo Zipponi i soggetti che pur lavorando di notte non possono godere di una pensione anticipata sono molti e molto ingiustamente discriminati: "gli infermieri, gli impiegati nella siderurgia, coloro che fanno parte del settore delle pulizie delle grandi metropolitane per esempio". Cosa intende fare Rifondazione è chiaro: "Ora il decreto sarà discusso in Commissione -ci dice il responsabile economia del partito- e cercheremo di modificarlo abbassando il tetto numerico di notti stabilito per essere definiti lavoratori notturni". Eppure, ci tiene ad aggiungere, qualche merito l'atto governativo di oggi lo possiede: "per la prima volta dal 1995 si rende esigibile un diritto annunciato: accedere prima alla pensione per il lavoro usurante che si pratica. Un segnale che è stata battuta, per la seconda volta dopo il decreto sulla sicurezza dei giorni scorsi, la Confindustria".

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